15/05/2025
I rischi di cybersecurity esistono in ogni fase del ciclo di vita di un dispositivo, dalle fasi di produzione, distribuzione, implementazione e messa in servizio, fino alla disattivazione. Diventa, invece, imprescindibile adottare un approccio ciclico, capace di integrare la gestione della sicurezza in un processo costante di miglioramento e adattamento.
Governare la sicurezza attraverso cicli ricorsivi consente non solo di rispondere efficacemente alle minacce emergenti, ma anche di anticiparle, costruendo un’infrastruttura resiliente e adattiva. Il cuore di questa filosofia risiede nella capacità di pianificare, agire e correggere costantemente le strategie di sicurezza, secondo principi ormai consolidati in ambito organizzativo e qualitativo.
Il ciclo PDCA (Plan-Do-Check-Act) nella gestione della governance della sicurezza informatica
Il ciclo PDCA rappresenta uno dei modelli più efficaci per strutturare un sistema di governance della sicurezza informatica dinamico e reattivo. Il ciclo di Deming (PDCA, Plan-Do-Check-Act, Pianificare-Fare-Verificare-Agire) è un metodo di gestione utilizzato per il controllo e il miglioramento continuo dei processi e dei prodotti. Nato nell’ambito del Total Quality Management, questo approccio ha trovato una naturale applicazione anche nella gestione della sicurezza.
Questo modello si basa sull’idea che il raggiungimento dei più elevati standard di qualità richieda una continua interazione tra le fasi di ricerca, progettazione, test, produzione e commercializzazione. Nell’ambito dei sistemi di gestione, la sua implementazione risulta ancora più naturale: il metodo, infatti, si integra armoniosamente con il normale ciclo operativo dei sistemi, senza introdurre complessità aggiuntive e, anzi, contribuendo a valorizzarli in maniera semplice ed efficace.
Nella fase di pianificazione (Plan), si analizzano i rischi, si individuano le vulnerabilità più critiche e si stabiliscono obiettivi concreti e misurabili per la sicurezza. Pianificare non significa soltanto elencare controlli tecnici da implementare, ma anche definire strategie di lungo periodo, politiche di compliance normativa e piani di formazione per il personale. È un momento in cui l’analisi del contesto interno ed esterno diventa fondamentale per determinare priorità e allocazione delle risorse.
La fase di attuazione (Do) traduce le strategie in azioni concrete: implementazione di firewall, sistemi di protezione endpoint, soluzioni SIEM, configurazione di backup sicuri e procedure operative di sicurezza. L’esecuzione non si limita alla tecnologia; coinvolge anche la gestione delle identità e degli accessi, la sensibilizzazione degli utenti e l’applicazione delle policy aziendali nella pratica quotidiana.
Successivamente, attraverso la fase di verifica (Check), si misura l’efficacia degli interventi adottati. Questa fase implica il monitoraggio ininterrotto degli eventi di sicurezza, l’analisi dei log, lo svolgimento di audit interni e la conduzione di simulazioni di incidenti per testare la reattività dei sistemi e del personale. Verificare consente di comprendere se le soluzioni implementate rispondono efficacemente alle minacce reali o se occorrono correttivi.
Infine, nella fase di azione (Act), si introducono modifiche correttive e migliorative sulla base delle evidenze raccolte. In questa fase si aggiornano le policy, si ridefiniscono gli standard, si migliorano i sistemi di rilevazione e risposta e si pianificano nuove iniziative di formazione. Il ciclo si chiude, per riaprirsi immediatamente in un’ottica di miglioramento progressivo.