14/12/2025
Oggi riflettevo sulle persone che ti odiano senza ragione.
Quelle che, nella vita, abbiamo anche aiutato.
Quelle a cui abbiamo teso la mano quando erano fragili,
e che ora fanno di tutto per farci cadere.
Gesù non ha mai addolcito questo mistero.
Lo ha chiamato per nome:
«Mi hanno odiato senza ragione.» (Gv 15,25)
Non perché avesse ferito,
ma perché era luce.
E la luce non insulta le tenebre:
le rivela.
Esiste un odio che non nasce da un torto,
ma dalla tua semplice presenza.
Dalla tua coscienza.
Dalla tua fedeltà a ciò che è vero.
Per alcuni, questo è insopportabile.
Sant’Agostino lo dice con una lucidità che ferisce:
“Oderunt in te quod non possunt esse.”
Odiano in te ciò che non riescono a diventare.
Questa è l’invidia quando germoglia davvero.
Non desidera crescere.
Desidera spegnere.
All’inizio si traveste da vicinanza,
poi da ironia,
poi da silenzio.
Ma quando matura diventa capace di mentire,
di insinuare,
di ferire,
di usare ciò che sa di te come un’arma.
Le tenebre non creano.
Corrodono.
Gesù lo sapeva.
Per questo ha detto:
«La luce è venuta nel mondo,
ma gli uomini hanno amato le tenebre più della luce.» (Gv 3,19)
Non tutti vogliono guarire.
Alcuni vogliono solo che tu smetta di ricordare loro
che esiste una via più alta.
E allora, come si comporta chi brilla nella luce?
Non odia,
perché l’odio sarebbe una resa.
Non si giustifica,
perché la verità non ha bisogno di difese.
Ma si custodisce.
Gesù ha amato tutti,
ma non ha permesso a tutti
di restare nel suo cammino.
Non si è consegnato alle tenebre
in nome di un amore frainteso.
A volte allontanarsi
non è mancanza di misericordia.
È fedeltà al proprio fine.
È proteggere la luce affidata,
non sacrificarla sull’altare dell’approvazione.
Se vieni odiato senza ragione, ascolta:
non è una colpa.
È un segno.
Continua a brillare.
Non per orgoglio.
Non per sfida.
Ma perché la luce non vive per piacere agli uomini:
vive per restare luce
e compiere la volontà di Dio.