
21/08/2025
Vienna, 1847. Le mani di un medico uccidevano più della malattia.
Ignaz Semmelweis lavorava nell'ospedale di Vienna e aveva notato qualcosa di agghiacciante: nel reparto gestito dai medici, le donne morivano di febbre puerperale molto più spesso che in quello delle ostetriche. I dottori arrivavano spesso dalle autopsie e visitavano le partorienti senza lavarsi. Semmelweis intuì il collegamento mortale.
Decise di sperimentare: ogni medico doveva lavarsi le mani con una soluzione di cloruro di calce prima di ogni visita. I risultati furono immediati e scioccanti. La mortalità crollò dal 18,3% all'1,2% in pochi mesi. I numeri erano incontrovertibili, eppure...
I colleghi lo respinsero con ostilità. L'idea che le loro mani "nobili" potessero portare la morte era inaccettabile. Semmelweis fu isolato, cadde in depressione e morì nel 1865 in un ospedale psichiatrico. La sua scoperta fu accettata solo decenni dopo, con Pasteur.
Oggi lo chiamiamo "padre dell'igiene delle mani" e abbiamo coniato il termine "riflesso di Semmelweis": la tendenza a rifiutare prove scientifiche che contraddicono le nostre convinzioni. Un uomo morì incompreso per aver dimostrato che lavarsi le mani salva vite umane.