23/05/2025
Lo sapevate che il marchio “Lacoste” è nato da una battuta di un giornalista?
La storia comincia con Jean René Lacoste, un giovane tennista francese dall’aspetto tutt’altro che imponente: fisico esile, statura bassa, ben lontano dall’immagine dell’atleta dominante. Eppure, grazie ai suoi movimenti rapidi e precisi — quasi scattanti — e al suo stile di gioco aggressivo, riuscì a distinguersi in campo. È così che nacque il soprannome che lo avrebbe reso immortale: "il coccodrillo".
René proveniva da una famiglia benestante, e i suoi genitori, inizialmente dubbiosi sulle sue possibilità nel tennis, accettarono di sostenerlo solo a una condizione: diventare campione del mondo.
E lui non deluse: ottenne ottimi risultati nei tornei europei e vinse perfino una medaglia di bronzo alle Olimpiadi del 1924.
Ma il momento decisivo arrivò durante un torneo negli Stati Uniti, nel 1927. Lacoste vide un’elegante valigetta in pelle di coccodrillo che lo affascinò. Il suo compagno di squadra gli promise che gliel’avrebbe regalata se avesse vinto il match. Purtroppo p***e, ma l’aneddoto rimase. Un giornalista di Boston, divertito dalla storia e colpito dallo stile “aggressivo” di gioco del francese, iniziò a chiamarlo “Le Crocodile”.
Il soprannome prese piede e René decise di trasformarlo in identità.
A quel tempo, i tennisti giocavano con abiti molto formali: camicia, gilet e pantaloni lunghi — il tennis era lo sport dell’élite. Ma Lacoste volle rompere le regole: fece realizzare polo in cotone bianco, più comode e traspiranti, e vi fece ricamare un piccolo coccodrillo verde con la bocca aperta, proprio sul petto.
Nel 1933, insieme all’amico e industriale André Gillier, fondò la marca Lacoste, dedicata inizialmente all’abbigliamento sportivo per tennis, golf e vela.
Il nome rendeva omaggio al suo cognome, ma il vero simbolo — il coccodrillo — racchiudeva tutta la sua storia:
✅ la passione per lo sport,
✅ il carattere combattivo,
✅ e quella famosa battuta su una valigetta che non ottenne mai… ma che gli cambiò la vita.