13/07/2025
C’è una forma di dolore che non grida, non si impone, ma resta. Si siede in fondo al cuore e aspetta che la notte cada per farsi sentire più forte. È il rimorso sottile e pungente di aver dato il meglio di sé a chi non ha saputo, voluto o potuto riconoscerlo. E non è un rimpianto per qualcosa che abbiamo fatto male, ma per tutto ciò che abbiamo fatto bene, per le attenzioni sincere, le premure offerte a mani n**e, la lealtà custodita anche quando avrebbe fatto meno male abbandonarla.
L’errore più grande, spesso, non è nell’azione sbagliata, ma nella direzione giusta rivolta verso chi non era pronto a riceverla. C'è una generosità che nasce da un cuore puro e che si dona senza calcoli, senza aspettative, quasi con innocenza. Ma c'è anche una fatica, che arriva dopo. È la stanchezza di chi si è speso per costruire ponti dove c’erano solo muri, di chi ha dato luce a chi preferiva restare nell’ombra.
Ci si accorge tardi, sempre troppo tardi, che la bontà non sempre ritorna. Che alcune persone si nutrono del bene che offri solo per svuotarti, senza mai colmare a loro volta. E allora quel bene, che era dono, diventa ferita. Ma la colpa non è nell’avere amato troppo, è nell’aver creduto che l’altro fosse capace di ricevere quell’amore con la stessa verità.
Eppure, anche questo rimorso ha un senso. Ci insegna a non rinnegare ciò che siamo, ma a proteggerlo meglio. A scegliere con più cura a chi affidare le parti più vere di noi. Perché l’amore, la gentilezza, la dedizione non sono mai sbagliati in sé. Sono solo stati spesi nel posto sbagliato, nel tempo sbagliato, con chi non ne era degno.
Il segreto non è chiudersi, ma imparare. Sapere che si può essere luce anche per se stessi. Che non tutti meritano la nostra verità, e che preservarla non è egoismo, ma maturità. Perché alla fine, il rimorso più grande può diventare la lezione più preziosa: imparare a scegliere chi ci sceglie, chi ci vede, chi ci custodisce come noi abbiamo custodito. E continuare a fare il bene, sì, ma questa volta, anche per noi.
EMPATIA 🌸