02/04/2024
Caro Michele Santoro, ho avuto modo, come tutti, di scorrere i nomi dei candidati che lei e Raniero La Valle avete individuato per la lista che intendete presentare alle prossime europee e non le nascondo di aver provato, leggendoli, sorpresa e sconcerto.
Non che la sua posizione, soprattutto in tema di guerra in , non sia nota ai più, avendone fatto argomento principale di praticamente tutti i suoi più recenti interventi televisivi. Ma confidavo (ingenuamente, lo riconosco) che la sua sbandierata “equidistanza” la inducesse a compiere scelte più caute, o quanto meno in linea con quell’ostentato pacifismo del quale va fiero. E invece non posso fare a meno di notare che gran parte degli aspiranti europarlamentari che figurano nell’elenco nulla hanno a che vedere con un’idea di pace compatibile col diritto dell’Ucraina ad esistere e sono anzi tutti fieri interpreti di una visione graniticamente anti-occidentale.
Non saprei come altro definire nomi come quello di Vauro Senesi, che finora non ha mai perso occasione di criticare l’invio di armi date all’Ucraina, senza mai fare altrettanto con quelle che la Russia ottiene da altri regimi criminali come Iran e Corea del Nord. E che ha anche più volte criticato Zelensky, rappresentandolo spesso nelle sue vignette con il naso adunco, lo stesso in cui i fascisti disegnavano gli ebrei sulla rivista “La Difesa della Razza”.
Potrei proseguire con Benedetta Sabene, che nel suo “Ucraina, controstoria di un conflitto. Oltre i miti occidentali” ci fa sapere che la condanna all’invasione russa e il supporto all’Ucraina sa di “preghierina rassicurante e stucchevole”, aggiungendo anche che “la dicotomia tra sistema democratico occidentale e autocrazia russa ha una connotazione propagandistica”, come a dire che in fondo Russia e Occidente non sono poi così diversi, parlando anche del mito del neonazismo ucraino come di un “unicum mondiale”, quando il vero unicum è semmai che si parli di estremisti in un paese in cui i partiti estremisti prendono alle elezioi percentuali dello zero-virgola e quasi non hanno rappresentanza parlamentare.
O ancora Ginevra Bompiani, che in tv ripete in modo fedele e pedissequo tutte le fake news della propaganda del Cremlino (“espansionismo” della NATO, basi NATO in Ucraina, Russia circondata e minacciata), senza mai preoccuparsi di argomentare le sue tesi.
E poi Nicolaj Lilin (russo naturalizzato italiano), che si rifiuta persino di chiamare “guerra” quella in corso, preferendo adottare la definizione datale da Putin di “operazione militare speciale”, precisando che si tratta di “operazioni locali limitate”. Lilin d’altra parte si vanta di non leggere la stampa occidentale, che, chissà perché, la definisce invece “invasione su vasta scala”.
Impossibile non menzionare anche il professor Angelo D’Orsi, che, ricorda Repubblica, in un’intervista aveva auspicato che l’intervento russo durasse il tempo necessario “a dare una lezione al governo di Kiev” ed ha poi espresso comprensione per Putin, il quale “sta facendo qualcosa per tutti noi, sta cercando di opporsi all'unipolarismo più bieco”, cadendo però al contempo nella trappola dell’Occidente. D’altra parte ha anche aderito ad iniziative di revisionismo storico promosse dal Cremlino, come quella che mira a negare le responsabilità sovietiche nell’eccidio di Katyn, la strage di 22.000 politici, giornalisti ed intellettuali polacchi, uccisi nel 1940 perché ostili alla comunistizzazione del paese, salvo poi cercare di incolpare del massacro il regime nazista.
Noto che nella lista si è assicurato ci fosse spazio anche per i diffusori di falsità conclamate, come quella secondo cui Kyiv sarebbe stata in procinto di dotarsi di armi nucleari, informazione completamente inventata diffusa dalla TASS e tranquillamente ripresa da Fiammetta Cucurnia, senza alcuna verifica e senza che si sia mai scusata anche solo con chi le aveva creduto. Mi spiace dover menzionare pure la mia concittadina Marta Grande, per due volte deputata grillina, che già nel 2014 si era portata avanti con la campagna anti-ucraina, parlando addirittura di episodi di cannibalismo, portando a supporto delle sue accuse un’immagine tratta in realtà da un film.
E poi ancora Pino Arlacchi, secondo cui l’intervento russo non è che un “eccesso di legittima difesa” e Piergiorgio Odifreddi, convinto anche lui che la NATO abbia “provocato” la Russia, anche se non è dato sapere come.
Non sorprende che alcun di loro siano tra i firmatari anche dell’incredibile appello da lei prodotto ormai quasi un anno fa, con il quale si preoccupava di chiedere pace a chi l'invasione l'ha subita, senza mai condannare chi la guerra l’ha scatenata, come se la morte dei civili e dei militari ucraini fosse colpa dell’ostinazione di Kyiv di volersi difendere e non di chi effettivamente li ammazza.
Capirà che è difficile, dunque, non ricavarne la sensazione che stia chiedendo il voto a noi italiani, per potersi alzare in aula a Strasburgo, nel cuore della democrazia europea, e dire agli ucraini, a nome del nostro paese, dunque anche a MIO nome, che per loro la carta ONU non vale, che a loro il diritto internazionale non si applica. Che, insomma, i paesi che confinano con la Russia sono GIUSTAMENTE meno uguali di altri. Perché il dittatore Putin ha facoltà di privarli del diritto di scelta, di prendersi impunemente i loro territori, di distruggere le loro case, di cancellare la loro lingua e la loro identità culturale. Perché tutto questo è successo e sta succedendo anche ora nei territori occupati (ed è già successo anche con la Georgia), mentre lei e i suoi candidati siete impegnati non già a fare in modo che tutto questo finisca, ma perché l’Ucraina venga privata dei mezzi per opporsi ad un nemico che, lo sapete bene, non si fermerà.
Lei si candida a rappresentare in Europa l'idea agghiacciante che un paese ha il diritto di privare un altro paese della propria sovranità per soddisfare le proprie ambizioni imperiali. Che i rapporti internazionali possano essere legittimamente basati sulla legge del più forte, sulle capacità militari. Un concetto a dir poco paradossale per chi si spaccia per pacifista.
In questo senso credo, però, che almeno il nome della sua lista sia, in fondo, azzeccato. “Pace, terra, dignità”. Esattamente le tre cose che la Russia ha rubato all’Ucraina. Con il vostro assenso, s’intende. Ma, sia chiaro, non con il mio.
[Testo di: Marco Setaccioli]