VIDEOMarco & Antonella

VIDEOMarco & Antonella LA VIDEOPAGINA DI MARCO E ANTONELLA
VIDEO MUSICALI DI ARTISTI NAZIONALI E INTERNAZIONALI, POESIA

MARIO RIGONI STERN. IL CORAGGIO DI ESSERE UOMOdi Antonella Pederiva"È molto più difficile dire no che sì".Invita a conse...
16/06/2025

MARIO RIGONI STERN. IL CORAGGIO DI ESSERE UOMO

di Antonella Pederiva

"È molto più difficile dire no che sì".
Invita a conservare la propria dignità, Mario Rigoni Stern, che ricordo oggi nel giorno della sua morte, il 16 giugno 2008, e nessuno meglio di lui può farlo. Proprio lui che osò sfidare il potere e salire con orgoglio sul carro dei vinti. Impossibile per me non pubblicare lo stralcio intero del suo colloquio con il suo biografo, Giuseppe Mendicino, il 22 settembre 2006, ad Asiago, il suo paese.

"Eravamo numeri. Non piú uomini. Il mio era 7943. Ero uno dei tanti. Mi avevano preso sulle montagne ai confini con l’Austria, mentre tentavo di arrivare a casa, dopo l’8 settembre del ’43. Ci portarono a piedi fino a Innsbruck e poi, dopo quattro o cinque giorni, ci caricarono sui treni e ci portarono in un territorio molto lontano, che a noi era sconosciuto, oltre la Polonia, vicino alla Lituania, nella Masuria, in un lager dove poco tempo prima erano morti migliaia di uomini; gli storici parlano di cinquanta-sessantamila russi. Erano prigionieri, morti di fame e di tifo. Noi andammo ad occupare le baracche che avevano lasciato libere, nello Stammlager 1-B. Dopo quattro o cinque giorni, ci proposero di arruolarci nella repubblica di Salò, ossia di aderire all’Italia di Mussolini.
Eravamo un gruppo di amici che avevano fatto la guerra in Albania e in Russia. Eravamo rimasti in pochi. Ci siamo messi davanti allo schieramento, e quando hanno detto «Alpini, fate un passo avanti, tornate a combattere!», abbiamo fatto un passo indietro. Gli altri ci hanno seguito.
E fummo coperti d’insulti, di improperi. Avevamo visto cos’eravamo noi in guerra, in Francia prima, poi in Albania e in Russia. Avevamo capito di essere dalla parte del torto. Dopo quello che avevamo visto, non potevamo piú essere alleati con i tedeschi. Perciò da allora fummo dei traditori. Fummo della gente che non voleva piú combattere. E ci trattarono come tali.
Nell’ordine dei lager venivamo subito dopo gli ebrei e gli slavi; prigionieri dentro i reticolati, con le mitragliatrici piazzate nelle torrette che ci seguivano ogni volta che ci spostavamo. Abbiamo resistito. Tanti di noi non sono tornati. Piú di quarantamila nostri compagni sono morti in quei lager, durante la prigionia. Io ritornai nella primavera del 1945, a piedi, dall’Austria, dove ero fuggito dal mio ultimo campo di concentramento.
Arrivai a casa che pesavo poco piú di cinquanta chili, pieno di fame e di febbre. E feci molta fatica a riprendere la vita normale. Non riuscivo nemmeno a sedermi a tavola con i miei, o a dormire nel mio letto. Ci vollero molti mesi per riavere la mia vita.
Avevamo dietro le spalle la Storia, che ci aveva aperto gli occhi su quello che eravamo noi e su quel che erano coloro i quali ci venivano indicati come nostri nemici. Quello che ci avevano insegnato nella nostra giovinezza era tutto sbagliato. Non bisognava credere, obbedire, combattere. E l’obbedienza non
doveva essere cieca, pronta e assoluta.
Avevamo imparato a dire no sui campi della guerra. È molto piú difficile dire no che sí.
Ripeto spesso ai ragazzi che incontro: imparate a dire no alle lusinghe che avete intorno. Imparate a dire no a chi vi vuol
far credere che la vita sia facile. Imparate a dire no a chiunque vuole proporvi cose che sono contro la vostra coscienza. Seguite solo la vostra voce.
È molto piú difficile dire no che sí."

Un uomo, Rigoni Stern, di grande tempra morale, con un preciso codice etico, che includeva valori universali, come il senso di giustizia, il coraggio, l’amore per la natura, la generosità verso gli altri. Un uomo privo di retorica, schietto, sincero, forte di una forza costruita su un duro lavoro introspettivo. Un uomo ricco di umanità e di rispetto che il potere aveva mandato a combattere una guerra che non gli apparteneva, contro un nemico che non voleva riconoscere come tale. Chi tira le fila, si serve sempre del popolo, lavora bene per forgiare braccia che facciano per lui il lavoro sporco di annientare uomini, anime, all'unico scopo di imporre la sua volontà.

"Questi i risultati della pace e della libertà: lavorare e costruire per il bene degli uomini, di tutti gli uomini; non uccidere, distruggere e conquistare con la forza delle armi, ma vivere con il lavoro per la fratellanza e l'aiuto reciproco", scriveva in una delle sue opere più celebri, "Il sergente nella neve".
"Nessuno pensava: se muoio; ma tutti sentivano un'angoscia che opprimeva e tutti pensavamo: quanti chilometri ci saranno per arrivare a casa?"

Siamo tutti fratelli, ci ricorda Rigoni Stern,
uno dei più grandi ed intensi scrittori dell'Italia del dopoguerra, uno dei pochi sopravvissuti alla ritirata di Russia del 1943, e dobbiamo aprire gli occhi sulle trame del potere, smetterla di ubbidire a chi ci vuole mettere l'uno contro l'altro.

"Sul fiume gelido vi erano dei feriti che si trascinavano gemendo. Sentivamo uno che rantolava e chiamava; – Mama! Mama!
Dalla voce sembrava un ragazzo. Si moveva un poco sulla neve e piangeva. – Proprio come uno di noi, – disse un alpino: – chiama mamma.
La luna correva tra le nubi; non c’erano più gli uomini, ma solo il lamento degli uomini. – Mama! Mama! – chiamava il ragazzo sul fiume e si trascinava lentamente, sempre più lentamente, sulla neve."

Fonte foto: web

GIACOMO LEOPARDI. IL CORAGGIO DI UN POETAdi Antonella PederivaPrende spunto dal progetto di erigere un monumento a Dante...
14/06/2025

GIACOMO LEOPARDI. IL CORAGGIO DI UN POETA

di Antonella Pederiva

Prende spunto dal progetto di erigere un monumento a Dante in Santa Croce a Firenze questo canto di Leopardi che pubblico solo in alcuni punti salienti. Il tema centrale è il degrado e l'abbandono in cui versa la sua patria, l'Italia, soggiogata da potenze straniere che la derubano di statue, quadri, libri, che costringono il popolo italiano a sacrificarsi e a morire in una guerra che non è sua. Il poeta dà ad intendere che allude ai soldati morti nella campagna napoleonica condotta in Russia nel 1812, in realtà sottintendendo la situazione italiana sotto la Restaurazione post 1815, argomento di cui non poteva parlare apertamente. Ricordata spesso nei libri di storia come pessimista, la figura di Leopardi va finalmente rivalutata. Fu, al contrario, un uomo di straordinaria vitalità, capace di cogliere verità e bellezza, capace di visione profetica del futuro. Uomo coraggioso, che seppe esporsi in prima persona, saturo di sentimento, cosciente dei problemi del mondo, a cui dava espressione e voce. Leopardi non fu compresso nel suo dolore, uomo concentrato in sé stesso, fu, invece, uomo proiettato al mondo, conscio e consapevole della precarietà dell’esistenza, della fugacità del tempo, di tutte le sfumature della vita, che appartengono all'universo umano: la giovinezza, il declino, le illusioni, le delusioni, la solitudine, il dolore, la noia, la nostalgia, il rimpianto, la morte.

SOPRA IL MONUMENTO DI DANTE
CHE SI PREPARAVA IN FIRENZE

Perché le nostre genti
Pace sotto le bianche ali raccolga,
non fien da’ lacci sciolte
dell’antico sopor l’itale menti
s’ai patrii esempi della prisca etade
questa terra fatal non si rivolga.
O Italia, a cor ti stia
far ai passati onor; ché d’altrettali
oggi vedove son le tue contrade,
né v’è chi d’onorar ti si convegna.
Volgiti indietro e guarda, o patria mia,
quella schiera infinita d’immortali,
e piangi e di te stessa ti disdegna;
ché senza sdegno omai la doglia è stolta:
volgiti e ti vergogna e ti riscuoti,
e ti punga una volta
pensier degli avi nostri e de’ nepoti. [...]

Amor d’Italia, o cari,
amor di questa misera vi sproni,
ver’ cui pietade è morta
in ogni petto omai, perciò che amari
giorni dopo il seren dato n’ha il cielo.
spirti v’aggiunga e vostra opra coroni
misericordia, o figli,
e duolo e sdegno di cotanto affanno
onde bagna costei le guance e il velo.
Ma voi di quale ornar parola o canto
si debbe, a cui non pur cure o consigli,
ma dell’ingegno e della man daranno
i sensi e le virtudi eterno vanto
oprate e mostre nella dolce impresa?
Quali a voi note invio, sí che nel core,
sí che nell’alma accesa
nova favilla indurre abbian valore?[...]

Ma non per te; per questa ti rallegri
povera patria tua, s’unqua l’esempio
degli avi e de’ parenti
ponga ne’ figli sonnacchiosi ed egri
tanto valor che un tratto alzino il viso.[...]

(Giacomo Taldegardo Francesco Salesio Saverio Pietro Leopardi; Recanati, 29 giugno 1798– Napoli, 14 giugno 1837)

Foto: web


LA RIVOLUZIONE DEL PENSIERO La società moderna sta lavorando al contrario. La società moderna incentiva il non-pensiero....
11/06/2025

LA RIVOLUZIONE DEL PENSIERO

La società moderna sta lavorando al contrario. La società moderna incentiva il non-pensiero. In ogni ambito, soprattutto in ambito scolastico, dove le menti si formano, o non formano. Disabituare al pensiero è il mantra dei nostri tempi, semplificare è la regola, disabituare al pensiero complesso, offrire pensieri preconfezionati, limitare il tempo libero, ridurre il vocabolario per ridurre la capacità di elaborare riflessioni profonde.
Nella scuola, preferire le risposte a crocette, brevi, ridurre drasticamente la modalità "tema", offrire letture corte, libri banali, inerenti a temi di facile comprensione.
Oggi il rivoluzionario è colui che legge, che si nutre dei classici, di letteratura, di poesia, che usa il suo tempo per informarsi, per confrontare, per riflettere, per meditare. È chi si ferma ad osservare ciò che ha intorno, chi ritrova i grandi interrogativi esistenziali, chi si pone domande, avanza dubbi, chi fa viaggi all'interno del suo essere, chi viaggia con la fantasia, la creatività. Chi partecipa alla vita e alle vicende della Terra e dell'Universo. Quanti rivoluzionari conosciamo?

Antonella Pederiva per Emmeavideopoetry


Fonte foto: web

09/06/2025

PAU DONÉS. LA SEMPLICITÀ DELLE PICCOLE COSE

di Antonella Pederiva

9 giugno 2020, il mondo della musica perde uno dei suoi esponenti più significativi; se ne va dalla vita, così come la conosciamo, Pau Donés, leader, cantante e chitarrista del gruppo spagnolo Jarabe de Palo originario dell’Aragona, ma cresciuto a Barcellona, cittadino del mondo. Se ne va e porta con sé, oltre il confine del conosciuto, la sua malattia, così come la aveva portata ovunque nei suoi ultimi cinque anni, da quando gli era stata diagnosticata. "Il cancro, quando è arrivato, si è dovuto abituare alla mia vita da musicista, non sono stato io ad essermi adeguato a lui. Io ho messo le cose in chiaro fin da subito: Se vieni con me, allora tu devi fare la mia vita. E questo significa fare il musicista, registrare dischi, fare concerti, viaggiare e via dicendo. Penso che il cancro sia stato contento di questo", ebbe a dire in un'intervista. E Pau, non aveva mai smesso di essere quello che era, di cantare il suo amore per la vita, di lasciare messaggi di speranza e di gratitudine, come in
"Eso que tú me Das", il cui video fu girato insieme alla figlia Sara, sedicenne.
"Quello che tu mi dai
è decisamente più di quello che chiedo
tutto quel che mi dai
è quello di cui adesso ho bisogno
Quello che tu mi dai
Credo di non meritarlo
per tutto ciò che mi dai
ti sarò sempre grato.
Quindi grazie per esserci
per la tua amicizia e per la tua compagnia
sei la cosa più bella che la vita mi abbia dato".

"Siamo abituati a essere ascoltati, non ad ascoltare. Ci piace molto chiedere e ricevere, molto più che dare, ed è raro che diamo senza aspettarci nulla in cambio. Quello che mi è successo di recente è esattamente l’opposto, ho ricevuto molto senza chiedere o aspettarmi nulla. Cose buone, cose molto buone: dolcezza, affetto, rispetto, amore, dalle persone che conoscevo e dalle persone che non conoscevo."

Il suo ultimo brano "Misteriosamente hoy", uscito postumo, (Pau volle fortemente arrivare a completare quello che sarà il suo ultimo album, Tragas o escupes), lo vede camminare tra i prati e le montagne con il suo amato San Bernardo ed è un inno alla semplicità, un brano colmo della gratitudine per le piccole cose che ti fanno stare bene.

Misteriosamente oggi
Non sento la mancanza (di nulla)
Misteriosamente oggi
Non aspetto nessuno
Misteriosamente oggi
Tutto è calmo
Misteriosamente oggi
Non mi manca niente
Non ho problemi da risolvere
Né dubbi o miraggi
Mi intrattengo guardando il tramonto
Misteriosamente oggi
Non provo un senso di colpa
Sorprendentemente oggi
Nulla mi spaventa,
Miracolosamente oggi (la vita)
Non mi pesa più
Incredibilmente oggi (la vita)
Vale la pena
Non ho conflitti da risolvere
Né dubbi o miraggi
Mi accontento di guardare l’alba
Tutto mi sembra andare bene,
Mi sento bene con me stesso
Non ho nulla da fare, non ho guai
Solo tempo da perdere e il cuore tranquillo
Oggi mi sento bene, deliziosamente bene.

Ci piace immaginarlo cantare in altri lidi, ci piace pensare che in queste altre dimensioni, potremo godere ancora del suo genio e della sua arte, in una band composta da tutti i musicisti che lo hanno accompagnato in questo viaggio.

[...] Che siamo di passaggio [...]
dipende, dipende
da cosa dipende?
A seconda di come lo guardi
tutto dipende [...]

Invito rivolto a tutti, in particolare agli amici del Veneto, in particolare agli amici residenti a Verona e provincia. ...
30/05/2025

Invito rivolto a tutti, in particolare agli amici del Veneto, in particolare agli amici residenti a Verona e provincia. Insieme a tutte le bellissime proposte di Set Art Edizioni , ci sarà anche il mio libro "La Metamorfosi del Cuore". Passate a fare un giro. Ne vale la pena!

📚💡 [VALEGGIO LEGGE] 💡📚

Torino è Torino, ma poi ti viene voglia di vedere le persone più da vicino, di parlare con loro, di non startene in una stanza a lavorare immaginando le facce di quelli che ci leggono.

🌍📆 Valeggio sul Mincio non è solo uno dei borghi più belli d'Italia, è anche il luogo che ospita, DOMENICA 1 e LUNEDÌ 2 GIUGNO, "Valeggio Legge" insieme a "Valeggio LIMes", per celebrare la conoscenza come strumento di dialogo e soprattutto i libri (ma anche fumetti, vinili, riviste...), con una mostra-mercato in Piazza Carlo Alberto.

➡️ Quest'anno uno dei temi centrali dell'evento sarà il bullismo, che tanto ci angoscia ogni giorno nelle nostre vite di studenti, genitori, amici, insegnanti, nonni. Però non bisogna dimenticare che la cultura è anche cibo, perciò un'area di Valeggio sarà dedicata allo street food e in particolare al suo mitico tortellino! 🥟

Insomma, non so cos'altro vi serva per capire che non avete più scusanti per non farci un giretto.
Vi aspetto!

📌📚 VALEGGIO LEGGE
📆 DOMENICA 1 E LUNEDÌ 2 GIUGNO
PIAZZA CARLO ALBERTO // VALEGGIO SUL MINCIO

GANDHI E LA  FORZA DELLA FRAGILITÀdi Antonella PederivaIl 2 ottobre 1869, a Porbandar in India, nasce un uomo che entrer...
26/05/2025

GANDHI E LA FORZA DELLA FRAGILITÀ

di Antonella Pederiva

Il 2 ottobre 1869, a Porbandar in India, nasce un uomo che entrerà di diritto nella Storia come uno dei maggiori simboli del pacifismo novecentesco, Mohandas Karamchand Gandhi, un uomo apparentemente e fisicamente fragile che riuscì a mobilitare migliaia di persone con il suo carisma, la sua personalità e fortitudine, con il coraggio delle proprie idee.
In Sudafrica Gandhi fu insignito del titolo onorifico Mahatma, che significa “venerabile”, “grande anima”, in segno di riconoscimento per gli oltre vent’anni dedicati alla lotta alle discriminazioni e intolleranze subite dalle minoranze indiane locali, titolo che non accettava di buon grado, perché riteneva che non esistesse la distinzione tra grandi e piccole anime e che tutti gli uomini avessero pari dignità. L’India, invece, lo porta nel cuore col soprannome di Bapu, cioè “papà”, è infatti grazie a lui che il popolo indiano ottenne nel 1947 l’indipendenza dalla Gran Bretagna.
"Il genere umano può liberarsi della violenza soltanto ricorrendo alla non-violenza. L’odio può essere sconfitto soltanto con l’amore. Rispondendo all’odio con l’odio non si fa altro che accrescere la grandezza e la profondità dell’odio stesso".
Un fine, la violenza, che non giustifica i mezzi: nessun mezzo violento arriverà mai a produrre fini buoni, non sarà mai un mezzo violento a portare alla Verità, non esistono scopi che giustifichino un mezzo violento, la ricerca della verità segue strade interdette alla violenza. In ogni ambito, che sia religioso, morale, sociale o politico la ricerca della verità passa, sempre, attraverso il dharma, o “legge cosmica” e attraverso tutte le azioni giuste che permettono all'Universo di mantenere l'ordine, contrapposizione del caos.
Le altre due basi sulle quali poneva le sue fondamenta il credo gandhiano furono: l'autodeterminazione dei popoli, (fondamentale il fatto che gli indiani potessero decidere come governare il loro paese, poiché la miseria nella quale si trovavano dipendeva dallo sfruttamento delle risorse da parte dei colonizzatori britannici), e la tolleranza religiosa; le religioni viste come strade diverse che devono però convergere nello stesso punto, ancora e sempre, la ricerca della verità.
"Non conosco peccato più grande di quello di opprimere gli innocenti in nome di Dio".
Essere religiosi, per Gandhi, non significa essere disposti ad accettare le forme di oppressione di derivazione religiosa; lo testimonia la lotta che, per tutta la vita, lui, profondamente indù, condusse contro tradizioni indù come il matrimonio infantile o la prostituzione nei templi.
Un uomo, Gandhi, che seppe con il suo esempio, con la sua determinazione ma, soprattutto, con la sua azione, cambiare il mondo; una piccola goccia che trascinò con sé un'altra goccia, un'altra e un'altra ancora, fino a trasformarsi in onda, fino a diventare mare.
"Noi non siamo altro che lo specchio del mondo. Tutte le inclinazioni presenti nel mondo esterno sono da ricercare nel mondo del nostro corpo. Se riusciamo a cambiare noi stessi, anche le inclinazioni del mondo esterno cambiano. Quando cambiamo la nostra natura, anche l’atteggiamento del mondo verso di noi cambia. Questo è il mistero divino supremo. E’ una cosa straordinaria, è la fonte della felicità. Non abbiamo bisogno di aspettare di vedere cosa fanno gli altri".
Non abbiamo bisogno di vedere cosa fanno gli altri, il cambiamento siamo noi, ed è da ognuno di noi che saranno decise le sorti del mondo.

Il 30 gennaio 1948, a Nuova Dehli, Gandhi venne raggiunto da 3 proiettili, a distanza ravvicinata. Erano le 17.46 quando fu ufficialmente divulgata la notizia del decesso.
Chi lo uccise fu Nathuram Godse, fanatico indù.

"Prendi un sorriso, regalalo a chi non l’ha mai avuto. Prendi un raggio di sole, fallo volare là dove regna la notte. Scopri una sorgente, fa bagnare chi vive nel fango. Prendi una lacrima, posala sul volto di chi non ha pianto. Prendi il coraggio, mettilo nell’animo di chi non sa lottare. Scopri la vita, raccontala a chi non sa capirla. Prendi la speranza, e vivi nella sua luce. Prendi la bontà, e donala a chi non sa donare. Scopri l’amore, e fallo conoscere al mondo".

Fonte foto: web

Grazie per questo meraviglioso 5°posto, Plauso Speciale, a tutto il direttivo dell'associazione culturale "La Madia dell...
24/05/2025

Grazie per questo meraviglioso 5°posto, Plauso Speciale, a tutto il direttivo dell'associazione culturale "La Madia dell'Arte", al presidente, Dott. Massimo Capriola e al vicepresidente, Dott. Christian Sanna. Un grazie "speciale" alla giuria tutta.
"Dove non gridano più i poeti" è una poesia che fa parte della mia nuova raccolta "Tra i sogni e la terra. L'altrove" e che mi è particolarmente cara, per il tema trattato. Ve la propongo:

Cade a gocce, cade
quest'acqua che non sa purificare.
E non nutre.
Scivola su anime imputridite
dalla vergogna
Anime senz'occhi
Cuori avvolti dal lenzuolo
dell'infamia.
Cade sui miei pensieri,
così grandi e piccoli
davanti al dolore del mondo.
Chi ascolta? Chi brama?
Chi s'adopra?
Chi avanza il passo a fermare
il carro
che, inesorabile, inghiotte vite,
non mie, non tue, ma che importa,
se scorre rosso il sangue,
se con sé porta brandelli
di ciò che era bambino, donna, uomo
essere creatura del Creato?
Verrà mai quell'Angelo,
agnello, santo, profeta,
Redenzione e giustizia?
O egli stesso morì, sfinito
in ogni dove il male
prese il sopravvento?
Cade l'acqua, cade.
Sulle macerie umane,
cade sulle colombe
che, trinciate di ali, si trascinano
come serpenti sulla nuda terra.

Dove neanche i poeti
più gridano,
Come può esserci salvezza?

Antonella Pederiva
Tutti i diritti riservati ©

Salerno: vincitori X ediz. Concorso nazionale letterario-artistico “Padre Pio, il Santo del nostro tempo”PREMIO D'ONORE ...
24/05/2025

Salerno: vincitori X ediz. Concorso nazionale letterario-artistico “Padre Pio, il Santo del nostro tempo”

PREMIO D'ONORE PER "VERRANNO TEMPI", videopoesia di Marco Bartolomei sull'omonima poesia tratta dal mio libro "La Metamorfosi del Cuore", Set Art Edizioni

PREMIO A TALENTO PER "SINTESI", una poesia della mia nuova raccolta "Tra i sogni e la terra. L'altrove"

L’evento, organizzato dal quotidiano dentroSalerno.it, con l’Associazione Dentro la Comunità APS e Dentro la Notizia, ha ricevuto numerosi patrocini istituzionali tra i quali: Regione Campania, Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno centrale, Fondazione Cassa di Risparmio Salernitana, GAL Colline Salernitane, Comuni di Salerno, Battipaglia, Roccapiemonte, Sala Consilina, San Giovanni a Piro, Eboli.

Ringrazio di cuore l'esimia giuria con la presidente, dott.ssa Rita Occidente Lupo , Direttore Responsabile del quotidiano "DentroSalerno".



Onorata e felice per questo graditissimo 4° POSTO, ad un punto dal podio, ad uno dei più prestigiosi premi nazionali, or...
24/05/2025

Onorata e felice per questo graditissimo 4° POSTO, ad un punto dal podio, ad uno dei più prestigiosi premi nazionali, organizzato a Gela, in terra di Sicilia, dal Centro di Cultura e Spiritualità Cristiana "Salvatore Zuppardo".
Queste le poesie presentate:
SUONANO CAMPANE A OVEST
VERRANNO TEMPI
VOCE DI UN UOMO CHE GRIDA NEL DESERTO (IL VARCO DEI SECOLI)
tutte tratte dal mio libro "La Metamorfosi del Cuore", Set Art Edizioni

Ringrazio sentitamente l'esimia giuria, con il Presidente Prof. don Rino La Delfa, il presidente dell’associazione, Prof. Andrea Cassisi e il Presidente del premio
Prof. Emanuele Zuppardo

Grazie infinite!


̀

L'OMAGGIO A VENEZIA DI JOSEPH BRODSKYdi Antonella Pederiva 24 maggio 1940. Nasce a S. Pietroburgo, all'epoca Leningrado,...
24/05/2025

L'OMAGGIO A VENEZIA DI JOSEPH BRODSKY

di Antonella Pederiva

24 maggio 1940. Nasce a S. Pietroburgo, all'epoca Leningrado, Josif Brodskji, premio Nobel per la letteratura nel 1987, uno dei maggiori poeti russi del XX secolo, che, naturalizzato statunitense, prese il nome di Joseph Brodsky. Morto d'infarto nel suo studio di New York il 28 gennaio 1996, riposa a San Michele, a Venezia, città che gli fu cara e nella quale nacque il suo lavoro “Fondamenta degli Incurabili”. Un libro dedicato ad una città carismatica e sensuale che attraeva il poeta e che suscitava in lui un'immagine del divino: l’acqua, in continuo dialogo con gli edifici circostanti, specchio di Dio ed immagine del tempo.

Da questo libro vorrei proporvi un breve brano:

"In questa città si può versare una lacrima in diverse occasioni. Posto che la bellezza sia una particolare distribuzione della luce, quella più congeniale alla retina, una lacrima è il modo con cui la retina - come la lacrima stessa - ammette la propria incapacità di trattenere la bellezza. In generale, l'amore arriva con la velocità della luce; la separazione, con quella del suono. Ciò che inumidisce l'occhio è questo deterioramento, questo passaggio da una velocità superiore a una inferiore. Poiché siamo esseri finiti, una partenza da questa città sembra ogni volta definitiva; lasciarla per sempre. (...) Per l'occhio la partenza è un processo speciale, legato a ragioni puramente ottiche: non è il corpo a lasciare la città, è la città ad abbandonare la pupilla. Allo stesso modo il commiato dalla persona amata provoca dolore, e soprattutto un commiato graduale, chiunque sia a partire e per qualsiasi motivo. Nel mondo in cui viviamo, questa città è il grande amore dell'occhio. Dopo, tutto è delusione. Una lacrima anticipa quello che sarà il futuro dell'occhio".

Fonte foto : web

Un sentito ringraziamento alla prestigiosa giuria e a tutta l'organizzazione del PREMIO LETTERARIO NAZIONALE COSTA Edizi...
14/05/2025

Un sentito ringraziamento alla prestigiosa giuria e a tutta l'organizzazione del PREMIO LETTERARIO NAZIONALE COSTA Edizioni, con la Presidente Elena Costa.
"Il circolo della vita", è una poesia tratta dal mio libro "La Metamorfosi del Cuore", Set Art Edizioni, disponibile in tutte le librerie del territorio italiano e in tutte le librerie online, nonché sul sito della mia casa editrice, www.setartedizioni.it

Grazie infinite💚

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