VesuvioHub

VesuvioHub Siamo ricercatori, consulenti, imprenditori, giornalisti, architetti, grafici, fotografi che sognano.

VESUVIO HUB, è uno spazio di comunicazione e consulenza; che edita L’Ora Vesuviana, prima free press cartacea e online dell’hinterland napoletano e vesuviano. Da anni ci occupiamo di work shop e laboratori di comunicazione, giornalismo, comunicazione pubblica e politica. I professionisti di VESUVIO HUB sono abili nel creare strategie di promozione d’immagine e comunicazione integrata per professio

nisti e personalità pubbliche. Possiamo garantire ai nostri partner una copertura mediatica completa, attraverso le attività di ufficio stampa tradizionale e digitale, di relazioni pubbliche e istituzionali, di ghostwriting, di web marketing strategico.

29/11/2023
05/11/2023
04/11/2023

La Regione Campania presenta la Prima Rassegna del Patrimonio Immateriale della Campania, dall’1 al 3 dicembre al NEXT - Nuova Esposizione Ex Tabacchificio di Capaccio Paestum. Un evento per conoscere le pratiche tradizionali connesse a celebrazioni, saperi, espressioni e cultura agro-alimentare. Sarà presentato anche il prezioso Catalogo del Patrimonio Immateriale della Campania.

Scopri di più 👉 https://www.scabec.it/progetti/inventario-del-patrimonio-immateriale-della-campania/ipic/il-patrimonio-immateriale-della-campania

04/11/2023

🍷 È tempo di assaggiare il nuovo vino nel bene confiscato Verbumcaudo in Sicilia.

👩‍🌾 La “Vendemmia di Comunità” anche quest’anno ha coinvolto centinaia di persone per una giornata di socialità, festa e lavoro tra i filari, in cui i partecipanti hanno vissuto l'intero processo di produzione del vino.

🟠 Un’occasione anche per conoscere la storia di riscatto e restituzione alla collettività del feudo Verbumcaudo: un luogo confiscato alla mafia che oggi accoglie e genera opportunità e lavoro per la comunità locale, coinvolgendo e coltivando la comunità del futuro.

Verbumcaudo è un progetto sostenuto da Fondazione Con Il Sud.

👉 Per saperne di più: https://tinyurl.com/Verbumcaudo

Cooperativa Sociale Verbumcaudo

12/09/2023
09/01/2023
13/12/2022

Societing4.0 Lab e Innovazione Sociale
Antonio Autore, fondatore di «Autore Chocolate», è stato il nuovo testimone del ciclo di incontri al Societing4.0 Lab con gli studenti del Corso di laurea magistrale in Innovazione sociale nell’insegnamento di «Analisi e gestione delle dinamiche imprenditoriali» tenuto dai prof. Alex Giordano e Francesco Pirone presso il Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università degli Studi di Napoli Federico II.
Autori ha guidato gli studenti in un percorso esperienziale di scoperta degli elementi fondamentali del prodotto per poi accompagnarli in una riflessione più ampia intorno alla strategia imprenditoriale di Autore Chocolate che intreccia la valorizzazione della tradizione territoriale, il perfezionamento della competenza artigianale e la ricerca degli elementi di distinzione per un prodotto di eccellenza che si propone per il mercato del lusso.
È stata un’esperienza sensoriale e cognitiva originale di ampio valore formativo per tutti i partecipanti grazie alla capacità di ibridare attraverso un confronto immediato saperi provenienti dalla ricerca accademica e quelli prodotto nel mondo imprenditoriale.

Lui è Tommaso Primo e questa è la storia di Viola. Una favola moderna della nostra terra
01/12/2022

Lui è Tommaso Primo e questa è la storia di Viola. Una favola moderna della nostra terra

Viola è il secondo singolo estratto dall'album "Fate, sirene e samurai" di Tommaso Primo.Il videoclip è stato realizzato da SubLab.Scritto e diretto da Aless...

Stiamo lavorando a un progetto che coinvolge le scuole per riempire di colore il vesuviano. Un arcobaleno di emozioni, e...
01/12/2022

Stiamo lavorando a un progetto che coinvolge le scuole per riempire di colore il vesuviano. Un arcobaleno di emozioni, esperienze, idee per migliorare il mondo che ci gira attorno.

GABRIELE BASILICOGabriele Basilico e’ probabilmente  il fotografo di paesaggi urbani piu’ conosciuto al mondo. Nato a Mi...
12/09/2022

GABRIELE BASILICO

Gabriele Basilico e’ probabilmente il fotografo di paesaggi urbani piu’ conosciuto al mondo. Nato a Milano nel 1944, si laurea in architettura nel capoluogo lombardo nel ‘73, ma abbandona subito la carriera per cui aveva studiato per dedicarsi alla fotografia.
All’inizio della sua carriera si dedica all’ indagine sociale. A cavallo fra gli anni ‘70 ed ‘80 l’influenza dei suoi studi in architettura si fa progressivamente spazio nella sua fotografia. Nel 1982 presenta il suo primo successo internazionale, Milano. Ritratti di fabbriche. Nel 1984 viene “arruolato” dal governo francese per la Mission Photographique de la DATAR, un progetto di documentazione della trasformazione del paesaggio. Basilico e’ l’unico italiano del gruppo di fotografi selezionati, e gli viene assegnata la tematica “Bord de Mer”.
Nel 1991 prende parte ad un’ importante progetto sulla citta’ di Beirut, che stava uscendo, devastata, da 15 anni di guerra civile. Fra le rovine si muovono sei fotografi, incaricati di imprimere nella memoria la devastazione creata dal conflitto libanese : Oltre a Basilico ci sono Rene’ Burri, Robert Frank, Joseph Koudelka, Raymond Depardon e Fouad Elkoury. Le fotografie scattate a Beirut segnano la sua definitiva consacrazione internazionale. Da quel momento fin alla fine della sua carriera, interrotasi nel 2013 a causa della morte di Basilico, il fotografo milanese realizza reportage su, in ordine sparso, Berlino, Rio de Janeiro, Shangai, Istanbul,la Silicon Valley, Roma, le valli del Trentino, Mosca.
Ha pubblicato oltre sessanta libri fotografici personali, ricevuto numerosi premi internazionali e le sue fotografie sono state esposte in tutto il mondo.

Il Fotografo

L’architettura delle aree urbane e le trasformazioni del paesaggio contemporaneo sono l’oggetto della ricerca fotografica di Gabriele Basilico, che puo’ essere considerato il primo grande fotografo di spazi architettonici, una figura che fino a quel momento non era mai esisitita. “ Mi ero dato una specie di missione” racconta Basilico, “testimoniare come lo spazio urbano si modifica. Oggi lo fanno in tanti, negli ultimi dieci anni e’ stato considerato il lavoro piu’ artistico che ci sia, e non c’e’ citta’ al mondo che non venga fotografata”.
Ma quando inizia a fotografare, ancora studente universitario , Basilico si dedica al reportage umanistico ed all’indagine sociale, seguendo l’ “‘onda” dei movimenti degli anni ‘60 e l’esempio del suo maestro ed amico Gianni Berengo Gardin. “Erano anni in cui la coscienza politica ti imponeva di uscire e fotografare il “sociale”: manifestazioni, cortei, operai…”
Solo in un secondo momento, gli studi di architettura si fecero progressivamente spazio nella sua fotografia trasformando Basilico in un “misuratore di spazio”, come amava definirsi lui.
Ma fotografare gli spazi urbani per Basilico non e’ semplicemente speculazione sull’ armonia delle forme. Le citta’ di Basilico sono il frutto dell’opera dell’uomo, il risultato delle trasformazioni sociali ed economiche dell’ epoca industriale e post-industriale.

Basilico crea un proprio stile, immediato e riconoscibilissimo per raccontare le citta’: uno stile documentale e analitico con cui sembra vivisezionare lo spazio urbano creato dall’uomo. Le sue foto non colgono l’attimo, non rubano immagini di vita cittadina come quelle di Berengo Gardin o William Klein, ma riproducono la complessita’ urbana attraverso uno sguardo aperto e contemplativo che rimanda a Walker Evans.
Nei suoi scatti e’ quasi del tutto assente la figura umana : “ La fotografia d’architettura, nella grande tradizione, e’ sempre senza persone, non ci sono presenze umane perche’ distraggono dalla forma degli edifici e dello spazio”, racconta Basilico. “Tendo ad aspettare che non ci sia nessuno, perche’ la presenza di una sola persona enfatizza il vuoto e fa diventare un luogo ancora piu’ vuoto. Mentre se lo fai vuoto e basta, allora diventa spazio metafisico, alla Sironi o alla Hopper”.
Gabriele Basilico ha esposto e sintetizzato il suo pensiero e la sua visione della fotografia in incontri, lezioni e libri : nel 2007 pubblica il volume Gabriele Basilico. Architettura, città, visioni, a cura di Andrea Lissoni, mentre nel 2012 ha pubblicato Leggere le fotografie in dodici lezioni.

FERDINANDO SCIANNAFerdinando Scianna, è un fotografo italiano nato a Bagheria, in Sicilia, nel 1943.Proprio nella sua ci...
05/09/2022

FERDINANDO SCIANNA

Ferdinando Scianna, è un fotografo italiano nato a Bagheria, in Sicilia, nel 1943.
Proprio nella sua città inizia a dedicarsi alla fotografia ancora giovanissimo, agli inizi degli anni Sessanta, raccontando per immagini la cultura e le tradizioni della sua terra d’origine.
Decide molto presto di diventare fotografo, sconvolgendo i progetti dei propri genitori che lo volevano avvocato o dottore. Giá i primi ritratti delle persone di Bagheria, che Scianna ritrae con tono affettuoso ed allo stesso tempo distante, risultano carichi d’intensitá.
Nel 1961 si iscrive a Lettere e Filosofia presso l’Universitá di Palermo, e la sua passione per la fotografia inizia a strutturarsi. Conosce Enzo Sellerio, a cui mostra le proprio foto, e con cui inizia ad esplorare nuove possibilitá visive ed intellettuali. Sono anche gli anni in cui si forma una coscienza politica determinante per l’evoluzione della sua fotografia, cosí come il vincolo con la propria terra d’origine e le tradizioni siciliane.

Circa due anni dopo fa un incontro determinante per la sua vita professionale e personale: entra in contatto infatti con Leonardo Sciascia, lo scrittore con il quale a soli 21 anni pubblica il saggio Feste Religiose in Sicilia, libro che ottine il prestigioso Premio Nadar. ll libro crea molte polemiche, sopratutto a causa dei testi di Sciascia, che attacca l’essenza materialistica delle feste religiose siciliane. Ma anche le foto del giovane Scianna hanno il loro impatto: “ La fotografia era la possibilitá del racconto di una vicenda umana. Questo il mio maestro mi fece capire, e mi introdusse ad una certa maniera di vedere le cose, di leggere, di pensare, di situarsi nei confronti del mondo”.
Sull’onda del successo del libro, Scianna si trasferisce a Milano dove lavora per l’Europeo come fotoreporter, inviato speciale e corrispondente da Parigi, dove vive per 10 anni. A Parigi inizia anche a dedicarsi con succeso alla scrittura. Collabora con varie testate giornalistiche, fra cui Le Monde. “ Mi ritrovavo piú a scrivere che a fotografare, ma sapevo di essere un fotografo che scrive”, racconta Scianna. Proprio nella capitale francese, il suo lavoro viene particolarmente da Henry Cartier Bresson, che lo inviterá ad essere membro della Magnum nel 1982. Accettata la candidatura decide di tornare a Milano, e lascia l’Europeo per dedicarsi all’agenzia: “L’agenzia é lo strumento di un gruppo di fotografi indipendenti, una struttura in grado di valorizzare il tuo lavoro tanto meglio quanto piú sai utilizzare questo strumento. Magnum continua a sopravvivere secondo l’utopia egualitaria dei suoi fondatori, in modo misterioso riesce a far convivere le piú violente contraddizioni”.

A Milano lavora in maniera indipendente per giornali, e realizza reportage sociali. Inizia anche a fotografare per due giovani designer emergenti, Dolce e Gabbana. Un incontro casuale e non preparato, che dará vita ad una delle collaborazioni meglio riuscite nella fotografia di moda. A Scianna viene richiesto di realizzare fotografie di moda inserendo la splendida modella Marpessa nei contesto della sua Sicilia. Scianna riesce a mescolare magistralmente i registri visivi del mondo della moda con l’esperienza del fotoreporter, creando un risultato originale che spezza la monotonia patinata della fotografia di moda. É un successo che lo porterá a collaborare con prestigiose riviste internazionali ed a realizzare altri servizi di moda in cui affianca con maestria artificio ed autenticitá.

Questa improvvisa ed inaspettata svolta, apre il mondo fotografico di Scianna a nuove esperienze, parallele a quelle piú tradizionali del fotogiornalismo: pubblicitá e fotografie commerciali, senza mai peró abbandonare il reportage sociale, i ritratti ed il giornalismo: “Adesso, con immutata passione, divertimento ed ironia, opero nei campi piú diversi. Faccio un po’ di moda, un po’ di pubblicitá, il reportage e cerco piú che mai di fare ritratti. Inoltre recupero materiale dal mio archivio fotografico per numerosi progetti. Nelle mostre non faccio distinzioni tra le immagini nate dal lavoro di fotoreporter a quelle di moda, per esempio. Le inserisco tutte, in una continuitá che é poi quella della mia pratica professionale”.

Indirizzo

Via Guindazzi, 39
Pollena Trocchia
80040

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