Rouleur Magazine / Italia

Rouleur Magazine / Italia La rivista internazionale di ciclismo e cultura del ciclismo, ora in lingua italiana - 6 numeri/anno

Rouleur Italia racconta il ciclismo come espressione culturale, mettendone in luce la dimensione sportiva insieme alla s...
09/05/2025

Rouleur Italia racconta il ciclismo come espressione culturale, mettendone in luce la dimensione sportiva insieme alla sua bellezza, alle sue radici e al suo significato più profondo. Nel numero 26 abbiamo raccolto voci, paesaggi e storie per restituire le tante sfumature di una passione che attraversa luoghi e generazioni, nel periodo dell’anno in cui il Giro d’Italia accende l’entusiasmo di un intero Paese.

Siamo andati in Toscana, a Lucca e Pisa, collegate nell’edizione 2025 del Giro d’Italia da una cronometro, per mostrare come il ciclismo, oltre alla rivalità sportiva, sappia creare legami e abba***re le distanze.

Siamo andati in Friuli Venezia Giulia per raccontare la quattordicesima tappa, che parte da Treviso e arriva a Nova Gorica/Gorizia. Le città gemelle di Gorizia e Nova Gorica si trovano a cavallo del confine tra Italia e Slovenia, e rappresentano un simbolo concreto di convivenza e dialogo tra culture. Separate per oltre mezzo secolo da muri e recinzioni, oggi sono Capitali europee della cultura 2025.

Abbiamo viaggiato tra le pagine di Il dio di Roserio di Giovanni Testori, il più grande romanzo sul ciclismo della letteratura italiana, a cui Elisa Balsamo ha dedicato la sua tesi di laurea. E abbiamo raccontato la storia di Francesca Baroni, stella del ciclocross e atleta sorda.

In questo numero trovano spazio anche le voci di due grandi campioni: Richard Carapaz, vincitore della maglia rosa nel 2019, e Gianni Bugno, trionfatore nel 1990 e tra i pochi ad aver indossato la maglia dalla prima all’ultima tappa del Giro.

A Siena abbiamo incontrato Moreno Moser, nella città dove ha scritto una delle pagine più belle della sua carriera, e rivolto domande dirette a Soraya Paladin, con l’intento di far emergere la persona dietro l’atleta. A Milano abbiamo ripercorso la storia della famiglia Molteni, che va ben oltre il ciclismo: chiacchierando con Mario Molteni, abbiamo scoperto un’eredità di sport e solidarietà che continua a lasciare il segno.

Non perderti storie, volti e territori che raccontano il ciclismo nella sua forma più autentica.

L’appuntamento è alle 10 di un piovoso mattino di febbraio, nel cuore di Milano. La piazza, ai piedi di uno dei luoghi ...
01/04/2025

L’appuntamento è alle 10 di un piovoso mattino di febbraio, nel cuore di Milano. La piazza, ai piedi di uno dei luoghi più iconici della città, è attraversata dal consueto via vai di turisti. A pochi passi dal Duomo, Rouleur incontra Giusy Virelli, direttrice del Giro d’Italia Women.

Laureata in Economia e Management per Arte, Cultura e Comunicazione alla Bocconi di Milano, Giusy Virelli trasmette subito la passione per il suo lavoro e l’entusiasmo di chi vive il Giro d’Italia ogni giorno. Il suo legame con la Corsa Rosa nasce nel 2010, anno della Grande Partenza da Amsterdam. Un’esperienza che definisce travolgente, ma è il ricordo dell’ultima tappa a Verona, con il trionfo di Ivan Basso, a illuminarle lo sguardo. “È stata la chiusura perfetta”, racconta. “La vittoria di un corridore italiano dopo una partenza oltre confine. Un momento emozionante, che ha reso ancora più speciale il mio primo Giro”.

“In RCS ho iniziato nell’area marketing, occupandomi di progetti legati alle corse ciclistiche. Quando si è presentata la possibilità di lavorare con Mauro Vegni ho accettato subito”, spiega. Appassionata di sport, è nata e cresciuta in Calabria, dove il passaggio del Giro era un evento straordinario, una festa rara. “Nulla a che vedere con il Veneto, dove il ciclismo è pane quotidiano. Sono una persona curiosa, mi piace capire bene ciò di cui mi occupo: così ho iniziato a seguire tutte le corse, non solo quelle che organizzavamo. E mi sono innamorata di questo sport. Ho intrapreso il percorso per diventare direttore di corsa – prima regionale, poi internazionale e infine professionista. Oggi, per il Giro d’Italia Women, seguo tutta la parte organizzativa e i rapporti istituzionali con gli enti locali. Mi sono fatta le ossa su strada, tra il Giro e le altre gare. E ora, veder crescere il ciclismo femminile accanto a quello maschile, mi dà una soddisfazione doppia”.

✍️ - Fulvia Camisa
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Cynthia Carson e Federico Bassis hanno trascorso quattro giorni pedalando tra montagne imponenti, su sentieri sterrati e...
25/03/2025

Cynthia Carson e Federico Bassis hanno trascorso quattro giorni pedalando tra montagne imponenti, su sentieri sterrati e immersi nella natura selvaggia del Sichuan, rivela un lato della Cina in cui modernità e tradizione coesistono

"Dove le montagne toccano il cielo", prodotto in collaborazione con ⁠, lo trovi sul nostro ultimo numero, Rouleur Italia 25⁠!

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Il Poggio è celebre per essere il punto cruciale della  , e per settimane prima della corsa la sua lunghezza, la sua pen...
21/03/2025

Il Poggio è celebre per essere il punto cruciale della , e per settimane prima della corsa la sua lunghezza, la sua pendenza e le strategie di gara sono al centro delle discussioni tra gli appassionati di ciclismo. Ma è anche un luogo reale, dove persone reali vivono per 365 giorni all'anno.

Come ricorda una scritta a 600 metri dallo scollinamento - “Dal 1960 anche il Poggio” -, la collina sanremese è una frattura nella storia della corsa: sono state disputate 50 edizioni senza di essa e 65 con. Eppure se si escludono le scritte d’incitamento ormai sbiadite e i murales ciclistici dipinti da una ragazza del posto sulle cisterne che irrigano alcune serre a bordo strada, i locali non sembrano molto interessati alla celebrazione di quello che è, in tutto e per tutto, uno dei luoghi sacri del ciclismo. Quando entro nel Bar Monte Calvo situato sulla curva a gomito che segna l’inizio della discesa, capisco che l’assenza di monumenti celebrativi non è dovuta alla mancanza di passione, ma alla scarsa propensione all’ostentazione di questa gente che vive stretta fra il mare e la montagna. Un quartetto di anziani gioca a carte osservato da spettatori pronti a subentrare nel caso qualcuno debba alzarsi. Mi guardo intorno. Nel locale posto in cima alla salita che ha spesso deciso le sorti della corsa non c’è un’immagine che la racconti, ma non appena inizio a parlare con le bariste Valeria e Sara e con alcuni degli avventori che ne affollano la sala capisco che la passione per quanto forte, resta un fatto intimo. Come in una chiesa ortodossa, la religione del ciclismo qui è aniconica. Per lei e le sue colleghe il giorno della gara è il più impegnativo dell’anno: ci vogliono 6 kg di caffè per riempire le circa 850 tazzine richieste da chi prende d’assalto il Bar Monte Calvo.

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Continua a leggere l'articolo di Davide Mazzocco su Rouleur Italia 25, disponibile su abbonamento, anche in versione digitale sulla nostra App! https://www.rouleur.cc/pages/abbonati

Le Classiche sono sinonimo di fatica e strategia, un teatro epico in cui i campioni scrivono la storia in un solo giorno...
17/03/2025

Le Classiche sono sinonimo di fatica e strategia, un teatro epico in cui i campioni scrivono la storia in un solo giorno di gara. Nel numero 25 di Rouleur celebriamo il loro fascino senza tempo e i protagonisti che le hanno rese leggenda.

L’immagine di copertina cattura perfettamente questa essenza: uno scatto dall’ultima edizione della Strade Bianche, con gli iconici sterrati toscani a fare da sfondo a una delle gare più spettacolari della stagione.

Da questo numero, sulle pagine del magazine entra in scena Daniele Bennati, ciclista professionista per 18 anni, con 54 vittorie all’attivo ed ex commissario tecnico della Nazionale italiana di ciclismo su strada.

Rouleur 25 ospita un’intervista a Giusy Virelli, direttrice del Giro d’Italia Women, e un approfondimento con Jhonatan Narváez, due volte vincitore di tappa al Giro d’Italia. Raccontiamo anche la storia di Pauline Ferrand-Prévot, campionessa straordinaria che ha conquistato quasi tutto nel ciclismo, e di Cat Ferguson, la diciottenne che sta emergendo come una delle più entusiasmanti promesse del ciclismo femminile.

Non potevamo non rendere omaggio a Rik Van Looy, scomparso lo scorso dicembre, che è stato forse il più grande interprete delle Classiche di sempre.

Approfondiamo anche perché nella seconda metà dell’albo d’oro della Milano-Sanremo non compaiano solo velocisti, ma anche uomini da grandi giri e passisti scalatori come Raymond Poulidor, Laurent Fignon, Gianni Bugno, Claudio Chiappucci e Vincenzo Nibali. Ripercorriamo alcune edizioni memorabili della Liegi-Bastogne-Liegi attraverso i racconti dei campioni che hanno lasciato il loro segno nella storia della corsa. Analizziamo cosa significhi passare dal percorrere i tracciati di gara in sella a una bici a seguirli dall’ammiraglia, e perché questo cambiamento di ruolo sia molto più complesso di quanto possa sembrare. E dedichiamo un reportage fotografico agli scenari italiani e alla partecipazione del pubblico.

Il ciclismo è passione, emozione e viaggio. Scoprilo insieme ai nostri autori sulle pagine di Rouleur, accedi subito all’intero archivio dell’edizione italiana di Rouleur!

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Se c’erano dubbi su come   avrebbe affrontato il suo ritorno alle corse su strada dopo una pausa di sei anni, ormai non ...
10/03/2025

Se c’erano dubbi su come avrebbe affrontato il suo ritorno alle corse su strada dopo una pausa di sei anni, ormai non dovrebbero essercene più. Alla polverosa Strade Bianche, “PFP” è stata aggressiva, ha incarnato il carattere spavaldo dei francesi ed è stata audace: dopo una caduta si è rialzata e ha pedalato fino a conquistare il terzo posto, dietro alla vincitrice e all'altra grande rientrante della stagione, . Non è stata una vittoria, ma era il miglior risultato possibile dopo di lei.

Ex campionessa del mondo in quattro discipline diverse e lontana dalle competizioni su strada a tempo pieno dal 2018, Ferrand-Prévot ha messo da parte la mountain bike e si è unita alla Visma-Lease a Bike con un contratto triennale, con l’ambizione di vincere il Tour de France Femmes. Ma a 33 anni, dopo oltre mezzo decennio lontana da un gruppo femminile quasi irriconoscibile rispetto a quando ne faceva parte, non c'era alcuna garanzia che la francese si sarebbe riadattata facilmente alla vita nel Women’s WorldTour. Eppure, non c’è alcun dubbio: non avrà problemi.

“Sono sulla strada giusta, non penso di essere ancora al 100%, però mi sono sentita davvero bene”, ha detto dopo il traguardo a Siena. “So di non essere ancora nella mia forma migliore, ma questo è anche un aspetto positivo”. Ciò che ha impressionato di più nella prestazione di Ferrand-Prévot in Toscana non è stato il suo risultato finale, considerando la caduta, ma il modo in cui ha affrontato la corsa.

Se Ferrand-Prévot voleva lasciare il segno, doveva essere astuta. E lo è stata.

Continua a leggere al link https://www.rouleur.cc/blogs/rouleur-it/pauline-ferrand-prevot-e-di-nuovo-una-stella-su-strada-ora-so-di-poter-stare-con-le-migliori

✍️ - Chris Marshall Bell
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Mancavano 50 chilometri al traguardo quando è successo. Un errore raro, quasi impensabile, da parte del fuoriclasse del ...
08/03/2025

Mancavano 50 chilometri al traguardo quando è successo. Un errore raro, quasi impensabile, da parte del fuoriclasse del ciclismo, il campione del mondo che sembra non sbagliare mai un colpo, l’atleta che per anni è apparso quasi sovrumano. Eppure, anche è umano. Anche lui può sbagliare. Una curva a sinistra affrontata ad alta velocità, una traiettoria troppo aggressiva: ecco gli elementi del disastro.

Il risultato? Una doppia capriola e che l'ha fiondato dritto nei cespugli ai lati delle strade bianche toscane. Pogačar, da fuoriclasse qual è, è riuscito persino a cadere nel modo giusto – naturalmente. Ha tenuto le braccia sollevate per evitare fratture, si è rialzato in fretta, uscendo dai rovi con la tuta bianca macchiata di rosso per le ferite. In pochi istanti era di nuovo già in sella, lanciato all’inseguimento di un Tom in stato di grazia.

"È stato un momento di panico. Mi sono alzato, ho preso la bici, ho controllato che fosse a posto, che il mio orologio fosse a posto... e poi mi sono detto che forse solo le lenzuola del mio letto non sarebbero state a posto domani...", ha scherzato con amarezza Pogačar in conferenza stampa dopo la vittoria.

"L’unica cosa da fare era tornare davanti e finire la corsa, perché avevamo lavorato troppo per perderla così".

“Stavamo andando davvero forte, quindi sono felice che sia andato tutto bene, ma allo stesso tempo ho pensato: ‘Ok, bene, ora devo continuare’”, ha detto Pidcock, che ha poi concluso la corsa al secondo posto. “Mi sono girato indietro e ho visto che anche Connor non c’era più. Mi sono detto: ‘Ok, mancano 50 chilometri e sono da solo, con un minuto e mezzo di vantaggio’. Ma poi ho visto che Pogačar era tornato in sella, quindi ho aspettato, era la cosa giusta da fare”.

Alla fine, l’epilogo della Strade Bianche è stato quello previsto: Tadej Pogačar in trionfo a Siena. Ma il percorso per arrivarci è stato tutt’altro che scontato. Gli ostacoli che ha dovuto superare hanno reso la sua vittoria ancora più impressionante. Anche nelle giornate in cui commette un errore, il campione sloveno dimostra di avere la classe, la forza e l’abilità per trasformare ogni difficoltà in un’opportunità. È questo che lo rende unico. Quanto alla sua lezione del giorno? Con un sorriso amaro, Pogačar ha concluso: “Credo proprio che la mountain bike non faccia per me”.

Continua a leggere al link in BIO https://www.rouleur.cc/blogs/rouleur-it/la-vista-dalla-ruota-posteriore-di-tadej-pogacar-dopo-la-caduta-alla-strade-bianche

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C’è una foto di   e   che si abbracciano alla fine del Tour de France Femmes 2023. La più giovane delle due aveva appena...
08/03/2025

C’è una foto di e che si abbracciano alla fine del Tour de France Femmes 2023. La più giovane delle due aveva appena conquistato la sua prima maglia gialla e la indossava con orgoglio, mentre Van der Breggen, in tuta SD Worx, aveva trascorso l’intera corsa come direttrice sportiva, guidando Vollering alla vittoria via radio. A marzo 2025, quasi due anni dopo quello scatto, tutto è cambiato. Non c’è più amicizia. Non c’è più complicità. Ora c’è rivalità: aspra, feroce competizione. Van der Breggen è tornata a correre, e con determinazione ha dichiarato dopo il secondo posto dietro Vollering alla Strade Bianche: “Devo trovare un modo per batterla”⁠.

Il fatto che le due corrano per squadre rivali nel 2025 – FDJ-Suez e SD Worx-Protime – dopo il ritorno alle gare di Van der Breggen sta dando vita a uno dei più grandi duelli che il ciclismo femminile abbia visto da tempo. La di sabato ne è stata la prova perfetta: le due sono state le atlete più forti in gara, staccando le avversarie sull’ultima salita delle Tolfe. Il testa a testa fino al traguardo è stato avvincente e complicato, in gran parte a causa della loro storia comune. La loro situazione è senza precedenti nel ciclismo: una direttrice sportiva che torna in gruppo per correre contro l’atleta che ha allenato per anni – era inevitabile che fosse drammatico.⁠

Quando si tratta di correre, Van der Breggen e Vollering sanno troppo l’una dell’altra. Mentalità, fisicità, punti di forza e debolezze: ogni carta che di solito le cicliste tengono nascosta nei momenti chiave è già stata scoperta. È tutto sul tavolo. Alla Strade Bianche, quando le due si sono ritrovate in fuga negli ultimi 10 chilometri, Vollering cercava di convincere Van der Breggen a ti**re davanti.⁠

“Voleva che lavorassi, ma avevo bisogno di un po’ di tempo. Così le ho detto: ‘Non sono più la più giovane,’” ha detto con un sorriso Van der Breggen dopo la gara.⁠

⚔️ Van der Breggen contro Vollering: un duello destinato a entrare nella storia. Scopri di più al link 🔗⁠ https://www.rouleur.cc/blogs/rouleur-it/devo-trovare-un-modo-per-batterla-van-der-breggen-contro-vollering-e-un-duello-epico

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Con l’avvicinarsi della   questo fine settimana, gli appassionati di ciclismo rivolgono la loro attenzione a  . Ma se i ...
06/03/2025

Con l’avvicinarsi della questo fine settimana, gli appassionati di ciclismo rivolgono la loro attenzione a . Ma se i ciclisti conoscono questa città per il maestoso arrivo della corsa in Piazza del Campo, la Strade Bianche è in realtà solo un piccolo capitolo nella lunga e ricca storia di questa città incastonata nel cuore della Toscana.

Sotto molti aspetti, Siena sembra essere cambiata poco dai tempi in cui era una delle capitali del Rinascimento italiano, e dal suo immacolato Duomo al labirinto di strette e tortuose strade, è a tutti gli effetti un gioiello di città. Se mai ti trovassi in Toscana per il weekend della Strade Bianche, assicurati di prenotare qualche giorno in più per visitare i luoghi di Siena e immergerti nella sua poetica bellezza.

📱Continua a leggere l'articolo di sul nostro sito https://www.rouleur.cc/blogs/rouleur-it/la-poetica-bellezza-di-siena-alla-scoperta-della-citta-che-ospita-la-strade-bianche disponibile anche in versione digitale sulla nostra App!

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Durante il Rouleur Live, abbiamo riunito Kelly e LeMond per una conversazione che ha toccato una vasta gamma di temi: da...
03/03/2025

Durante il Rouleur Live, abbiamo riunito Kelly e LeMond per una conversazione che ha toccato una vasta gamma di temi: dai loro celebri duelli all’importanza dell’idratazione, dall’essere outsider fino alla spinosa questione del sesso prima delle gare (o della sua assenza). Rouleur ha cercato di trovare spazio nel vivace scambio di battute tra i due campioni…
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SK: Ripenso al Giro delle Fiandre, che ho perso diverse volte.
GL: Vorrei avere ricordi di quel tipo! Penso che il mio anno migliore al Fiandre sia stato il 1986. Hai vinto tu quell’anno?
SK: Van der Poel.
GL: Il più furbo di tutti. Non ha tirato una volta.
SK: Uscendo da Geraardsbergen, c’erano Bauer, Jean-Philippe Vandenbrand, il belga, forse quattro o cinque di noi. Mi sentivo fortissimo e tiravo in testa come un matto. Van der Poel risparmiava energie. Arriviamo alla volata, guardo avanti e penso: adesso vi faccio vedere io. Parto a tutta, sento ancora le gambe. A 70 metri dall’arrivo sento Van der Poel che arriva sul lato delle transenne. Avrei potuto chiudere la porta, ma sarei stato squalificato. Mi ha passato in slow motion. Queste sono quelle che rimpiangi, perché quando le analizzi, pensi: se avessi corso in modo più intelligente, avrei potuto vincerla. Ma a Chambéry non c’era niente da fare.
GL: Io preferirei vincere un Fiandre piuttosto che un Mondiale.
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🇮🇹 Un viaggio cicloturistico inizia ben prima di mo***re in sella. La fase di ricerca e pianificazione è fondamentale pe...
27/02/2025

🇮🇹 Un viaggio cicloturistico inizia ben prima di mo***re in sella. La fase di ricerca e pianificazione è fondamentale per costruire una vacanza su misura, e oggi la tecnologia si rivela un alleato prezioso per organizzare al meglio un’avventura su due ruote. Rouleur ha sperimentato l’utilizzo di strumenti digitali per progettare le sue pedalate nelle Marche, esplorando un itinerario ad anello di quasi 700 chilometri che attraversa ben 29 comuni. Grazie al progetto NoiMarche BikeLife, è possibile pedalare dalla costa adriatica fino all’entroterra, immergendosi nella straordinaria varietà dei paesaggi marchigiani e nelle tradizioni locali. Il viaggio inizia con la consultazione di mappe interattive, tracce GPX e informazioni dettagliate, come altimetrie, lunghezze dei percorsi e livelli di difficoltà. Ogni dettaglio consente di pianificare con cura e precisione, trasformando un desiderio di viaggio in un’esperienza concreta e personalizzata.

Per scoprirne di più leggi l’articolo pubblicato su Rouleur Italia 24 e visita il sito www.noimarchebikelife.it

🖊️ Fulvia Camisa

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🇬🇧 A cycling journey begins long before you hop on the bike. The research and planning phase is crucial for crafting a customised vacation, and today, technology serves as an invaluable tool in organising a two-wheeled adventure.
Rouleur has used digital tools to plan rides in Italy’s Marche region, discovering a 700-kilometer circular route that passes through 29 municipalities. Thanks to the NoiMarcheBikeLife project, cyclists can travel from the Adriatic coast to the rolling hills of the inland, fully immersing themselves in the region’s diverse landscapes and local traditions.
The journey starts with interactive maps, GPX tracks, and detailed information, such as altitudes, route lengths, and difficulty levels. Every aspect of the planning process helps transform a travel dream into a carefully crafted, personalised experience.

To learn more visit www.noimarchebikelife.it

La scorsa settimana, in appena 36 ore, la UAE Team Emirates-XRG ha conquistato tre maglie di leader in tre diverse corse...
26/02/2025

La scorsa settimana, in appena 36 ore, la UAE Team Emirates-XRG ha conquistato tre maglie di leader in tre diverse corse a tappe, in tre Paesi diversi e con tre modalità di vittoria differenti. All’UAE Tour, un Tadej in grande forma ha stravinto con uno dei suoi leggendari attacchi solitari sul Jebel Jais. Oltre oceano, il suo giovane erede sloveno, Jan Christen, ha conquistato la tappa regina della Volta ao Algarve, battendo in astuzia e in salita avversari del calibro di Jonas e Primož sull’Alto da Foia. In Spagna, lo stesso giorno, Pavel ha preso la testa della classifica generale alla Vuelta a Andalucía Ruta Ciclista Del Sol, chiudendo terzo in una volata in salita a Torredelcampo. La settimana scorsa, il mondo sembrava appartenere alla UAE Team Emirates, con il resto del gruppo relegato a spettatore.

Le prestazioni di Pogačar, tre volte vincitore del Tour de France, non hanno sorpreso. Nella corsa di casa della sua squadra, sotto gli occhi attenti dei suoi datori di lavoro, il campione del mondo non poteva che dominare il deserto. Ma che i suoi compagni riuscissero a ba***re Vingegaard e Roglič in salita? Questo non era certamente il copione per la stagione 2025.

Questi risultati dovrebbero destare preoccupazione per chi affronterà la UAE Team Emirates-XRG? Pogačar è da tempo un gradino sopra gli altri, ma quest’anno sembra che anche i suoi compagni abbiano fatto un salto di qualità. Stiamo arrivando al punto in cui il resto del gruppo è già fuori gioco?

Continua a leggere al link 🔗⁠ https://www.rouleur.cc/blogs/rouleur-it/l-ascesa-della-uae-team-emirates-il-resto-del-gruppo-dovrebbe-preoccuparsi

✍️ - Rachel Jary
📸 - RCS

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