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22/07/2025

“C’era gente che aveva paura di me, che per esempio rifiutava di partecipare a manifestazioni nelle quali avrei dovuto esserci anch’io.
Mi ricordo che un manager mi scongiurò di non partecipare a un festival, perché con me nessuna casa discografica avrebbe mandato i propri artisti.
Eravamo ormai arrivati all’assurdo, per cui decisi di ritirarmi. Gli anni che mi hanno tolto li ho impiegati per crescere.
Non cerco vendette, spero solo che tutto questo tempo sia servito per meditare a chi ha voluto ferirmi e, anche se mi porto ancora addosso le cicatrici di una crudeltà stupida, non sento più male.”

Mia Martini

29/06/2025
08/06/2025

Scrisse la canzone d'amore più famosa della storia… prima ancora di dare il suo primo bacio.
E per anni, il mondo pensò che il compositore fosse un uomo.

Consuelo Velázquez Torres nacque il 21 agosto 1916 a Ciudad Guzmán, Jalisco. Bambina prodigio, suonava il pianoforte ad orecchio già a 4 anni e tenne il suo primo recital a 6. Formata come pianista da concerto classico presso il Bellas Artes, avrebbe potuto seguire una carriera prestigiosa nel mondo accademico e nei conservatori.
Ma fu l’amore, non la fama, a renderla immortale.

Nel 1940, a soli 24 anni, compose un bolero intitolato “Bésame mucho”. Lo scrisse dopo aver visto una scena d’opera appassionata, anche se — all’epoca — non aveva mai baciato nessuno.
Firmò il brano con il suo nome completo, ma in molti paesi “Consuelo” fu erroneamente ritenuto un nome maschile. Il mondo credette che questo inno romantico senza tempo fosse stato composto da un uomo spagnolo.
Non avrebbero potuto essere più lontani dalla verità.

“Bésame mucho” divenne un fenomeno globale — interpretato da leggende come i Beatles, Frank Sinatra, Luis Miguel, Andrea Bocelli, Cesária Évora e Nat King Cole. È oggi la canzone messicana più tradotta e reinterpretata della storia.

Ma l’eredità di Consuelo non si fermò lì.
Compose decine di brani, fu deputata del congresso e diventò una strenua difensora dei diritti degli artisti — tutto questo navigando in un’industria dominata dagli uomini con forza silenziosa.
Nonostante la fama, scelse una vita umile, lontana dai riflettori, dedicata alla famiglia e al suo pianoforte.

Consuelo Velázquez morì il 22 gennaio 2005, all’età di 88 anni. Quando le chiesero qual era il suo segreto, disse soltanto:
“Non sono mai stata una bohémien. Sono stata una romantica. E suonavo con l’anima.”

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23/05/2025

Lo sapevate che il marchio “Lacoste” è nato da una battuta di un giornalista?

La storia comincia con Jean René Lacoste, un giovane tennista francese dall’aspetto tutt’altro che imponente: fisico esile, statura bassa, ben lontano dall’immagine dell’atleta dominante. Eppure, grazie ai suoi movimenti rapidi e precisi — quasi scattanti — e al suo stile di gioco aggressivo, riuscì a distinguersi in campo. È così che nacque il soprannome che lo avrebbe reso immortale: "il coccodrillo".

René proveniva da una famiglia benestante, e i suoi genitori, inizialmente dubbiosi sulle sue possibilità nel tennis, accettarono di sostenerlo solo a una condizione: diventare campione del mondo.

E lui non deluse: ottenne ottimi risultati nei tornei europei e vinse perfino una medaglia di bronzo alle Olimpiadi del 1924.

Ma il momento decisivo arrivò durante un torneo negli Stati Uniti, nel 1927. Lacoste vide un’elegante valigetta in pelle di coccodrillo che lo affascinò. Il suo compagno di squadra gli promise che gliel’avrebbe regalata se avesse vinto il match. Purtroppo p***e, ma l’aneddoto rimase. Un giornalista di Boston, divertito dalla storia e colpito dallo stile “aggressivo” di gioco del francese, iniziò a chiamarlo “Le Crocodile”.

Il soprannome prese piede e René decise di trasformarlo in identità.

A quel tempo, i tennisti giocavano con abiti molto formali: camicia, gilet e pantaloni lunghi — il tennis era lo sport dell’élite. Ma Lacoste volle rompere le regole: fece realizzare polo in cotone bianco, più comode e traspiranti, e vi fece ricamare un piccolo coccodrillo verde con la bocca aperta, proprio sul petto.

Nel 1933, insieme all’amico e industriale André Gillier, fondò la marca Lacoste, dedicata inizialmente all’abbigliamento sportivo per tennis, golf e vela.

Il nome rendeva omaggio al suo cognome, ma il vero simbolo — il coccodrillo — racchiudeva tutta la sua storia:
✅ la passione per lo sport,
✅ il carattere combattivo,
✅ e quella famosa battuta su una valigetta che non ottenne mai… ma che gli cambiò la vita.

Indirizzo

Carmagnola

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