03/08/2025
La meditazione rappresenta prima di tutto un ampliamento della nostra coscienza e della nostra consapevolezza; è un modo per oltrepassare i confini mentali che ci fanno sentire separati dal tutto.
Meditare significa riconoscere noi stessi come parte dell'intero universo e sentirci in connessione con ogni forma di vita. Questa visione dell'unità, spesso associata alla cultura orientale, è stata condivisa anche da scienziati come Einstein, il quale ha esplorato la realtà attraverso la scienza, arrivando a intuizioni simili a quelle dei pensatori orientali.
Praticando la meditazione, si avvia un cambiamento interiore: iniziamo a percepirci come "creatori del nostro sogno" e a sentirci responsabili degli eventi della nostra vita. I nostri pensieri, emozioni e atteggiamenti giocano un ruolo fondamentale nel plasmare le circostanze che ci circondano. Così, non siamo più vittime passive di eventi esterni o comportamenti altrui; ci rendiamo conto che, con tutto il nostro essere, contribuiamo a formare il mondo in cui viviamo e ciò che accade intorno a noi.
Questa nuova consapevolezza porta con sé una grande responsabilità: non possiamo più attribuire la colpa agli altri o alla vita per le nostre esperienze. Allo stesso tempo, ci connette a un potere trasformativo, permettendoci di scegliere e creare la nostra realtà. Anche se le circostanze esterne potrebbero rimanere invariate, possiamo sempre decidere come affrontarle.
Con l'aumento della consapevolezza, ci accorgiamo che la felicità o l'infelicità è solo una scelta; possiamo decidere il nostro stato d'animo in ogni momento, a seconda di come reagiamo a ciò che ci accade.
Durante la meditazione, si sperimenta una gioia profonda, un senso di pienezza e di connessione con tutto ciò che esiste: si può apprezzare la bellezza di un fiore, sentire la potenza del mare, abbracciare un albero o inchinarsi davanti alla maestosità di una montagna.
In questo stato di coscienza, le barriere tra noi e gli altri svaniscono, il senso di separazione si dissolve e ci sentiamo più vivi e completi, partecipando alla vita dell'intero universo.
Meditare è riscoprire che siamo stati creati dalla gioia e che questa è la base di tutto ciò che esiste. Ogni cosa è stata creata per amarci; se nella nostra vita ci sono solo tristezza e mancanza d'amore, è probabile che non ci permettiamo di ricevere, credendo di non essere degni di amore e gioia. Molte persone, se non tutte, soffrono di sensi di colpa che ostacolano la loro apertura e ricezione. Queste persone sono come affamati invitati a un banchetto ricco, ma che non osano avvicinarsi per prendere ciò di cui hanno bisogno. La meditazione permette di accedere a sé stessi e liberarsi da questi sensi di colpa, di avvicinarsi al banchetto e ricevere abbondanza. È un processo di autoaccettazione, che include tanto le parti luminose quanto quelle che consideriamo negative. Chi si avvicina alla meditazione non deve temere di scoprire lati di sé che non gradisce; anche questi aspetti, appartenenti a ciò che chiamiamo "parte oscura", devono essere accolti e amati, poiché contengono un potenziale enorme che può essere attivato solo attraverso l'accettazione e l'amore. È fondamentale imparare ad amare se stessi per avvicinarsi alla meditazione, lasciando andare il dolore che ci è familiare.
Molti dei messaggi che riceviamo attraverso l'educazione, i media o i modelli sociali sono incentrati sul dolore. La nostra società, rappresentata dai telegiornali, spesso sembra dar più rilevanza ai tragici aspetti della vita, trascurando la bellezza e la gioia.
Ci viene frequentemente insegnato che la vita è una lotta e che per ottenere ciò che desideriamo dobbiamo fare enormi sforzi, portandoci a pensare che debba esserci un prezzo da pagare per la nostra felicità. Questa programmazione negativa, profondamente radicata, rende difficile creare esperienze positive e gioiose. Sebbene tutti affermino di voler essere felici, molte persone, in modo inconscio, scelgono l'infelicità e la alimentano con il proprio comportamento. Spesso investiamo più energia nel mantenere il nostro stato di infelicità piuttosto che nel coltivare la felicità e ritrovare la gioia.