
28/09/2025
Luca Barbareschi: ‘Ho dato tutto ai miei figli, ma mi cercano solo per soldi.
«Quest’anno ho avuto una commozione cerebrale. Sono stato in ospedale tre volte. Sapete quanti dei miei figli si sono fatti vivi? Nessuno. Solo il maggiore, Michael, mantiene un rapporto con me. Gli altri mi chiamano soltanto quando hanno bisogno di soldi.
E io allora dico: andate a fare in c***o. Perché se mi augurate la morte, se non ci siete quando sto male, non potete ricordarvi di me solo quando serve un bonifico.
Non posso rimproverarmi nulla come padre. Ho dato loro tutto: le migliori scuole americane, le barche, le case tra Cortina e Filicudi, perfino la green card. Hanno avuto opportunità che pochi al mondo possono vantare. Eppure, oggi, mi ritrovo solo.
Sono un uomo difficile, lo so. Dinamico, irrequieto, un ottovolante continuo. Ho amato tutte le donne con cui sono stato e le amo ancora, a modo mio. Ma sul rapporto con i miei figli non voglio bugie: io ci sono sempre stato, loro quasi mai.»
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Le parole di Luca Barbareschi bruciano come lame. Non sono quelle di un attore in cerca di polemica, ma il grido di un padre che sente di non essere ricambiato. Dietro la corazza dura e provocatoria, emerge una fragilità profonda: l’uomo che ha dato tutto ai propri figli – scuole prestigiose, sicurezza economica, opportunità rare – oggi si sente ridotto a un bancomat.
La sua confessione non riguarda solo il privato, ma tocca una ferita generazionale più ampia: il rapporto, spesso spezzato, tra padri e figli, tra il dovere di dare e il bisogno di ricevere amore. Barbareschi lo racconta senza filtri, con la brutalità che da sempre lo caratterizza. L’assenza dei figli durante i momenti più bui della sua salute diventa, nelle sue parole, la prova definitiva di una distanza che non si colma con il denaro.
È una testimonianza che lascia l’amaro in bocca: quella di un uomo che si definisce “troppo libero, non ricattabile” e che per questo ha pagato il prezzo più alto, anche in famiglia. Le sue accuse non sono solo contro i figli, ma contro un sistema – quello del cinema, quello delle relazioni umane – che lo ha spesso messo ai margini.
Dietro il personaggio scomodo e spesso sopra le righe, resta l’immagine di un padre che, dopo aver dato tutto, si ritrova a chiedersi se l’amore dei suoi figli si possa comprare o se, semplicemente, non si possa più conquistare.