Se sei in presenza di un incendio boschivo telefono immediatamente il 1515, dopo aver segnalato l'incendio puoi pubblicare nel gruppo la tua segnalazione corredata da video o foto e posizione incendio. II Circolo, amministrativamente è autonomo, regolato a norma degli artt. 36 e seguenti del Codice Civile, è senza fini di lucro ed esercita in via esclusiva o principale le seguenti attività d’inter
esse generale per il perseguimento di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale. Statutario Impegno Ambientale e Sociale 2023
Gli obiettivi sono la solidarietà sociale nel campo della tutela dell’ambiente, il favorire l’educazione ambientale attraverso iniziative didattiche e sociali per la sensibilizzazione dei giovani alla sorveglianza dell’ambiente e alla cultura della sostenibilità; la tutela, salvaguardia e valorizzazione del patrimonio delle zone d’interesse archeologico; la promozione dello sviluppo sostenibile e della vigilanza, gestione e valorizzazione dell’ambiente nella sua più ampia accezione; la tutela e la valorizzazione dell’ambiente come un obbligo individuale e sociale; la promozione di attività di ricerca, di comunicazione e di sensibilizzazione sulle tematiche ambientali e sulle azioni per l’attuazione dello sviluppo sostenibile; la partecipazione alla gestione dei parchi e compiere ogni altra attività connessa agli obiettivi di solidarietà sociale. Anche l’ambiente è un bene protetto dalla Costituzione Italiana (artt. 9 e 117 Cost.). In particolare, l’aggiornamento dell’art.9 della Costituzione recita: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali. Elenchiamo i seguenti punti qui di seguito descritti. Quali:
❖ la diffusione di una cultura di difesa dell’ambiente che porti al recupero e alla salvaguardia ambientale di aree ecologiche d’interesse naturalistico e faunistico, progettando lo sviluppo e la manutenzione di aree verdi di piccole, medie e grandi dimensioni. Già avviato nel 2021, lavoro di piantumazione sul territorio tutto, con l’evento annuale
“Aria Pulita”;
❖ portare in maniera più incisiva i cittadini, alla conoscenza del Regolamento comunale per la gestione dei rifiuti e della raccolta differenziata con particolare riguardo alle sanzioni previste in caso di inosservanza;
❖ mantenere una costante collaborazione con le Istituzioni pubbliche e private da una parte, e tutti gli Enti fornitori di servizi dall’altra, previo normale monitoraggio dei cittadini sul regolare svolgersi della quotidianità del paese, attivando gruppi di cittadini per l’osservazione e la segnalazione di disfunzioni, incentivando forme di partecipazione attiva e di volontariato dei cittadini. Il Circolo Amici per l’Ambiente c.a.pi.t. di Castel San Giorgio ha attivato il programma di prevenzione degli incendi boschivi che, oltre all’informazione attraverso i social, sulle norme e sui comportamenti da tenere durante tutto il periodo a rischio, ha visto l’attivazione di ben quattro servizi specifici, vedette; pattugliamento terraneo; parapendii e droni. In concertazione con altrettante associazioni di volontariato del territorio. Il servizio di vedetta vigila una vasta area del territorio montano di Castel San Giorgio, grazie all'impegno dei volontari, si avverte l’accaduto attraverso l’APP SMA CAMPANIA. Inoltre si avvale di ogni strumento utile al raggiungimento degli scopi sociali ed in particolare della collaborazione con gli Enti locali, anche attraverso la stipula di apposite convenzioni, della partecipazione ad altre associazioni, società o Enti aventi scopi analoghi o connessi ai propri. Uniti per la salvaguardia del nostro verde! Le origini del comune di Castel San Giorgio:
Sito a nord - est di Nocera Inferiore nella valle solcata dal fiume Sarno, ai piedi del conico Monte Castello, risalgono molto probabilmente al periodo longobardo. Tuttavia, da documenti rinvenuti, di natura archeologica, si è stabilito che la vallata fosse abitata in epoche precedenti risalenti almeno al IV secolo a.C. Essa subì, nell’ordine, la dominazione osca, sannita, latina e lucana. Gli Osci divisi in due popolazioni, i Sarrasta ed i Pitheusa, crearono i primi agglomerati di case nelle zone più favorevoli ai commerci, quali Monte di San Michele, Monte di Paterno, Vallesana ed Aiello. Successivamente le due popolazioni si fusero ed unendo le forze fondarono altri centri come Nuceria Alfaterna, che man mano accolse gli abitanti di Roccapiemonte, San Giorgio, Siano, San Severino e Bracigliano. D’ora in poi la storia e le vicende di San Giorgio saranno strettamente legate a quelle di Nocera. Del periodo sannita ci restano solo alcune mura e sepolcri rinvenuti in frazione Trivio. Nel 274 a.C. si verificò un fenomeno di romanizzazione dell’intera vallata, che non solo generò un notevole sviluppo dei commerci, ma intensificò i rapporti sociali tra i vari paesi, grazie alla creazione di opere pubbliche come la nodale Via Annia o Popilia, importante arteria che congiungeva Capua a Reggio, attraversando Montagna Spaccata (o Passo dell’Orco), per Lanzara, Castel San Giorgio e Nuceria alfaterna. Si deve ai Romani anche la costruzione dell’acquedotto di Augusto del Serno, che rasentava le falde del Castello di San Giorgio, proseguiva per Paterno per poi liberarsi nella pianura del Sele. In prossimità dell’Acquedotto, nel tratto che dal centro si dirige verso Codola, sono visibili i resti di alcune abitazioni risalenti al periodo pompeiano. A difesa dei territori conquistati i Romani costruivano alcuni fortilizi, tra cui rientra il Castrum di San Giorgio, che dominava e soprattutto controllava la strada che dai rilievi di Cava conduceva a Salerno. Annibale, durante il suo viaggio da Capua, passò per Nola, giunse nella Valle del Sarno, attraversò la Montagna Spaccata e Castel San Giorgio, per sostare a Campomanfoli (da Manpholis, nome ufficiale di Annibale il cartaginese, qui accampatosi con gli altri commilitoni). Tra il 568 ed il 774 a seguito della caduta dell’Impero Romano, i Longobardi si impossessarono della Vallata. Questi eressero una nuova fortificazione sui resti dell’accampamento romano ed in onore di San Giorgio, loro santo patrono, non solo costruirono una piccola chiesa a pianta rettangolare, ma cambiarono anche il nome del loro nuovo possedimento. Si deve a questa popolazione la costruzione dell’imponente Castello, sito in una posizione morfologica ed intorno al quale si forma e si sviluppa sempre più un originario nucleo abitativo. Sotto gli Angioini il maniero sarà ampliato e restaurato. Castel San Giorgio e le sue frazioni di Aiello e Santa Maria, in epoca medioevale, rientravano nell’area percorsa dal fiume Solofrana della “ Valle dei Mulini”, così nominata perché le acque consentivano il funzionamento di molto mulini. Quando nell’ 849 il sovrano Ludovico II volle la ripartizione del Ducato di Benevento in due Principati, così San Giorgio entrò a far parte del Principato Citeriore (o Citra) di Salerno ed a partire dall’anno successivo (850) fu sottoposto alla giurisdizione della potente Nocera, il cui territorio andava dalle montagne del Pecoraro alle Camerelle. La contrada Cortedomini (dal latino curtis _fattoria e dominus _proprietario, signore) fino al 1100 circa è stata la sede dei conti nocerini e degli ufficiali di corte e lo stesso toponimo ci fa intuire la sua funzione. Castel San Giorgio fino al X secolo non costituiva un’unica entità comunale e solo verso la metà del 960, il paese viene alla luce come aggregazione municipale. Illustrazione del sito:
D’importanza ingegneristica romana è l’acquedotto fatto costruire da Augusto nel I secolo a.C. che portava l'acqua da Serino fino a Capo Miseno (Piscina Mirabile) ove era di stanza la flotta romana. Il percorso attraversa il territorio di Castel San Giorgio con diverse tracce. Proveniente da Mercato S. Severino, passa per la chiesa del S.S. Salvatore, per il centro della piazza di Castel San Giorgio, costeggia la montagna di Santacroce, è visibile nel campo sportivo di Taverna per ritrovarsi dietro al palazzo Calvanese e prosegue fino al palazzo baronale di Paterno dove si trovano ancora gli sfiatatoi coperti da lastre di pietra, passa per circa 100 mt. al disotto della cappella di Paterno. L’acquedotto è costituito da un canale con volte a botte, in opera cementizia, rivestito di cocciopesto.