La Tartaruga

La Tartaruga La Tartaruga è una casa editrice de La nave di Teseo. Direttore editoriale e Presidente: Elisabetta Sgarbi. Curatrice editoriale: Claudia Durastanti.

Uscito originariamente nel 1947, “Niente cresce al chiaro di luna” di Torborg Nedreass è diventato nel tempo un classico...
26/11/2025

Uscito originariamente nel 1947, “Niente cresce al chiaro di luna” di Torborg Nedreass è diventato nel tempo un classico della letteratura scandinava e un’opera di riferimento del movimento femminista europeo.

Riconosciuto dal quotidiano Klassekampen come uno dei dieci testi fondamentali della letteratura progressista – a fianco di Karl Marx, Simone de Beauvoir, John Steinbeck e Frantz Fanon – ha superato barriere e censure, raggiungendo voci contemporanee come quella di Pedro Almodóvar, che ne ha evidenziato la potenza emotiva e la capacità di scuotere i preconcetti.

Perché questo romanzo non si limita a narrare una storia personale, quella della protagonista che racconta la sua vita a uno sconosciuto, affrontando una gravidanza che diventa simbolo della sua ribellione. “Niente cresce al chiaro di luna” è un documento, una memoria che interroga la società e il ruolo delle donne al suo interno, portando il tema dell’ab**to per la prima volta nel dibattito pubblico in Norvegia. Lo trovate in tutte le librerie nella traduzione di Andrea Romanzi.

La violenza contro le donne può assumere molte forme: è silenziosa o esplosiva, visibile o nascosta, fisica o psicologic...
25/11/2025

La violenza contro le donne può assumere molte forme: è silenziosa o esplosiva, visibile o nascosta, fisica o psicologica.

Abbiamo selezionato cinque titoli che la raccontano in maniera diversa: storie di denuncia, di resistenza, di riflessione e di riscatto.

Per continuare a parlarne, sempre.

Torborg Nedreaas (nata a Bergen nel 1906), definita la «Simone de Beauvoir norvegese», è stata una grande militante a fa...
21/11/2025

Torborg Nedreaas (nata a Bergen nel 1906), definita la «Simone de Beauvoir norvegese», è stata una grande militante a favore dei diritti degli oppressi e delle donne.

Il suo “Niente cresce al chiaro di luna” è molto di più di un romanzo: è una disamina cruda e sincera del vissuto femminile, di una giovinezza segnata dall’assenza di risposte.

Un uomo incontra una sconosciuta alla stazione del treno e non può fare a meno di seguirla. Nel corso di una notte, lei gli racconta tutta la sua vita: una storia di silenzi, desideri e resistenze. La protagonista è una diciassettenne proveniente da una famiglia operaia coinvolta in una relazione segreta con il suo ex insegnante, in cui si ritrova ad affrontare l’impensabile: una gravidanza che diventa simbolo della sua ribellione. La crudezza delle sue scelte, fino a un ab**to compiuto con ferri da maglia, si fa specchio di una condizione sociale che reprime l’autonomia delle donne.

Quando il libro uscì, nel 1947, era la prima volta che il tema dell’ab**to volontario prendeva spazio nel dibattito pubblico in Norvegia. Riconosciuto dal quotidiano Klassekampen come uno dei dieci testi fondamentali della letteratura progressista, “Niente cresce al chiaro di luna” di Torborg Nedreaas ha superato barriere e censure e arriva oggi in Italia per la prima volta. Traduzione di Andrea Romanzi.

Carla Lonzi è stata una delle pensatrici più radicali e vive che abbiamo la fortuna di leggere. Scrittrice e critica d’a...
29/10/2025

Carla Lonzi è stata una delle pensatrici più radicali e vive che abbiamo la fortuna di leggere. Scrittrice e critica d’arte italiana, femminista teorica dell’autocoscienza e della differenza sessuale, i suoi libri sono in corso di ripubblicazione per La Tartaruga.

Scopriamoli (e riscopriamoli) insieme.

Nel 1980, per quattro giorni tra il 25 aprile e il 9 maggio, un uomo e una donna si siedono davantia un registratore per...
24/10/2025

Nel 1980, per quattro giorni tra il 25 aprile e il 9 maggio, un uomo e una donna si siedono davantia un registratore per parlare della relazione che li ha uniti per molti anni e che ha attraversato dei cambiamenti ineluttabili. È un colloquio intimo, impegnativo e a tratti struggente, che non nasce per diventare pubblico, ma si rivela da pubblicare alla luce della forza della conversazione.

Sono Carla Lonzi e Pietro Consagra, due figure che hanno dedicato tutto il loro talento e la loro originalità all’arte e al femminismo, qui a confronto innanzitutto come uomo e come donna intenti a spezzare “l’omertà del rapporto a due”.

Scavando nell’esperienza della loro relazione, riportando alla luce i retaggi di un’educazione patriarcale e la rivelazione del femminismo, Lonzi e Consagra ci consegnano uno straordinario passo a due, in cui l’autocoscienza può infondere una nuova ispirazione a dei sentimenti che fanno già parte del passato.

“Vai pure. Dialogo con Pietro Consagra” di Carla Lonzi, a cura di Annalisa Buttarelli, da oggi in libreria.

P. – Non è che risolvendo i dialoghi risolviamo noi.C. – No, io risolvo tutto nel dialogo.Carla Lonzi e Pietro Consagra,...
21/10/2025

P. – Non è che risolvendo i dialoghi risolviamo noi.
C. – No, io risolvo tutto nel dialogo.

Carla Lonzi e Pietro Consagra, nel 1980, si siedono per quattro giorni davanti a un registratore per parlare della relazione che li ha uniti per molti anni e che ha attraversato dei cambiamenti ineluttabili.

Già nei diari raccolti nell’opera monumentale “Taci, anzi parla” Lonzi aveva manifestato l’esigenza di tornare sul rapporto con Consagra per capire l’inconciliabilità delle loro esigenze, dei loro “sogni diversi”. Lonzi scrive un “libro di conflitti” come ha sempre fatto, anche rispetto all’amore, e “Vai pure” non fa eccezione: la donna non vuole essere trattata da creatura simbolica, e vuole far riconoscere la verità della sua realtà. Può l’uomo dall’altra parte accogliere questa esigenza di riconoscimento, mettendo da parte il piano del potere?

“Vai pure. Dialogo con Pietro Consagra” di Carla Lonzi, a cura di Annalisa Buttarelli, arriva venerdì in libreria.

Complimenti a Erminia Dell’Oro, che con “Asmara, addio” ha vinto il Premio Letterature dal Fronte. “Per la forza del suo...
13/10/2025

Complimenti a Erminia Dell’Oro, che con “Asmara, addio” ha vinto il Premio Letterature dal Fronte. “Per la forza del suo sguardo, per l'originalità della sua voce, e per l'impronta profonda lasciata nella coscienza letteraria italiana”, si legge nella motivazione.

Una voce autentica e coraggiosa della letteratura italiana contemporanea, un romanzo in cui emerge la complessità dell'identità italiana d'Africa, sospesa tra due culture, due nostalgie, due appartenenze.

Pilar Quintana ha vinto il Premio IILA letteratura 2025 per la migliore opera narrativa con “Gli abissi”, tradotto da El...
01/10/2025

Pilar Quintana ha vinto il Premio IILA letteratura 2025 per la migliore opera narrativa con “Gli abissi”, tradotto da Elisa Tramontin.

Per noi una delle voci più originali e potenti della narrativa contemporanea, autrice di veri classici del nostro tempo.

Le donne sarebbero un deficit, un peso per la società. Perché partoriscono, stanno di più a casa con i bambini, lavorano...
13/06/2025

Le donne sarebbero un deficit, un peso per la società. Perché partoriscono, stanno di più a casa con i bambini, lavorano meno ore e di conseguenza pagano meno tasse. È quello che legge Emma Holten quando nel 2020 si imbatte in un articolo in cui si afferma che l’economia mondiale sarebbe più ricca se la vita delle donne assomigliasse a quella degli uomini, perché le donne dedicano troppo tempo a prendersi cura di altre persone.
La cura, un concetto non misurabile ma indispensabile.

Emma Holten ripercorre con accuratezza il percorso con cui l’economia, dall’Illuminismo in avanti, ha di fatto negato il valore del lavoro di cura delle donne (e non solo). Perché quando tutto è definito da un prezzo, si crea una gerarchia dove ciò per cui è più difficile calcolare un esatto valore, come il lavoro di cura e accudimento, finisce in fondo alla lista. Ma se non riusciamo a dare il giusto valore alle cose che contano, come possiamo costruire un futuro migliore?

“Deficit” di Emma Holten, nella traduzione di Stefania Forlani, è in tutte le librerie.
Dall’intervista di Francesco Bei su la Repubblica

Nel 2020 Emma Holten si imbatte in un articolo in cui si afferma che le donne rappresentano un deficit, una perdita nett...
10/06/2025

Nel 2020 Emma Holten si imbatte in un articolo in cui si afferma che le donne rappresentano un deficit, una perdita netta per la società. Le donne infatti ricevono più di quanto danno, è scritto. Prendono più congedi di maternità, stanno di più a casa con i bambini, in genere svolgono lavori meno retribuiti e quindi pagano meno tasse. Partoriscono, e i parti sono costosi. Dunque, conclude il saggio, l’economia mondiale sarebbe più ricca se la vita delle donne assomigliasse a quella degli uomini, perché le donne dedicano troppo tempo a prendersi cura di altre persone. Come siamo arrivati a questo punto? In che modo il contributo decisivo delle donne al benessere collettivo è diventato una perdita secca?

Quando tutto è definito da un prezzo, si crea una gerarchia dove ciò per cui è più difficile calcolare un esatto valore, come il lavoro di cura e accudimento, finisce in fondo alla lista. Emma Holten – svelando l’enorme capitale nascosto che sfugge ai principali modelli economici – mostra quanto le decisioni politiche che ne derivano siano altrettanto imperfette, e causino profondi danni sociali: se non riusciamo a dare il giusto valore alle cose che contano, come possiamo costruire un futuro migliore?

“Deficit. Perché l’economia femminista cambierà il mondo”di Emma Holten, nella traduzione di Stefania Forlani, arriva oggi in libreria.

📌 L’autrice sarà ospite de La Milanesiana. Ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi domani, 11 giugno, al Volvo Studio Milano per la serata “L’intelligenza dell’ingiustizia”, insieme ai premi Pulitzer Percival Everett e Matthew Desmond, moderati da Annalisa Cuzzocrea.

Torna in libreria, in un’edizione a cura di Benedetta Centovalli, con una nota di Nicoletta Leone e un’appendice critica...
16/05/2025

Torna in libreria, in un’edizione a cura di Benedetta Centovalli, con una nota di Nicoletta Leone e un’appendice critica, una delle opere più significative di Maria Corti, figura centrale della cultura italiana del Novecento.

Cantare nel buio racconta la vita quotidiana di una piccola comunità di lavoratori pendolari nella Lombardia dell’immediato dopoguerra, costretti a viaggiare in treni fatti di carri bestiame verso la città e la fabbrica nella speranza di un’esistenza migliore. È lo stesso viaggio che l’autrice faceva, negli anni della sua vita di pendolare tra Milano e Chiari, dove era insegnante al ginnasio. Narrando le storie dell’ultima generazione di antichi Longobardi, Maria Corti salva quel mondo povero e tragico dalla cancellazione della Storia a cui sarebbe condannato.

Gli amori, le vendette, le gelosie, hanno come protagonisti personaggi che incarnano ora un mondo contadino in estinzione, ora quello razionale e urbano della fabbrica e della giustizia sociale, ora una dimensione più fabulosa, trasgressiva e arcaica dell’immaginazione. A tessere le gesta e i sentimenti di tutti, una voce anonima e disincarnata, che accompagna i personaggi in un viaggio nella lingua e nel tempo, verso la memoria e verso il futuro.

“Cantare nel buio” di Maria Corti, a cura di Benedetta Centovalli, torna oggi in libreria.

Indirizzo

Via Stefano Jacini 6
Piacenza
21121

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando La Tartaruga pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Contatta L'azienda

Invia un messaggio a La Tartaruga:

Condividi

Digitare