11/10/2025
Una notte con papà
Tra me e mio padre c’è stato un rapporto anaffettivo e patriarcale, mio padre era all’ufficio oppure a giocare a biliardo e diceva che dato che portava la cravatta il suo compito era portare i soldi a casa, per il resto c’era mamma.
Ciò ha causato la mia morbosa e ossessiva relazione con la figura materna e la mia soggezione alla donna in genere, se si somma l’atavica timidezza del mio carattere e la rigida educazione cattolica questo hanno fatto di me un uomo che a 55 anni non ha nessuna esperienza sessuale con le donne, vergine di fatto e in sostanza. Niente di niente, non conosco le donne e nemmeno il loro corpo.
Sono talmente timido che a 55 anni ancora divento rosso se devo parlare a una donna.
Una sera mia nonna doveva giungere con un volo proveniente da Londra alle ore 22:30 all'aeroporto di Capodichino, mio padre mi scelse come suo accompagnatore e per me fu l’unico giorno, anzi notte che ho trascorso con lui come padre e figlio.
Giunti all'aeroporto di Napoli la voce di servizio degli altoparlanti annunciò che il volo proveniente da Londra su cui era imbarcata mia nonna causa un guasto ai motori forse sarebbe arrivato alle cinque di mattina e mio padre decise che non era il caso di tornare ad Avellino.
Risalimmo il rettifilo, io ero emozionatissimo perchè ero seduto nell’autovettura proprio al suo fianco, imboccammo via Mezzocannone per poi ritrovarci a via Toledo e iniziammo a scendere verso la Galleria, alla mia destra, quindi alla destra del palazzo delle Poste vidi tante ragazze e donne con dei lunghi stivali di pelle, delle minigonne cortissime e dei girocolli leopardati, erano bellissime, chiesi a mio padre chi fossero tutte quelle ragazze e lui mi rispose che erano signore che lavoravano di notte. mentre passavamo ci sorrisero e salutarono e anche io sorrisi e loro scoppiarono in una fragorosa risata.
Giunti quasi alla Galleria parcheggiamo e scendiamo in bellissimo locale nel sottosuolo dove c’erano tanti tavoli di biliardo e tante persone elegantissime, mio padre era molto forte a Goriziana, nessuno p***e e vinse e alla fine tutti si abbracciavano e tutti mi davano pizzicotti sulle guance.
Dal locale sotterraneo a piedi arrivammo a Mergellina dove mio padre prese il brodo di polipo e io un panino con la nutella e un bicchiere di latte preparati da una signora che aveva delle stecche di si*****te in una sorta di negozio capanna con accendini, si*****te, pane, pasta, panini, salame e nutella.
Mio padre prese cinque stecche di Kim e due accendini di oro falso e un orologio tarocco Rolex falso che mi mise al polso.
Raggiungemmo la macchina che mio padre lasciava sempre aperta, negli anni settanta a Napoli esisteva il rispetto dell'onore della notte e nessuno tocca niente e nessuno.
Andammo in un Bar dove scendevano tutti uomini con delle vestaglie e donne in vestaglia e pigiama che si baciavano e prendevano cornetto e cappuccino, notai che tutti portavano le pantofole, anche il Barista era in pantofole e pigiama, il cappuccino era buonissimo, mi sembra di sentire ancora quel sapore.
Non ho mai mangiato un cornetto a crema e amarena come quella notte, il profumo di quel cornetto volteggiava tra le luci e il soffitto del Bar.
Alle cinque arrivò mia nonna da Londra, lasciammo la macchina nel parcheggio di Capodichino: papà diede due stecche di si*****te come ricompensa al parcheggiatore abusivo, stecche che papà aveva comprato a Mergellina precedentemente.
Ogni notte penso a quella notte con papà e piango, se avessi ancora papà, una sola notte tra padre e figlio è troppo poco.