23/05/2025
Ringrazio infinitamente Massimo Garofalo per aver recensito in maniera impeccabile e meravigliosa “Red Flags” su Rockshock.it❤🙏.
Per chi volesse, la riporto integralmente perchè merita di essere letta.
"La scena musicale contemporanea trova nei Blessed Child Opera un progetto che sfida le convenzioni, mantenendo una propria identità artistica ben definita. Il nuovo Red Flags arriva dopo 6 anni di silenzio, ma è valsa la pena aspettare.
Paolo Messere è una delle menti più illuminate della scena musicale indie nostrana; con la sue Seahorse Recordings fa un lavoro certosino, andando a scegliere di pubblicare solo proposte di qualità, meritevoli di un faro che le illumini. Ma in tempi di algoritmi che tirannicamente decidono cosa farci ascoltare in streaming… la vita per le realtà come la sua è diventata davvero dura.
Senza perdersi d’animo, riprende in mano la sua creatura d’elezione, Blessed Child Opera: Red Flags arriva dopo 6 anni di silenzio (durante i quali, in realtà, ha dato vita al progetto Big Self).
La scena musicale contemporanea trova nei Blessed Child Opera un progetto che sfida le convenzioni, mantenendo una propria identità artistica ben definita.
Red Flags si propone come un’opera di notevole interesse per gli appassionati di sonorità ibride che fondono indie-folk, elettronica, post-rock e influenze minimaliste.
È un album che si sviluppa attraverso 12 tracce che esplorano territori sonori diversificati ma coerenti. La produzione, curata nei minimi dettagli, evidenzia una ricerca timbrica che attinge da diverse tradizioni musicali. Le influenze di gruppi come i Radiohead del periodo Kid A e Amnesiac sono evidenti nell’approccio all’elettronica, mentre le soluzioni armoniche si concentrano nella gestione degli spazi sonori e nelle atmosfere rarefatte.
La ritmica, elemento fondamentale della loro proposta, si muove tra suggestioni etniche e momenti di destrutturazione quasi jazzistica.Migliori offerte di auricolari
Il concept alla base dell’album esplora tematiche di alienazione contemporanea e disconnessione emotiva. I testi, in lingua inglese, si articolano attraverso metafore complesse che evocano un senso di una precarietà esistenziale minata da abbandoni. La scelta del titolo Red Flags non è casuale: rappresenta i segnali d’allarme di una società in crisi d’identità, tema che percorre l’intero lavoro.
La voce principale, con la sua estensione notevole, passa da sussurri quasi impercettibili a momenti di intensità drammatica, mostrando un controllo tecnico notevole e una rara sensibilità interpretativa.
Tra i brani di maggior impatto troviamo Old Stains, dove l’intreccio di synth modulari e flauti crea un paesaggio sonoro dapprima rarefatto, complici le discrete percussioni del sodale Matteo Anelli e la voce di Paolo, che nella prima parte del brano cerca le suggestioni di David Sylvian, salvo poi lasciarsi andare, quando le chitarre finalmente esplodono a risolvere le tensioni fin qui caricate.
Dal punto di vista della produzione, l’album mostra una cura maniacale per il dettaglio. Il mixaggio privilegia la profondità e la spazialità, con una distribuzione degli elementi sonori che sfruttano sapientemente l’immagine stereo. La dinamica è ben preservata, evitando l’appiattimento tipico di molte produzioni contemporanee troppo compresse.
Il lavoro dei Blessed Child Opera si inserisce in quel filone di ricerca che unisce elettronica d’autore e sensibilità post-rock, (apparente) semplicità indie-folk e sfuriate indie.
L’approccio compositivo richiama a tratti le esplorazioni sonore di artisti come Black Heart Procession, Nils Frahm, Dead Can Dance e Sophia, mantenendo però una personalità distintiva.
Red Flags rappresenta un’opera di notevole valore artistico, che richiede ascolti ripetuti per essere apprezzata pienamente. La stratificazione sonora e la complessità strutturale ne fanno un prodotto destinato a un pubblico esigente e attento, capace di cogliere i numerosi riferimenti e le sottigliezze compositive.
I Blessed Child Opera sono una delle realtà più interessanti del panorama musicale sperimentale contemporaneo"
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La scena musicale contemporanea trova nei Blessed Child Opera un progetto che sfida le convenzioni, mantenendo una propria identità artistica ben definita. Il nuovo Red Flags arriva dopo 6 anni di silenzio, ma è valsa la pena aspettare.