
07/05/2025
Sono sul bus, linea 1, seduto lato finestrino con il mio walkman che riproduce i Beatles e i Queen.
Ho 12 anni e sto andando verso scuola.
Non so cosa sia la vita, tantomeno cosa farò da grande, però mi piace sognare e come ogni ragazzino di quegli anni, sognavo di giocare a calcio, e di farlo in serie A, magari con la maglia della .
Uno di quei sogni così impossibili che ti vergogni ad esternare a qualcuno e subito dopo riponi dov’era, lì, nel cassetto.
In quel tragitto, sulle note di “Don’t stop me now” spesso immaginavo di giocare quella partita, quella della vita, quella che abbiamo sognato un po’ tutti almeno una volta con addosso la maglia della squadra del cuore.
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Oggi mi piacerebbe salire su quella linea 1,
e sedermi accanto a quel ragazzino solo per smezzarmi con lui i suoi auricolari pieni di speranza per dirgli di non avere paura, che la vita è strana, a volte è amica ed altre un po’ meno, ma soprattutto di fidarsi del suo istinto.
Poi gli farei i complimenti per i suoi gusti musicali e, prima di scendere alla mia fermata,
gli regalerei queste cartoline dal futuro.
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