Sapori di Puglia

Sapori di Puglia 🇮🇹 La guida alla Puglia: cibo, luoghi, tradizioni
🇬🇧 Your guide to Puglia: food, places, culture

08/10/2025

Bruno Barbieri a Bari Vecchia 😅

🍕15 Pizzerie in Puglia dove mangiare una buona pizza.
08/10/2025

🍕15 Pizzerie in Puglia dove mangiare una buona pizza.

Lieto fine per la disavventura di un anziano automobilista, protagonista di un curioso incidente a Bari. L’uomo, per cau...
07/10/2025

Lieto fine per la disavventura di un anziano automobilista, protagonista di un curioso incidente a Bari. L’uomo, per cause ancora da accertare, è entrato con la sua Fiat all’interno della stazione ferroviaria del quartiere Santo Spirito, proseguendo fino a fermarsi con metà vettura sui binari.

L’episodio si è verificato intorno alle 16. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco del Comando di Bari, che hanno messo in sicurezza l’area e recuperato il veicolo costruendo una rampa con legno e mattoni, servendosi poi di un argano manuale per sollevarlo.

Fortunatamente, l’anziano conducente non ha riportato ferite, se non un forte spavento. Più pesanti invece le conseguenze sul traffico ferroviario: i treni Alta Velocità, Intercity e Regionali hanno registrato ritardi superiori all’ora. La circolazione è ora tornata regolare.

07/10/2025

Pierino ci spiega le caratteristiche del Pane dell’ Antico Forno Santa Caterina dal 1306

Il Fagiolo della “Signora” di Pulsano diventa Presidio Slow Food: il legume che racconta la storia e l’identità del terr...
06/10/2025

Il Fagiolo della “Signora” di Pulsano diventa Presidio Slow Food: il legume che racconta la storia e l’identità del territorio ionico

Un piccolo grande tesoro della terra tarantina entra ufficialmente tra le eccellenze tutelate da Slow Food. Il Fagiolo della “Signora” di Pulsano, conosciuto nel dialetto locale come “Lu pasulu ti la signura”, è infatti diventato nel 2025 Presidio Slow Food, dopo aver ottenuto negli anni precedenti la denominazione De.Co. e l’inserimento nell’Arca del Gusto.

Una tradizione agricola lunga oltre un secolo e mezzo

Da oltre 150 anni, lungo la fascia costiera ionica della provincia di Taranto – in particolare nel territorio del comune di Pulsano – alcune famiglie di agricoltori custodiscono questa varietà di fagiolo dalla storia antica e dalla resa limitata. Coltivato in piccole parcelle, spesso con tecniche tradizionali e semi tramandati di generazione in generazione, il Fagiolo della Signora rappresenta oggi un simbolo di biodiversità rurale e di resistenza culturale.

L’impegno di associazioni locali e produttori appassionati ha permesso di riportare alla luce un legume che rischiava di scomparire, salvaguardandone non solo la coltivazione, ma anche la memoria collettiva e il valore identitario che racchiude.

Le caratteristiche del “fagiolo delle labbra rosse”

Di forma regolare e dal colore bianco avorio, il Fagiolo della Signora si distingue per una piccola macchia rosso vermiglio sull’ilo, la parte in cui il seme era attaccato al baccello. Una sfumatura che ricorda un’impronta di rossetto, da cui deriva l’appellativo popolare “Lu pasulu ti la signura o tintu” — il “fagiolo truccato”.

Oltre all’aspetto curioso, si tratta di un legume particolarmente digeribile, ricco di proteine e sali minerali, che si presta a zuppe, purè e piatti contadini di antica tradizione, come le “fave e cicorie” reinterpretate con i fagioli della Signora.

Un nome che racconta la società di un tempo

La leggenda locale narra che il nome del fagiolo derivi dalle donne dell’aristocrazia ottocentesca, le “Signure”, le uniche che potevano permettersi di curare la propria immagine e di indossare il rossetto, simbolo di eleganza e distinzione. Un privilegio che, nel linguaggio popolare, è stato traslato a questo seme prezioso, delicato e raffinato, destinato non a tutti ma solo a chi sapeva riconoscerne il valore.

Un presidio di identità e sostenibilità

Il riconoscimento come Presidio Slow Food sancisce un traguardo importante per il territorio di Pulsano e per la comunità agricola che da anni lavora per mantenere viva questa varietà. L’obiettivo è duplice: preservare la biodiversità agricola e promuovere un modello di sviluppo sostenibile fondato sulla filiera corta e sul rispetto dei ritmi naturali della terra.

Il Fagiolo della Signora diventa così molto più di un semplice ingrediente: è un simbolo di rinascita rurale e di orgoglio pugliese, un piccolo scrigno di storia che continua a raccontare, con i suoi colori e i suoi sapori, l’anima autentica della costa ionica.

Patate, Riso e Cozze – Il cuore della cucina bareseCi sono piatti che non si limitano a saziare, ma raccontano chi siamo...
05/10/2025

Patate, Riso e Cozze – Il cuore della cucina barese

Ci sono piatti che non si limitano a saziare, ma raccontano chi siamo.
A Bari, patate, riso e cozze non è solo una ricetta: è un rito di famiglia, un profumo d’estate che riempie i vicoli, un simbolo di appartenenza. È il piatto che unisce la terra al mare, il lavoro dei campi a quello dei pescatori, la sapienza delle nonne al gusto di chi ancora oggi cerca l’essenza della Puglia in un boccone.

La tiella barese nasce dalla povertà, dall’ingegno e dal desiderio di non sprecare nulla.
In un’unica teglia – da cui il nome “tiella” – si incontrano ingredienti semplici ma potenti: le patate tagliate sottili, il riso crudo che cuoce lentamente assorbendo il sapore del mare, le cozze aperte a crudo, i pomodori maturi, la cipolla, l’olio extravergine d’oliva, il prezzemolo, l’aglio, il formaggio grattugiato.
Pochi gesti, ma precisi. Nessuna mescolanza, solo rispetto per gli strati, perché ogni livello racconta una parte della Puglia: la terra, il mare, la luce.

Quando la tiella esce dal forno, dorata, profumata, croccante sopra e cremosa sotto, è come se la casa intera si fermasse.
Quel profumo sa di domeniche in famiglia, di tavole imbandite, di mani che si passano la teglia ancora calda.
È un piatto che ha attraversato generazioni, tramandato da madre a figlia, da nonna a nipote, con mille piccole varianti ma un’unica certezza: la vera magia è nella semplicità.

Patate, riso e cozze rappresenta l’identità gastronomica barese nella sua forma più pura: umile ma saporita, povera ma nobile, popolare ma degna delle tavole migliori.
È un equilibrio perfetto tra tradizione contadina e cultura marinara, tra sapienza istintiva e rispetto per il prodotto.
Ogni forchettata è un viaggio nel tempo, un ricordo che riaffiora, un abbraccio della Puglia che non dimentica le proprie radici.

In un mondo che corre, patate, riso e cozze resta un inno alla lentezza.
Alla pazienza di chi prepara, alla cura di chi osserva la cottura, alla gratitudine di chi siede a tavola.
È un patrimonio culturale, un simbolo di convivialità, una poesia salata che racconta l’anima della nostra terra.

Perché la Puglia non si descrive soltanto: si mangia, si ascolta, si vive.
E in quella tiella che borbotta nel forno c’è tutta la storia di un popolo.

Avete mai pensato a cosa rende così speciali le cozze di Taranto, considerate tra le più pregiate al mondo? Dietro al lo...
01/10/2025

Avete mai pensato a cosa rende così speciali le cozze di Taranto, considerate tra le più pregiate al mondo? Dietro al loro gusto unico non c’è soltanto la maestria dei mitilicoltori, ma un segreto antico, nascosto sotto la superficie del mare, che la natura custodisce gelosamente.

Sotto le acque del Mar Piccolo, infatti, si cela un fenomeno naturale straordinario: l’esistenza dei citri. Si tratta di sorgenti sottomarine di acqua dolce che sgorgano direttamente dal fondale, frutto di un lungo percorso sotterraneo che ha origine nelle profondità carsiche delle Murge. Qui l’acqua piovana si infiltra lentamente, si arricchisce di minerali e dopo chilometri di viaggio riemerge all’improvviso sotto forma di veri e propri fiumi invisibili.

Questi getti d’acqua dolce, incontrando l’acqua salata del Mar Piccolo, creano un ambiente irripetibile: zone di mescolanza continua, dove la salinità non è mai eccessiva né statica, ma varia costantemente. È come se la natura avesse messo a punto, milioni di anni fa, il sistema di allevamento perfetto, capace di nutrire e far prosperare le cozze senza alcun intervento artificiale.

Le cozze tarantine crescono dunque immerse in un ecosistema che non ha eguali al mondo. I movimenti generati dai citri ossigenano l’acqua, la dolcezza dei flussi sotterranei equilibra la salinità marina, i minerali arricchiscono il nutrimento dei molluschi. Tutti questi elementi insieme donano alle cozze una carne tenera e saporita, dal gusto pieno e armonico che i buongustai riconoscono al primo assaggio.

Non si tratta soltanto di un prodotto gastronomico: le cozze di Taranto sono il frutto di un incontro tra mare e terra, tra geologia e tradizione. Da secoli i tarantini allevano questi molluschi, custodendo un sapere che si tramanda di generazione in generazione, ma è la natura – con il suo ingegno nascosto – a fare da regista silenziosa.

Ecco perché ogni volta che portate alla bocca una c***a di Taranto non state semplicemente gustando un frutto di mare: state assaporando il risultato di un equilibrio millenario, un dono che il territorio ha reso possibile grazie ai suoi fiumi invisibili. Un miracolo gastronomico che conferma, ancora una volta, come la natura sappia essere il più grande degli chef.

🍕✨ Il fine pasto in pizzeria? Con la pizza dolce.Alla Pizzeria Luppolo & Farina di Latiano, il maestro Cristiano Taurisa...
29/09/2025

🍕✨ Il fine pasto in pizzeria? Con la pizza dolce.

Alla Pizzeria Luppolo & Farina di Latiano, il maestro Cristiano Taurisano sorprende con un dessert che parla il linguaggio dell’impasto: trancio al padellino, fritto e poi ripassato in forno, con namelaka di cioccolato bianco al caffè, gel di mandorla e crumble di mandorle amare di San Michele Salentino.

Un dolce che chiude il percorso gastronomico senza tradire la coerenza della pizzeria: l’impasto rimane protagonista dall’inizio alla fine.

🔥 59ª Sagra della Zampina del Bocconcino e del Buon Vino – Sammichele di Bari 🔥C’è un profumo che ogni anno, a fine sett...
26/09/2025

🔥 59ª Sagra della Zampina del Bocconcino e del Buon Vino – Sammichele di Bari 🔥

C’è un profumo che ogni anno, a fine settembre, invade le strade di Sammichele di Bari. È quello della brace che sfrigola, delle spirali di carne che arrostiscono lentamente, del vino che scorre nei calici e delle risate che si mischiano al fumo: è la Sagra della Zampina, del Bocconcino e del Buon Vino, giunta quest’anno alla sua 59ª edizione.

👉 Ma cos’è la zampina?
Un insaccato fresco che nasce dalla tradizione contadina: carne bovina e ovina, pomodoro, pecorino, basilico e pepe, racchiusi in budelli naturali e arrotolati a spirale. Viene infilzata su lunghi spiedi e cotta rigorosamente alla brace. Un piatto povero nelle origini, ma ricco di sapore e di storia, tanto da essere oggi riconosciuto come prodotto tipico De.Co. e candidato a diventare IGP.

🍷 La sagra è più di un evento gastronomico: è il cuore pulsante di una comunità che, dal 1967, celebra con orgoglio la propria identità.
Passeggiando tra i vicoli, trovi bracieri accesi ovunque, mercatini artigianali, musica dal vivo e un’atmosfera festosa che sa di Puglia vera. Qui ogni morso racconta storie di macellai, contadini e famiglie che hanno custodito e tramandato questa ricetta per secoli.

📜 Lo sapevi?
• Secondo alcuni, la zampina risale addirittura al Seicento, quando si usava la carne delle pecore che non avevano partorito.
• Il nome “zampina” deriverebbe dal sostegno dello spiedo, chiamato appunto “zampa”.
• Luigi Veronelli la definì “cibo omerico”, un piatto epico, da cantare come un verso di poesia.

🎶 Tra brace, vino e tradizione, la festa è un viaggio sensoriale e culturale che unisce generazioni e attrae migliaia di visitatori da tutta la Puglia (e non solo).

👉 Se non l’hai mai vissuta, questa è l’occasione giusta per farlo: vieni a Sammichele, lasciati guidare dal profumo della brace e scopri perché la zampina non è solo cibo, ma patrimonio di un intero territorio.

📅 26·27·28 settembre. Segnatevi le date, che a Molfetta torna Spilla Festival 🍻Tre giorni a cielo aperto con:➡️ Renato C...
26/09/2025

📅 26·27·28 settembre. Segnatevi le date, che a Molfetta torna Spilla Festival 🍻

Tre giorni a cielo aperto con:

➡️ Renato Ciardo, Mama Marjas e Brusco
➡️ Laboratori artistici by .puglia
➡️ L’assassina di
➡️ Spettacoli teatrali per bambini con e
➡️ Beer pong, ruota della fortuna e sfide con birre in palio (GRATIS, sì).

E per i piccoli? Trampolini, corse pazze e giochi senza fine 🎉

🌿 Le olive nolche: il sapore dolce della tradizione pugliese 🌿In Puglia settembre non è solo il mese della vendemmia, de...
25/09/2025

🌿 Le olive nolche: il sapore dolce della tradizione pugliese 🌿

In Puglia settembre non è solo il mese della vendemmia, dei fichi maturi e dell’aria che piano piano si rinfresca. È anche il tempo delle olive nolche, piccole gemme verdi che hanno un destino diverso da tutte le altre olive.

A differenza di quelle destinate alla salamoia o alla produzione di olio, le nolche hanno un gusto dolce e delicato che le rende edibili fin da subito, senza lunghe attese. Non a caso venivano raccolte e cucinate subito dopo il lavoro nei campi: uno sfizio genuino, che segnava la fine dell’estate e l’arrivo dell’autunno.

Molti ricorderanno le nonne che, appena tornati dalla campagna, mettevano sul fuoco la padella di ferro, un filo generoso di olio nuovo e una manciata di pomodorini spaccati con le mani. Poi arrivava il momento delle olive nolche: buttate dentro a rosolare, con quell’inconfondibile profumo che riempiva la casa.

Era un piatto povero, sì, ma ricco di significati: un contorno semplice che accompagnava pane caldo e vino rosso, ma che sapeva trasformarsi anche in condimento per la pasta o guarnizione per una bruschetta. Un sapore che racconta la Puglia contadina, fatta di gesti semplici e memoria familiare.

🍅 Ricetta tradizionale delle Olive Nolche Fritte con Pomodorini

Ingredienti (per 4 persone):
• 500 g di olive nolche fresche
• 250 g di pomodorini (datterini o ciliegini)
• 2 spicchi d’aglio
• Olio extravergine d’oliva pugliese q.b.
• Sale q.b.
• Peperoncino fresco o secco (facoltativo)

Preparazione:
1. In una padella larga scalda abbondante olio extravergine d’oliva insieme all’aglio.
2. Aggiungi i pomodorini tagliati a metà, un pizzico di sale e, se ti piace, il peperoncino. Lascia insaporire qualche minuto.
3. Unisci le olive nolche intere e cuoci a fiamma vivace per circa 7–10 minuti, mescolando di tanto in tanto. La buccia dovrà leggermente raggrinzirsi e la polpa rimanere morbida e dolce.
4. Servi subito, accompagnando con pane casereccio per raccogliere il sughetto.

👉 Variante: alcuni aggiungono un rametto di menta fresca o basilico alla fine della cottura, per un tocco aromatico.

Un piatto che non è solo ricetta, ma memoria collettiva: le olive nolche sono il simbolo di come in Puglia anche un frutto semplice e spontaneo sappia diventare poesia in cucina.

Draghi scolpiti che sembrano fissarti dall’alto delle chiese. Nel cuore di Lecce, tra i vicoli stretti del Salento, ques...
24/09/2025

Draghi scolpiti che sembrano fissarti dall’alto delle chiese. Nel cuore di Lecce, tra i vicoli stretti del Salento, questo spettacolo fa parte della vita quotidiana.

Nel centro storico si contano più di quaranta chiese barocche; alcune cronache arrivano a parlare addirittura di un centinaio, in una città che oggi conta circa 95.000 abitanti.

Tra il Cinquecento e il Settecento, gli scalpellini locali trasformarono la pietra leccese in un caleidoscopio di figure e motivi. La sua natura tenera e duttile rese possibili intagli e dettagli che altrove sarebbero stati impensabili.

Sulle facciate compaiono volti caricaturali, leoni, grifoni e maschere che paiono beffarsi di chi le osserva.

Figure come Giuseppe Zimbalo e suo figlio Francesco Antonio segnarono i progetti più celebri, mentre Gabriele Riccardi portò a compimento il lavoro di intere generazioni di maestri, spesso rimasti senza nome.

La Basilica di Santa Croce, eretta tra il 1549 e il 1695, è un’esplosione di simboli e creature immaginarie. Anche il Duomo, ricostruito tra il 1659 e il 1670, custodisce dettagli sorprendenti.

Questa abbondanza decorativa non fu frutto del caso: dopo il Concilio di Trento, la Chiesa volle meravigliare i fedeli e riaffermare la propria autorità.

Ancora oggi, passeggiando per Lecce, quegli sguardi scolpiti ti accompagnano passo dopo passo.

È una memoria di pietra, un segno identitario che attraversa i secoli e resiste al presente. Basta alzare lo sguardo per lasciarsi stupire.

💁‍♂️ Lo sapevi che…
👉 Nel centro di Lecce sorgono più di 40 chiese barocche
👉 La pietra leccese ha permesso decorazioni irripetibili altrove
👉 Ogni facciata cela figure bizzarre e animali fantastici
👉 I grandi cantieri si protrassero per un secolo e mezzo, dal 1549 al 1695

Indirizzo

Quasano
70020

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Il food è un settore che adoriamo ed è per questo che abbiamo realizzato il progetto "Murgia Food": siamo un gruppo di giovani, esperti di buon cibo, ed abbiamo creato una guida che ha il fine di selezionare i talenti pugliesi che si evidenziano per la qualità delle materie prime utilizzate e per l'innovazione gastronomica.

Al momento, oltre che su Facebook siamo su Instagram @murgiafood.

Scriviamo recensioni e realizziamo golosissime foto grazie alla collaborazione e accoglienza dei vari ristoratori.

Il cibo pugliese è un dettaglio del nostro territorio che maggiormente viene apprezzato dai turisti di tutto il Mondo.