08/08/2025
Su "Toscana Oggi" Simone Innocenti ci racconta, col trasporto travolgente di chi ne è rimasto letteralmente incantato, "La linea dell'orizzonte" di Christos Vakalopoulos:
"C’è un romanzo che è un canto. È un libro snello e profetico, feroce nella sua delicatezza. Si intitola “La linea dell’orizzonte”, lo ha pubblicato Medhelan e lo ha scritto Christos Vakalopoulos, forse una delle figure più complesse della cultura greca: regista, critico cinematografico e scrittore. Morto nel 1994, all’età di soli 37 anni: nella sua terra aveva pubblicato questo volume appena tre anni prima e gli amici – intellettuali marxisti come lui – lo avevano accolto con diffidenza e supponenza. Il perché è presto detto. C’è un romanzo che è un canto, dicevo. È un canto di una voce antica perché che tale si fa nel raccontare la storia di Rea Franzì, trentadue anni, bruna, sposata e separata da tre giorni, fragile, contraddittoria, timida, impaurita, forte, vestita leggera e che “in questo momento è assente, se volete lasciate un messaggio” perché lei se ne è appena andata, ha scelto di uscire dal delirio di Atene e di prendere un traghetto. Nessuna isola alla moda, non Santorini, non gli aperitivi e il sesso facile. Ma Patmos, “l’unico luogo al mondo dove a mezzanotte si ferma la musica”, il posto dove San Giovanni ha scritto l’Apocalisse. Perché l’Apocalisse – nella sua vita – è arrivata già: lei stessa l’ha costruita assieme ai giovani e alle giovani della sua generazione. Quale la spiega Petros Markaris nella prefazione al libro: è “(…) il percorso della Grecia dalla realtà della sua epoca verso un’altra Grecia, dove a dominare è il “sedicente” che plasma una sedicente realtà”. La banalità di oggi, il piattume, il ciarpame del consumismo, una musica che non è più musica, un turismo becero, l’assenza del sacro..."
Christos Vakalopoulos - La linea dell'orizzonte
Prefazione di Petros Markaris
Traduzione e postfazione di Francesco Colafemmina
Pagine: 180
Prezzo: € 18