Michele Carelli Photography

Michele Carelli Photography Pagina interamente dedicata all'arte della fotografia e della digital art, prodotta con tecnologieAI.
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Non potevo mancare al matrimonio di Bezos con la busta per gli sposi ❤️💍. Però mi sembrava di cattivo gusto regalargli u...
29/06/2025

Non potevo mancare al matrimonio di Bezos con la busta per gli sposi ❤️💍. Però mi sembrava di cattivo gusto regalargli un buono Amazon!😅😅

📸 Scatto difficile... in tutti i sensi! 😅Prima di tutto perché beccare queste damigelle blu (Coenagrion) nel nostro terr...
23/06/2025

📸 Scatto difficile... in tutti i sensi! 😅

Prima di tutto perché beccare queste damigelle blu (Coenagrion) nel nostro territorio non è per niente scontato. Ma oggi la fortuna ha deciso di mettermi alla prova:
🌬️ vento forte
🌫️ luce pessima
🤲 scatto a mano libera
💙 soggetti minuscoli
…eppure, lì davanti a me, la scena che sognavo da sempre: accoppiamento in corso!

Sì, perché quelle due creature aggraziate, che sembrano disegnare un cuoricino con i loro corpi, non stanno facendo yoga... stanno proprio facendo l’amore, nel loro modo elegante e geometrico 💘

👦 Il maschio è quello in alto, dal blu acceso e gli occhi tipo alieno curioso 👀
👩 La femmina è in basso, più giallina e con colori meno vivaci, ma altrettanto affascinante.

✒️ Lo chiamano "cuore copulatorio" o "ruota dell’amore", e non serve aggiungere altro: la natura sa come far poesia… anche senza parole.

È un momento delicatissimo, raro e spettacolare.
Un piccolo miracolo alato in mezzo al verde.
E io? Ho avuto il privilegio di esserci. E di portarlo a casa con un click.

🖤 Che dire… questa volta il vento mi ha portato fortuna.

🐝💛 Scusate l’intimità... ma la natura non ha filtri! 💛🐝Zoomando tra i fiori della pineta di Castel Fusano, ho beccato qu...
22/06/2025

🐝💛 Scusate l’intimità... ma la natura non ha filtri! 💛🐝

Zoomando tra i fiori della pineta di Castel Fusano, ho beccato questa tenera (e un po’ affollata) scena d’amore:
una coppia di api solitarie colte in un momento molto… privato, proprio sulla cima di un tarassaco in piena fioritura 🌼💘

Ma non è finita qui! Se guardate bene, vedrete tanti piccoli puntini sul loro corpo:
🏥 No, non sono malattie
🚫 No, non sono parassiti cattivi
🚕 Sì, sono acari foretici: dei veri autostoppisti della natura!
Si attaccano all’ape per farsi portare in giro, come dire: “Scusa, mi dai un passaggio fino al prossimo fiore?” 😄

📸 In una sola immagine c’è:

amore (tra insetti pelosi)

biodiversità (api solitarie, importantissime impollinatrici)

acari pacifici

un tarassaco che fa da letto a 5 stelle

e una piccola storia che succede sotto i nostri occhi, se impariamo a guardarli davvero 🌍👀

🖤 La foto è mia, la scena è di Madre Natura.

(quella educata)

22/06/2025

Il problema non sono le feste. Il problema è l'enorme inciviltà.

Da via dei Pescatori fino a Villa Chigi, è una via crucis di bottiglie, plastica, cartacce, sporcizia di ogni genere. Immondizia fresca che si somma a quella abbandonata da anni, tra pini abbattuti e devastati, come se la natura fosse solo un bersaglio da distruggere.

La pineta, se così la vogliamo ancora chiamare, è diventata una discarica a cielo aperto.

Non c’è educazione, non c’è rispetto, non c’è amore per nulla. Rovinare tutto ciò che di bello abbiamo sembra l’unica cosa in cui eccelliamo. Ho provato a raccogliere qualche bottiglia, ma lì servirebbe un camion per portare via tutto lo schifo prodotto.

Non abbiamo cura di niente. E a volte sembra davvero che siamo senza speranza.

🦋Durante una sessione di fotografia naturalistica, ho osservato un comportamento curioso in una Cedronella (Gonepteryx r...
16/06/2025

🦋Durante una sessione di fotografia naturalistica, ho osservato un comportamento curioso in una Cedronella (Gonepteryx rhamni), che potrebbe tranquillamente rientrare in un manuale di psicologia comportamentale.

La scena è semplice: una Cedronella era posata su un fiore, intenta a nutrirsi. A un certo punto, una seconda farfalla ha cercato di atterrare sullo stesso fiore. Invece di spaventarsi o cedere il posto, la prima ha compiuto un gesto essenziale quanto sofisticato: ha aperto le ali lateralmente, impedendo all’altra l’accesso, senza aggressività né fuga.

La seconda farfalla ha cambiato direzione. Solo quando il “disturbo” si è allontanato, la Cedronella ha richiuso le ali e ha ripreso a nutrirsi.

Questo tipo di comportamento, apparentemente semplice, rivela un’ottima gestione delle risorse: difesa del territorio, assenza di conflitto diretto, minimo dispendio energetico. È un esempio perfetto di comunicazione non verbale adattativa.

Un gesto silenzioso, essenziale, quasi impercettibile, ma pieno di significato. Anche una farfalla sa dire con chiarezza: “Questo spazio è mio.”

Diciamolo: a volte, anche una farfalla sa gestire i propri confini meglio di molti esseri umani. 😅

Scatto eseguito con Nikon D750 e Sigma 105 macro 2.8

Non sempre la tempesta arriva con lampi e tuoni.A volte comincia con un silenzio strano, come un vuoto che ti tira giù.T...
15/06/2025

Non sempre la tempesta arriva con lampi e tuoni.
A volte comincia con un silenzio strano, come un vuoto che ti tira giù.
Ti accorgi che qualcosa si è incrinato, ma non sai bene dove.
Ti guardi attorno e nessuno vede, nessuno sente:
sei in mezzo all’acqua, ma da fuori sembra tutto fermo.
E la barca, la fragile barca della nostra stabilità, sembra spezzarsi.
Eppure, continui a remare, con le mani che tremano.

È così che inizia una tempesta interiore: silenziosamente, come una stanchezza che non se ne va, come una solitudine che nessuno sa nominare.
Anche i discepoli erano lì. Avevano lasciato la riva, avevano obbedito. Ma adesso si sentivano dimenticati. E il Maestro, proprio in quel momento, non era con loro.

Gesù era sul monte. Da solo.
Pregava.
Una solitudine nella solitudine: loro nel lago, lui sulla montagna. Nessuno parlava.
C’è un dolore in questo silenzio. Un vuoto.
Un buco nello stomaco che conosciamo bene.

Non si sente la voce di Gesù.
Non si sente nemmeno quella dei discepoli.
Solo il rumore del vento, lo schianto dell’acqua sul legno, il crepitare della paura.

Ma ecco il punto.
Gesù non arriva prima della tempesta.
Non la ferma da lontano.
Non alza la mano e dice: "Fermatevi, acque".

No.
Lui entra.
Cammina sulla tempesta.
Cammina sopra le onde che stavano per inghiottire i suoi amici.
Cammina sopra ciò che terrorizza.

Non si limita a “venirci incontro”. No.
Ci cammina sopra.
Sopra il dolore, sopra la paura, sopra la perdita di senso.
Sopra quel buio interiore che rende difficile perfino respirare.

Perché a volte la speranza non viene dall’annullamento della tempesta.
Viene dal sapere che qualcuno ha imparato a camminarci sopra.
Viene dal sapere che non sei pazzo se hai paura, ma che non sei nemmeno solo.

“Coraggio, sono io. Non abbiate paura.”
Le sue parole non spengono il vento.
Spengono il panico.
Rimettono il cuore al suo posto.

Chiunque abbia affrontato un dolore profondo, una perdita, un crollo, una depressione, una diagnosi, un abbandono… sa cosa vuol dire trovarsi su quella barca.
Con i muscoli stanchi, il cuore in allerta, l’anima esausta.

Ma questo racconto ci dice che c’è qualcosa di più.
Che il silenzio non è assenza.
Che la notte non è abbandono.
Che anche se non vediamo, Qualcuno sta camminando verso di noi.

La speranza non è che tutto andrà bene.
La speranza è che tu non sarai inghiottito dalle onde.
Che c’è una forza che può attraversare il terrore, senza farsi piegare.
Che c’è una Presenza che si avvicina nel modo più impensabile: camminando sul dolore stesso.

Questo non è solo un miracolo.
È un’immagine psicologica potente:
di come, a volte, la salvezza arrivi quando impari a guardare in faccia la tua paura.
Quando non cerchi più una via di fuga, ma uno sguardo che ti dica:
"Ce la puoi fare. Camminaci sopra. Anche tu."

E se oggi sei in mezzo al tuo mare,
se la tua barca scricchiola,
se ti senti dimenticato e vuoto e impotente,
ricorda:
non sei solo.
Non sei sbagliato.
E non finirai affondato.

Perché qualcuno ha già camminato sulle onde.
E ti sta venendo incontro.

🛑 Piccola precisazione per chi passa di qui solo per criticare gratuitamente 🛑Voi magari non ci credete, ma ho già i mie...
14/06/2025

🛑 Piccola precisazione per chi passa di qui solo per criticare gratuitamente 🛑

Voi magari non ci credete, ma ho già i miei "haters". Gente che viene sulla mia pagina non per guardare, riflettere o condividere… ma solo per criticare le mie fotografie, spesso senza nemmeno argomentare.

Ora, che a qualcuno non piacciano i miei scatti è affar suo. Davvero: non mi interessa. Ma andare sotto ogni singolo commento ricevuto da voi, che siete qui con gentilezza e curiosità, solo per attaccare, questo no, non lo accetto.

Mi dispiace per loro, ma qui hanno vita breve: vengono bloccati subito, senza se e senza ma.
Perché questa pagina è come una casa: si accolgono amici, si ospitano persone sincere, si condivide bellezza e pensiero. E come in ogni casa, chi manca di rispetto… viene gentilmente accompagnato alla porta.

È giusto che sia chiaro: qui si viene per costruire, non per distruggere.

“Beati i miti, perché erediteranno la terra.”Essere miti non significa essere deboli,ma avere la forza di non scendere n...
13/06/2025

“Beati i miti, perché erediteranno la terra.”
Essere miti non significa essere deboli,
ma avere la forza di non scendere nella fossa dell’altro.

Viviamo in un tempo in cui chi urla più forte sembra vincere.
Chi domina, chi schiaccia, chi impone.
Eppure, ogni giorno, accanto al rumore, esistono uomini e donne che resistono senza fare rumore.
Sono quelli che potrebbero restituire il colpo, ma non lo fanno.
Potrebbero calcare la stessa fossa scavata dal nemico,
ma scelgono di non sporcarsi l’anima.

Essere miti non è una fuga.
Non è codardia.
La mitezza è una forma rara di coraggio interiore,
una ribellione silenziosa che rifiuta di diventare come chi ferisce.

Ci vuole una forza enorme per non restituire il male.
Per non rispondere all’arroganza con altra arroganza,
all’insulto con altra violenza,
alla prepotenza con lo stesso veleno.

Chi scava fosse per gli altri, con parole, con umiliazioni, con disprezzo,
rivela la propria debolezza:
non riesce a stare in piedi senza abbattere qualcun altro.
Ma chi sa restare in superficie, dritto nella propria dignità,
senza sporcare le mani,
senza lasciare che l’altro gli infetti l’anima…
quello eredita la terra.

Non perché conquista territori,
ma perché conserva il proprio regno interiore.
La propria nobiltà.
Il proprio silenzio pieno.

A chi ti provoca, a chi ti vuole trascinare nella fossa:
non cedere.
Guardalo.
Osserva il suo bisogno disperato di sentirsi potente.
E poi sorridi dentro: tu sei più libero di lui.
Tu sei il padrone di te stesso.
Tu non devi dimostrare nulla.

La mitezza è una vetta.
E dalla vetta si vede tutta la miseria di chi combatte nel fango.
Il mite non è meno feroce:
è semplicemente più luminoso.

E alla fine, sarà lui a rimanere.
Non perché ha schiacciato il mondo,
ma perché ha salvato se stesso.

Oggi riflettevo sulla storia di Giairo.Un uomo come tanti, vissuto duemila anni fa, che un giorno ha lasciato ogni certe...
08/06/2025

Oggi riflettevo sulla storia di Giairo.
Un uomo come tanti, vissuto duemila anni fa, che un giorno ha lasciato ogni certezza per inseguire un’unica speranza: salvare sua figlia.
L’ho immaginato nel non detto del racconto.
Nel silenzio di quel cammino.
Nell’attesa prima di arrivare a casa.
Nel dolore muto di chi deve fidarsi nella disperazione più totale.

Giairo era un uomo importante nel suo tempo, un capo della sinagoga. Ma davanti al dolore, ogni titolo crolla. Rimane solo il cuore, n**o.
Corre da Gesù, lo supplica, e Gesù accetta di andare con lui. Ma il miracolo non arriva subito.
Arriva prima il cammino.

E io penso: cosa avrà provato in quel tragitto?
Ogni passo accanto alla speranza, eppure senza nessuna certezza.
Nessuna parola. Solo il battito del cuore e il rumore dei propri pensieri.
Finché arriva la frase che gela il sangue:
“Tua figlia è morta. Non disturbare più il Maestro.”

Tutto sembra finito. Ma proprio lì, nel momento più buio, arriva una voce:

“Non temere. Solo abbi fede.”

Ed è qui che la storia di Giairo diventa anche la nostra.
Perché tutti, prima o poi, attraversiamo attese che ci mettono alla prova.
Tutti camminiamo, almeno una volta, con il cuore tremante e una paura che ci precede.
Tutti ci troviamo davanti a qualcosa che non possiamo controllare.

E in quei momenti, la vita ci chiede una cosa sola: fiducia.
Non cieca. Ma profonda.
Una fiducia che non pretende risposte, ma che sceglie di camminare anche nel buio.

Come un tramonto.
Che non si oppone alla notte, ma la accoglie.
Che non ha paura di finire, perché sa che ogni fine è anche un passaggio.
Questo tramonto, che scende silenzioso sul mare, è la stessa lezione.
Non urla. Non corre. Ma parla al cuore, se lo sappiamo ascoltare.

Viviamo in un tempo che ci abitua a ignorare la nostra interiorità.
Che ci tiene sempre occupati, sempre distratti.
Ma dimentichiamo che il senso della vita non si trova fuori, si scopre dentro.
Nel silenzio, nella presenza, nella consapevolezza.
Nel mistero.

Coltivare una vita interiore è resistere alla superficialità.
È scegliere la profondità, quando tutto intorno ci chiede di rimanere in superficie.

Per questo, oggi, guardando questo tramonto, mi ricordo che la fede, qualunque nome le vogliamo dare, è un cammino.
Una scelta.
Un atto d’amore verso la vita stessa, anche quando fa paura.

E forse, ancora una volta, le parole che ci salvano sono le più semplici:

“Non temere. Solo abbi fede.”

07/06/2025

Pochi secondi per raccontare l’incanto di Palazzo Braschi: un luogo dove il tempo si inchina alla bellezza.

Volevo ringraziarvi, perché in questa settimana ho ricevuto una marea di messaggi stupendi, alcuni dei quali profondissi...
06/06/2025

Volevo ringraziarvi, perché in questa settimana ho ricevuto una marea di messaggi stupendi, alcuni dei quali profondissimi. Vi ringrazio di cuore: se un mio video o uno scatto possono generare tutto questo, se posso toccare qualcuno così nel profondo, mi sento felice e onorato.
Grazie davvero a tutti. Scusatemi se a volte rispondo in ritardo: ora siete davvero tantissimi, ma sappiate che, con pazienza, rispondo sempre a tutti.

Indirizzo

Ostia Lido
00122

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