03/06/2020
Una storia italiana.
Oggi vogliamo raccontarvi una storia che in pochi conoscono, quella di Leone Jacovacci, il pugile soldato più forte del razzismo.
Nel 1905 arriva dal Congo devastato dalle guerre e dalla ferocia di un tiranno Belga.
Padre Romano e mamma congolese, vive con i nonni a Viterbo sino a quando, stanco del razzismo e dell’intolleranza che subisce sin dai banchi di scuola, si imbarca per l’Inghilterra dove cambierà nome e diventerà John Walker, soldato afro-britannico e successivamente Jack Walker pugile afro- americano.
Con il primo nome si arruolò nelle fila britanniche nella guerra in Russia, con il secondo diventò un pugile.
Ma all’epoca ai neri non era permesso combattere ad alto livello ma solo in periferia e questo pesava molto a Leone che era un grande talento.
Si trasferì allora in Francia dove riscosse molti successi.
Nonostante tutto, nascondere il suo nome inizio’ a pesargli come un macigno.
Tornò cosi in Italia dove vinse contro Bosisio ma nessun giornale ne parlo’ mai perché paventarono dubbi nel volere che l’Italia fosse rappresentata da un meticcio.
Nei due anni successivi, in tutti gli incontri, p***e ai punti immeritatamente grazie ai verdetti di giudici accecati dall'odio razziale e dalle nuove direttive di una Europa tendente alle leggi razziali.
Si trasferì di nuovo in Francia dove terminò la sua straordinaria carriera dopo più di 155 incontri.
Passò attraverso una guerra mondiale, tornò in Inghilterra, cambiò ancora nome senza trovare mai pace.
Con la Sconfitta dei tedeschi tornò in Italia e si prodigò nell’aiutare i profughi, combattendo wrestiling sino a 60 anni.
A più di 80 anni, morirà a Milano il grande spirito combattivo di Leone Jacovacci, campione d’Italia e d’Europa dei pesi medi.
Si spense nel silenzio che spesso accompagna gli uomini più straordinari.