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Chora si rivolge a chi è in cerca di una prospettiva più ricca sul mondo, dando voce a una vasta gamma di narrative autentiche, attraverso un’unione non convenzionale di formati che partono dal podcast per evolversi in altre forme (video, libri, eventi online e offline).

La vita di Laura Santi è finita ieri mattina a mezzogiorno. Lo ha scelto lei, era a casa sua, nel suo letto. Era quello ...
22/07/2025

La vita di Laura Santi è finita ieri mattina a mezzogiorno. Lo ha scelto lei, era a casa sua, nel suo letto. Era quello che voleva e il punto finale della sua battaglia per avere il diritto di accedere al suicidio medicalmente assistito.
Ero stato con lei una giornata intera alla fine di maggio, avevamo registrato una lunga intervista podcast in cui mi ha raccontato la sua vita e la sua storia. Una specie di autobiografia di cui aveva suggerito anche il titolo: “Una fame disperata di vita”. Perché Laura, che si è battuta per avere la libertà di morire, amava moltissimo la vita .

Aveva 50 anni e da 25 il suo corpo era quasi completamente paralizzato, muoveva solo la testa e tre dita della mano destra. Non aveva più nessuna autonomia e dipendeva completamente da suo marito Stefano. La sua giornata era scandita dalla sofferenza, dal dolore, da una serie di gesti necessari per tenerla in vita, da un’immensa fatica.
Quando ci siamo visti aveva appena ricevuto il protocollo sanitario di assistenza per il suicidio assistito dall’Asl della Regione Umbria. Era molto scossa: «Mi sono messa a piangere quando l’ho saputo. Ero in un misto tra malinconia, tristezza, liberazione e trionfo. Mi sono fatta un pianto a dirotto pensando a me che schiacciavo quel pulsante. È dura dirlo, però è così: quel pensiero può essere anche vissuto come una grande liberazione».

Abbiamo continuato a scriverci in queste settimane e pochi giorni fa le ho mandato la foto di una meravigliosa alba su un’isola greca. Mi aveva risposto così: “Infinitamente grazie Mario. Beh qui c'è proprio l'infinito davvero... Grazie e un abbraccio forte!”.
Mi tengo stretto quell’abbraccio.

Tra l’11 e il 16 luglio 1995, nonostante Srebrenica fosse stata dichiarata “zona protetta” dall’ONU, circa 8.000 uomini ...
22/07/2025

Tra l’11 e il 16 luglio 1995, nonostante Srebrenica fosse stata dichiarata “zona protetta” dall’ONU, circa 8.000 uomini e ragazzi musulmani bosniaci furono uccisi e sepolti in fosse comuni dalle forze serbo-bosniache.

Da quindici anni, grazie all’associazione Gračaničko keranje, 200 donne bosniache disoccupate – spesso madri delle vittime – realizzano all’uncinetto il fiore di Srebrenica, simbolo del genocidio. I fiori, venduti a prezzo simbolico, aiutano a coprire i costi dei materiali e garantiscono un piccolo reddito alle artigiane.

Distribuiti in tutta la Bosnia e donati alla diaspora, questi fiori sono un gesto di memoria e solidarietà, ma anche un modo per preservare il “keranje”, tecnica di ricamo bosniaca del XV-XVI secolo, tramandata di madre in figlia, soprattutto nella zona di Gračanica.

Ascolta “Srebrenica. Il genocidio dimenticato”, il podcast in cui l'attrice e regista teatrale Roberta Biagiarelli e il giornalista di guerra Paolo Rumiz ripercorrono le tappe del genocidio del luglio 1995 e il ruolo della memoria collettiva.

Il podcast è disponibile sulle principali piattaforme audio gratuite e a questo link: https://open.spotify.com/show/0e5QiHzTyCDO6I6eQJ7PsZ?si=23a1e5d849854a06

Tra le meraviglie del bosco c’è una collina magica. Su quella collina si trova un piccolo paese: Borgo Felice. In questo...
21/07/2025

Tra le meraviglie del bosco c’è una collina magica. Su quella collina si trova un piccolo paese: Borgo Felice. In questo luogo non esiste la cattiveria, nessuno è prepotente. Tutti sono gentili e ci si aiuta sempre l’un l’altro. Fino a quando la tranquillità di Borgo Felice non viene turbata.

Chi ha rubato i dolci del forno? Chi ha rapito il gatto parlante?

A rispondere a queste domande saranno Mia, Teo e i loro inseparabili amici animali.

È uscito un nuovo podcast per bambini e bambine dai 5 anni in su, pensato per stimolare la fantasia, la curiosità e il divertimento, con storie brevi e coinvolgenti.

Ogni episodio è perfetto per accompagnare i momenti di tutti i giorni: la merenda, il tragitto casa-scuola o la routine della buonanotte.

“Mia & Teo – Misteri a Borgo Felice” è disponibile sulle principali piattaforme audio gratuite e al link in bio.

A che età si inizia a fare sexting? Succede solo all'interno delle relazioni o anche al di fuori?Per la Generazione Z, s...
21/07/2025

A che età si inizia a fare sexting? Succede solo all'interno delle relazioni o anche al di fuori?

Per la Generazione Z, scambiarsi messaggi, foto o video intimi è un modo per vivere la sessualità, spesso percepito come più sicuro e meno stressante rispetto al sesso dal vivo. Molti ragazzi e ragazze iniziano a farlo presto, anche a meno di 13 anni e con amici, per la voglia di provare nuove emozioni e sentirsi accettati.

Ma quali sono i rischi? E come si affrontano le insicurezze legate ai modelli irreali proposti dal p***o online, sempre più accessibile e diffuso?

Nella quarta puntata della seconda stagione di "Boomer si nasce" affrontiamo questi temi grazie ai racconti di tre giovani poco più che maggiorenni, e ai contributi della psicologa Chiara Maiuri e dell'autrice Valeria Montebello.

Boomer si nasce è un progetto realizzato da Trentino Film commission ed educaimmagine, in collaborazione con Chora Media.

Ascolta la puntata sulle principali piattaforme audio gratuite e a questo link: https://open.spotify.com/show/6pJKD4ma9LsFcKyIlu1cbJ?si=b14914b5c8ed4438

Nell'ultima puntata di Altre Globalizzazioni partiamo da New York, la città globale per eccellenza. E osserviamo due cas...
20/07/2025

Nell'ultima puntata di Altre Globalizzazioni partiamo da New York, la città globale per eccellenza. E osserviamo due case. La prima è quella di un americano medio, la seconda è la casa di Rose Cu***ng, passata alla storia come pioniera dell'interior design.

Attraverso il confronto, insieme alle giornaliste Camilla Fatticcioni e Mariangela Pira, tracciamo un racconto che ci porta a indagare il rapporto tra occidente e oggetti orientali, tra le chinoiserie del XVIII e XIX secolo e il Made in China della "Cina fabbrica del mondo".

In questo percorso, insieme all’esperto di moda Andrea Batilla, ci soffermeremo anche a riflettere sulla globalizzazione come circolazione di stili, riconoscendone il valore ma anche la problematicità.

Si ascolta sulle principali piattaforme audio gratuite e al link in bio.

Dal 1973 a oggi abbiamo assistito a una rivoluzione senza precedenti: l'energia solare è passata da curiosità accademica...
19/07/2025

Dal 1973 a oggi abbiamo assistito a una rivoluzione senza precedenti: l'energia solare è passata da curiosità accademica a forza dominante del mercato energetico globale. Ma come ogni trasformazione profonda anche questa nasconde contraddizioni e sfide ancora distanti dall’essere risolte.

Mentre installiamo pannelli e turbine a ritmi record - la Cina aggiunge un gigawatt di solare ogni otto ore - la nostra fame di minerali critici sta spingendo l'umanità verso frontiere inesplorate.

Non parliamo solo di terre rare: servono litio, cobalto, nichel per le batterie che rendono possibile questa transizione.

Il paradosso è evidente: per ridurre la dipendenza dalle fonti fossili (e quindi emettere meno Co2) rischiamo di rientrare nelle dinamiche estrattive che ci hanno portato qui problemi di oggi.

I fondali oceanici custodiscono ecosistemi ancora sconosciuti, eppure li stiamo già spartendo per decidere chi avrà il potere di estrazione.

Lo spazio, un tempo dominio della fantascienza, diventa arena di una nuova corsa all'oro.

In Pakistan e Nigeria, intanto, milioni di persone saltano direttamente al solare senza passare dalle reti tradizionali. È il "leapfrogging" energetico: la tecnologia che permette di bruciare le tappe senza passare dalla traiettoria inquinante che molti Paesi del Nord globale hanno attraversato.

La domanda principale rimane: chi governerà queste nuove frontiere?

Le risposte a questa domanda definiranno se la transizione energetica sarà democratica o creerà nuove forme di disuguaglianza. Il futuro è ancora tutto da scrivere.

Ne parla Simone Pieranni nella nuova puntata di Fuori da Qui. Si ascolta sulle principali piattaforme audio gratuite e a questo link: https://open.spotify.com/show/5Ugg89zXojdYqG7raWwuHc?si=6d62cf8548574e50

Un mese dopo la strage di Capaci, Paolo Borsellino tiene uno dei discorsi più emozionanti e carichi di significato della...
19/07/2025

Un mese dopo la strage di Capaci, Paolo Borsellino tiene uno dei discorsi più emozionanti e carichi di significato della sua carriera.

È il 20 giugno 1992, Borsellino si alza e parla durante la veglia per Giovanni Falcone, per ricordare l’amico scomparso e le tante battaglie combattute insieme.

Un mese dopo, il 19 luglio 1992, in Via D’Amelio un’autobomba con 100 chili di tritolo uccide anche il giudice Borsellino e cinque agenti della sua scorta: Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina ed Emanuela Loi (la prima donna della Polizia di Stato a morire in servizio).

L’attentato arriva a meno di due mesi dalla strage di Capaci, dove aveva perso la vita il magistrato Giovanni Falcone, anche lui totalmente impegnato nella lotta a Cosa nostra.

Borsellino diceva che la lotta alla mafia deve essere prima di tutto un movimento culturale, una questione collettiva, che coinvolga tutti e che si opponga al compromesso morale, all'indifferenza e quindi alla complicità con le organizzazioni criminali. Una convinzione che lo aveva portato a sacrificare tutto per dedicare la sua vita a questo impegno, nonostante le intimidazioni e i rischi.

Il suo assassinio è avvenuto in un momento storico molto complesso per l’Italia. Un periodo di attentati e di bombe da parte delle organizzazioni mafiose, ma anche di grande instabilità politica.

Per capire meglio cosa stesse succedendo, potete ascoltare la prima puntata di Romanzo Quirinale, in cui Marco Damilano dipinge bene un’Italia devastata da crisi istituzionali e sconvolgimenti sociali.
Potete ascoltarla a questo link: https://open.spotify.com/episode/6j9uA1MjN4kjwCMgp1jCS0?si=6d3bb30b890a4cc1

Ieri l’aviazione israeliana ha bombardato il ministero della Difesa e il quartier generale dell’esercito siriano nel cen...
17/07/2025

Ieri l’aviazione israeliana ha bombardato il ministero della Difesa e il quartier generale dell’esercito siriano nel centro di Damasco. Con un altro missile ha colpito la soglia del palazzo presidenziale — un segno di avvertimento.

Il palazzo è occupato dal nuovo presidente al Sharaa, che non ha mai lanciato attacchi o facilitato attacchi o minacciato attacchi contro Israele. Prima di lui non era così: in Siria gli iraniani erano liberi di scorrazzare, di portare le munizioni alle milizie nemiche di Israele.

Lo Stato ebraico dice di fare quello che fa per proteggere i drusi, una minoranza che abita il sud e che è presente anche in Israele con 150mila persone.

Ma gli analisti israeliani spiegano che la ratio è soprattutto un’altra: lo Stato ebraico, dopo il 7 ottobre, vuole una forma di controllo sui pezzi degli altri Paesi vicini ai suoi confini. E laddove un Paese è debole, se li prende.

L’Amministrazione Trump ha esortato Israele a smettere di attaccare la Siria perché è consapevole che il rischio di un’altra guerra civile sia alto.

Ne parla Cecilia Sala nella nuova puntata di Stories. Si ascolta sulle principali piattaforme audio gratuite e a questo link: https://open.spotify.com/show/1FaCiqGahURjjO42JOMiyd?si=1a2a346895bd435a

Durante il primo mandato di Trump, la figlia Ivanka convinse il papà presidente a cambiare approccio verso il regime di ...
16/07/2025

Durante il primo mandato di Trump, la figlia Ivanka convinse il papà presidente a cambiare approccio verso il regime di Assad dopo l’attacco di Khan Sheikhun, il secondo attacco con armi chimiche più grave della guerra siriana.

Era il 4 aprile 2017 e un aereo del regime aveva sganciato bombe di gas sarin contro la provincia di nord ovest controllata dai ribelli. Tra le vittime c’era un numero alto di bambini. Quella sera Ivanka mostrò al papà le fotografie di alcune vittime di uno o due anni d’età. Funzionò.

Oggi abbiamo un altro esempio di come le donne della famiglia Trump, a volte, siano più efficaci dei consiglieri nel raccontare la guerra al presidente.

Quando Trump una sera dice a Melania che ha avuto una magnifica telefonata con Putin e che sente che la pace è vicina, la moglie risponde: “Ah davvero? Perché ha appena bombardato una casa di cura”.

Melania è cresciuta in Jugoslavia, un paese che diffidava dalla Russia. Quando, nel 2022, l’anno in cui comincia l’invasione su larga scala, Trump elogia Putin, mentre Melania fa una rara dichiarazione pubblica per dire che l’invasione russa è orribile e fa una donazione alla Croce Rossa in Ucraina.

Il Times ha scritto che la First Lady ha più influenza di quanto si creda, Trump la ascolta. E in questi giorni il presidente degli Stati Uniti ha cambiato approccio nei confronti di Putin perché, come sottolineava Melania, si è accorto che il presidente russo lo prende un po’ in giro. “Nelle telefonate mi dice una cosa, poi sul campo in Ucraina fa l’opposto”, ha detto Trump.

Lunedì Trump ha minacciato: se Putin non fa la pace entro 50 giorni, gli Stati Uniti imporranno sanzioni secondarie contro tutti gli uomini coinvolti nella guerra di aggressione russa, anche quelli all’estero.

Ne parla Cecilia Sala nella nuova puntata di Stories. Si ascolta sulle principali piattaforme audio gratuite e a questo link: https://open.spotify.com/episode/003S8ssMcLGPb0cMdJjfEt?si=e249a8c6ed754095

La lente con cui guardiamo il mondo noi occidentali spesso ci porta a non capire ecosistemi vitali per il pianeta. Come ...
16/07/2025

La lente con cui guardiamo il mondo noi occidentali spesso ci porta a non capire ecosistemi vitali per il pianeta. Come la grande foresta amazzonica, per lungo tempo considerata un habitat inadatto agli esseri umani, un "grande vuoto", ma che ora si rivela culla di società straordinariamente complesse e antichissime.

Com'è possibile vivere l'Amazzonia? Lo raccontano le tradizioni, le tecniche e l'uso delle risorse dei popoli originali, coloro i quali abitavano la foresta molto prima della colonizzazione europea.

Di Amazzonia e molto altro parliamo nella seconda puntata di Alberi e altri umani, il podcast in collaborazione con In questo secondo episodio Stefano Mancuso e Emanuela Evangelista ci raccontano di foreste primarie e comunità umane che le vivono e le salvaguardano da sempre.

Il podcast esce il 16 di ogni mese e si ascolta sulle principali piattaforme audio gratuite e al link in bio.

Prima del 1970, le Regioni esistevano sulla carta ma non avevano un'amministrazione locale. Quando infine fu deciso di i...
14/07/2025

Prima del 1970, le Regioni esistevano sulla carta ma non avevano un'amministrazione locale. Quando infine fu deciso di istituire il sistema di governo regionale, 22 anni dopo l'entrata in vigore della Costituzione, in Calabria c'è tensione.

La scelta del capoluogo non è un fatto simbolico: essere capoluogo vuol dire posti di lavoro. È anche per questo che quando viene scelta Catanzaro, tutti i reggini, dal sindaco ai cittadini, iniziano ad agitarsi. Fino a quando non scoppiano le rivolte, agitate soprattutto dai neofascisti del Movimento Sociale Italiano.

Per sedare quelle rivolte arriva il "pacchetto Colombo": è grazie a questa misura che viene progettato un nuovo centro siderurgico, ma soprattutto un nuovo porto nella piana di Gioia Tauro. E da subito la 'ndrangheta mette le mani sul progetto.

“Mare di Rabbia” è una co-produzione internazionale di Chora Media e Podium Podcast. È scritto da Francesca Berardi insieme ad Anna Sergi, professoressa di criminologia ed esperta di ‘Ndrangheta. È un podcast sulla travagliata storia del porto e della Piana di Gioia Tauro, ma non solo: racconta perché il traffico di cocaina è tutt’altro che un affare locale.

Questo contenuto è finanziato dall’Unione europea. Le opinioni espresse appartengono, tuttavia, al solo o ai soli autori e non riflettono necessariamente le opinioni dell’Unione europea.

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