18/11/2025
«Desideriamo che le nostre ceneri siano unite a quelle di nostra madre, tutte in un’unica urna: risparmiamo spazio», hanno raccontato Alice ed Ellen Kessler, svelando in poche parole il loro legame profondo e pratico.
Quando le gemelle Kessler arrivarono in Italia nel 1959, la televisione aveva ancora un volto formale, in bianco e nero, e parlare italiano per loro era tutt’altro che semplice. Nonostante le difficoltà linguistiche, bastava poco per capire che avevano qualcosa di speciale: portamento, grazia e una determinazione fuori dal comune. Si impegnarono a fondo, tra corsi di lingua, canto e danza, sempre pronte a migliorarsi e ad adattarsi al nuovo pubblico.
In quel momento la TV italiana aveva bisogno di cambiare. Le Kessler, anche se non identiche, riuscivano a muoversi come se fossero una sola persona. Le loro coreografie, eleganti e mai banali, colpirono tutti per precisione e novità. Il pubblico non era abituato a quel modo di stare in scena: professionale, moderno, lontano da ogni eccesso.
Diventarono rapidamente il simbolo di un’Italia che stava cambiando, proiettata verso il boom economico e aperta a un’idea di Europa che cominciava solo allora a prendere forma. Il loro numero più famoso, i cosiddetti “cavalloni” – quelle gambe slanciate che si alzavano insieme – all’epoca fece discutere. Oggi, invece, rappresenta perfettamente un’epoca della cultura pop italiana. Dietro ogni passo c’erano ore di prove: non si accontentavano mai e, anche al decimo tentativo, non perdevano mai il sorriso.
Impossibile dimenticare lo sketch con Alberto Sordi: lui, nei panni del seduttore un po’ goffo, che cerca invano di conquistarle, mentre loro rispondono con intelligenza e ironia. Quella scena segnò davvero una svolta: la TV italiana riuscì a dimostrare che poteva giocarsela con i migliori spettacoli del mondo, unendo comicità, musica e varietà.
In quasi vent’anni di carriera, Alice ed Ellen passarono dal ruolo di soubrette a vere e proprie icone. Le loro esibizioni aprirono la strada a una nuova idea di varietà, influenzando chi sarebbe arrivato dopo, come Raffaella Carrà e Sandra Mondaini. Hanno anticipato i tempi, portando un tocco internazionale e raffinato in un’Italia che sognava sempre di più.
Il loro rapporto con la televisione non si limita ai numeri perfetti, ma si arricchisce di episodi curiosi. Pippo Baudo, ad esempio, ha raccontato di una serata finita con le gemelle che lo accompagnavano in albergo. Loro, come sempre, ci hanno scherzato su, mantenendo la loro immagine elegante e mai sopra le righe.
Ripensando ai loro duetti con Gassman, Vianello e alle apparizioni in programmi come Studio Uno e Canzonissima, si capisce quanto abbiano saputo cambiare le regole: spettacolo di qualità, mai scontato, sempre in equilibrio tra leggerezza e stile.
Un dettaglio che colpisce della loro storia è la volontà di restare insieme anche dopo la vita, scegliendo di condividere l’urna con la madre. Una decisione che racconta tanto di loro, fatte di ironia e concretezza.
Le Kessler sono state una presenza costante, un duo che ha attraversato decenni di spettacolo senza mai perdere identità e sintonia. La loro storia è ormai parte del racconto collettivo della televisione italiana, capace di cambiare, ma senza cancellare le proprie radici.