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Il 16 settembre torna al San Fedele a Milano Inner_Spaces, la rassegna di musica elettronica e arti audiovisive che dal ...
12/09/2024

Il 16 settembre torna al San Fedele a Milano Inner_Spaces, la rassegna di musica elettronica e arti audiovisive che dal 2012 è un punto di riferimento a Milano per la sperimentazione e la ricerca interdisciplinare. In questa occasione ho intervistato Lorenzo Senni, che presenterà il 19 novembre una versione inedita di Canone Infinito, della durata di un'ora. Abbiamo chiacchierato a lungo, su ARTRIBUNE trovate la versione breve dell'intervista, perché quella integrale uscirà più avanti su Vapore Magazine, dove ci saranno più approfondimenti tecnici e non solo.. (link nel commento)

"Il lato accademico della mia formazione viene da lui [Guido Guidi], perché per tre anni ho passato ogni giorno in sua compagnia, parlando, sfogliando libri, incontrando (sempre stando in un angolo!) personaggi del calibro di Stephen Shore".

"La musica elettronica l’ho incontrata a vent’anni all’università. Prima frequentavo il giro hardcore punk vegan straight edge di Cesena. Ho fatto mia quella filosofia, sentendomi sempre molto libero, anche se in riferimento a quella scena spesso si tende a pensare il contrario. Al punto che contemporaneamente ho cominciato a frequentare la riviera romagnola, Rimini e Riccione con gli amici del mio paese, che invece erano l’opposto, Gabber, Hardcore-Warriors e diciamo che amavano “divertirsi”. Era però tutto molto fluido".

"Nei build up più estremi all’origine di questa progressione musicale c’è un suono che sembra un punto. Sono partito da lì, ponendomi alcune domande. Che cosa succederebbe se aprissi questo suono del 30% anziché del 100%? Se lo facessi in una traccia di venti minuti anziché di un minuto e mezzo?"

Su Vapore Magazine l’intera intervista a Heith, in seguito all’uscita di The Liars Tell su PAN, dove facciamo un punto s...
02/07/2024

Su Vapore Magazine l’intera intervista a Heith, in seguito all’uscita di The Liars Tell su PAN, dove facciamo un punto sul suo percorso artistico, partendo dall’inizio e attraversando X, Wheel.

“V: I riferimenti sonori meno “comuni” che sono presenti nell’album, mi riferisco alla musica rituale, alla gamelan, da dove derivano? Da una fascinazione dovuta a un viaggio?

H: Nel 2017 ho fatto un viaggio in Indonesia e per caso ho conosciuto dei ragazzi dell’Università di musica tradizionale di Bandung (i Tarawangsawelas) e ho passato mesi con loro, partecipando anche a cerimonie. In Indonesia la cultura è animista ed è stata per me la prima volta in cui sono venuto in contatto con questo tipo di approccio. Che però è affine alla visione spirituale che ho della musica. Anzi credo sia stata la dimensione dell’escapismo ad avermi fatto appassionare da bambino. Era sicuramente una via di fuga. L’aspetto rituale della musica riguarda molto questa dimensione o comunque il contatto con qualcosa di più ineffabile, non per forza materiale. L’ingresso in un’altra realtà, la possibilità di immaginare altri mondi, rispetto a quello in cui si vive. Penso che in fondo anche per le band noise, grunge, o in qualsisia cosa degli anni Novanta, l’escapismo fosse una questione importante. Per Kurt Cobain come per David Tibet, che magari manifestava un interesse più concreto e approfondito nella dimensione ritualistica della musica. Però non credo che alla fine ci fosse differenza, perché la musica ha una funzione che non è rappresentativa, quindi appunto ti consente di immaginare qualcosa che non esiste”.

Dopo X, Wheel, album di debutto su PAN di Bill Kouligas, apprezzato per la ricchezza e varietà delle influenze musicali e vera scoperta del 2022, Heith, producer milanese co-fondatore di Haunter Records, torna sulla medesima etichetta con un ep più ambient dove si concentra maggiormente sulla voce...

DUNE: PARTE DUE continua a guidare il box office. La nostra recensione a cura di Carlotta Annabelle Petracci"L’anteprima...
18/03/2024

DUNE: PARTE DUE continua a guidare il box office. La nostra recensione a cura di Carlotta Annabelle Petracci

"L’anteprima in Sala Energia all’Arcadia di Melzo è stata un’esperienza straordinaria. Primo perché si tratta di un luogo che suggerisce una concezione di cinema che travalica la visione frontale. Secondo perché la storia di Dune ha un substrato psichedelico che Villeneuve ha restituito nelle più belle immagini della storia di Paul Atreides (Timothée Chalamet) e del suo percorso di iniziazione per diventare un ribelle, poi un Messia e forse un traditore. L’aspetto più affascinante del Secondo Capitolo è infatti la sua opacità. Dopo la morte del padre, Paul, insieme alla madre Jessica, che fa parte della sorellanza “illuminata” delle Bene Gesserit, si unisce alla tribù dei Fremen per combattere gli Harkonnen. Una Casata costituita da sosia di Billy Corgan, che levitano in spazi architettonici da turbo-futuro brutalista e gigeriano. I Fremen invece sono una popolazione del deserto di Arrakis e rappresentano il grande conflitto irrisolto tra i valori dell’Occidente, fondato sulla techne, e lo Stato di Natura. Quella diffusa visione orientalista, per cui l’alterità che vive in armonia con la Natura, viene considerata primitiva".

La storia di Dune ha un substrato psichedelico che Villeneuve ha restituito nelle più belle immagini della storia di Paul Atreides (Timothée Chalamet) e del suo percorso di iniziazione per diventare un ribelle, poi un Messia e forse un traditore. Dopo la morte del padre, Paul, insieme alla madre J...

Anatomia di una caduta (Anatomie d'une chute) di Justine Triet (vincitrice della Palma d'oro al 76º Festival di Cannes),...
11/01/2024

Anatomia di una caduta (Anatomie d'une chute) di Justine Triet (vincitrice della Palma d'oro al 76º Festival di Cannes), è al cinema. La nostra recensione da Roma dove Carlotta Annabelle Petracci l'ha visto tra i Best Of:

"Sandra e Samuel vivono col figlio Daniel, ipovedente, in uno chalet poco distante da Grenoble. La loro relazione è conflittuale, lo intuiamo dalla prima scena, forse la più bella dell’intero film. Sandra sta rilasciando un’intervista a una giovane e affascinante giornalista, ma viene interrotta dal volume della musica proveniente dal piano superiore, nello specifico dalla camera del marito. Alla tensione sottilmente erotica tra le due donne si sovrappone quella implicita di coppia. Un gesto, quello del compagno, che appare decisamente irrispettoso e sopra le righe, tanto dal metterci immediatamente in allarme sul perché. La risposta non tarda ad arrivare, quando il figlio, accompagnato dal cane, trova il corpo del padre esanime sulla neve. Se la mente dello spettatore va immediatamente al suicidio, la sceneggiatura pone una questione decisamente più accattivante: potrebbe trattarsi di uxoricidio?"

Sandra e Samuel vivono col figlio Daniel, ipovedente, in uno chalet poco distante da Grenoble. La loro relazione è conflittuale. Quando il figlio, accompagnato dal cane, trova il corpo del padre esanime sulla neve, ci domandiamo: sarà suicidio o uxoricidio?

FERRARI, MICHAEL MANN. Al cinema, la recensione di Carlotta Annabelle Petracci"Michael Mann, regista notturno, che racco...
18/12/2023

FERRARI, MICHAEL MANN. Al cinema, la recensione di Carlotta Annabelle Petracci

"Michael Mann, regista notturno, che racconta di uomini irrimediabilmente perduti in se stessi. Uomini tragici, che non possono far altro che seguire il loro destino, torna dopo otto anni con Ferrari, in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia. Ancora una volta con la storia di un uomo, in una fase critica della vita. Non è il mito di Enzo Ferrari (Adam Driver) che abbiamo visto sullo schermo e neanche un biopic, nel senso tradizionale del termine, bensì il susseguirsi di una serie di eventi che hanno segnato il 1957, anno terribile in cui alla morte del figlio Dino, avvenuta nel 1956, seguono sventure e allontanamenti. La Ferrari, di cui oggi conosciamo il mito, non naviga in buone acque, la vita privata di Drake (il soprannome di Enzo Ferrari) è giunta a un punto di non ritorno. La moglie Laura è al corrente dei suoi tradimenti, l’amore sembra finito, eppure la sua rabbia ci dice che quell’uomo così sfuggente, quel partner in affari, un tempo pilota spericolato, anche se non tra i più vittoriosi, è stato colui a cui ha consacrato la sua vita, di donna, moglie e madre, votata alle tradizioni e costretta invece ad affrontare il conflitto, l’indecisione, la menzogna e persino un nuovo amore, perché Enzo è tutto fuorché un uomo privo di ombre".

Non è il mito di Enzo Ferrari che abbiamo visto sullo schermo e neanche un biopic, nel senso tradizionale del termine, bensì il susseguirsi di una serie di eventi che hanno segnato il 1957, anno terribile in cui alla morte del figlio Dino, avvenuta nel 1956, seguono sventure e allontanamenti

Ferrari è al cinema ed è un film bellissimo. Grazie a Mann e Driver il mito rivive in una forma completamente nuova: più...
14/12/2023

Ferrari è al cinema ed è un film bellissimo. Grazie a Mann e Driver il mito rivive in una forma completamente nuova: più cupa, introspettiva ed elegante...

Non è il mito di Enzo Ferrari che abbiamo visto sullo schermo e neanche un biopic, nel senso tradizionale del termine, bensì il susseguirsi di una serie di eventi che hanno segnato il 1957, anno terribile in cui alla morte del figlio Dino, avvenuta nel 1956, seguono sventure e allontanamenti

SWAN SONG su Apple TV+ Un'anticipazione dell'intervista di Carlotta Annabelle Petracci dai nostri archivi."Un viaggio in...
01/03/2023

SWAN SONG su Apple TV+ Un'anticipazione dell'intervista di Carlotta Annabelle Petracci dai nostri archivi.

"Un viaggio intenso ed emozionante in un futuro prossimo, dove la clonazione è possibile e le relazioni ci pongono di fronte a una nuova umanità. A Cameron viene diagnosticata una malattia terminale, il suo medico gli prospetta una soluzione alternativa per proteggere la sua famiglia dalla sofferenza ma anche dalla verità. Abbiamo approfondito le implicazioni di questa distopia soft con l’autore e regista premio Oscar Benjamin Cleary, il protagonista Mahershala Ali e la co-protagonista Naomie Harris.
V: Il futuro che hai delineato non si discosta troppo dal nostro presente. Allo stesso tempo appare come un mondo ideale firmato Apple. Nelle note di produzione sono citati diversi artisti e architetti come riferimenti per il design degli spazi: James Turrell, Ólafur Elíasson, Oscar Niemeyer, Peter Zumthor. Appare anche per questo motivo un’opera ibrida, al confine tra branded content e cinema. Che cosa ne pensi?

Benjamin Cleary: Nel film tutto ciò che riguarda il design e la tecnologia ha ricevuto un forte input da Apple. Va però sottolineato che Annie Beauchamp è una fantastica production designer, il cui lavoro si è sviluppato parallelamente al mio, di scrittura della storia. Insieme abbiamo cercato di capire come potesse prendere forma un mondo simile al nostro, perché il cuore della narrazione sono i sentimenti umani, quindi volevo richiamarmi ad una fantascienza realistica, in cui la tecnologia fosse pervasiva ma retrocedesse sullo sfondo, diventando quasi invisibile e credibile come parte della vita di tutti i giorni. Il luogo in cui Cameron sceglie di duplicare se stesso è come una clinica privata. Doveva sembrare normale per un essere umano passare lì gli ultimi giorni della sua vita, per sottoporsi ad un vero e proprio “intervento” di clonazione, di duplicazione dell’identità".

An impossible decision awaits. Watch Swan Song in theaters and streaming now on Apple TV+ https://apple.co/_SwanSongSet in the near future, Swan Song is a po...

LA CRISI DELLA CITTADINANZA - PT3Dai nostri archivi la terza parte dell'approfondimento di Carlotta Annabelle Petracci."...
05/05/2022

LA CRISI DELLA CITTADINANZA - PT3
Dai nostri archivi la terza parte dell'approfondimento di Carlotta Annabelle Petracci.

"Sempre in contatto eppure distanti viviamo in più tempi e spazi, come dimostrano i panorami che ci descrivono ma non ci comprendono e che parlano di un “noi” planetario che si diffrange in una molteplicità di figure in movimento. Turisti, immigrati, pellegrini, rifugiati, esiliati, lavoratori delocalizzati, ospiti, transfuga: viaggiatori nello spirito, individualità confuse e liminali, traiettorie di fatto, minacciate e che minacciano la natura della cittadinanza. Siamo in cammino e forse, come osserva Arjun Appadurai, verso forme organizzative e di governo post-nazionali, ad un tempo globali e locali, e intimamente interconnesse. Forme impensabili, che sfidano l’immaginazione moderna e che per questo crediamo inattuabili. Realtà già presenti: reti, incroci di movimenti e flussi elettronici che destrutturano gli stati nazionali, che si pongono a favore, contro o trasversalmente rispetto al mercato, aprendo nuove prospettive all’autocoscienza comunitaria, attraverso anche il sogno di una globalizzazione dal basso. La perdita di sé investe il mondo e ridisegna i confini dell’appartenenza, che può essere fluida, multilivello e continuamente aggiornata oppure irrigidita e soggetta a raffreddamento, resistente alla precarietà che la mobilità reca con sé".

[Berber Market. Marrakesh, Morocco. Photo: Annie Spratt].

SOPRAVVIVERE ALLA TARDA MODERNITÀCome pensare la differenza culturale oggi? La penultima parte dell'approfondimenti di C...
27/04/2022

SOPRAVVIVERE ALLA TARDA MODERNITÀ
Come pensare la differenza culturale oggi? La penultima parte dell'approfondimenti di Carlotta Annabelle Petracci.

"Occorre poi distinguere tra differenze collettive e mescolanze, non separare la questione culturale da quella sociale, dal problema delle gerarchie, delle ineguaglianze e dell’esclusione, che oggi, connettendosi con la comunicazione e i diritti d’accesso, si estende a tal punto da comportare la completa e totale estromissione di alcune frange composite della popolazione planetaria e locale dalla cittadinanza, dalla politica, dalla cultura e dalla società civile. Ciò motiva anche una riflessione sull’inadeguatezza delle politiche del multiculturalismo e dell’assimilazione, che le nuove ondate di migrazione pendolare e il binomio comunicazione-tecnologia stanno già facendo saltare. Mentre le prime ondate migratorie (si pensi non solo alle immigrazioni dalle ex colonie, ma anche alle immigrazioni dall’Europa all’America durante primo e secondo dopoguerra) insediandosi stabilmente nelle società d’accoglienza possono beneficiare delle politiche multiculturaliste e dello statuto di minoranze culturali accordato con più o meno facilità in relazione alla partecipazione economica (ethnic business o altro), quelle attuali, determinate da un contatto onirico con la modernità, intensificato dall’influenza dei media, si sottraggono all’istituzionalizzazione della differenza e alla necessità del riconoscimento nello spazio pubblico e possono rivendicare la loro appartenenza etnica come rifiutarla o oltrepassarla".

[Grand Bazaar, Tehran, Iran. Photo: Omid Armin].

IL MONDO IN BOTTIGLIADai nostri archivi l'approfondimento di Carlotta Annabelle Petracci."[...] a ben vedere i nonluoghi...
26/04/2022

IL MONDO IN BOTTIGLIA
Dai nostri archivi l'approfondimento di Carlotta Annabelle Petracci.

"[...] a ben vedere i nonluoghi commerciali promuovono sempre il medesimo paradigma di interazione sociale, in cui l’interlocutore non è dato dai componenti della comunità di appartenenza, ma da una serie infinita di testi e immagini pubblicitarie. Si crea, come riferisce Marc Augè in Nonluoghi, una contrattualità solitaria tra i cittadini-consumatori che fruiscono di questi spazi commerciali; anche se spesso questi spazi omogenei che si danno come base per la commodificazione delle esperienze socio-culturali, vengono risignificati da piccole tribù, che si scambiano, attraverso l’abbigliamento e le pratiche corporee, segni di una nuova appartenenza culturale. Nonostante questi casi isolati, che interessano principalmente la popolazione giovanile, l’assenza di una comunità che li regga o che li abbia prodotti diventa manifesta nella ricostruzione di luoghi tipo – la piazza, il mercato, il viale – allo scopo di soddisfare la nostalgia per gli spazi sociali tradizionali. Anche lo spazio del mall alla stregua di quello disneyano “si presenta come qualcosa di altro da quello che è, strutturandosi in modo da far apparire che lì sta accadendo qualcosa, che il mall è un luogo polifunzionale, e che il consumo di beni e servizi è solo una della serie di pratiche che vi hanno luogo” (Minca Claudio, Spazi Effimeri, pag.167). Tutto viene celato in nome della spettacolarizzazione del consumo, affinchè i retroscena non percepibili, finiscano col non essere neppure pensabili. Perché il modello a cui si rifanno è quello della “città ideale”: una città utopica come la sua pretesa di veridicità".

Il mondo è tutto qui, in un riassunto concentrato di immagini verosimili da consumare. La geografia è una metafora infantile della compressione spazio temporale dell’era postfordista, un restringimento del nostro spazio simbolico in nome della globalità, che si riconosce in un unico paradigma: ...

MIRROR PLACESDai nostri archivi un approfondimento di Carlotta Annabelle Petracci sulle trasformazioni territoriali e so...
11/04/2022

MIRROR PLACES
Dai nostri archivi un approfondimento di Carlotta Annabelle Petracci sulle trasformazioni territoriali e sociali prodotte dal turismo, o meglio, dai turismi.

"Il paesaggio che ne deriva è dissonante, discordante, discontinuo e instabile – sia per i locali che per i turisti – ed è attraversato da continui processi di deterritorializzazione e riterritorializzazione che si succedono e si sovrappongono. A fronte di questa situazione nelle destinazioni turistiche mature la segregazione spaziale acquisisce un duplice risvolto: da un lato separa la realtà ovattata dei resort da un esterno che mostra i dolori di qualsiasi destinazione del Terzo Mondo; dall’altro oppone il turismo opulento alle altre forme di turismo: di massa o culturale. A Bali la specializzazione di marca turistica ha comportato una vera e propria zonizzazione, che contrappone: le enclave del lusso di Nusa Dua, alle atmosfere assordanti festose della giovane Kuta, ai distretti artigianali dei piccoli villaggi dell’entroterra, ai lembi di territorio non ancora contaminati. Segue una geografia a strati sovrapposti, che lascia convivere nuove logiche reticolari con vecchie centro-periferia; che insegue gli impulsi del mercato e si realizza in funzione delle immagini che provengono dai paesi occidentali; che si costruisce e decostruisce a partire dai percorsi che temporaneamente la segnano. Geografia sognante, evanescente, immaginaria, incomprensibile, imprendibile, polifonica; geografia tipicamente postmoderna, per cui: “Bali it’s all you want it to be!” (Connell, in Minca Claudio, Spazi Effimeri, pag.102)".

Nei nonluoghi della ricostruzione storica e geografica dove Utopia e Altrove da sogni diventano temi per la creazione di ambienti e la messa in scena di esperienze: cultura e divertimento sono indistinguibili tra loro

LA CRISI DELLA FORMA CITTÀDai nostri archivi l'approfondimento di Carlotta Annabelle Petracci. "Attività di bricolage e ...
11/03/2022

LA CRISI DELLA FORMA CITTÀ
Dai nostri archivi l'approfondimento di Carlotta Annabelle Petracci.

"Attività di bricolage e nuove forme di ritualità, che si traducono nell’assunzione di atteggiamenti bizzarri o di indumenti stravaganti, sono l’espressione tangibile della produzione di un’estetica alternativa attraverso la quale si procede all’appropriazione dello spazio. Si tratta di una vera e propria guerriglia semiotica attraverso la quale i residenti delle aree “tagliate fuori” impongono a loro volta i propri segnali di “divieto d’accesso”. Si tratta di una popolazione creola che, confinata in interzone periferiche, attraverso “pratiche di dissenso”, rivendica la proprietà di un territorio alieno: rompendo bottiglie, finestre, teste e lanciando retoriche sfide alla legge (Hebdige Dick, in Bauman Zygmunt, Dentro la Globalizzazione, pag.26). Uomini e donne di tutte le età, che vivono in più mondi e guardano a uno in maniera nostalgica, immettono nella nostra vita quotidiana l’energia di un altrove differente rispetto a quello fantasmatico e irreale cristallizzato in immagini da consumare a cui siamo abituati, contribuendo alla trasformazione dei volti delle città".

Modello panottico e sinottico si intrecciano: i pochi guardano i molti e i molti guardano i pochi, tutti rapiti da una contemplazione estatica che lascia incurante sullo sfondo zone buie e buchi neri in cui la precarietà non si supera e l’estraneità rappresenta ancora una sorgente di alienazione...

UBIQUITÀ E APPARTENENZADai nostri archivi l'approfondimento a cura di Carlotta Annabelle Petracci, su come la comunicazi...
10/03/2022

UBIQUITÀ E APPARTENENZA
Dai nostri archivi l'approfondimento a cura di Carlotta Annabelle Petracci, su come la comunicazione stia cambiando il nostro concetto di territorialità.

"È evidente che la globalizzazione oltre ad essere un fatto territoriale è anche e soprattutto una realtà psicologica e cognitiva, che trae la sua forza dal potere seduttivo della società dei consumi che diffonde quell’unico verbo che ha spinto Susan Sontag a definire il periodo epocale nel quale stiamo vivendo: “Era dello Shopping” (Sontag Susan, in Klein Naomi, No Logo, pag.524), in cui “libertà è sinonimo di consumo e realtà di immagine” (Bonora Paola, Comcities, pag.4). In un mondo pervaso dalla grandi cerimonie massmediatiche, il soggetto umano, che sostituisce il principio di realtà con quello di piacere, fa esperienza di una nuova condizione di pellegrinaggio nel tempo e di esilio attraverso lo spazio, che lo inducono a sviluppare un senso di responsabilità e di appartenenza fortemente ubiquitari. Nonostante l’importanza della fisicità dei luoghi non venga meno, l’immaterialità della comunicazione innesca un processo di integrazione tra spazio fisico e virtuale che assegna nuove valenze al concetto di territorialità (Fiorani Eleonora, La Nuova Condizione di Vita, pag.109)".

Nell’epoca in cui l’immagine del mondo diviene mondo attraverso l’immaterialità della comunicazione massmediatica e digitale, la tradizionale rappresentazione geografica dello spazio non costituisce più un’evidenza. Quella cornice di senso fornita dalle “strisce” di testo che demarcano...

UBIQUITÀ E APPARTENENZA - PARTE TERZADai nostri archivi la terza parte dell'approfondimento di Carlotta Annabelle Petrac...
02/03/2022

UBIQUITÀ E APPARTENENZA - PARTE TERZA
Dai nostri archivi la terza parte dell'approfondimento di Carlotta Annabelle Petracci.

"È a questo proposito che Manuel Castells nota come alla portata globale della tecnologia comunicativa si affianchi una sua irregolare disposizione territoriale (Castells Manuel, Galassia Internet, pag.197), che determina quella distanza incommensurabile derivata dalla possibilità-impossibilità di connessione, nota come digital divide, sulla base della quale si costruiscono nuove condizioni di negazione della libertà e si esacerbano posizioni di rifiuto di un contatto paritetico con l’alterità. A questo proposito sembra evidente che ci si trovi di fronte a una nuova forma di colonizzazione che trae ancora una volta la sua forza dalla culla euro-occidentale, ma che diversamente dal passato non sembra tanto preoccuparsi del dominio politico sui territori quanto piuttosto di un loro sfruttamento in termini economici. Quella “fame di traiettorie”, “bulimia di movimento” (Virilio Paul, in Tursi Antonio, Internet e il Barocco, pag.147) che ha caratterizzato l’“America della perspectiva e della transapparenza” da più di seicento anni, diviene un fatto comune, un modus operandi condiviso e un processo che si estende su scala globale attraverso il protocollo internet".

[Photo: Mari Goshar].

Due parole su Whiterooms, la guest house di Wild White a Cesena: "Il nostro progetto ha una finalità precisa: coniugare ...
22/02/2022

Due parole su Whiterooms, la guest house di Wild White a Cesena: "Il nostro progetto ha una finalità precisa: coniugare il mondo immobiliare con quello turistico, posizionandoci in un segmento di mercato scoperto a Cesena. Le proposte più consolidate nel mondo dell'accoglienza in città sono per ora alberghi e B&B gestiti da privati. Noi ci differenziamo, costituiamo un unicum. Siamo una guest house, un progetto che coniuga i servizi degli hotel con l'accoglienza e le comodità della casa. In particolare intendiamo distinguerci dai B&B che non sono gestiti da professionisti e costituiscono più una integrazione del reddito, che un progetto strutturato di accoglienza”.

E' difficile pensare oggi che le idee non abbiamo una ricaduta economica. Sicuramente è più poetico, ma questa poesia ormai è fuori dal linguaggio corrente. Qualsiasi cosa facciamo, anche semplicemente essere sui social, il nostro obiettivo è piacere, quindi parlare a qualcuno che ci capisca e che possa ricambiare. Un tempo ci saremmo fermati a: "stiamo instaurando una relazione umana", oggi questa relazione umana, sempre più spesso, diventa un mercato. Per cui è importante capire chi vogliamo, anche nei nostri spazi, perché fondamentalmente desideriamo persone che ci possano apprezzare e anche avere bisogno di noi (e viceversa). Questa visione non deve essere troppo irrigidita né si deve cercare di realizzarla troppo in fretta, ma deve essere chiara nella mente per tracciare una rotta.

Pochi giorni fa Carlotta Annabelle Petracci la sua fondatrice ha rilasciato un'intervista, su un giornale di settore, di Ascom Cesena convinta che il mondo dell'accoglienza turistica possa andare oltre, in prospettiva, rispetto a quanto è stato pensato sino ad oggi.

LA CRISI DELLA CITTADINANZA - PT2La seconda parte dell'approfondimento di Carlotta Annabelle Petracci."L’erranza ci acco...
05/02/2022

LA CRISI DELLA CITTADINANZA - PT2
La seconda parte dell'approfondimento di Carlotta Annabelle Petracci.

"L’erranza ci accomuna e siamo tutti migratuer: in lotta con noi stessi, le identità individuali, collettive. Di qui la destrutturazione crescente di quelle interdipendenze che in passato hanno tenuto insieme cultura, economia, politica, territorio e progettualità, e la propensione verso nuove forme di vita fluttuanti e disancorate, per le quali le identità diventano “remote” e le multividualità presenti. Così siamo ritmi: entriamo e usciamo da ritmi e diveniamo stranieri a noi stessi e agli altri. L’estraneità è la nostra umanità condivisa, continuamente contrattata e negoziata e la moltitudine è la risposta postmoderna all’anomia, per cui dentro significa essere oltre i confini, le certezze, le verità, le maggioranze, le classi e fare parte di una collettività relazionale, trans-territoriale e plurilinguistica".

[Berber Market. Marrakesh, Morocco. Photo: Annie Spratt].

Siamo nati come magazine dello studio di design e brand identity Wild White e siamo felici di annunciare una sua nuova b...
25/01/2022

Siamo nati come magazine dello studio di design e brand identity Wild White e siamo felici di annunciare una sua nuova brand extension nel settore del turismo e dell'accoglienza. Da poche settimane è nata ufficialmente Whiterooms b&b, una guest house in centro a Cesena (in Emilia-Romagna), precisamente in Viale Giovanni Bovio 61, in linea con i nostri valori e stile. "Minimalismo nordeuropeo e accoglienza italiana, per chi vuole sentirsi a casa in viaggio"!

Whiterooms
Viale Giovanni Bovio 61
47521 Cesena - Fc

Per informazioni e prenotazioni chiama il: 327 4172948
Oppure scrivi a: [email protected]

Indirizzo

Milan
20141

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