
21/08/2025
21/08/2025 Corriere della Sera
Ci ha visto bene... la postina
«Devo fare un bonifico a Matteo Bocelli, il figlio di Andrea Bocelli».
Con queste parole una donna si è presentata allo sportello dell'ufficio postale di Negrar di Valpolicella, un comune vicino a Verona: ha evitato una truffa solo grazie all’intuizione della direttrice dell’ufficio di Poste Italiane che l'ha fermata appena prima che facesse un versamento di migliaia di euro. «La cliente chiedeva di effettuare un versamento in denaro e quando ho letto la causale mi sono subito insospettita», racconta Cristina Remondini, che guida la sede di Negrar.
A parte il nome del figlio del tenore, lo schema era quello di un raggiro ormai «classico», la richiesta di denaro in cambio di un «regalo». «Ho subito intuito che si trattasse di una truffa - prosegue la direttrice - e ho invitato la cliente a desistere dall’ effettuare l’operazione. Lei, nel frattempo, continuava a ricevere, con insistenza, la richiesta del versamento da un presunto autista incaricato di recapitare un pacco regalo della famiglia Bocelli. Ho cercato in tutti i modi di far capire alla cliente che si trattava di una truffa, ho anche preso tempo dicendole che il terminale non funzionava per cercare di farla ragionare sul fatto che le richieste che le venivano fatte erano inusuali. Infine, ho contattato il comando dei carabinieri che ha avvisato il marito della signora. Arrivato in ufficio, l'uomo mi ha ringraziato, e assieme alla moglie è andato in caserma per denunciare i fatti».