02/11/2024
In tutti i paesi, era usanza, un tempo, raccontare storie di fantasmi, davanti ad un cerino acceso, nel giorno dei morti.
Si diceva che i morti 'tornassero' nel giorno della loro festa, e tantissime leggende mettevano i brividi a chi le ascoltava.
Fu davanti ad un cerino acceso che la sera del 2 Novembre di tanti anni fa, mi fu raccontata l'inquietante storia di Anna G., giovane donna realmente esistita nel mio paese.
Per la rubrica 'Il sentiero delle foglie rosse', Kneesbent77 presenta:
L'ULTIMO BALLO DI ANNA G. (prima parte)
A ridosso della festività di Ognissanti, un ragazzo prese parte ad una serata danzante, dove conobbe una bellissima fanciulla, dalla pelle candida come il vestito che indossava. I due trascorsero l'intera serata a ballare e chiacchierare. Lei sembrava felice e a suo agio, ma ogniqualvolta il ragazzo provava a chiederle qualcosa di sé, un velo di tristezza sembrava trasparire negli occhi della giovane, e il suo volto si mascherava di malinconia. L'unica cosa che era riuscito a sapere di lei era il suo nome; si chiamava Anna.
Giunta la mezzanotte, la ragazza chiese al suo corteggiatore di accompagnarla a casa, spiegandogli di abitare poco distante da lì. Il ragazzo accettò volentieri, e, vedendola infreddolita, le cedette il proprio cappotto. Giunti a ridosso della sua abitazione, lei gli chiese di fermarsi. Dietro di loro, degli imponenti cipressi li collocavano nei pressi del cimitero comunale. Il cancello d'ingresso era ben visibile e si riusciva ad intravedere una tenue luce nella casa del custode. Pensando fosse sua figlia, il giovane si tranquillizzò.
Gli occhi di Anna erano magnetici; un brivido gli percorreva la schiena, mentre li fissava, al punto che, prima di congedarsi, il giovane prese una mano della ragazza e le si avvicinò, tentando di baciarla. Lei fece un passo indietro, con delicata fermezza. Si scusò, ma proprio non poteva ricambiare quel bacio.