
04/07/2025
“Dichiariamo lo stato di disastro culturale”, senza mezzi termini l’assemblea dei lavorat*
dello spettacolo sta diffondendo informazioni riguardo le assegnazioni dei fondi, e invitando artist*, maestranze e la cittadinanza a prendere parte a una serie di assemblee
programmate per i prossimi giorni.
I parametri per accedere ai finanziamenti sono cambiati e sono sparite alcune parole:
contemporaneo, rischio culturale, transdisciplinarietà, innovazione. Festival storici e di altissimo valore hanno ricevuto punteggi dimezzati. Esempio emblematico quello di , il più antico e riconosciuto festival dedicato al teatro contemporaneo, punto di riferimento della scena nazionale e internazionale. Molti altri festival sono stati cancellati: Teatri di Vetro e Attraversamenti Multipli a Roma, Wonderland a Brescia, Teatro Akropolis a Genova, Artinvita in Abruzzo. Sparisce anche un festival come il BIG- Bari International Gender Festival.
Altrettanto sorprendenti i risultati della commissione Danza che vedono spettacoli e
festival cancellati o declassati secondo criteri improntati a un’idea di repertorio,
tradizione, intrattenimento. Quello che si configura è uno scenario di impoverimento
culturale, di esclusione o marginalizzazione dei punti di vista meno “mainstream”, delle
realtà storiche come pure di quelle recenti. Si silenziano le formazioni che lavorano nella
ricerca e nella sperimentazione con uno sguardo alla multidisciplinarietà,
all’internazionalizzazione; si marginalizzano ulteriormente le voci e le creatività situate
in corpi dissidenti, in periferie geografiche o culturali, quelle che offrono uno sguardo
obliquo e alternativo rispetto alle narrazioni dominanti. Il teatro, si sa, dagli albori è
luogo di costruzione condivisa di senso, di dibattito, di comunità. In aperta contraddizione con la realtà incrementalmente complessa che viviamo risulta, da parte
delle commissioni, una volontà di semplificare e appiattire l’espressione artistica e il
dibattito culturale sulla linea di ciò che è più appetibile a livello commerciale e rispondente ai valori conservatori e patriarcali espressi dal governo.
L’evento che ha fatto più notizia è stato quello della dimissione di 3 commissari su 7
nella commissione Prosa a seguito della decisione da parte del resto della commissione di declassare il Teatro della Toscana facendogli perdere lo status di Teatro Nazionale. Si parla di ragioni economiche, culturali e di prestigio internazionale ma la
commissione, nonostante l’ufficialità del declassamento, non ha comunque espresso la
sua valutazione con un punteggio preciso e la decisione è impugnabile.
Letterate Magazine, come spazio di riflessione da sempre attento ai punti di vista meno
canonici, alla creatività e al pensiero delle donne e di tutte le soggettività altre, esprime
preoccupazione per le scelte delle commissioni del ministero della Cultura che rivelano un futuro ancora meno plurale del nostro presente.
Segnaliamo i prossimi appuntamenti indetti dall’assemblea lavorat* dello
spettacolo: il 4 luglio alle ore 18 a Roma, Angelo Mai. Il 7 luglio, assemblea
nazionale online