25/04/2025
I CATTOLICI BULGARI RICORDANO CON AFFETTO I LORO INCONTRI CON PAPA FRANCESCO: PAPA DI PACE E CARITÀ
Pastore dell'anima, sacerdote di tutti coloro che hanno un cuore aperto, profeta moderno... Questi sono alcuni dei modi in cui Papa Francesco rimarrà nei cuori delle persone, indipendentemente dalla loro religione o fede. Nel 2019, il Papa ha visitato la Bulgaria, una visita condotta all'insegna della pace.
"Pace sulla Terra" (titolo dell'enciclica Pacem in Terris del Papa "bulgaro" Giovanni XXIII) è diventato il motto del soggiorno di tre giorni di Papa Francesco in Bulgaria, durante il quale il capo della Chiesa cattolica romana avrebbe trasmesso il suo messaggio di pace al mondo. Il Papa ha lanciato il suo appello alla presenza di cattolici, ortodossi, protestanti e rappresentanti di altre fedi durante la Messa domenicale in piazza Alexander Battenberg a Sofia.
"Quello è stato un messaggio per l'eternità, perché nel mondo ci sono ancora conflitti e guerre", ha dichiarato a Radio Nazionale di Bulgaria don Paolo Cortesi, parroco di Betlemme. “Usiamo l'arma della preghiera affinché queste guerre cessino ovunque e le persone vivano in fraternità, creando forti legami tra fratelli. Siamo membri della stessa famiglia, ma purtroppo, dai tempi di Caino e Abele, non abbiamo mai cessato di entrare in dispute e conflitti. Pertanto, lavoriamo tutti per la pace e siamo costruttori di pace”.
Al suo arrivo in Bulgaria nel maggio 2019, Papa Francesco ha incontrato il Patriarca Neofita, il Presidente Rumen Radev e i membri del Parlamento. Il Papa ha anche offerto sostegno e affetto ai migranti in un centro di accoglienza e il giorno seguente si è recato nella città di Rakovski, dove lo attendeva la più grande comunità cattolica del Paese.
In questa piccola città, situata non lontano da Plovdiv, Papa Francesco ha visitato l'antica Chiesa di San Michele Arcangelo, costruita nel 1887. E nella Chiesa del Sacro Cuore di Gesù, costruita nello stesso periodo e progettata dall'architetto italiano Vezzetti, il Papa ha amministrato la Prima Comunione a 250 bambini bulgari.
Ancora oggi, gli abitanti di Rakovski conservano un ricordo prezioso della visita di Papa Francesco:
"Era il 6 maggio (giorno di San Giorgio in Bulgaria), ed è stato molto commovente il suo arrivo nella nostra città. Era una persona con i piedi per terra; è andato tra la gente e ci ha benedetto. E, soprattutto, continuava a ripetere 'pace e amore', 'abbiano tutti fede'", racconta oggi una donna di Rakovski.
"E i bambini che hanno ricevuto la Prima Comunione erano molto felici".
"Era una calda giornata di maggio, tutta la città era uscita per strada ed era tutto molto bello. Amiamo i nostri santi padri e abbiamo accolto il Papa con grande gioia. È passato proprio davanti alla nostra strada, rendendoci molto felici. Abbiamo pregato per lui, affinché sopravvivesse alla grave malattia che ha sofferto. Sono molto triste. Rimarrà nella mia memoria con il suo augurio di pace per tutti, perché queste guerre ci stanno distruggendo".
Padre Ivelin Guenov, della chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Hisarya, è stato uno dei sacerdoti che hanno accolto il Papa a Rakovski. Ricorda anche quei momenti speciali con la giornalista Kremena Daneva:
"È un ricordo meraviglioso, che ha lasciato un segno profondo di fede e speranza in me, e anche in tutti quei bambini venuti da tutta la Bulgaria per ricevere la Prima Comunione. Il Papa ha parlato allora in un modo che ha toccato il cuore di tutti, proprio come aveva fatto durante tutto il suo pontificato. Siamo rimasti profondamente toccati dalla speranza che trasmetteva, dal fatto che fosse sempre aperto alle persone, anche a coloro che si trovavano nelle situazioni estreme della vita, e da buon pastore qual era, andava a cercarle e a portare loro la luce di Cristo", afferma il sacerdote, per il quale il messaggio papale più importante è quello sulla pace in un tempo come questo, di guerre tra fratelli. “Il Papa ci ha detto che la pace non è qualcosa da guadagnarsi, ma un dono di Dio. Ha detto che per conquistare i nostri fratelli, per raggiungere la pace con gli altri, dobbiamo fare certe concessioni”.
Padre Paolo Cortesi conserva anche un caro ricordo del suo unico contatto con il Papa, quando il Santo Padre gli strinse la mano:
"È successo a Rakovski quando, insieme ai giovani di Bélene, abbiamo consegnato personalmente a Papa Francesco l'icona dei quattro martiri bulgari: monsignor Eugenio Bosilkov e i padri Pavel, Kamen e Yosaphat. Abbiamo parlato un po' ed era molto contento. Conserverò sempre il ricordo di aver messo i nostri martiri bulgari nelle mani del Papa. Posso esserne orgoglioso e ne sono felice".
Il sacerdote di Betlemme è fiducioso che il prossimo papa continuerà l'opera del suo predecessore.
"L'opera dello Spirito Santo e di Dio deve essere continuata attraverso i papi e attraverso tutti noi", aggiunge padre Paolo Cortesi. "Il nuovo papa potrebbe prendere qualcosa da Papa Francesco, ma, come ogni guida spirituale, ci sorprenderà con il suo stile o la direzione che sceglierà. Spero che sia una persona eccezionale, come lo sono stati gli ultimi leader della Chiesa cattolica. Sono cresciuto con Papa Giovanni Paolo II, poi Benedetto XVI, e prima di lui ci sono stati il Papa bulgaro Roncalli (Giovanni XXIII) e Papa Paolo VI. Meritano tutti di essere ascoltati da tutti, e non solo da noi cattolici, perché si rivolgono al mondo intero e a tutte le persone di buona volontà".
Quando una persona muore, noi bulgari diciamo "Dio lo perdoni". "Penso che in casi come questo si possa anche dire 'che Dio lo resusciti'", aggiunge padre Paolo Cortesi:
"Oggi siamo nei giorni della Resurrezione e speriamo che Dio resusciti Papa Francesco e tutti i fedeli defunti, e che un giorno potremo comunicare di nuovo con loro. Perciò, lasciamo che la tristezza si trasformi in gioia e nella speranza di rivedere il Papa. Siamo nell'Anno Giubilare della Speranza, che è la sua ultima eredità. Ci ha donato questo Anno Giubilare, e in esso dobbiamo rallegrarci, perché la speranza cristiana ci dice che siamo eterni".
Il Santo Padre ha guidato la Chiesa cattolica romana per 12 anni, durante i quali ha visitato 67 paesi in tutti i continenti, tra cui la Bulgaria. Nella sua ultima Pasqua, è apparso ai fedeli riuniti in Piazza San Pietro indossando un omoforio ricamato con croci ortodosse e una rosa bulgara, ricevuto in dono durante la sua visita in Bulgaria. Nel suo testamento, Papa Francesco ha espresso il desiderio di essere sepolto nella Cattedrale di Santa Maria Maggiore a Roma, dove ha pregato davanti all'icona della Madonna col Bambino prima e dopo i suoi viaggi all'estero, nonché in ogni evento importante. Questo è anche un luogo sacro per i bulgari, perché fu in questa basilica che, nell'868, Papa Adriano II consacrò solennemente l'alfabeto bulgaro e i libri liturgici portati dai Santi Fratelli Cirillo e Metodio, scritti interamente in slavo-bulgaro.