09/08/2025
🇦🇲🤝🇦🇿🤝🇺🇸❔ Nella notte di ieri, 8 agosto, a Washington si è svolto un incontro trilaterale tra il primo ministro armeno Nikon Pashinyan, il presidente azero Ilham Aliyev e il suo corrispettivo americano Donald Trump.
“Hanno combattuto 35 anni anni e adesso sono amici, e lo saranno per un tempo ancora molto lungo”, ha dichiarato enfaticamente Trump alla fine delle discussioni. E, in effetti, il vertice nella capitale americana potrebbe essere ricordato come un passaggio decisivo verso un accordo di pace tra i due paesi del Caucaso del Sud.
Non sono stati resi noti i documenti che le parti hanno firmato, ma sicuramente non includono l’accordo di pace di cui Armenia e Azerbaigian avevano terminato la stesura del testo a marzo (ne avevamo scritto qui: mancano ancora due precondizioni).
La svolta più importante è stato l’accordo su un corridoio di transito tra l’Azerbaigian e la sua exclave occidentale del Nachicevan, definito con l’acronimo TRIPP (Trump Route for International Peace and Prosperity): la strada e la ferrovia che li collegano passano dalla provincia armena del Syunik e sono chiuse dalla fine dagli anni Ottanta.
I termini rimangono ancora nebulosi, ma secondo le indiscrezioni che girano da giorni (in parte confermate ieri), un’azienda americana avrà in gestione la sezione armena delle infrastrutture per 99 anni.
Rimane da vedere quale tipo di controllo le autorità di Erevan avranno sulle merci e le persone in transito, uno dei punti nodali della questione.
Armenia e Azerbaigian dovrebbero aver iniziato il processo per la chiusura del gruppo di Minsk dell’Osce, l’ente internazionale preposto alla risoluzione del conflitto del Nagorno-Karabakh, da tempo inattivo e il cui scioglimento era una delle due menzionate precondizioni per la firma di un accordo di pace. La seconda richiederebbe, invece, l’adozione di una nuova costituzione armena, un processo lungo e tortuoso.
Infine, Baku e Erevan hanno entrambi firmato accordi bilaterali con gli Usa in ambito energetico e tecnologico.
In conclusione, c’è tanto ancora da definire, ma quantomeno sembra che una pace definitiva non sia più così lontana.
✍️ Aleksej Tilman
Per comprendere gli sviluppi di questi giorni, ecco una breve storia del Nagorno-Karabakh.