Angelo Di Costanzo

Angelo Di Costanzo Director of Food&Beverage
- Wine Specialist - Angelo Di Costanzo è nato a Pozzuoli e vive nei Campi Flegrei, terra di mare e di vite.

Sommelier Professionista dal 2001, Miglior Sommelier della Campania nel 2008, è stato nello stesso anno ”Spilla d’argento” Charme Sommelier, più volte in concorso al Trofeo Miglior Sommelier d’Italia. Eletto Sommelier Italiano dell’Anno per la Guida L’Espresso 2014, oggi è Director of Operations e Food&Beverage, membro di ASPI, l’Associazione della Sommellerie Professionale Italiana. È autore del

blog L'Arcante - www.larcante.com - dedicato alla professione di sala, al vino, al cibo e all’ospitalità italiana.

Grazie Consorzio Chianti Classico e Chianti Classico Olio Dop.
13/07/2025

Grazie Consorzio Chianti Classico e Chianti Classico Olio Dop.

Inutile ricordare quanto sia bravo a tenere banco. Non è la prima volta che gli siedo davanti, ma oggi è più piacevole c...
10/07/2025

Inutile ricordare quanto sia bravo a tenere banco. Non è la prima volta che gli siedo davanti, ma oggi è più piacevole che mai. Il ricordo dei fondatori dell’azienda è un intercalare appassionato, poi si emoziona visibilmente quando parla di nonna Clotilde Rey*, della sua figura di donna severa e determinata, autoritaria ed esigente, di quanto sia stata fondamentale nella storia della famiglia. Cala il capo, prima di esplodere in un sorriso carico d’affetto, quando cita suo nonno Angelo che verso la fine dei suoi anni gli ricordava di sovente: “ad un uomo può anche capitare di sposare una donna più brava di lui, una in gamba, tosta. Ci pensi su ed arrivi alla conclusione che o la uccidi, o la segui. Io ho scelto di seguirla…”.

Sono passati 13 anni! [Angelo Di Costanzo]

E’ qui per fare vacanza, starsene tranquillo con l’amata Lucia e trascorrere le primissime ore del mattino a passeggiare alla Migliara ad Anacapri. Poi però cede alla tentazione lanciatagli iersera…

Vougeot, 17 Giugno 2010. Il tempo continua nell’essere inclemente, il cielo rifugge ancora i raggi del sole, che pure so...
29/06/2025

Vougeot, 17 Giugno 2010. Il tempo continua nell’essere inclemente, il cielo rifugge ancora i raggi del sole, che pure sorride, l’aria è frescolina a tal punto dal sembrare più un annuncio dell’autunno che uno spiraglio alle porte dell’estate. Ma è Borgogna e noi siamo qui, a camminare le vigne di una terra incredibile, tanto semplice quanto preziosa, tanto ricercata quanto famosa, letteralmente sulla bocca di tutti, eppure terra austera, assolutamente spoglia di quel glamour che tutto il mondo tenta di affibiargli, vestita di una ruralità incredibilmente unica, disarmante: fermo nel cuore del Clos de Vougeot mi giro intorno, il verde tutto mi appare immobile, eppure sento nell’aria una vivacità incredibile!

IL MIO VIAGGIO IN BORGOGNA. IL MIO VIAGGIO!
Angelo Di Costanzo - WWW.LARCANTE.COM -

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L'Happy hour diventa healthy.E il vino alcohol free?Se ne parla ovunque in Italia. Grazie a Giorgia Dallasio di Pambianc...
24/06/2025

L'Happy hour diventa healthy.
E il vino alcohol free?
Se ne parla ovunque in Italia.

Grazie a Giorgia Dallasio di Pambianconews!

E' un fiume in piena Alberto Marsetti, ci accoglie tra le stradine del borgo vecchio di Sondrio e ci accompagna subito s...
06/05/2025

E' un fiume in piena Alberto Marsetti, ci accoglie tra le stradine del borgo vecchio di Sondrio e ci accompagna subito su per le vigne della città metropolitana e a Ponchiera, poco più su, tra i filari dei terreni che hanno vissuto prima di lui lo zio Antonio e il papà Andrea, i quali hanno sempre creduto nel valore del Nebbiolo delle Alpi, qui in grado di esprimere tutta la pienezza ed eleganza anche in queste particolari condizioni pedoclimatiche.

La cantina ha sede nell’antico centro storico di Sondrio, in una zona molto pittoresca fatta di vicoli stretti e tradizionali case in pietra. Qui, a Scarpatetti, uno dei tre ''quartieri'' storici di Sondrio, dove si fondono il fascino dell’antico e la moderna tecnologia ci accompagna ad assaggiare tra gli altri un vivace Rosso di Valtellina DOC, un invitante Grumello DOCG e, fiore all'occhiello, un buonissimo Vigna Le Prudenze, Valtellina Superiore Grumello DOCG, oltre al più pregiato Sfursat DOCG di Valtellina.

C'è subito spazio per L'IMpaziente, un bianco molto interessante, composto da uve Nebbiolo al 100% ottenuto da una pressatura soffice delle uve rigorosamente raccolte in cassetta. Il 2024, da vasca, promette già molto bene, il 2023 in bottiglia, le ultime a disposizione, regala sorsi di un vino dal bouquet di frutti gialli e nuances leggermente burrose, tipiche del breve passaggio in legno a cui è destinato prima dell'imbottigliamento. Sapido e avvenente.

Molto piacevole e profondo il Valtellina Superiore DOCG Grumello 2021. Correva l’anno 1986 quando Alberto Marsetti all’età di soli sedici anni, nel solco del padre, decise di fondare la sua casa vinicola uscendo con la sua prima etichetta, con il Grumello per l'appunto. Negli anni a seguire diviene un agronomo molto capace, stimato e apprezzato in zona, conosce benissimo il territorio e spesso ancora oggi aiuta diversi coltivatori locali nel loro lavoro in vigna. E' un rosso che prende vita da processi tradizionali ed essenziali, con passaggi in legno grande e in botti di rovere di Slavonia, un rosso caratterizzato da profumi intensi e persistenti di frutti di bosco e spezie e da una grande bevibilità, nonostante una trama gustativa certamente importante.

Vigna Le Prudenze 2019 è un Valtellina Superiore DOCG che nasce nella vigna terrazzata omonima fra i 450 ed i 650 m di altitudine slm. Qui, a queste altitudini, la Breva (il vento pomeridiano proveniente dal lago di Como) asciuga completamente l’umidità mattutina creatasi sulle uve durante la notte riducendo così al minimo gli indici di rischio di malattie fungine. La perfetta integrità dell’acino permette quindi una surmaturazione in pianta del Nebbiolo fino ai primi giorni di novembre, affinché la concentrazione degli zuccheri e la diminuzione degli acidi organici (soprattutto quello malico) conferiscono al vino delle caratteristiche tanniche e vellutate al tempo stesso!

Alberto Marsetti VINI è l'azienda n.164 visitata da Angelo Di Costanzo www.larcante.com Vini di Valtellina

1915, forse 1912, si piantavano le prime vigne in questo lembo di terra strappato alle rocce. Testimonianza viva, emozio...
05/05/2025

1915, forse 1912, si piantavano le prime vigne in questo lembo di terra strappato alle rocce. Testimonianza viva, emozioni vere..

Angelo Di Costanzo www.larcante.com Alberto Marsetti VINI Strada Del Vino Valtellina

TENUTA JOSSA 2021 Campi Flegrei bianco CANTINE ASTRONI.Il vino è composito di Falanghina al 90% e per la restante parte ...
16/03/2025

TENUTA JOSSA 2021 Campi Flegrei bianco CANTINE ASTRONI.

Il vino è composito di Falanghina al 90% e per la restante parte da altre varietà autorizzate dalla doc Campi Flegrei bianco (perlopiù Fiano, ndr), denominazione rivista con alcune modifiche al disciplinare introdotte a partire dall’annata 2011 ma che in realtà con questa veste non viene quasi mai ”utilizzata” da altre aziende flegree.

La molteplice composizione varietale (e vari passaggi misurati tra "Tava", acciaio, bottiglia) contribuisce ad accentuarne la verticalità e l’ampiezza del quadro olfattivo, senza tradire però la solita tipicità vulcanica che ne caratterizza profondamente il profilo organolettico.

Tenuta Jossa è un vino subito invitante e finissimo nei profumi, sa di agrumi, mela, felce, al palato è secco e ben sostenuto dalla freschezza, giustamente sapido nel finale di bocca. Siamo certamente di fronte ad un sensibile scatto in avanti per l’azienda napoletana e ad una grande ”nuova” opportunità per il territorio flegreo.

Angelo Di Costanzo www.larcante.com Cantine Astroni

PERCHE' TU VALI!La crisi del personale nel settore dell’hôtellerie e della ristorazione non accenna a diminuire, avere l...
03/03/2025

PERCHE' TU VALI!

La crisi del personale nel settore dell’hôtellerie e della ristorazione non accenna a diminuire, avere la fortuna di lavorare per aziende con una mentalità vincente, dove il rispetto e la valorizzazione delle risorse sono fondamentali per il successo appare come un traguardo lontanissimo per molte realtà.

Perché sempre meno persone scelgono di lavorare in questo settore?

Senza entrare nella giungla delle Piccole e Medie Imprese, vieppiù quelle a conduzione perlopiù familiari, molte aziende anche strutturate continuano a offrire condizioni minime: contratti di lavoro quasi sempre al ribasso, mancanza di benefit (questi sconosciuti) e ambienti di lavoro persino tossici o mal organizzati. Questo non solo allontana i nuovi talenti ma rischia di demotivare chi già ci lavora, portando alla creazione di un circolo vizioso di insoddisfazione senza soluzione di continuità.

Chi insegue risultati economici invidiabili e la soddisfazione degli ospiti non può, non deve dimenticare che il benessere nell'ambiente di lavoro e dei dipendenti è essenziale per un servizio eccellente!

Sia chiaro, la consapevolezza del problema esiste, difficile nasconderlo eppure continua a mancare quell’azione concreta per migliorare un quadro generale decisamente a tinte fosche e così facendo, peggiora ulteriormente una situazione che continuiamo a vedere e di cui sembra sappiamo solo lamentarci senza trovare soluzioni.

L'errore più grande è proprio sui giovani: inesperti, svogliati, disinteressati non sono termini del tutto fuori luogo talvolta ma li possiamo affibbiare solo a loro? A quanti di questi vengono offerte opportunità degne di questo nome? Quanti giovani vengono sfruttati per anni con salari da fame, contratti al limite della legge, se non addirittura nemmeno assicurati a dovere, segnandone così in maniera indelebile gli anni più prolifici della loro eventuale carriera da professionista nel settore turistico-alberghiero o della ristorazione, quegli anni dai 20 ai 30 durante i quali si affacciano al mondo del lavoro maturando personalità, carattere e visione; ecco, quale visione possono avere di un lavoro che gli ha negato i diritti essenziali di un salario equo, la contribuzione, una formazione adeguata, crescita, affermazione?

Non è mai troppo tardi per cambiare, ovviamente. Alcune aziende lo hanno già capito, affiancando a proposte di lavoro una giusta formazione, crescita professionale, spazi adeguati e un ambiente sano. Non sono meteore, e se queste realtà hanno meno difficoltà a trovare personale, un motivo c’è.

Il personale non è un costo ma un investimento. Serve il coraggio di agire per creare ambienti che valorizzino le persone, perché solo così il settore potrà prosperare.

[Angelo Di Costanzo]

Siamo in Alto Piemonte, ai confini con la Valsesia, nelle vicinanze del Monte Rosa, con il Monte Fenera a nord ed i lagh...
04/02/2025

Siamo in Alto Piemonte, ai confini con la Valsesia, nelle vicinanze del Monte Rosa, con il Monte Fenera a nord ed i laghi Maggiore ed Orta a Nord Ovest. Territorio da sempre dedito all’agricoltura, con particolare riguardo al settore vitivinicolo, a partire dal 1970 ha ripreso pieno vigore il settore vitivinicolo, con una particolare dedizione alla viticoltura sostenibile e lotta guidata ed integrata. Nel 1969 avviene l’attribuzione della DOC, diventata DOCG nel 1997.

Qui Torraccia del Piantavigna è senz'altro tra le aziende di maggior pregio sul territorio, con una superficie di 40 ettari coltivata perlopiù con i vitigni autoctoni Nebbiolo e Vespolina e una modesta ma preziosissima quantità di Vitigno Bianco (Erbaluce, ndr) con cui si producono due interessanti versioni ferme secche, Erbavoglio ed Erbavoglio Millesimo e una bolla metodo classico discreta e invitante, ed un più classico vino dolce da fine pasto.

Quella di “Torraccia del Piantavigna” è una storia che risale ai primi anni ’50 del secolo scorso, quando Pierino Piantavigna mise a dimora un piccolo vigneto sulle colline di Ghemme, nei pressi del seicentesco castello di Cavenago, la cui torre, in stato di abbandono, una "torraccia" appunto, diede poi ispirazione al nome aziendale attuale.

Sarà Alessandro Francoli, presidente delle omonime Distillerie e nipote di Pierino, a creare nel 1997 quella che oggi è diventata un’azienda riconosciuta in Italia e all’estero per la qualità dei suoi vini, moderni ma assolutamente rispettosi delle tradizioni del territorio.

Oggi l'azienda conta 40 ettari circa di vigne, 180.000 bottiglie circa e una serie di etichette di grande qualità tra i quali il Ghemme DOCG e Ghemme DOCG Vigna Pelizzane sopra tutti, 2016 più del 2015, tutti vini eleganti, equilibrati pur di finissima tessitura acido-tannica, ma anche un validissimo e piacevole Ramale 2018, Colline Novaresi IGT ma vino rosso autentico e di tutto rispetto.

La verticale di Ghemme DOCG dal 2020 al 2004 poi (con i passaggi 2017, 2016, 2010, 2008) racconta con costanza una grande qualità espressiva di uve straordinarie e un territorio davvero unico ma soprattutto quanto la moderna enologia non ha fatto altro che esaltare e far brillare ancor più un terroir di grande tradizione storica.

Torraccia del Piantavigna è l'azienda n.163 visitata da Angelo Di Costanzo www.larcante.com

Era il vigneto di Milano, la terra degli Sforza, forse anche per questo più "distante" di quanto appaia dalle mappe viti...
02/02/2025

Era il vigneto di Milano, la terra degli Sforza, forse anche per questo più "distante" di quanto appaia dalle mappe viticole dalle Langhe, prim'ancora dei monaci Cluniacensi che qui, già intorno all'anno mille, dall'isola d'Orta si fornivano del vino per la loro mensa dell'Abbazia di San Giulio e per i loro scambi verso le altre abbazie, finanche oltralpe, tra cui Cluny, in Borgogna, annus domini 1210. Borgogna che in fondo non è così lontana da queste terre, né da questi vini.

La denominazione di origine Ghemme DOCG è riservata ai vini rossi Ghemme e Ghemme Riserva, ottenuti da uve Nebbiolo (localmente detto Spanna) per almeno l’85%, mentre è consentito l’utilizzo dei vitigni Vespolina ed Uva Rara (Bonarda Novarese) fino ad un massimo del 15%. Il Ghemme viene prodotto nella zona, in provincia di Novara, costituita dal territorio del comune di Ghemme ed in parte da quello del comune di Romagnano Sesia, prevede un'affinamento minimo, per il Ghemme base, di almeno 34 mesi di cui almeno 18 in legno, mentre per il Ghemme riserva deve avere almeno 46 mesi di cui 24 in legno.

Siamo in Alto Piemonte, ai confini con la Valsesia, nelle vicinanze del Monte Rosa, con il Monte Fenera a nord ed i laghi Maggiore ed Orta a Nord Ovest. Territorio da sempre dedito all’agricoltura, con particolare riguardo al settore vitivinicolo, a partire dal 1970 ha ripreso pieno vigore il settore vitivinicolo, con una particolare dedizione alla viticoltura sostenibile e lotta guidata ed integrata. Nel 1969 avviene l’attribuzione della DOC, diventata DOCG nel 1997.

Angelo Di Costanzo www.larcante.com

Negli ultimi anni, grazie ai miei viaggi intorno al mondo del vino ho conosciuto tante belle persone, alcune davvero str...
01/02/2025

Negli ultimi anni, grazie ai miei viaggi intorno al mondo del vino ho conosciuto tante belle persone, alcune davvero straordinarie, capaci di aprirmi la mente e raccontarmi pezzi di vita emozionanti, lasciandomi insegnamenti molto importanti, Roberto Arlunno è certamente da annoverare tra questi!

Antichi Vigneti di Cantalupo è in Ghemme sin dal Rinascimento ed è senza ombra di dubbio la cantina storica del territorio anche se solo dopo l’avvento della doc Ghemme, nel 1969, la famiglia Arlunno decide di dare l'impulso decisivo con l’ampliamento della proprietà vitata, il reimpianto dei vecchi vigneti e la costruzione di una nuova cantina. Dal 1981 è proprio Alberto Arlunno che prende in mano le redini dell’azienda e sino ad oggi continua a mantenerle salde con una visione assolutamente autentica ed originale.

Le vigne, in larga parte piantate a Nebbiolo, con un po' di Vespolina, sono distribuite in aree ben distinte ricadenti sia sulla prima che sulla seconda fascia collinare del grande terrazzamento fluvioglaciale del Monte Rosa che oggi costituisce il territorio DOCG del Ghemme, tutte collocate tra i 250 e gli oltre 300 metri sul livello del mare con esposizioni verso Sud, Sud-Ovest.

Tra i vini assaggiati, tutti molto interessanti e sicuramente suggestivi, una speciale menzione va al Collis Breclemae 2017, Ghemme DOCG e vino simbolo dell’azienda, il primo cru aziendale, imbottigliato per la prima volta con l'annata 1979. Breclemae prende il nome dall'omonimo villaggio medievale, caposaldo strategico dei conti di Biandrate, proprio alle porte di Ghemme, presso l’imbocco della Valsesia dove oggi sorge il vigneto da cui nasce questo vino autentico e ancestrale, dal bellissimo colore rubino, nemmeno troppo scarico, dai profumi fruttati e speziati e dal sorso asciutto, avvolgente e caldo.

Antichi Vigneti di Cantalupo è lazienda n. 162 visitata da Angelo Di Costanzo www.larcante.com Alto Piemonte - i vini del nord Piemonte

‘’Vitigno o Denominazione’’? Il territorio flegreo è da sempre ben inteso come la culla della falanghina e del piediross...
26/01/2025

‘’Vitigno o Denominazione’’? Il territorio flegreo è da sempre ben inteso come la culla della falanghina e del piedirosso, due varietali autoctoni straordinari che qui assumono caratteristiche e tipicità così uniche tanto dall’essere irripetibili altrove; vitigni per questo giustamente in primo piano anche sulle etichette che tutti abbiamo ormai imparato a conoscere ed apprezzare.

https://larcante.com/2018/09/21/piccola-guida-ragionata-ai-vini-dei-campi-flegrei/

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‘’Vitigno o Denominazione’’? Il territorio flegreo è da sempre ben inteso come la culla della falanghina e del piedirosso, due varietali autoctoni straordinari che qui assumono caratteristiche e ti…

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