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Giovanni Gambasin, artista surrealista autodidatta nato a Crespano del Grappa (Italia), esplora temi di vita, sogno, num...
11/12/2024

Giovanni Gambasin, artista surrealista autodidatta nato a Crespano del Grappa (Italia), esplora temi di vita, sogno, numeri ed erotismo. Le sue opere sono caratterizzate da un uso di tecniche come pittura ad olio, disegno e ceramica, spesso con velature trasparenti per evocare l’onirico. Le sue creazioni recenti includono mondi miniaturizzati, un'evoluzione del surrealismo in forme più intime. Gambasin ha esposto in numerosi eventi internazionali e ha ricevuto premi per la sua ricerca artistica tra cui il Premio d’Arte del Comune di Canale Monterano.

RECENSIONI
Filamenti della fantasia, nuvole leggere che si dissolvono, forme amebiche nello spazio. E’ la pittura di Giovanni Gambasin. Una pittura che si richiama chiaramente al surrealismo, ma con una gentilezza allusiva che la contraddistingue. Un modo affabile per visualizzare l’asserto di Calderòn de la Barca: “La vita è sogno”. A Crespano del Grappa questo giovane dai tratti cortesi e dalla mente piena di sogni, tesse da anni la sua tela leggera. La tesse aprendo le sue immagini ad uno spazio irreale, che si scoglie sulla superficie come l’espandersi di un respiro. Lì, in quel trepidare di aria e di luce, egli inventa le sue architetture nello spazio, dilata le sue ombre magiche, svolge i fili sottili di un errabondo girovagare alla ricerca della felicità. Sono spinto ad inseguire questi fantasmi; è come se una mano discreta mi spingesse sul bordo dell’abisso. Una sorta di vertigine mi assale. Ma sento, nel contempo, il sostegno amicale che mi porta in una dimensione che amo: quella della pittura trasparente, aerea, amabilmente tonale, che è la stessa che si espande dalla suggestione gigionesca dei luoghi ameni che mi circondano. Ne resto immagato. Il viaggio diventa sicuro; senza incubi, senza angosce. Ecco la caratteristica prima di Gambasin: la sua colloquiali. La pittura come qualcosa di affabile, che ti viene incontro con gentilezza: un invito alla fantasia. Talvolta può apparire il brivido freudiano dell’incubo; ma è appena un momento. Ci si accorge che la lanterna magica gonfia sogni ottimistici. Anche il grottesco si libera dei risvolti cupi: diventa giuoco, allegra sarabanda. Così per gli aspetti ambigui: siamo lontani dal surrealismo alla Dalì, dove l’atmosfera si fa contorta, spaesante, allucinata. Semmai l’ambiguità diventa come appunto in certi sogni, scambio di ruoli, finzione, passaggio da uno stadio all’altro. Cioè libertà: assoluta libertà.

Mostre
Nel 2021 ha ricevuto il Premio d’Arte del Comune di Canale Monterano di Roma e dell’Università di Roma. Nel primo periodo 1976/1992 ho ricevuto molti riconoscimenti ed effettuato molte mostre sia collettive e personali, purtroppo non ho molte informazioni in merito, di seguito la lista... Titolo: Un surrealista contemporaneo di Venezia Luogo: Monaco di Baviera Moosach Anno: 2024 Descrizione/Opere esposte: Opere ad Olio su tavola e disegni dell'ultimo periodo. Titolo: ZWILLINGSPHÄNOMENE MITGLIEDERAUSSTELLUNG Luogo: Kirchheim unter Teck e.v. - Galerie Diez, Dettingen. Anno: 2024 Titolo: Cantieri Luogo: TRAUNSTEIN - Ex Witt-Weiden Bahnhofstraße 2 Anno: 2024 2023 - Collettiva a Chang Kil-Hwan, Museo D’arte Fantapia - Festival Internazionale D’arte Fiag. 2023 - Collettiva Arte a Pieve del Grappa Treviso 2023 - London/UK Erotic Art Exhibition, Bargehouse, OXO Tower Wharf 2023 - Collettiva a Bologna, Galleria ArteBo, SURREALISMO - L’arte del Sogno 2023 - Collettiva a Bologna, Galleria ArteBo, Il bello e il brutto nell’arte attuale 2023 - Collettiva a S. Zenone degli Ezzelini, Mostra d’Arte Solidale - Villa Rubelli 2023 - Collettiva a Fonte Treviso, Mostra d’Arte Solidale. 2022 - Korea, 3rd International Art Exhibition 2022 - Beyond the Borders - Aesthetics of Faces 2022 - Korea, International Collaborations Exhibition - Fantapia M, Chang Kil-Hwan Art Museum Titolo: Il surrealismo sotto la lente d'ingrandimento/Surrealismus unter der Lupe Luogo: Mindelheim Ausstellung mit Werken von GAMBASIN im Rathaus. Anno: 2022/23

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Luciano BorinTop LevelPittoriI contenuti qui di seguito riportati, sono a cura esclusiva dell'artistaCONDIVIDI   Nato a ...
02/12/2024

Luciano Borin
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Pittori
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Nato a Fratta Polesine (Rovigo) il 9/7/1952, vivo a Firenze da quando avevo quattro anni e qui ho frequentato il Liceo Artistico e poi l'Accademia di Belle Arti. Dal 1977 ho insegnato in varie scuole d'arte della Toscana e da circa 28 anni ho una cattedra di Discipline Pittoriche presso il Liceo Artistico di Porta Romana a Firenze, dove ho svolto anche vari incarichi aggiuntivi tra cui, per tre anni, quello di collaboratore della Dirigente. Dal 1973 ad oggi ho tenuto varie mostre personali e partecipato a numerose esposizioni collettive, in Italia e all'estero. I soggetti dei miei lavori, eseguiti con diverse tecniche (olio, tempera, acquerelli, pastelli, grafite, ecc.) sono prevalentemente figure umane. Per ulteriori notizie sulla mia attività è possibile consultare il sito www.lucianoborin.it

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02/12/2024

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Andrea ColomboGlamour BeetleDATA: 2013SOGGETTO: POLTRONA CAR ARTALTEZZA CM: 120LARGHEZZA CM: 150NOTE DESCRITTIVE: POLTRO...
02/12/2024

Andrea Colombo
Glamour Beetle

DATA: 2013
SOGGETTO: POLTRONA CAR ART
ALTEZZA CM: 120
LARGHEZZA CM: 150
NOTE DESCRITTIVE: POLTRONA MOLTO ORIGINALE ED ESCLUSIVA, PRODOTTA ARTIGIANALMENTE CON PEZZI DI MAGGIOLINO VW, FARI LED, STRUTTURA BAROCCA E SCHIENALLE IN CAPITONNÉ IMPREZIOSITO CON CRISTALLI SWAROVSKI
MATERIALE: METALLO, ECO-PELLE, LEGNO, CRISTALLI SWAROVSKI
IN VENDITA: SI

OPERA ARTINWORLD.COM - Glamour Beetle

Daniela QuattrocchiTop LevelPittoriI contenuti qui di seguito riportati, sono a cura esclusiva dell'artistaCONDIVIDIDani...
26/11/2024

Daniela Quattrocchi
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Daniela Quattrocchi nasce a Catania il 20 Febbraio del 1969, che sia un caso, esattamente in occasione del 60° anniversario della pubblicazione del Manifesto del Futurismo, da cui coglie solo la forza e il concetto di arte fondato sul comportamento dell’artista, l’arte come stile di vita. Vive in ambiente artistico, sperimenta l’uso dei materiali e la fotografia prima di arrivare alla pittura, il percorso nasce con l’uso dell’acrilico e successivamente, comincia a sovrapporre le precedenti esperienze nell’uso di materiali con la pittura, nascono i primi collage, dal 2004 ad oggi ha utilizzato: carta, polistirolo, stoffa, legno, stucco, gesso, vernici, olio, pigmenti. La sperimentazione dei materiali si estrinseca nel dipinto, nelle scelte dei supporti e nelle tecniche di incorniciatura. L’uso della manualità e l’avvio di scambi culturali con l’ambiente artistico di Bergamo, la portano nel 2006 alle prime installazioni, “La botola” e “L’umorometro”. L’arte rappresenta un nuovo percorso, l’artista ad oggi si è occupata di sviluppo di imprese, l’interazione con le realtà aziendali di tipo manifatturiero hanno contribuito nella conoscenza dei materiali e nelle applicazioni, l’interazione con le persone e la mission di porre l’uomo al centro del contesto impresa l’hanno fatta addivenire alle installazioni. Infatti l’installazione diventa uno strumento di comunicazione uno spunto di riflessione oltre il convenzionale, uno stimolo per lo spettatore ad andare oltre, ad osare senza timore.

RECENSIONI
Dove ci porterà? Quando una giovane artista, che per necessità interiore, mossa da un istinto che probabilmente trova le sue radici nel proprio dna, guarda ciò che ha prodotto artisticamente fino ad ora e decide che farà l’artista, subito trova nuovi compagni di viaggio, nuovi libri, nuove filosofie e una nuova determinazione che le fa spiccare il salto. Ecco che la ricerca prende vento, arrivano alla mente nuovi progetti nuove idee che non contraddicono le opere passate ma testimoniano il cambiamento, forse la libertà. Questo è capitato a Daniela Quattrocchi, giovane artista alla sua prima personale. Nelle prime sale ci salutano vecchi quadri informali frutto forse dei grovigli e strutture interiori, di buona fattura, stratificano materiali e pigmenti che testimoniano la liberazione, ci affascinano e forse liberano anche noi fruitori che decidiamo di andare oltre, avanzare verso l’ultima sala attirati da un sommesso rumore del mare fino a scoprire l’installazione “Nuova Zelanda”. Lo sguardo rimbalza tra una zattera i legno, centrale ormai a riva ma capace di raccontare la sua azione passata e più monitor che fanno scorrere il video della costruzione in legno con una botola, una scaletta e un cartello che indica una meta, “Nuova Zelanda”, mentre galleggia in un mare dal lungo respiro. I monitor sono quattro e ci permettono di non fermare lo sguardo. Anche noi galleggiamo seguendo la marea e in questa dinamica la Nuova Zelanda diventa una metafora.. Molti dei linguaggi del secondo novecento sono qui amalgamati, video istallazione, struttura di materiali poveri, cartello concettuale, performance . Niente di ridondante, ogni elemento completa la sintassi, niente di fisso, oggi la botola ci propone la Nuova Zelanda, domani ….dove ci porterà? E dove ci porterà Daniela Quattrocchi con i prossimi lavori? Ci sono già nuovi cenni, “L’Umorometro” , questa bottiglia mezza piena o mezza vuota, e soprattutto il cartello interattivo accennano ad altre branchie della ricerca, opere d’indagine, che sperimentano il rapporto tra l’artista e il suo pubblico. Dove ci porterà Daniela? In mezzo al mondo? Tra la gente? Catania, luna piena dei primi di novembre Salvatore falci

Mostre
Prima personale 3/19 Novembre 2006 Pizzartè Catania

OPERA ARTINWORLD.COM - Burka

ScultoriI contenuti qui di seguito riportati, sono a cura esclusiva dell'artistaCONDIVIDISono Vito Daniela, nata a Capua...
26/11/2024

Scultori
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Sono Vito Daniela, nata a Capua, piccola cittadina in provincia di caserta nel 1970. Fin da piccola ho manifestato sempre una grande e particolare creatività e immaginazione, in ogni cosa facessi e specialmente nel disegno. Il mio percorso culturale è stato indirizzato verso altri obiettivi ; ma come non si può trasformare un leone in gazzella, così non si può trasformare una natura artistica e creativa in una natura logico organizzativa. Diversi sono i doni creativo artistici che hanno fatto capolino di tanto in tanto nel corso della mia vita sorprendendomi e a volte e sostenendomi nel percorso evolutivo. I manufatti sono prodotti in creta e argilla. Il mio interesse si concentra in modo particolare sul volto e sulla figura umana qualche volta accompagnata da presenze animali. Le mie rappresentazioni toccano prevalentemente il femminile ampliandole di tanto in tanto con un tocco di fiabesco-favolistico e metafisico- trascendentale.

Mostre
mostra 2015 presso lo studio d'arte Andromeda di Trento

OPERA ARTINWORLD.COM - danzatrici

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26/11/2024

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Gli spazi quattrocenteschi di Palazzo da Mosto a Reggio Emilia ospitano, dal 7 dicembre 2024 al 2 marzo 2025, la mostra "Encantadas" di Davide Benati. L'esposizione è promossa dalla Fondazione Palazzo Magnani ed è a cura di Walter Guadagnini.

Encantadas
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Gli spazi quattrocenteschi di Palazzo da Mosto a Reggio Emilia ospitano, dal 7 dicembre 2024 al 2 marzo 2025, la mostra Encantadas di Davide Benati, che ripercorre un’avventura artistica ormai cinquantennale attraverso una selezione di opere storiche e numerosi inediti, testimonianza di una costante ricerca, che affonda le proprie radici negli anni Ottanta e prosegue oggi con rinnovato slancio e determinazione.
Dopo le mostre ai Musei Civici (1992) e a Palazzo Magnani (2003), l’artista torna ad esporre nella sua città natale con un nuovo progetto, curato da Walter Guadagnini e promosso dalla Fondazione Palazzo Magnani. La personale trae il titolo – Encandatas – dall’omonima serie pittorica, realizzata negli ultimi anni.
“Ho scelto per Palazzo Da Mosto opere di vari periodi della mia storia. Molte sono state dipinte nel mio nuovo studio in città, altre arrivano da prestiti di collezioni pubbliche e private, anche loro mai esposte o esposte tanto tempo fa in gallerie Italiane e straniere. Sono tutte di grande formato, adatte agli spazi maestosi e pieni di fascino del palazzo”, dichiara Davide Benati.
Il curatore della mostra Walter Guadagnini, nel saggio in catalogo, traccia gli elementi essenziali della poetica dell’artista che, dagli esordi alla maturità, ne definiscono l’identità visiva: “l’utilizzo dell’acquerello come tecnica pittorica privilegiata; la scelta di dipingere su carta nepalese; l’individuazione di immagini appartenenti a una memoria insieme personale e collettiva, restituite e rivisitate però come frammenti quasi irriconoscibili, ai limiti dell’astrazione. Una pittura in cui tutto può ritornare su se stesso, ma ogni volta in una dimensione differente, perché la presenza dell’artista è tanto più forte quanto più è mascherata dall’apparente distacco”.
La personale a Palazzo da Mosto si apre con la produzione dei primi anni Ottanta, che ha dato notorietà a Benati costituendo la base fondante per il lavoro successivo: acquarelli di grande formato su carta nepalese di raffinata sensibilità, immagini eteree che uniscono Oriente ed Occidente, sogno e realtà. La mostra presenta poi una scelta di opere realizzate tra gli anni Novanta e l’inizio del nuovo millennio: grandi lavori in cui la pratica del dittico e del trittico si afferma come primaria.
Il percorso, che si compone di circa cinquanta opere provenienti da collezioni pubbliche e private e dallo studio dell’artista, si conclude con una serie di grandi trittici inediti, che testimoniano la continuità dell’ispirazione di Benati e il suo straordinario uso della luce e del colore.
Completano la mostra alcune composizioni di carte e i taccuini di viaggio, in parte esposti nel 2024 alla Biennale Disegno Rimini: appunti privati in cui in pochi centimetri di carta, in poche gocce di acquarello, in pochi segni di matita si condensano gli studi per i grandi dipinti in esposizione.
La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Dario Cimorelli Editore con un testo inedito di Walter Guadagnini, un’antologia critica con contributi testuali di Roberto Sanesi, Arturo Carlo Quintavalle, Massimo Cacciari, Lea Vergine, Antonio Tabucchi, Elena Pontiggia, Fabrizio D’Amico, Antonio Tabucchi, Massimo Pulini, Francesco Tedeschi, Marco Tonelli, Sandro Parmiggiani, Mario Bertoni ed Eleonora Frattarolo e la documentazione delle opere esposte.
Orari di apertura: giovedì e venerdì 10-13 e 15-19, sabato domenica e festivi 10-19, aperture straordinarie 26 dicembre, 2 e 6 gennaio 10-19, 1 gennaio 15-19, chiuso il 25 dicembre; ultimo ingresso un’ora prima della chiusura. Per informazioni: www.palazzomagnani.it.
Si ringraziano per il supporto: Main Sponsor: Attolini Spaggiari Zuliani & Associati Studio Legale e Tributario, FCR – Farmacie Comunali Riunite; Sponsor: Coopservice, Grasselli S.p.A., Naturasì, Emak, Comet, Sabart, Tecomec; Sponsor tecnici: Oltre Restaurant; il donatore sig. Santo Brugaletta.
BIOGRAFIA. Nato a Reggio Emilia nel 1949, Davide Benati frequenta il liceo artistico di Modena e, successivamente, l’Accademia di Brera a Milano, dove è stato titolare delle cattedre di Anatomia e Pittura. La mostra personale d’esordio è, nel 1972, alla Galleria Il Giorno di Milano; il suo curriculum espositivo, già significativo negli anni Settanta, anni intensi di ricerche e di sperimentazioni, si arricchisce, negli anni Ottanta, di mostre personali e di partecipazioni ed esposizioni di gruppo di particolare rilievo e prestigio, anche internazionali; nel 1982 è invitato alla Biennale di Venezia (nella sezione Aperto 82), dove tornerà, nel 1990, con una sala personale; nel 1986 è invitato alla Quadriennale di Roma; mostre antologiche e pubbliche a lui dedicate si tengono nel 1989 alla Galleria Civica di Modena (con un racconto in catalogo di Antonio Tabucchi) e nel 1992 ai Musei Civici di Reggio Emilia (con un saggio in catalogo di Luciano Caramel). Significativo è l’elenco delle partecipazioni a importanti rassegne di gruppo (Anni Ottanta a Bologna e la III Triennale Internazionale alla Kunsthalle di Norimberga nel 1985, Dopo il Concettuale a Trento e Itinerari di Arte Contemporanea a Lisbona nel 1986, Biennale Internazionale de Il Cairo nel 1995), e delle mostre personali in gallerie private italiane e straniere (Anversa, Stoccolma, Amburgo, Parigi, Zurigo, New York). Sue opere sono presenti nelle collezioni di Banca Intesa S. Paolo - Gallerie d’Italia a Milano e di UniCredit Banca. Dal 2005 al 2015 lavora con la Galleria Marlborough (sede di Montecarlo), che lo inserisce stabilmente nell’élite del collezionismo internazionale. Nel 2018 espone a Milano nella galleria di Luca Tommasi Arte Contemporanea e al FAR di Rimini all’interno della Biennale del Disegno Europeo. Numerosi gli appuntamenti espositivi dell’ultimo periodo in spazi pubblici e privati: Pagine la sua prima personale alla OTTO Gallery di Bologna; Arpabirmana la mostra alla Biennale del Disegno Europeo 2024. Vive e lavora a Reggio Emilia.

Dove
Palazzo da Mosto

Quando
: giovedì e venerdì 10-13 e 15-19, sabato domenica e festivi 10-19, aperture straordinarie 26 dicembre, 2 e 6 gennaio 10-19, 1 gennaio 15-19, chiuso il 25 dicembre; ultimo ingresso un’ora prima della chiusura. Per informazioni: www.palazzomagnani.it.

INFO
Via Giovanni Battista Mari 7, 42121 Reggio Emilia RE

OPERa ARTINWORLD.COM - Encantadas|| Gli spazi quattrocenteschi di Palazzo da Mosto a Reggio Emilia ospitano, dal 7 dicembre 2024 al 2 marzo 2025, la mostra

https://artinworld.com/News.aspx?ID=00037WOpere grafiche di Omar GallianiDi Segno in SegnoCONDIVIDILa Galleria delle Art...
26/11/2024

https://artinworld.com/News.aspx?ID=00037W

Opere grafiche di Omar Galliani

Di Segno in Segno
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La Galleria delle Arti di Città di Castello (PG), fondata nel 1976 da Luigi Amadei, presenta, dal 7 dicembre 2024 al 7 febbraio 2025, la mostra personale di Omar Galliani, “Di Segno in Segno”, con un testo critico di Lorenzo Fiorucci.
L’esposizione, realizzata con il patrocinio di Comune di Città di Castello, Fondazione Cassa di Risparmio Città di Castello, Rotary Club Città di Castello e la partnership tecnica di Petruzzi Editore, sarà inaugurata sabato 7 dicembre alle ore 18.00, alla presenza dell’artista.
Per la prima volta, viene esposto un corpus completo di opere grafiche di Omar Galliani, realizzate dagli anni Settanta agli anni Duemila. Il maestro del disegno italiano si approccia alle tecniche incisorie – principalmente litografia e acquatinta – grazie ad una docenza all’Accademia di Belle Arti di Urbino (1979-80), città da sempre nota per le stamperie d’arte.
Allo stesso modo, Città di Castello, che ha dato i natali a Celestino Celestini (1882-1961) e Alberto Burri (1915-1995), annovera nella sua storia una lunga tradizione dedicata alla stampa e all’editoria artistica, portata avanti anche dalla Galleria delle Arti di Luigi Amadei, che fatto della promozione grafica, in primis Burri, ma anche Picasso, Morandi e Bacon, una delle linee identitarie della propria mission.
Il percorso espositivo comprende una quindicina di opere, molte delle quali in grandi formati, decisamente insoliti per le incisioni. Sono inoltre sposti alcuni esemplari unici, che associano alla litografia su pietra interventi manuali a tempera o pastello o applicazioni in marmo di Carrara.
«Se le opere più note di Galliani trovano nel disegno la matrice più autentica della sua produzione, oltre che la tecnica prediletta, – scrive Lorenzo Fiorucci – nella litografia egli non perde la genuinità della propria ricerca, seppur con esiti talvolta sorprendentemente diversi. Nelle litografie si possono infatti apprezzare quelle che sono le qualità tecniche di un segno grafico che nel suo dipanarsi tra la superficie liscia della pietra si fa prima specchio rovesciato di un’immagine e poi metafora di uno studio perseguito, senza soluzione di continuità, dagli anni Settanta ad oggi, in una prospettiva sempre più orientata ad una rilettura dell’idea stessa di figura, anche attraverso prelievi e citazioni storiche, nonché poetiche mitizzazioni arcaiche. [...] Nell’acquatinta, all’opposto, emerge preponderante quel dato tonale, cromatico di sofisticata costruzione onirica, quasi in una commistione evocativa di istanze simboliste immerse in suggestioni cosmiche surreali. Il fascino della ricerca di Galliani sta proprio in questa capacità di cucire insieme visioni, creando un incantesimo, che trasporta l’osservatore all’interno di un mondo variegato, fatto di commistioni tra Oriente e Occidente, evanescenze atmosferiche, echi metafisici, citazioni classiche e richiami contemporanei».
«Tutte le volte che graffi una lastra ti accorgi del fondo di luce che avanza o indietreggia e il riflesso si impunta e suona con poche note sorde e lineari. Linea d’ombra o di luce dove gli acidi divorano e smussano i tuoi segni notturni. Notte di nitrati solubili o eterei in pose lunghe o brevi. Notte di pallidi segni inchiostrati di nero o di rosso. Notte di mani leggere o pesanti nel togliere o aggiungere. Mestica oleosa dei solchi baciati da carte umide e pesanti. Deposito di sali, evaporare leggero d’acqua e d’inchiostro. Nel fisso o nel mobile l’unico e il multiplo affiorano nella dinastia dei segni interrotti dal numero arabo. Codice di passioni violate su una tenera lastra di rame», scriveva Omar Galliani nel 1991, durante un viaggio a Praga.
La mostra, accompagnata da una brochure realizzata da Petruzzi Editore, sarà visitabile tutti i giorni con orario 10.30-13.00 e 17.00-19.30, chiuso 25 dicembre e 1° gennaio. Ingresso libero. Per informazioni: T. +39 0758558918, M. +39 337 639963, [email protected], www.galleriadellearti.net. Per approfondimenti sul lavoro di Omar Galliani: www.omargalliani.com.
Omar Galliani nasce a Montecchio Emilia (RE) nel 1954. Frequenta l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Viene invitato alla prima Triennale Internazionale del Disegno di Norimberga nel 1979. Partecipa a tre Biennali di Venezia, nel 1982, nel 1984 e nel 1986 e a due Quadriennali di Roma, nel 1986 e nel 1996. Nel 1981 è presente alla Biennale di San Paolo del Brasile e a quella di Tokio, nel 1982 alla Biennale di Parigi. Nel 1998 la New York University gli dedica una personale. È del 2000 la prima personale “Aurea in Cina” presso il Museum of the Central Academy of Fine Art a cui seguirà nel 2003 l’invito alla prima Biennale di Pechino vinta ex aequo con George Baselitz. Successivamente partecipa alla Biennale del 2005 e proseguirà il suo tour cinese toccando le città di Shanghai, Chengdu, Suzhou, Dalian, Xi’an, Wuhan, Hangzhou, Ningbo. Questo viaggio culminerà poi con l’esposizione del 2007 “Omar Galliani tra Oriente e Occidente” alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia, quale evento speciale della Biennale di Venezia. Le Gallerie degli Uffizi di Firenze nel 2008 acquisiscono per le proprie collezioni il trittico “Notturno”. Nel 2017 il Direttore degli Uffizi Eike Schmidt gli commissiona un autoritratto per la collezione ufficiale del Corridoio Vasariano. Nell’ottobre 2018 si è tenuta la presentazione ufficiale dell’opera nell’Auditorium Vasari. Sempre nel 2017, alle Gallerie d’Italia – Banca Intesa Sanpaolo, a Milano, si inaugura la personale “Intorno a Caravaggio”. Nel 2018 la GAMeC, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, e l’Accademia Carrara di Bergamo lo invitano a “Raffaello e l’eco del Mito”, nel Monastero delle Clarisse di Grosseto viene inaugurata “Teofanie” e nel 2019 il CIAC di Foligno presenta “Il corpo del Disegno”. Sempre nel 2019 Tornabuoni Art di Londra inaugura “A symphony in graphite”. La Fondazione Bevilacqua La Masa presenta “Dipinta – La metis dell’Acqua”. La Galleria Tornabuoni Art, nel 2021, apre la mostra “Baci Rubati/Covid-19”, prodotta durante l’anno di pandemia. Sempre nel 2021 The Art Museum Riga Bourse, sezione del Latvian National Museum of Art inaugura la mostra “Self-Reflections”, con la collaborazione delle Gallerie degli Uffizi. Negli ultimi mesi dello stesso anno, il Museo Marca di Catanzaro ospita la personale “Omar Galliani. Il disegno non ha tempo”. Nel 2022 il Mart di Rovereto lo invita a “Giotto e il Novecento” e acquisisce per le proprie collezioni la tavola “Riflessi”. Nel 2023 il teatro Galli e il Part di Rimini presentano l’opera “Per Santa Teresa”. Nello stesso anno, il Palazzo Reale di Milano presenta la monografica “Omar Galliani. Diacronica. Il tempo sospeso”, a cura di Flavio Caroli e Vera Agosti, mentre la Fondazione Franco Zeffirelli di Firenze l’installazione “Omar Galliani. Un’Opera per Zeffirelli”. A gennaio del 2024 si inaugura la monografica “Omar Galliani. L’eco della Sibilla”, tra le sale del Palazzo dei Capitani di Ascoli Piceno, e la collettiva “Le vie della fede. Testimonianze d’arte e di pensiero” al Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo di Roma. A marzo, il Collegio e la Galleria Alberoni ospitano “Silenzio, l’enigma del verso. Il Cristo di spalle di Omar Galliani in dialogo con l’Ecce Homo di Antonello da Messina”. Il Museo del 900 di Milano acquisisce per le proprie collezioni l’opera “Dalla bocca e dal collo del foglio” del 1977.

Dove
Galleria delle Arti di Luigi Amadei

Quando
10.30-13.00 e 17.00-19.30, chiuso 25 dicembre e 1° gennaio.

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