
13/08/2025
In pedana la chiamano la «cobrina» per due motivi: «Per il veleno che metto nel salto decisivo e perché mio padre Enrico, ex quattrocentista, era soprannominato il Cobra». Erika Giorgia Anoeta Saraceni, 19 anni, milanese del quartiere Adriano appena iscritta a Economia e gestione aziendale alla Cattolica, è uno dei talenti dell’atletica che più hanno brillato all’Europeo Under 20 di Tampere, dove l’Italia ha dilagato. In testa alla gara del triplo dall’inizio: il 14,24 con vento nullo all’ultimo tentativo ha migliorato di 16 cm il suo record juniores.
Eppure ha cominciato con gli ostacoli, Erika.
«Ostacoli e campestri, gare di resistenza. Alla prima barriera dei campionati cadetti, però, cado e mi faccio male. Un piccolo choc. Ero forte nel lungo, ho pensato al triplo: un mix tra salti e ostacoli. Pronti, via: 11,42 come prima misura. Alla terza gara faccio il minimo per gli Europei U18. Ho capito che era la mia strada».
Nel frattempo, ha cambiato piede di stacco.
«Ho saltato tutto il 2022 staccando con la sinistra ma la destra è la mia gamba dominante: è più forte. Il 14,24 di Tampere è arrivato così».
Si è fatta notare, lassù in Finlandia.
«Mi piace andare in pedana curata: tengo molto al look. Le unghie lunghe sono una scaramanzia, le ho fatte tricolori per l’occasione. Lo chignon è obbligato: la coda mi va a prendere la sabbia più indietro, falsando la misura. Mascara e eyeliner sempre, fondotinta mai. E qualche lentiggine finta non guasta». 👉 L'intervista di Gaia Piccardi prosegue sul sito del Corriere