12/08/2025
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Continuiamo a lavorare. Ma quanta superficialità intorno a noi. Sui social? Alcuni mostrano tutti i loro limiti
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♦ In un tempo in cui la superficialità prende troppo spesso il sopravvento, sull’analisi e sull’informazione, non stupisce che alcuni, soprattutto tra coloro che sono esterni alla categoria degli agenti ma gravitano intorno a loro a volte per mero interesse economico, si permettano giudizi trancianti su ciò che non conoscono a fondo. Chi partecipa poco o nulla agli eventi e ai percorsi di approfondimento promossi da Sna, finisce per perdersi informazioni fondamentali, bollando come “non fatto” ciò che in realtà è oggetto di studio, confronto e lavoro da parte del gruppo dirigente o delle Commissioni tecniche del Sindacato nazionale agenti.
Così accade che alcuni confondano un confronto tra Sna e un Gruppo Agenti come un accordo, quando in realtà il confronto risponde principalmente all’obiettivo di vigilare e verificare una determinata situazione, un problema, una strategia. Monitorare non significa avallare. Significa esercitare pressione politica e sindacale con gli strumenti disponibili. Chi confonde il confronto con la complicità, dimostra di non conoscere le dinamiche della rappresentanza o, peggio, di volerle strumentalizzare.
I momenti di confronto, come quello recentemente tenutosi con AUA, il Gruppo Agenti Unipol, sono preziosi, fondamentali per comprendere la gravità delle questioni e costruire soluzioni condivise. Ascoltare diverse voci, affrontare i problemi insieme, per Sna è la normalità. Sna lo fa da sempre, piuttosto chiediamoci perché altri GAA, altri soggetti collettivi preferiscano invece evitarli, rinunciando ad un confronto serio e costruttivo, alla responsabilità di un dibattito concreto e leale con il Sindacato.
Sui social, poi, leggiamo davvero di tutto. In alcune chat, improvvisati commentatori ed autodefiniti esperti del settore, accusano altri di saccenza, mentre dispensano verità assolute, con tanto di responsabili individuati con rigore matematico e si invitano gli altri a “bagni di umiltà”, cosa che obiettivamente sembra paradossale. Per comprendere perché certe soluzioni estemporanee, proposte da sedicenti strateghi, non siano praticabili – e non per volontà del Sindacato – basterebbe parlare con uno qualunque dei più di 200 agenti che hanno partecipato ai percorsi di alta formazione Sna, presso atenei come la Cattolica di Milano, l’Università di Firenze, la UNINT di Roma, solo per citarne alcuni. Ma, si sa: accusare lo Sna di essere colpevole di qualsiasi cosa accada nel settore assicurativo è diventata quasi una moda. Una moda, spesso, alimentata da chi si presenta come “professionista” della formazione o della consulenza a pagamento, e che non di rado critica ciò che non conosce davvero. Il rischio è quello di inquinare il dibattito, semplificando ciò che è complesso e confondendo la visione personale con l'interesse collettivo.
In questo scenario, i social amplificano voci che spesso non cercano un confronto serio, ma visibilità. Soprattutto da parte di chi, per interessi personali o esigenze di marketing, si inserisce nei dibattiti dispensando lezioni e sentenze non richieste, nella speranza di ottenere attenzione, clienti o consenso. Questo genera ulteriore confusione, alimenta polarizzazioni inutili e svilisce la complessità dei temi in gioco. Queste considerazioni non vogliono essere un attacco personale a nessuno. Al contrario, sono un invito alla riflessione, da affrontare con equilibrio e responsabilità. I social, per loro natura, non sono il luogo adatto per alimentare dibattiti approfonditi su temi delicati come questi, che richiedono contesti riservati e competenze specifiche.
Lo Sna, da anni, investe nella formazione di alto livello, attraverso collaborazioni strutturate con accademici, associazioni universitarie e enti di rilievo nazionale, che garantiscono rigore metodologico, competenza scientifica e indipendenza culturale.
Per questo invita costantemente gli agenti a partecipare a questi percorsi formativi, che si distinguono nettamente dalle offerte più commerciali e promozionali, spesso finalizzate a interessi di parte. Solo una formazione fondata su basi accademiche solide e indipendenti permette di acquisire una reale consapevolezza, un aggiornamento critico e la capacità di sviluppare una visione imprenditoriale moderna e sostenibile.
L’obiettivo è stimolare negli agenti una visione imprenditoriale della professione, fondata su analisi, studio e consapevolezza. Questa non è una scelta di immagine, ma una linea strategica che punta a rafforzare la categoria sul piano culturale, tecnico ed economico, voluta dal Presidente Claudio Demozzi fin dal suo primo insediamento, che l’attuale gruppo dirigente conosce e condivide unanimemente.
Un percorso pensato per creare un terreno fertile per il confronto tra idee, esperienze e visioni diverse, e per permettere agli agenti di comprendere davvero l’evoluzione del mercato assicurativo grazie al contributo di chi lo studia in profondità. Solo attraverso questa consapevolezza è possibile arrivare preparati e autorevoli ai tavoli di confronto con i nostri interlocutori tradizionali — dalle compagnie alle istituzioni — evitando approcci improvvisati o posizioni deboli, che non aiutano né i singoli né la categoria.
Perché il ruolo di un sindacato non si esaurisce nella formazione: la logica sindacale impone una responsabilità più ampia, quella di trovare soluzioni che migliorino la condizione della categoria nel suo insieme, tutelando soprattutto i colleghi più fragili, più esposti o con minori strumenti di difesa. Si sta cercando di costruire, passo dopo passo, una professione più solida, equa e libera. E si conta di riuscirci. Insieme.
Sergio Sterbini
Vicepresidente nazionale Sna