Dj Kad

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08/05/2025
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25/11/2024

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In un piccolo laboratorio di Budrio, è nata una rivoluzione tecnologica capace di cambiare la vita di un DJ e non solo.

L’autore di questa innovazione è Marcello Cadoni, analista programmatore, DJ (conosciuto come DJ Kad) e appassionato di elettronica, che ha progettato l’Headfader, un dispositivo che consente di controllare un mixer utilizzando il movimento della testa. Questa invenzione, unica nel suo genere, è stata creata per aiutare il suo amico e collega DJ, Maurizio C. a tornare a fare ciò che ama, nonostante l’emiplegia che ha compromesso l'uso della parte sinistra del suo corpo.

Maurizio, DJ di musica Funk e Disco degli anni ’70, ha visto la sua vita cambiare radicalmente dopo un incidente che gli ha causato un grave edema cerebrale. Mixare, un’arte che richiede entrambe le mani per regolare la velocità dei dischi e il volume delle tracce, sembrava impossibile da continuare. Ma grazie all'ingegno di Cadoni, Maurizio ha potuto riprendere la sua passione, tornare in console e proporre musica di alta qualità.

L'Headfader funziona grazie a un sensore giroscopico inserito nelle cuffie, che rileva i movimenti della testa e li trasforma in comandi per controllare il crossfader del mixer. Dopo vari tentativi falliti, tra cui l'idea di un crossfader meccanico, Cadoni ha trovato la soluzione perfetta utilizzando potenziometri digitali e DAC, con lo scopo di ottenere una regolazione fluida del volume, senza l’uso delle mani. Ora Maurizio può mixare brani semplicemente muovendo la testa.

"Volevo restituire a Maurizio la possibilità di tornare a fare il DJ, la sua vera passione," spiega DJ Kad. "Lavorare a questo progetto è stata una sfida tecnica, ma anche una battaglia personale, spinta dall’amicizia e dalla voglia di superare ogni limite."

L'ultima versione dell’Headfader è composta da una scatoletta collegata alla corrente e al mixer, un sensore nelle cuffie per leggere il movimento della testa, due pulsanti e barre LED per indicare la posizione del crossfader. È un sistema che elimina la necessità di computer, controller MIDI o schede audio, semplificando la console e mantenendo la purezza del suono vinilico.

Ma la visione di Marcello Cadoni non si ferma qui. Dopo il successo dell’Headfader, Cadoni ha iniziato a esplorare nuovi campi di applicazione per la sua invenzione. La sua prossima sfida? Utilizzare lo stesso sistema basato sul giroscopio per **comandare sedie a rotelle**. Grazie al movimento della testa, persone con mobilità limitata potrebbero avere un nuovo modo di gestire i propri spostamenti, ampliando così le potenzialità di questo dispositivo oltre l’ambito musicale.

Questa invenzione rappresenta molto di più di un semplice strumento per mixare. È un esempio di come la tecnologia, se unita alla passione e all’ingegno, possa abbattere barriere e offrire soluzioni innovative per migliorare la qualità della vita. Grazie all’Headfader, Maurizio è tornato dietro la console, pronto a regalare nuove serate di musica Funk e Disco, e Marcello Cadoni è pronto a portare la sua invenzione verso nuovi orizzonti, rendendo il mondo un posto più accessibile per tutti.

L'Headfader di Marcello Cadoni è una dimostrazione che l'amore per la musica e la determinazione possono superare ogni ostacolo, restituendo a un DJ il sogno di continuare a far ballare il mondo e aprendo nuove strade per l'inclusione delle persone con disabilità.

L’avevano fermata, le avevano detto che il suo velo era fuori posto, che doveva sistemarlo meglio, che coprisse come si ...
05/11/2024

L’avevano fermata, le avevano detto che il suo velo era fuori posto, che doveva sistemarlo meglio, che coprisse come si deve. Uno sguardo di ammonizione, una regola ripetuta, e un comando che pesava come catene invisibili.
Ma invece di abbassare lo sguardo, di ti**re quel velo come le avevano detto, si toglie il velo. Poi la giacca, la camicia. Strato dopo strato, libera la pelle, si scrolla di dosso le catene.
Nel cuore pulsante di Teheran, nel cortile dell’università, rimane in biancheria intima, ma rivestita di un coraggio e una dignità che superano ogni stoffa.
Gli sguardi si accalcano su di lei: alcuni pesanti, di giudizio; altri increduli, come se stessero respirando libertà per la prima volta. Lei è una nota stonata in un coro di silenzi, un punto esclamativo in un libro di regole immutabili.
La terra sotto i suoi piedi è sempre la stessa, ma il cielo sembra abbassarsi per accoglierla. Si domanda se il vento senta il peso di tutte le parole che non si sono mai osate.
Gli occhi degli altri si posano come pietre sul suo corpo, mentre le voci si sussurrano contro di lei, tempeste di giudizi. Ma nel suo silenzio c’è un grido che sfida il mondo.
Arrivano per spegnere la sua fiamma, ricoperti di divise che trasudano conformità. La afferrano con forza, la trascinano via, mentre lei resta muta, forte come una roccia. La portano in un luogo dove sperano di spezzarla, di soffocare quel fuoco indomabile. La trasferiscono in un ospedale psichiatrico, dove tentano di etichettare come “follia” il suo desiderio di libertà. Ma non capiscono che le idee non si possono ammanettare, né chiudere in una stanza bianca.
Donna. Libera. Rivoluzione che cammina a piedi nudi sul selciato della storia.
Il suo corpo è un manifesto, la sua pelle è inchiostro vivo, e oggi ha scritto una nuova pagina di libertà.
Nel dipartimento rimane il suo ricordo, un’ombra luminosa, un’equazione irrisolta sul muro. Perché spogliarsi dei simboli imposti è l’unico modo per rivestirsi di infinito.
PS: La ragazza si chiama Ahou Daryaei, studia letteratura francese all’Università di Oloom Tahghighat, in Iran.
Un eroe di cui avevamo bisogno!

"Maurizio Stefanelli"

02/02/2024

Prendere una strumentale e metterci sopra un acappella ad cazzum senza criterio e senza attinenza con la tonalità, non è un mashup ma una porcata. Un minimo di decenza che cavolo.

I will never forget the embrace we shared. It will remain indelible in my heart and memories forever. I was in the front...
28/01/2024

I will never forget the embrace we shared. It will remain indelible in my heart and memories forever. I was in the front row, listening to it from beginning to end with closed eyes to absorb all the energy.
As a joke, I told him, 'You may be the founding father of house music, but I am Jack.' He laughed and said, 'Okay, works for me.' 😁
Thank you a lot father Lil Louis ❤️ Hope to see you soon.

12/10/2023

La cosa più difficile del fare il deejay non è nè il supporto che usi: giradischi, cdj, mangianastri, campionatori o altre diavolerie. Non è neanche avere "la ca****ma" (detta anche faccia grande come il c**o), nè tantomeno la selezione ricercatissima o la precisione di un orologio svizzero e i virtuosismi durante i passaggi. No, non è neanche sapersi confrontare in modo professionale e leale con i gestori e/o propri colleghi, che siano novizi o guru con esperienza pluriennale.
La cosa più difficile è riuscire a trasmettere positività, energia ed emozioni quando dentro di te hai uno stato d'animo di m***a per via di bruttissime notizie apprese.

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