17/11/2024
Tagliamo le spese militari e fermiamo la guerra!
Da ragazzo manifestavo contro la guerra pensando ai civili e ai soldati che morivano. Oggi manifesto contro la guerra per un altro motivo che si aggiunge al primo. La guerra altera il clima. Chi la finanzia non può parlare di neutralità climatica perchè tutto quello che si può guadagnare piantando alberi o installando pannelli solari è annientato dalla co2 prodotta nei conflitti militari.
I carri armati, i veicoli blindati, gli aerei da combattimento, le navi da guerra e gli elicotteri consumano enormi quantità di combustibili fossili.
Ad esempio, un carro armato M1 Abrams può consumare fino a 3,8 litri di carburante al chilometro e un jet militare come il F-15 può bruciare oltre 5.000 litri di carburante all'ora.
I bombardamenti e i voli militari generano grandi quantità di CO₂. Si stima che un bombardiere B-52 possa emettere oltre 72 tonnellate di CO₂ durante una missione di combattimento di 10 ore.
Le esplosioni, specialmente quelle su larga scala, rilasciano non solo CO₂, ma anche altri gas serra come metano (CH₄) e protossido di azoto (N₂O).
Gli incendi causati da bombardamenti e attacchi possono distruggere vegetazione e foreste, liberando enormi quantità di CO₂ immagazzinata nelle piante.
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L'uso di armi chimiche e la contaminazione da munizioni (come l'uranio impoverito) possono avere effetti devastanti sugli ecosistemi, riducendo la capacità della vegetazione di assorbire CO₂.
Un'analisi ha stimato che la guerra in Iraq abbia emesso circa 141 milioni di tonnellate di CO₂ nei primi quattro anni, l'equivalente di circa 29 milioni di automobili su strada per un anno.
Si stima che le operazioni militari degli Stati Uniti in Afghanistan abbiano emesso più di 400 milioni di tonnellate di CO₂ in 20 anni, considerando solo le operazioni militari dirette.
In generale, il settore militare globale è responsabile di una significativa quantità di emissioni di CO₂, paragonabile a quelle di paesi industrializzati. Ad esempio, le forze armate statunitensi emettono ogni anno una quantità di CO₂ maggiore di quella di paesi come il Portogallo o la Svezia.
Oltre alle emissioni dirette di CO₂, le guerre hanno effetti devastanti a lungo termine sugli ecosistemi, sulla biodiversità e sulla capacità del pianeta di assorbire gas serra. Inoltre, il degrado ambientale causato dai conflitti rende più difficile la mitigazione dei cambiamenti climatici.
Il fatto che le emissioni militari non siano pienamente rendicontate è un problema significativo nella lotta contro il cambiamento climatico. Se vogliamo affrontare la crisi climatica in modo completo, è essenziale includere tutti i settori, compreso quello militare, nelle politiche di riduzione delle emissioni. Ci sono crescenti pressioni da parte di gruppi ambientalisti e di alcune nazioni affinché queste esenzioni vengano riviste nei futuri negoziati internazionali sul clima, come nelle conferenze annuali della COP (Conferenza delle Parti). Tuttavia, finché le priorità di sicurezza nazionale continueranno a prevalere, è probabile che il settore militare resti in gran parte escluso dagli sforzi di contabilizzazione delle emissioni globali.