
10/07/2025
Freddie Oversteegen aveva solo quattordici anni quando si unì alla resistenza olandese, la sua infanzia travolta dall'occupazione nazista dei Paesi Bassi. Insieme alla sorella Truus e all'amica Hannie Schaft, entrò a far parte di una piccola e determinata rete che portava a termine missioni di sabotaggio, distribuiva volantini antinazisti e rischiava tutto per proteggere le famiglie ebree nascoste.
Ma il ruolo di Freddie andava oltre. Andava in bicicletta per le strade, con i capelli legati con nastri per apparire più giovane e innocua, alla ricerca di ufficiali nazisti o collaborazionisti che potessero essere presi di mira. A volte flirtava con loro, chiedendo se volessero fare una passeggiata o andare nei boschi, e quando li seguivano, li conduceva dove li aspettavano i partigiani, o premeva lei stessa il gr*****to. Faceva ciò che era necessario, senza gloria, senza mai dimenticare la realtà di ciò che stava facendo. Non era un lavoro affascinante; era pesante, spaventoso, e a volte le richiedeva di nascondere la paura che avrebbe potuto paralizzare qualcuno più grande.
Dopo la guerra, Freddie parlò raramente di ciò che aveva fatto, sebbene portasse con sé i ricordi e il peso delle sue scelte. Rimase dedita a raccontare le storie della resistenza, assicurandosi che la realtà dell'occupazione e il coraggio di coloro che la combatterono non venissero dimenticati.