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Edizioni Medhelan Edizioni Medhelan è una casa editrice di lettori che pensano e propongono libri intramontabili.

Un grande grazie a Manlio Triggiani che ci racconta su Barbadillo "La Brinquebale" di Henri Mahé:La Brinquebale è un doc...
22/07/2025

Un grande grazie a Manlio Triggiani che ci racconta su Barbadillo "La Brinquebale" di Henri Mahé:

La Brinquebale è un documento importante e rivelatore per comprendere l’universo céliniano, non quello dell’oleografia ufficiale e conformista: Céline antisemita, Céline collaborazionista, come scriveva su “Temps Modernes” Sartre, Céline in “camicia nera” come lo definiva l’anarcocomunista Kaminski, ma quello interiore. E’ un’autobiografia di Henri Mahé (1907 – 1975), pittore, artista noto nella Parigi del suo tempo, amico di Louis-Ferdinand Céline, che rientrerà fra i personaggi di quattro romanzi dello scrittore francese: Viaggio al termine della notte, Bagattelle per un massacro, Pantomima per un’altra volta eSospiri maledetti per un’altra volta. Céline descrive questo amico e il mondo che lo circondava, la fauna umana che frequentava, la chiatta dove Mahé viveva, “La Malamoa”, attraccata sulla Senna, esattamente a Croissy-sur-Seine. Céline conobbe qui questo giovane pittore, nel settembre del 1929, e ne divenne amico nonostante la differenza di età: lo scrittore 35 anni, il pittore 22. La sua chiatta era frequentata da borghesi, artisti, anarchici, gente del milieu. Una sera un gruppo di amici di Mahé arrivò in compagnia di un medico, Louis-Ferdinand Destouches. I due ben presto scoprirono di avere molte passioni in comune: l’argot, la bellezza fisica, i canti dei marinai, i racconti dei pirati e Villon, i battelli. La comune origine bretone cementò ancor più la loro amicizia che durò più di vent’anni. Mahé era talentuoso e fece una rapida carriera: dopo uno stage alle Galeries La Fayette, aveva illustrato un romanzo di André Doderet, aveva tenuto una mostra al Salon d’Automne e alla galleria di Maria-Paule Lapauze, oltre a illustrare la prima edizione del Voyage. Era ricercato da committenti di tutti i tipi: per decorare circhi, case d’appuntamento, la scenografia per teatri e cinema fino a ornare il Moulin Rouge, il cinema Grand Rex e il Balajo, tre luoghi simbolo di Parigi. Nel frattempo Céllne, medico dei poveri, mieteva successi con due romanzi intitolati Viaggio al termine della notte e Morte a credito.

Il resto è noto: le polemiche sui tre pamphlet antisemiti e uno anticomunista; lo sbarco degli angloamericani in Normandia; la fuga alla volta della Danimarca con la moglie Lucette Almanzor, il gatto Bébert e l’amico Robert Le Vigan. Attraversò il cuore dell’Europa in fiamme e, arrivato in Danimarca, dove aveva un’amica, Karen Jensen, che gli custodiva i soldi dei diritti di vendita dei libri, fu arrestato con l’accusa di collaborazionismo. Vi rimase a lungo prima di essere estradato. Henri Mahé lo raggiunse nel luglio 1949 a Korsor, in Danimarca, per fargli visita. In quell’occasione, su richiesta di Céline, gli fece un ritratto.

Fra i due ci fu, fino al 1951, uno scambio epistolare fitto, di oltre cento missive, dai biglietti di poche righe a lettere di dieci pagine.Poi si interruppe bruscamente ogni rapporto. Pare che Céline si offese perché Mahé avrebbe detto allo scrittore Milton Hindus che “Céline talvolta dice bugie”. Frase che irritò lo scrittore. I rapporti ripresero nel 1954. Mahé decise di pubblicare le proprie memorie e scrisse un grosso libro di circa seicento pagine intitolato La brinquebale avec Céline ora edito dalla casa editrice Medhelan. La brinquebale in francese significa barcollare, traballare, passeggiare senza meta. Quindi il titolo di questo libro ha un duplice senso: il barcollare e due amici che passeggiano insieme. Da questo volume, che contiene ben 42 lettere di Céline e tanti ricordi di Mahé sullo scrittore, emergono anche testimonianze secondo le quali la lingua argotica di Bardamu, il protagonista dei romanzi di Céline, quindi lui stesso, era stata ispirata dall’amico Henri che amava molto l’argot. Certo, suoni e immagini che venivano fuori dai colloqui fra i due amici erano tradotti in letteratura dallo scrittore ma alcuni stimoli provenivano da questo magico incontro. L’amica Aimée Barancy andava oltre affermando che l’utilizzo dell’argot fu ispirato a Céline proprio dall’amico Mahé. Su questo tema, interrogato da Eric Mazet, Mahé rispose in una lettera: “Secondo alcuni avrei influenzato la sua lingua ma se ho piantato un piccolo seme, era in un buon terreno e il fiore è diventato un gigante rispetto al seme”.

Un libro che rivela, attraverso le lettere di Céline, la cifra dell’amicizia fra i due, particolari inediti dello scrittore, il clima che si viveva nella Parigi degli anni Trenta, le chiatte, le serate trascorse insieme fra amici. Un racconto che spiega un’amicizia, durata fino alla fine (Céline morì il primo luglio del 1961 e il libro fu scritto nel 1967-1968) fra Céline e Mahé, amico intimo e fedele.

Henri Mahé, La brinquebale. Memorie e lettere di Louis-Ferdinand Céline, traduzione di Michele Zaffarano e Marco Settimini; introduzione di Massimo Raffaeli e postfazione di Eric Mazet; pagg. 557, euro 32 euro.

https://www.barbadillo.it/123118-segnalibro-la-brinquebale-di-louis-ferdinand-celine-e-henri-mahe-amici-fedeli-di-una-vita/

Grazie ad Alessia Alfonsi per la puntuale e attenta recensione de "I cospiratori" di Frederic Prokosch su Libreriamo Fre...
22/07/2025

Grazie ad Alessia Alfonsi per la puntuale e attenta recensione de "I cospiratori" di Frederic Prokosch su Libreriamo

Frederic Prokosch - I cospiratori
Traduzione di Antonio Armano
Pagine: 320
Prezzo: 22

Con “I cospiratori”, veniamo catapultati in una Lisbona sospesa nel tempo, affascinante e ambigua, crocevia di speranze e disperazione, negli anni più bui della Seconda guerra mondiale. Siamo nei primi anni ’40: la capitale portoghese è una città neutrale e sonnacchiosa solo in apparenza.

In realtà, è l’ultima porta aperta tra l’Europa in fiamme e il sogno americano, rifugio per profughi, spie, truffatori e idealisti in fuga dal caos della storia. In questo scenario crepuscolare, Prokosch costruisce un romanzo avvincente, carico di tensione e sottile ironia, in cui la suspense si intreccia a riflessioni esistenziali e politiche. La trama segue i passi di un uomo che si ritrova, suo malgrado, a diventare un assassino.

Un killer che non ha scelto di esserlo, ma che la guerra e le sue molteplici zone d’ombra hanno costretto a recitare un ruolo oscuro. In un mondo in cui tutto è instabile, identità, alleanze, persino la verità, l’autore ci offre il ritratto psicologico di un protagonista complesso e tormentato, costantemente in bilico tra colpa e sopravvivenza, tra cinismo e rimorso.

Ma il cuore del romanzo non è solo la vicenda personale dell’uomo inseguito e inseguitore: I cospiratori è anche una storia corale, un mosaico di figure ambigue e memorabili che si muovono in una città che diventa essa stessa un personaggio.

Lisbona è descritta con sguardo cinematografico, tra nebbie, salotti fumosi e notti inquiete, popolata da diplomatici senza scrupoli, venditori di illusioni, giovani in fuga e vecchi disillusi.

Ogni incontro può cambiare il destino, ogni parola può essere una trappola. L’autore affila la sua scrittura per cogliere il dettaglio psicologico, l’ambivalenza, il doppio fondo. Il suo stile è asciutto e incalzante, ma sa aprirsi a lampi di lirismo o cinismo. Il ritmo è serrato e insieme introspettivo: non si limita a tenere col fiato sospeso, ma costringe il lettore a interrogarsi sulla moralità, sull’identità, sulla colpa e sull’opportunismo.

Chi è davvero buono, in un mondo dove l’unica legge è salvarsi? Chi è davvero colpevole, in una guerra che ha trasformato ogni relazione in una menzogna? Non mancano i colpi di scena, ma sono più psicologici che spettacolari. Il romanzo gioca sulla tensione silenziosa, su quella danza sottile e letale tra preda e cacciatore, tra chi scappa e chi osserva.

La struttura narrativa si avvolge come una spirale, portandoci lentamente dentro la mente del protagonista, in un crescendo di inquietudine e compassione.

I cospiratori è un romanzo di spionaggio atipico, raffinato e stratificato, capace di fondere la tensione narrativa alla profondità psicologica e storica. Frederic Prokosh ci regala un’opera di grande eleganza e ambiguità, in cui la suspense si alimenta non solo degli eventi, ma dei pensieri, dei silenzi e dei dilemmi morali.

È un libro che racconta non solo una fuga, ma il prezzo dell’identità e della salvezza, in un mondo dove ogni certezza è svanita e il futuro è un biglietto da imbarco che non tutti potranno ottenere. Lisbona, l’ultima soglia verso la libertà, resta sullo sfondo come un miraggio e una condanna, specchio perfetto di una guerra combattuta anche nel cuore degli uomini.

Scopri 9 libri che accendono l’anima e ispirano letture ribelli per un'estate selvaggia, ricca di emozioni e avventure nell' estate.

Su Doppiozero Alice Figini ci regala una profonda e accurata recensione de "La costa selvaggia" di Jean-René Huguenin. T...
20/07/2025

Su Doppiozero Alice Figini ci regala una profonda e accurata recensione de "La costa selvaggia" di Jean-René Huguenin. Tutta da gustare riga per riga!

"La copertina, color terra bruciata, sembra custodire un segreto: raffigura infatti una Mercedes-Benz 300 SL modello “Ali di gabbiano”, a uno sguardo ingenuo potrebbe apparire come un riferimento al viaggio o a una partenza on the road, in realtà è un simbolo che racchiude l’epilogo della vita dell’autore che, proprio a bordo di quell’auto, avrebbe concluso i suoi giorni sbandando ad alta velocità e scontrandosi frontalmente con una Peugeot 404 che proveniva dalla direzione opposta. Entrambi i conducenti morirono sul colpo: sull’auto francese c’era un coltivatore di sementi della Mayenne, mentre al volante della cabriolet tedesca – la Mercedes 300 SL “Ali di gabbiano” – era alla guida proprio Jean-René, il giovane scrittore figlio di un noto professore di medicina, che aveva approfittato della bella vettura prestatagli da un amico. Appena qualche anno prima, sul suo Journal, Huguenin aveva annotato una frase che ora appare come una premonizione terribile:
«Scriverò qualche romanzo, poi scoppierò come un fuoco d’artificio»."

Se fosse vissuto più a lungo probabilmente oggi ricorderemmo il suo nome al pari di Camus o Vian: si chiamava Jean-René Huguenin, l’enfant prodige della letteratura francese. Scrisse un unico libro, La Côte sauvage, prima di morire in uno schianto fatale con la sua auto nell’ultimo sabato d.....

"Palloni, ombrelloni rossi, rumori d'acqua, castelli di sabbia... Olivier, che camminava davanti ad Anne e a Pierre sull...
12/07/2025

"Palloni, ombrelloni rossi, rumori d'acqua, castelli di sabbia... Olivier, che camminava davanti ad Anne e a Pierre sulla strada, guardava da lontano la spiaggia, di cui soltanto il rumore lasciava intuire il movimento - richiami, grida di bambini, sciabordio, mare punteggiato di barche colorate, steli slanciati delle gambe delle fanciulle con i loro costumi a fiori..."

Jean-René Huguenin - La costa selvaggia
Prefazione e traduzione di Marco Settimini

Pagine: 160
Prezzo: € 18

https://www.edizionimedhelan.it/prodotto/la-costa-selvaggia/

"Per tutta la notte si sarebbero dati le spalle e solo al mattino si sarebbero voltati per cinque minuti prima di alzars...
12/07/2025

"Per tutta la notte si sarebbero dati le spalle e solo al mattino si sarebbero voltati per cinque minuti prima di alzarsi, l'avrebbe abbracciata e poi le avrebbe detto che ha un impegno. Nel giro di vent'anni erano riusciti a voltarsi con gran disinvoltura dall'altra parte, era questa la più grande conquista della storia dell'umanità, le relazioni libere, il rispetto della personalità, l'uguaglianza dei due sessi, lo dicevano tutte le riviste, lo urlavano a gran voce le analisi accademiche, lo sostenevano i manifestanti per le strade, lo suggerivano le canzoni, lo si vedeva nei film, lo scrivevano nei libri, dargli le spalle, darle le spalle, avere entrambi un impegno..."

Christos Vakalopoulos - La linea dell'orizzonte
Prefazione di Petros Markaris
Traduzione e postfazione di Francesco Colafemmina

Pagine: 168
Prezzo: € 16

Foto di Zacharias Stellas, 1965.

https://www.edizionimedhelan.it/prodotto/la-linea-dellorizzonte/

Gaetano de Virgilio racconta dalle pagine del Foglio l'incanto di "Rosa e Mortale" di Francisco Umbral: "Uno dei libri p...
11/07/2025

Gaetano de Virgilio racconta dalle pagine del Foglio l'incanto di "Rosa e Mortale" di Francisco Umbral: "Uno dei libri più candidi apparsi negli ultimi anni".

Francisco Umbral - Rosa e mortale
Prefazione di Marco Ottaiano
Traduzione e postfazione di Claudia Marseguerra

Pagine: 248
Prezzo: € 25



https://www.edizionimedhelan.it/prodotto/rosa-e-mortale/

«Lisbona è una città simile per dimensioni a Dresda; un po’ più piccola di San Francisco, un po’ più grande di Edimburgo...
10/07/2025

«Lisbona è una città simile per dimensioni a Dresda; un po’ più piccola di San Francisco, un po’ più grande di Edimburgo. A chi si trova nella piazza centrale, il Rossio, sembra stranamente provinciale: scrostata, frammentaria. Ma quando si passa di via in via, di piazza in piazza, di quartiere in quartiere, silenziosamente inizia a creare un senso non solo d’immensità ma anche di bellezza finemente ruvida e meditativa. La capitale più vecchio stile d’Europa; la lotta per il potere l’ha attraversata, l’ha resa appartata, duttile, e stranamente consolante. Vista su vista di muri azzurri, bianche finestre ad arco e balconi di ferro battuto. Tra i quali arrivano, di tanto in tanto, palpitanti pomeriggi o mature sere d’autunno quando la città sembra miracolosamente catturata nella rete del Settecento. O ancora, quando i suoni a poco a poco svaniscono e il verde crepuscolo ondeggia di via in via come in trance, l’andatura di un marinaio lontano o lo sguardo di un bambino solitario assume una qualità completamente sottratta al presente; l’ironia e l’indulgenza di due secoli fa. In questo scenario lieve e indolente un giorno di giugno iniziò a fluire la marea di un’Europa invasa». Così Frederic Prokosch racconta con rapide e vivide pennellate lo scenario de I cospiratori (1943). La capitale portoghese è l’unica porta che ancora l’Europa in guerra può chiudere dietro di sé, l’ultimo porto sull’Atlantico, verso il Nuovo Mondo. La storia si svolge in una giornata, quando Vincent, il giovane olandese protagonista del romanzo, evade di prigione per vendicarsi della spia che ha fatto finire in prigione lui e altri “cospiratori”. Analisi sottile delle mente e dei sentimenti di un killer suo malgrado, I cospiratori è un romanzo che tiene il lettore col fiato sospeso mentre preda e cacciatore si danno costantemente il cambio.

Frederic Prokosch - I cospiratori
Traduzione di Antonio Armano

Pagine: 280
Prezzo: € 22

Da domani in libreria!

https://www.edizionimedhelan.it/prodotto/i-cospiratori/

Alessia Alfonsi consiglia su Libreriamo ben due dei nostri romanzi 2025Si comincia con "La linea dell'orizzonte" di Chri...
09/07/2025

Alessia Alfonsi consiglia su Libreriamo ben due dei nostri romanzi 2025

Si comincia con "La linea dell'orizzonte" di Christos Vakalopoulos:

"Ogni paragrafo è un’inquadratura, ogni pensiero una dissolvenza tra l’intimo e il collettivo. La prosa è folgorante, scattante, piena di illuminazioni improvvise e brevi sintagmi che restano impressi nella mente. Il tono del romanzo è pasoliniano: Rea potrebbe essere una figura sorella di quei personaggi solitari e ribelli che affollano il cinema e la letteratura di Pier Paolo Pasolini. È una donna che cerca la propria voce in un mondo che tende a normalizzare, annullare, assorbire ogni singolarità. Nelle sue riflessioni, e nelle immagini che accompagnano il suo viaggio, troviamo una critica feroce e poetica al consumismo, all’omologazione culturale, alla perdita di senso nelle società postmoderne.[...] La bellezza del libro risiede anche nel suo linguaggio poetico, capace di restituire lo spaesamento, il silenzio, la bellezza ruvida delle isole greche, ma anche di aprire varchi nel pensiero, suggerendo che ogni orizzonte visibile è solo l’anticamera di un orizzonte interiore da raggiungere. La linea dell’orizzonte è un libro piccolo ma potentissimo, un manifesto lirico contro la banalità del male quotidiano e la disgregazione dell’identità. È un viaggio nelle pieghe più intime della contemporaneità, un’ode all’individuo che rifiuta di essere inghiottito dalla massa e decide, come Rea, di cercare ancora un senso, un luogo, una melodia. Anche se la musica, apparentemente, è finita."

Segue quindi "Uomini nella notte" di Ernst Weiss:

"Ci sono romanzi che arrivano in Italia tardi, ma con la potenza di chi non ha perso un grammo della loro attualità. Uomini nella notte, pubblicato originariamente nel 1925 e tradotto per la prima volta in italiano solo ora, è uno di questi. Un romanzo che merita di essere scoperto, non solo per la curiosità storica che lo anima, ma per la sua straordinaria attualità narrativa e il suo spessore letterario. Ernst Weiss costruisce un’opera che è insieme thriller psicologico, romanzo d’idee e tributo letterario, capace di commuovere e far riflettere. È un libro che si legge lentamente, assaporandone le sfumature, le tensioni sotterranee, la malinconia e la bellezza. Un piccolo capolavoro finalmente restituito al pubblico italiano."

Trovate per intero le splendide recensioni di Alessia in fondo al link seguente:

Scopri i 14 migliori libri da leggere per ricaricarsi sotto l’ombrellone e goderti al meglio l’estate con questi fantastici libri.

Su Robinson di Repubblica la magnifica recensione firmata da Daria Galateria de "La Brinquebale" di Henri Mahé: "Henri M...
06/07/2025

Su Robinson di Repubblica la magnifica recensione firmata da Daria Galateria de "La Brinquebale" di Henri Mahé:

"Henri Mahé è pittore: dal 1928 vive su una chiatta attraccata sul Lungosenna, che ha decorato con i colori di Utrillo e attrezzato con lumi a petrolio (niente elettricità: bisogna godersi le luminescenze del fiume), un pianoforte e alcune sedie, per ricevere una variopinta squadra di giovani artisti e qualche semi-celebrità. Tra loro c'è un medico quarantenne, Louis-Ferdinand Destouches - non ancora Céline - che più tardi la rimpiangerà: 'piena di risa, di battute e di ricordi'. I due, bretoni, saranno grandi amici per tutta la vita, sempre a zonzo, altissimi, dinoccolati, a grandi falcate per Parigi. Esce ora La Brinquebale, la parola che traduce in argot la passeggiata a vuoto, bighellonando per Parigi (come la flânerie del poeta Baudelaire, per esempio). Nella Brinquebale (nella magnifica traduzione di Michele Zaffarano e Marco Settimini per Medhelan, con la preziosa introduzione di Massimo Raffaeli e la postfazione di Éric Mazet), Mahé procede così: nel suo cospicuo fascio di lettere inedite di Céline (più di cento, molte riportate integralmente in coda), sceglie un passaggio, una cartolina, un biglietto: e lo commenta. Ecco quindi comparire Céline, vivo, nel quotidiano, e attorno a lui sorgere tutto un mondo".

Henri Mahé - La Brinquebale
Traduzione di Michele Zaffarano e Marco Settimini
Prefazione di Massimo Raffaeli
Postfazione di Éric Mazet

https://www.edizionimedhelan.it/prodotto/la-brinquebale/
Pagine: 560
Prezzo: € 32

Su Mow Magazine, Riccardo Canaletti ci racconta la profezia pasoliniana di Christos Vakalopoulos:"La linea dell’orizzont...
04/07/2025

Su Mow Magazine, Riccardo Canaletti ci racconta la profezia pasoliniana di Christos Vakalopoulos:

"La linea dell’orizzonte, ma avrebbe potuto chiamarsi anche Nessuna linea, nessun orizzonte, poiché a perdersi è l’identità, il limite, i confini, i contorni, le definizioni. E dunque i concetti, le teorie, le visioni. E dunque la Weltanschauung (visione del mondo). Un mondo senza anima, perché senza occhi. Dove finiscono gli occhi, dietro gli occhiali da sole dei turisti, che nel gioco di specchi dovuto alla calca riflettono il nero, il vuoto totale, la pura alienazione. Alienazione dovuta a omologazione... Dov’è l’identità, la firma del luogo, delle tradizioni, dei costumi, degli esseri umani? Non c’è. Oltre trent’anni fa lo ha detto Vakalopoulos. “Proseguono le crociate per mezzo delle pubblicità, ci riescono abbastanza bene, hanno imparato a mettere tutto a soqquadro in un modo assolutamente naturale, dal 1204 in poi la faccenda del sacco si svolge tranquillamente, umanamente, civilmente, regolarmente”.Sì, è il libro profezia contro l’overtourism, cioè contro noi stessi, contro i secchielli pieni di civiltà gettati in mare a sciogliersi, in cambio di un “io c’ero”. Se volete resistere all'overtourism dell'editoria italiana leggete questo romanzo e gli altri delle edizioni Medhelan. Che della civiltà non cedono, invece, nulla."

Christos Vakalopoulos - La linea dell'orizzonte
Prefazione di Petros Markaris
Traduzione e postfazione di Francesco Colafemmina
Pagine: 168
Prezzo: € 16



Un romanzo profezia che denuncia, trent’anni in anticipo, l’overtourism e la nostra ipocrisia. Quella dell’experience, delle spiagge selvagge, delle vacanze in Grecia, in Sardegna o a Barcellona, a seconda del trend sui social. Abbiamo letto “La linea dell’orizzonte” di Christos Vakalopo...

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