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Cassino - Scoperta la più grande fabbrica clandestina di sigarette mai rinvenuta in ItaliaI militari della Guardia di Fi...
27/09/2025

Cassino - Scoperta la più grande fabbrica clandestina di sigarette mai rinvenuta in Italia

I militari della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Ancona, hanno eseguito una complessa operazione che, grazie ad un ingente dispiegamento di forze, ha portato all’individuazione di una fabbrica clandestina di sigarette contraffatte occultata all’interno di un bunker sotterraneo. L’accesso all’opificio illegale era consentito mediante un sofisticato congegno idraulico che mascherava perfettamente il bunker dove erano istallati i macchinari e custodite tonnellate di sigarette contraffatte. Sulla base di perizie tecniche eseguite, l’impianto sequestrato risulta avere una capacità produttiva di circa 2 miliardi e 700 milioni sigarette in un solo anno, e 7.200.000 circa al giorno.

Gli accertamenti svolti dai finanzieri anconetani hanno permesso di individuare un apparente deposito di logistica di oltre 3.200 mq, ubicato a pochi km da Cassino, che in realtà celava un vero e proprio opificio industriale, frutto della fusione tra tecnologia ed edilizia agreste. Al momento dell’accesso, infatti, alla vista dei militari del Gruppo Ancona è apparso un capannone quasi completamente vuoto e privo di indizi che potessero destare sospetti sull’intera attività esercitata in quei locali, ma dalle perquisizioni eseguite è stato rinvenuto, abilmente occultato in uno scatolone sito in un angolo del locale, un telecomando elettrico che, mediante una particolare combinazione di tasti, azionava delle leve idrauliche che consentivano il sollevamento di una struttura in alluminio, adibito ad ufficio, disvelando la via di accesso di un vero e proprio “bunker”, costituito da una realtà sotterranea simmetrica rispetto a quella di superficie. Il ricettacolo, raggiungibile mediante un apposito montacarichi, era caratterizzato da una viabilità costituita da corridoi ben strutturati e funzionali alla logica criminale: un sistema realizzato attraverso percorsi precisi e gallerie tra loro collegate, il tutto ben illuminato e con tecnologici impianti di areazione che impedivano la fuoriuscita dei miasmi industriali della produzione di sigarette. Nel citato piano interrato sono stati individuati alloggi di fortuna con 18 posti letto, bagni, docce e sala da pranzo, dove si alternavano, per riposare, gli operai addetti alla produzione, nonché un locale officina utilizzato per effettuare le riparazioni sul posto dei macchinari. A seguito dell’irruzione dei militari del Gruppo Ancona all’interno del disvelato bunker, veniva scoperta una vera e propria manifattura illecita di tabacchi costituita da 3 linee di lavorazione del tabacco e confezionamento di pacchetti di sigarette, nonché quantitativi di sigarette di contrabbando per oltre 150 tonnellate (riconducibili a noti marchi quali Marlboro, Benson and Hedges, 821, Camel, Mayfair, Jps, Winston, etc.) pronte per essere immesse nel mercato nazionale e unionale, nonché complessi macchinari adibiti alla produzione e alla lavorazione del tabacco (essiccatore, taglia etichette, umidificatore, filtratore, unità di accoppiamento, confezionatrici, etichettatrici, macchine per inscatolamento, macchine per sigillatura etc.), oltre 170 tonnellate di precursori, tra cui 12 milioni di cartoncini contraffatti, 15 milioni di filtri, 20 milioni di fogli laminati contraffatti, in aggiunta a bobine ed altri precursori (colla, carta alluminio, ed altro materiale da packaging). Di oltre 1.750.000 euro il valore dell’impianto, realizzato secondo i più avanzati standard tecnologici e in grado di produrre circa 5.000 sigarette/minuto, per oltre 7,2 milioni di “bionde” giornaliere per un valore di vendita annuo di oltre 900 milioni di euro. Le attività investigative delle Fiamme Gialle anconetane, coadiuvate dai finanzieri del Comando Provinciale di Frosinone e sotto la direzione della Procura della Repubblica di Cassino, hanno inoltre portato all’individuazione di ulteriori stabilimenti poco distanti dalla fabbrica, rientranti nella medesima rete logistica, ove il t.l.e. contrabbandato veniva stoccato. Nel dettaglio, in un piazzale poco distante, venivano individuati box-storage coperti e trailer ivi depositati nel tentativo di coprire le tracce dell’illecita attività, dove sono stati, sequestrati 2 automezzi e 4 autoarticolati carichi di sigarette contraffatte, utilizzati per l’illecita attività. Le articolate attività svolte, culminate con il più ingente sequestro di T.L.E. mai realizzato in Italia e in Europa, hanno altresì portato all’esecuzione di un arresto e di diverse denunce per il reato di contrabbando aggravato nei confronti dei soggetti coinvolti. L’inchiesta, ad oggi, ha fatto emergere un totale di tributi evasi di circa 600 milioni di euro, costituiti da IVA, dazi doganali e accise, nonché proventi illeciti stimati, in accordo alle perizie tecniche eseguite sui macchinari, in circa 130 milioni di euro. L’attività ha permesso di sottoporre a sequestro beni per un valore complessivo stimato pari ad oltre 53 milioni di euro costituiti da: macchinari necessari per la produzione di T.L.E. per un valore di circa 1 mln e 750 mila euro, 2 autovetture e 4 autoarticolati valutati circa 620 mila euro, l’immobile commerciale utilizzato per l’attività illecita valutato circa 3 mln e 600 mila euro e 150 tonnellate di sigarette di contrabbando, nonché precursori, tra cui cartoncini contraffatti, filtri, fogli laminati contraffatti, pronte per essere immesse sul mercato illegale per un valore di vendita di circa 47 milioni e 400 mila euro. L’eccezionale risultato di servizio portato a termine conferma la costante attenzione e il perdurante impegno della Guardia di Finanza nel contrasto al contrabbando di sigarette, nonché l’efficacia del coordinamento tra tutte le componenti del Corpo. L’attività eseguita, infatti, si inserisce nella più ampia azione condotta dalla Guardia di Finanza a tutela della legalità e della sicurezza dei cittadini, evidenziando l’attenzione rivolta al contrasto del contrabbando e della contraffazione di tabacchi lavorati.

L’ASD Piglio Scalambra Serrone inaugura con entusiasmo la stagione sportiva 2025/2026Con rinnovata energia e una struttu...
24/09/2025

L’ASD Piglio Scalambra Serrone inaugura con entusiasmo la stagione sportiva 2025/2026

Con rinnovata energia e una struttura societaria rafforzata, l’ASD Piglio Scalambra Serrone dà ufficialmente il via alla stagione sportiva 2025/2026. Un progetto ambizioso che punta a consolidare il proprio ruolo nel panorama calcistico locale, promuovendo sport, inclusione e crescita sociale.

Il recente rinnovo delle cariche ha portato all’elezione di Pio Fianco come presidente, affiancato dai vicepresidenti Pietro Alessandri e Stefano Paregiani. Insieme al direttivo, ai soci e ai sostenitori, la società lavora con passione per costruire una realtà solida e radicata nel territorio.

Settore giovanile: il cuore della società

Fiore all’occhiello dell’ASD è il settore giovanile, che accoglierà bambini e ragazzi nati tra il 2012 e il 2020. Le attività si svolgeranno presso il Campo Comunale “Gianni Fraiegari” di Piglio e il Centro Sportivo “I Tronchi” a La Forma (Serrone). A guidare la Scuola Calcio sarà Stefano Montesanti, responsabile del settore, supportato da uno staff tecnico qualificato e motivato.

Calcio femminile e prima squadra: obiettivi ambiziosi

In continua espansione anche il progetto del calcio femminile, che vedrà la squadra impegnata nel campionato di Serie D di calcio a 5, con Massimiliano Parisella come allenatore e Alessandro Pignalberi nel ruolo di direttore sportivo.

La prima squadra maschile, guidata da mister Pietro Salvatori, affronterà il campionato di Seconda Categoria – Girone I con l’obiettivo di disputare un torneo di vertice. Il team è stato costruito con cura dal direttore generale Luca Felli e dal direttore sportivo Andrea Tufi, unendo giovani talenti locali e giocatori d’esperienza provenienti da diverse realtà calcistiche.

Un progetto sportivo e sociale

Nata da una fusione significativa, l’ASD Piglio Scalambra Serrone rilancia il proprio impegno sul territorio, proponendosi come punto di riferimento per le famiglie e i giovani. «Il nostro obiettivo – afferma il presidente Pio Fianco – è far crescere la società su due piani: quello sportivo, con una prima squadra competitiva e un settore giovanile in continua espansione, e quello sociale, offrendo ai ragazzi e alle ragazze del territorio un luogo di crescita, integrazione e passione per il calcio. Vogliamo inoltre sviluppare rapporti di collaborazione con le altre realtà sportive della zona, perché solo insieme si può costruire un movimento forte e duraturo».

Con queste premesse, la stagione 2025/2026 si apre sotto il segno dell’entusiasmo, della competenza e della voglia di costruire qualcosa di duraturo per il territorio.

Mafia: sequestro da 4 milioni tra Roma e Toscana a imprenditore detenutoLa Direzione Investigativa Antimafia (DIA) di Ro...
20/09/2025

Mafia: sequestro da 4 milioni tra Roma e Toscana a imprenditore detenuto

La Direzione Investigativa Antimafia (DIA) di Roma ha eseguito un sequestro di beni per un valore complessivo di circa 4 milioni di euro nei confronti di un imprenditore, attualmente detenuto, già attivo nel settore della rivendita di auto di lusso a Pomezia. Contestualmente, nei suoi confronti è stata applicata anche la misura della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza.

Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Roma – Sezione Misure di Prevenzione, su proposta della Procura della Repubblica capitolina. L’uomo, con numerosi precedenti penali, è accusato di estorsione e usura aggravate dal metodo mafioso e di associazione di tipo mafioso. Già a luglio 2024 era stato arrestato dal Centro Operativo DIA nell’ambito di una vasta operazione antimafia che aveva coinvolto decine di indagati, tra cui esponenti della criminalità organizzata campana e locale. Secondo gli inquirenti, l’imprenditore avrebbe ricoperto un ruolo apicale, fungendo da raccordo tra diverse consorterie criminali e favorendo il riciclaggio di ingenti somme di denaro illecito attraverso false fatturazioni e società intestate a prestanome.

Il sequestro riguarda quattro società con sede a Roma e provincia, 11 immobili – tra cui un appartamento a Grosseto, due ville a Pomezia, oltre a terreni, uffici, autorimesse e abitazioni – nonché autovetture e disponibilità finanziarie. Le indagini patrimoniali hanno evidenziato una sproporzione tra i redditi dichiarati e i beni accumulati dall’imprenditore e dai suoi prestanome.

La misura, spiegano gli investigatori, è il frutto di un’approfondita ricostruzione degli interessi economici e criminali del soggetto, svolta attraverso anni di indagini, analisi delle movimentazioni bancarie e dei flussi finanziari delle società coinvolte.

Il Tribunale di Roma ha disposto l’amministrazione giudiziaria delle società sequestrate, con l’obiettivo di salvaguardare i posti di lavoro e i valori positivi dell’impresa.

L’operazione si inserisce nell’attività istituzionale della DIA, mirata a colpire i patrimoni riconducibili alla criminalità organizzata e a tutelare la parte sana dell’economia nazionale. Il sequestro ha carattere provvisorio: spetterà ora ai giudici valutare la destinazione definitiva dei beni, mentre i destinatari del provvedimento potranno presentare deduzioni e ricorrere agli strumenti di impugnazione previsti dalla legge.

🍢🔥 2ª Sagra degli Arrosticini 🔥🍢📍 Parrocchia San Giuseppe – Anagni📅 12 e 13 settembre 2025
05/09/2025

🍢🔥 2ª Sagra degli Arrosticini 🔥🍢
📍 Parrocchia San Giuseppe – Anagni
📅 12 e 13 settembre 2025

Ho imparato a conoscere meglio il Generale Carlo Alberto dalla Chiesa da quando ho iniziato la stesura della mia tesi su...
03/09/2025

Ho imparato a conoscere meglio il Generale Carlo Alberto dalla Chiesa da quando ho iniziato la stesura della mia tesi sull’evoluzione della normativa antimafia. Studiando le leggi, i decreti e le sentenze, ho compreso che dietro quelle norme c’è sempre la storia di donne e uomini che hanno pagato con la vita il loro impegno per lo Stato e per la legalità.

Oggi, 3 settembre, ricorrono 43 anni dal suo assassinio a Palermo insieme a sua moglie Emanuela Setti Carraro e all’agente di scorta Domenico Russo. Un delitto che scosse profondamente il Paese e che mise davanti agli occhi di tutti la brutalità della mafia e la necessità di una risposta forte dello Stato.

Dalla Chiesa non fu soltanto un uomo delle istituzioni, ma un simbolo di coraggio e coerenza, capace di combattere il terrorismo e poi la mafia senza mai arretrare, pur sapendo di esporsi al rischio estremo. Il suo sacrificio non deve essere solo ricordato: deve essere un monito costante a non voltarsi dall’altra parte.

Ricordarlo oggi significa assumersi la responsabilità, come cittadini, di difendere quei valori di giustizia e legalità per cui ha vissuto e per cui è stato ucciso.

Anagni, polemica dopo la visita dell’ambasciatore israeliano: LiberAnagni attacca il silenzio del sindacoNon si placa la...
03/09/2025

Anagni, polemica dopo la visita dell’ambasciatore israeliano: LiberAnagni attacca il silenzio del sindaco

Non si placa la polemica dopo la visita dell’ambasciatore israeliano in città lo scorso 30 agosto. A intervenire con toni duri è il gruppo LiberAnagni, che in un comunicato parla di “silenzio grave e inaccettabile” da parte del sindaco Daniele Natalia, presente all’incontro.

Al centro della contestazione, alcune dichiarazioni dell’ambasciatore, secondo cui la reazione di Israele “non è stata sproporzionata” e la guerra continuerà “finché non avranno sterminato Hamas”, anche a costo di vittime civili. Parole che, secondo LiberAnagni, finiscono per “normalizzare e giustificare una strage”.

Il gruppo politico sottolinea come tali affermazioni siano arrivate a poche ore di distanza da una presa di posizione netta della International Association of Genocide Scholars (IAGS), che il 31 agosto ha diffuso una risoluzione in cui definisce le azioni israeliane in Palestina “giuridicamente classificabili come genocidio”.

“Comprendiamo la cortesia istituzionale che può giustificare la presenza del sindaco – si legge nella nota – ma questa non può trasformarsi in silenzio complice, soprattutto di fronte a parole che contraddicono le risoluzioni degli organi di giustizia internazionale e persino le posizioni espresse dal Governo italiano”.

LiberAnagni richiama anche l’attenzione sulla presenza all’incontro di altre figure locali, come il dottor Paolo Patrizi, che ha difeso pubblicamente l’iniziativa “ignorando la gravità delle dichiarazioni”. Più cauto, invece, il giudizio sulla presenza del Vescovo, che “risponde a una logica ecclesiale e non statale”.

Il comunicato si chiude con un appello diretto ai cittadini: “La solidarietà non ha colore politico. Non è né di estrema sinistra né di estrema destra. È un valore umano che appartiene a tutti. Chi cerca di etichettarla o di appropriarsene tradisce il suo significato più profondo. Schierarsi per la pace richiede solo una cosa: umanità”.

“Difendi Anagni: il sindaco non doveva accogliere l’ambasciatore israeliano”Il gruppo politico Difendi Anagni, per voce ...
01/09/2025

“Difendi Anagni: il sindaco non doveva accogliere l’ambasciatore israeliano”

Il gruppo politico Difendi Anagni, per voce di Valeriano Tasca, esprime sdegno e profonda contrarietà per la presenza del sindaco accanto all’ambasciatore di Israele durante la sua visita in città.
Di seguito il comunicato stampa

“Come gruppo politico siamo rimasti allibiti nel vedere il sindaco della città di Anagni accanto all' ambasciatore israeliano durante la sua visita in città.
L'ambasciatore rappresenta il governo della sua Nazione e quel governo oggi è in mano a dei crimininali assassini che stanno compiendo un genocidio nei confronti del popolo palestinese e il loro esercito si sta macchiando di atti folli che prima o poi qualcuno dovrà punire.
Si è detto molto su questa storia ma a noi molte cose non tornano, ma siamo sicuri non potranno essere spiegate, a nostro avviso, in consiglio comunale visto che in questa città non esiste tale organo ma una sorta di Soviet gestito da una maggioranza che, vogliano ricordare non rispecchia quelli che sono gli esiti elettorali, e che ha calpestato il criterio della rappresentatività per colpa di scelte personali di alcuni consiglieri comunali che dovevano rimanere in minoranza.
Detto ciò, riteniamo non era il caso di farsi vedere insieme all'ambasciatore israeliano, questo pensiamo sia pacifico, e a nostro avviso poteva essere lasciato da solo ad Anagni perché non esiste rispetto istituzionale verso chi rilascia certe dichiarazioni senza senso mentre è in corso un vero massacro nei confronti di civili innocenti. Per di più l'ambasciatore ha espresso parole di critica nei confronti del nostro Primo Ministro e questo la dice lunga di quanta sia l'arroganza di quella classe politica.
Non riusciamo poi a capire quale sia il ruolo in città del sig. Paolo Patrizi che ci risulta essere in pensione dalla Polizia di Stato e responsabile dell' agenzia che vuol fare il Biodigestore in città.
Non vogliamo nemmeno entrare nel merito delle sue dichiarazioni, anche perché ripetiamo, non capiamo il suo ruolo, senza contare che sono fuori luogo e hanno lo scopo solo di gettare acqua sul fuoco, ma visto i tanti commenti di sdegno sappiamo che quella dichiarazione non ha raggiunto lo scopo prefissato.
Non riusciamo poi a capire come mai non siano stati invitati tutti gli organi di stampa ma solamente uno, segno di una grave mancanza di rispetto della libertà di informazione.
Non ci si dica che tutto è stato organizzato all'improvviso, perché sappiamo bene che quando certi personaggi si muovono sono in molti a saperlo anche per organizzare la sicurezza. E visto il periodo, se si muove l'ambasciatore di Israele tutto deve essere sotto controllo.
Anagni ne esce veramente male perché di fronte a migliaia di bambini uccisi dal governo di Israele rappresentato da suo ambasciatore, bisognava dare un segnale di forte umanità.”

La recente visita ad Anagni dell’ambasciatore di Israele ha suscitato forti perplessità e indignazione. Di seguito la no...
01/09/2025

La recente visita ad Anagni dell’ambasciatore di Israele ha suscitato forti perplessità e indignazione.
Di seguito la nota stampa del consigliere di minoranza, Luca Santovincenzo (LiberAnagni)

Il coraggio che ad Anagni è mancato: Ambasciatore di Israele accolto, giustificata la tragedia di Gaza, il sindaco Natalia in silenzio, parla solo Patrizi"

Anagni non resta indifferente davanti alla tragedia del popolo palestinese e tantissimi cittadini lo stanno dimostrando da tempo, con continue azioni e iniziative trainate da una consistente componente giovanile
Anagni e gli anagnini non possono riconoscersi nelle dichiarazioni agghiaccianti dell'ambasciatore di Israele in visita da noi sabato scorso, il quale ha giustificato atti gravissimi, ampiamente condannati dalle Nazioni Unite e dalla Corte Penale Internazionale.
In questo momento di così grande tensione internazionale, chi rappresenta la città avrebbe dovuto assolutamente evitare segnali politici ambigui in occasione di una visita di natura privata, che non comportava doveri istituzionali. E, soprattutto, avrebbe dovuto prendere fermamente le distanze dalle dichiarazioni pubbliche che ne sono seguite.
Con la piaggeria, le foto e il silenzio, invece, il sindaco non solo ha offeso la sensibilità della comunità intera, ma ha danneggiato l’immagine della città, riducendola a palcoscenico di sostegno di azioni condannate dalla Comunità Internazionale in palese contraddizione con la linea politica recentemente espressa dal Capo del nostro Governo sulla spropositata reazione di Israele all'attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 (e sarebbe interessante vedere se qualcuno del partito della premier avrà il coraggio che al sindaco è mancato).
Resta inoltre da chiarire perché il sindaco abbia gestito questa vicenda insieme al dott. Paolo Patrizi, da mesi al suo fianco in tante uscite ufficiali. Stavolta si è sostituito direttamente al primo cittadino per illustrare alla stampa il senso dell’incontro, con dichiarazioni che banalizzano le legittime voci critiche e, soprattutto, sorvolano sulle parole agghiaccianti dell’ambasciatore. Ha inoltre giustificato una servile accoglienza riferendo di un'improvvisa propensione dell'amministrazione al "dialogo di pace", smentita clamorosamente dai fatti e dagli atti del Consiglio, dove pesa come un macigno, sulla coscienza di tutti, il voto contrario alla mozione per il cessate il fuoco a Gaza e lo sblocco degli aiuti umanitari, mai ritrattato dal 19.11.2024. Una scelta che solleva serie perplessità di opportunità e trasparenza verso i cittadini, considerato che il dott. Patrizi rappresenta la società che intrattiene il contenzioso più rilevante con il nostro Comune, quello sul progetto del biodigestore.
Tutto ciò alimenta una certa percezione di opacità ed evidenzia imbarazzanti errori istituzionali che non possiamo sottovalutare.
Il sindaco dovrebbe sapere che la dignità e l’onorabilità della sua comunità vengono prima della continua ricerca di visibilità e di relazioni compiacenti. Ancora una volta, ciò che più sconcerta è l'individualismo e la mancanza di umanità che stanno alla base di tutto questo.
Anagni è città di dignità e di pace: questo deve restare il nostro volto davanti al mondo.

Anagni- Sulla visita dell’ambasciatore israeliano: la posizione del sindaco va chiaritaIl Circolo Sinistra Italiana di A...
31/08/2025

Anagni- Sulla visita dell’ambasciatore israeliano: la posizione del sindaco va chiarita

Il Circolo Sinistra Italiana di Anagni ritiene necessario che il sindaco chiarisca ufficialmente la propria posizione sulla guerra in Palestina e sulla condotta dello Stato di Israele. La recente visita dell’ambasciatore israeliano Jonathan Peled, unita alle omissioni e alle azioni passate dell’Amministrazione comunale, solleva infatti dubbi sulla posizione politica della città e sulla tutela dei diritti umani. È quindi urgente che il primo cittadino fornisca un pronunciamento chiaro e istituzionale, a tutela della trasparenza e del rispetto verso le comunità coinvolte.

“Quanto accaduto in occasione della visita dell’ambasciatore di Israele ad Anagni impone delle necessarie considerazioni. Per coloro che non ne fossero a conoscenza, nella giornata di ieri Anagni è stata visitata dall’ambasciatore israeliano Jonathan Peled che, in compagnia del sindaco, del vescovo e di una guida qualificata, ha visitato la nostra città. In tale occasione, un giornalista ha posto una domanda più che legittima all’ambasciatore, avente in merito alla modifica sostanziale della posizione del Governo italiano sulla condotta di Israele in Palestina e, ovviamente, costui ha risposto di non essere d’accordo su tale ultimo atteggiamento italiano, rivendicava inoltre il diritto di difesa dopo l’attacco del 7 ottobre e che lo stato di Israele attualmente sta “agendo” nell’unico modo possibile contro Hamas, per la difesa dei suoi confini e per la tutela dei palestinesi. Questo quanto avvenuto.
Si deve necessariamente sorvolare sulla condotta di coloro che hanno avuto l’incarico di accompagnare l’ambasciatore per questioni di lavoro (anche perché hanno ampiamente giustificato sui social la loro ignoranza su chi fosse il diplomatico in questione) e naturalmente del giornalista che, come detto sopra, legittimamente ha fatto la domanda all’ambasciatore Peled. Sulla presenza del vescovo, invece, non essendo formalmente un esponente politico, non ci sentiamo di esprimere giudizi morali, semmai accadrà il contrario. Discorso molto diverso per il sindaco di Anagni.
Alla luce di quanto sopra, non si può non biasimare la condotta del nostro primo cittadino che, a fronte di ciò che sta accadendo in Palestina, e in considerazione della condotta politica tenuta finora dalla sua Amministrazione, sembrerebbe esprimere una posizione filoisraeliana o, quantomeno, una posizione che osteggia la visibilità del martoriato popolo palestinese.
Ci sentiamo di esprimere tale dichiarazione innanzitutto perché: a) MAI il sindaco e la sua Amministrazione hanno espresso formalmente una opinione chiara sul genocidio del popolo palestinese in atto; b) sebbene formalmente sollecitati dall’opposizione consiliare ed extra consiliare in due diverse mozioni sulla questione, i nostri rappresentanti cittadini HANNO PREFERITO NON ESPRIMERSI nell’impegnare l’Amministrazione ad adoperarsi per ottenere il cessate il fuoco incondizionato e il soccorso dei civili a Gaza; c) NESSUNO DEI NOSTRI RAPPRESENTANTI della maggioranza è mai comparso alle manifestazioni QUOTIDIANE in piazza Cavour a sostegno del popolo palestinese, che si tengono da oltre un mese; d) le repentine cancellazioni e/o rimozioni forzate delle bandiere palestinesi dai muri e dai balconi della città in occasione del G7.
Tutte queste azioni e omissioni fanno sì che nessuno possa smentire che l’Amministrazione di Anagni abbia una “dubbia” posizione politica sulla questione, addirittura più dubbia di quella del nostro Governo che, quantomeno, dopo circa tre anni, ha finalmente ritenuto esagerata la risposta di Israele all’attacco di Hamas.
Anagni invece, in persona del suo sindaco, accorre ad accogliere l’ambasciatore di uno stato che sta compiendo un genocidio, che sta affamando un intero popolo, uno stato che recentemente ha attaccato degli altri stati sovrani in barba ai trattati e agli organismi internazionali. E che, come se non bastasse, continua a difendere l’operato del suo Governo con le solite frasi fatte e ignobili scusanti.
In questo caso però, caro sindaco, sei andato oltre le gaffe istituzionali a cui la tua Amministrazione ci ha diffusamente abituato. In questo caso, con il tuo comportamento, hai screditato la città che rappresenti non solo agli occhi dei cittadini, ma anche di un popolo che invece merita quel rispetto che solo ora, dopo anni e al prezzo di indicibili sofferenze, sta cominciando ad acquisire a livello internazionale.
Sarebbe dunque opportuno che chiarissi istituzionalmente e quanto prima la tua posizione sulla questione, la carica che occupi te lo impone.”

Resto naturalmente a disposizione per accogliere eventuali repliche o chiarimenti del sindaco.

Foto del web di Luca Bellincioni

Consigliere provinciale indagato: misura cautelare per truffa e peculatoLa Guardia di Finanza di Arce, con il supporto d...
27/08/2025

Consigliere provinciale indagato: misura cautelare per truffa e peculato

La Guardia di Finanza di Arce, con il supporto del Gruppo di Cassino, ha eseguito un’ordinanza di misura cautelare personale nei confronti di un consigliere provinciale di Frosinone. Il provvedimento, emesso dal GIP del Tribunale di Cassino su richiesta della Procura, dispone il divieto di dimora nelle province di Frosinone e Latina e l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Le accuse contestate sono truffa in concorso e peculato.

Le indagini, coordinate dal Procuratore Carlo Fucci e dirette dal Sostituto Procuratore titolare del fascicolo, hanno preso avvio dall’analisi di appalti e affidamenti diretti della XV Comunità Montana di Arce, presieduta dall’indagato nel 2019. In quel periodo, l’Ente aveva affidato lavori per la promozione e lo sviluppo del territorio a una cooperativa di Anagni, per un importo di circa 90.000 euro. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, i servizi previsti non sarebbero stati realizzati o sarebbero stati svolti solo in parte.

Gli accertamenti hanno rivelato che la cooperativa aveva stipulato contratti di incarico occasionale con sei persone, destinate in realtà a svolgere attività di segreteria e promozione politica a favore del consigliere, durante l’orario di lavoro. Per giustificare le somme, sarebbero stati falsificati fogli presenze e relazioni finali.

Un modus operandi simile sarebbe stato adottato nel 2023 in occasione delle elezioni regionali, provinciali e comunali. Tre lavoratrici assunte con contratti di somministrazione a termine dalle società in house della Provincia (A.P.E.F. e Frosinone Formazione Lavoro) e dalla Fondazione Logos P.A. avrebbero svolto esclusivamente mansioni di segreteria politica, percependo complessivamente circa 45.000 euro.

Le indagini hanno inoltre ipotizzato che il consigliere, insieme al proprio legale di fiducia, avrebbe indebitamente ottenuto il rimborso di spese legali mai sostenute, presentando fatture relative a prestazioni professionali non effettivamente eseguite.

Infine, è emerso un presunto utilizzo personale di autovetture e schede carburante della Comunità Montana per fini elettorali, fattispecie che integra il reato di peculato (art. 314 c.p.).

Il consigliere, già sottoposto a interrogatorio preventivo (art. 291, comma 1-quater c.p.p.), è ora colpito dalla misura cautelare richiesta dal P.M. La Procura di Cassino ha inoltre notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari allo stesso indagato e ad altri cinque soggetti.

Il procedimento è nella fase iniziale: gli indagati potranno esercitare i loro diritti di difesa nelle successive fasi, come previsto dal codice di procedura penale.

La Guardia di Finanza sottolinea l’importanza di operazioni di questo tipo per contrastare reati contro la Pubblica Amministrazione e garantire la corretta gestione delle risorse pubbliche.

Grottaferrata (RM) - Arrestato ricercato internazionale per omicidioI Finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno c...
21/08/2025

Grottaferrata (RM) - Arrestato ricercato internazionale per omicidio

I Finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno catturato un cittadino pakistano ricercato a livello internazionale per il reato di concorso in omicidio.

L’uomo, destinatario di un mandato di cattura emesso dall’Autorità Giudiziaria della Repubblica Islamica del Pakistan, è stato individuato a Grottaferrata durante un controllo di routine eseguito dalle “fiamme gialle” del Gruppo di Frascati. Al momento dell’arresto, il latitante era impiegato presso un autolavaggio.

Dopo il fermo, è stato condotto presso la Casa Circondariale di Regina Coeli, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria di Roma.

Secondo le informazioni in possesso delle forze dell’ordine, il soggetto era stato già segnalato anche dalla Repubblica Federale di Germania come individuo particolarmente pericoloso, noto per la sua indole violenta e per il possesso di armi da fuoco.

L’operazione si inserisce nel più ampio piano di controllo del territorio predisposto dal Comando Provinciale di Roma, che ha intensificato la propria attività soprattutto nelle aree a maggiore richiamo turistico, al fine di garantire sicurezza e prevenzione.

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