11/02/2024
E Festival di Sanremo fu!
Premesse:
1. Non guardavo il Festival di Sanremo dai tempi di Laura Pausini (per un motivo molto banale: non ho la TV italiana e dopo le 22:00 sono già in coma profondo).
Quest’anno ho sfruttato l’occasione di una rimpatriata con mio fratello a Berlino, per cui abbiamo rispolverato un rituale dei bei tempi andati;
2. I miei gusti musicali e il mio “consumo” non fanno testo per il 2024: l’ultima canzone che ho ascoltato proattivamente e con atteggiamento contemplativo è stata “Sultans of Swing” di Alchemy, ma un giro su Spotify me lo faccio anche per ascoltare Guè Pequeño o Maluma, giusto per stare al passo con il Zeitgeist;
3. Il Festival di oggi, un’epoca dove l’engagement è la metrica più importante, va visto come una vetrina, per cui chi riesce a tirar fuori il massimo da questa occasione, ha vinto a prescindere dalla classifica;
4. Che la musica è una questione di gusti, per cui è impossibile definire in maniera oggettiva quale sia la canzone più bella, la seconda, la terza e via dicendo;
5. Che una competizione canora dove è possibile usare l’autotune è un controsenso;
6. Che esistono canzoni che rendono sia dal vivo che in studio, altre meglio dal vivo, altre meglio in studio, altre che sono una chiavica in qualsiasi contesto;
7. Che esistono cantanti che rendono sia dal vivo che in studio, altri meglio dal vivo, altri meglio in studio, altri che sono una chiavica in qualsiasi contesto;
Ho visto solo l’ultima serata, non avevo ascoltato ancora alcuna canzone, ma solo letto i commenti della mia bolla social, per cui annoto le mie considerazioni a futura memoria:
1. Più o meno c’erano una decina di canzoni che, secondo me, avrebbero meritato il podio, senza rubare niente a nessuno;
2. Per la vittoria ho puntato su Angelina Mango e Annalisa, perché, secondo me, a livello di performance, arrangiamento, testo e musica, mi hanno dato una sensazione a pancia che avevano quel quid in più;
3. Geolier: prima di aver ascoltato il pezzo, ho scommesso con mio fratello che sarebbe arrivato secondo. Il pezzo di Geolier, a livello di competizione canora (al lordo dell’autotune, che credo sia stato utilizzato da 2 cantanti su 3), per me valeva un buon top 10, ma non il podio.
Ma dal punto di vista commerciale, è un pezzo che funziona.
Per me, questo è stato il miglior risultato possibile per Geolier. Se avesse vinto, la narrazione sarebbe stata che ha rubato la vittoria. Così, invece, la narrazione sarà che la vittoria gli è stata rubata.
E siccome tutti siamo contro le ingiustizie, il fattore simpatia per Geolier crescerà a dismisura, così come l’engagement (che significa non solo stream e dischi venduti, ma anche concerti e merchandising).
Come si dice in napoletano: “big stash of cash”?
4. A proposito di ingiustizie: in tempi normali, i cantanti farebbero a gara a prendere posizione contro il genocidio dei palestinesi. Siccome questi non sono tempi normali, solo un artista (Ghali) ha avuto il coraggio di lanciare un messaggio in questo senso. Nel collegamento con la nave da crociera, nel pubblico c’erano alcuni spettatori che mostravano il cartello “stop genocidio” con la bandiera della Palestina.
Dopo qualche inquadratura, quei ragazzi e i loro cartelli non erano più visibili.
Ho provato grande meraviglia che in qualche modo, siano riusciti a farsi inquadrare 4 volte!
Apparentemente, questo è il massimo che si può fare per una giusta causa nel 2024.
Qualcuno ricorda il Live Aid del 1985?
Larga è la foglia, stretta è la via, dite la vostra che ho detto la mia 😊