Universo che passione

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Universo che passione Professore di Fisica. Laurea in Astrofisica e tesi in Cosmologia. Divulgatore scientifico, conferenz

15/11/2022

𝐈𝐥 𝐭𝐞𝐦𝐩𝐨: è 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐜𝐨𝐬ì 𝐜𝐡𝐢𝐚𝐫𝐨?
𝐶𝑜𝑠’è 𝑖𝑙 𝑡𝑒𝑚𝑝𝑜? 𝑆𝑐𝑜𝑝𝑒𝑟𝑡𝑒 𝑒 𝑟𝑖𝑓𝑙𝑒𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑐ℎ𝑒 𝑖𝑛𝑑𝑢𝑐𝑜𝑛𝑜 𝑛𝑢𝑜𝑣𝑒 𝑖𝑛𝑡𝑒𝑟𝑒𝑠𝑠𝑎𝑛𝑡𝑖 𝑝𝑟𝑜𝑠𝑝𝑒𝑡𝑡𝑖𝑣𝑒
Ivan Spelti (Presidente di REA - Reggio Emilia Astronomia)
📅 Sabato 19 Novembre
⏱ ore 21:00
🌍 Planetario “F. Martino”, viale J. Barozzi 31, Modena
🎟 intero: 7€, ridotto (under 18 e studenti universitari): 5€

La prenotazione è obbligatoria ed è possibile solo sul sito del Planetario: www.planetariodimodena.it
Note
Occorre essere presenti al Planetario 20 minuti prima dell'orario previsto al fine di garantire un ordinato svolgimento delle attività. A conferenza iniziata non sarà consentito l’accesso.

05/09/2022

La conferenza del professore Roberto Orosei, lo scienziato che ha scoperto l'acqua su marte dedicata alla ricerca della vita nell'universo. Un bravissimo rel...

07/05/2022
12/01/2022

Si possono trovare i Delfini anche in montagna se si sa dove cercarli !
Sh2-308, Nebulosa Delfino nella costellazione del Cane Maggiore , situata poco a sud della stella piu brillante del cielo , Sirio, che arriva appena in coda ad Orione in questi mesi invernali.

La nebulosa è una enorme bolla ,ampia quasi 20 anni luce, di gas espulso da Ez Canis Majoris , la stella al centro, ed in seguito investita dalle sue radiazioni.
Una sfida tecnica dovuta al poco tempo e all'altezza estremamente bassa del soggetto , tra i 10 e i 20 gradi massimi per le mie latitudini, reso possibile solo dalla condizione di cielo particolarmente fortuita e buona. Nebbia in pianura e sereno senza umidità in quota.
Sempre per il "giro corto" che il soggetto compie ho potuto raccogliere pochissimo segnale, soltanto 5 ore tra RGB e Ossigeno terzo.

Però che dire, è pur sempre un Delfino fotografato a 1100 metri di quota ... e in inverno !! 😆

Data:

Skywatcher 200/800 su Azeq6gt , guidato Con artesky 70/400 e asi 120mono con Asiair Pro . Scatti effettuati con ASI294MC Pro Color le notti del 31/12 e 01/01 presso Osservatorio Astronomico di Febbio “Pierino Zambonini”

38 x 360" gain 120 -20° Baader O3 6,5nm
12 x 360" gain 120 -20° Optolong UV/IR cut

30/12/2021
15/11/2021

Montagne, montagne sugli anelli di ! 😮

Guardate che meraviglia: quella che vedete è l'ombra proiettata da montagne alte fino a 2500 metri che si trovano sul bordo dell'anello B di Saturno! Lo so che vi abbiamo sempre detto che gli anelli sono al più spessi una decina di metri, tuttavia i disturbi gravitazionali delle lune presenti tra il gap (visibile come la zona scura) tra l'anello A e B (la famosa Divisione di Cassini) generano delle vere e proprie "onde" nell'anello causando anomali accumuli di detriti e ghiaccio. Tali montagne quindi non sono stabili ma sono in costante cambiamento.

L'eccezionalità della foto non risiede solo nel fatto che stiamo osservando, ripeto, montagne NON su un pianeta ma sui suoi anelli, ma anche nella unicità dell'immagine: è possibile infatti vedere tali ombre solo durante l'equinozio saturniano, in cui il Sole basso riesce a proiettare queste lunghissime ombre, e questo avviene ogni mezzo anno saturniano ossia 15 anni terrestri! Una occasione, quindi, praticamente unica nella nostra vita e che Cassini buonanima è riuscita a regalarci nel lontano 2009 da una distanza di circa 340.000 km 🙂

Matteo

Credits: NASA/JPL/SSI

26/10/2021

OCEANI, LAGHI, FIUMI: ECCO MARTE 4 MILIARDI DI ANNI FA!

Abbiamo dati e migliaia di immagini che ci testimoniano come Marte sia un luogo totalmente desertico e inospitale. Ma sono gli stessi dati a dirci che il volto di Marte, un tempo, era completamente diverso, un posto in cui sarebbe potuta emergere la vita.

Acqua, tantissima acqua, più di quella contenuta nell'oceano Artico. Custodita in laghi nei crateri, fiumi nei grandi canyon, e un oceano nell'emisfero boreale che copriva il 20% della superficie marziana. La quantità di prove a nostra disposizione è enorme: dati chimici, spettroscopici, satellitari, geologici, abbiamo meteoriti marziane cadute sulla Terra che raccontano la storia del Marte antico, sappiamo calcolare con ragionevole precisione la quantità di vapore acqueo perso dall'atmosfera marziana nel corso dei miliardi di anni, abbiamo le analisi in loco di robot come Curiosity... insomma, davvero difficile poter negare tutto questo.

Certo, Marte è rimasto secco e arido per la gran parte della propria storia, ma fino a 3,5-4 miliardi di anni fa l'acqua liquida, e con essa un ciclo dell'acqua, era presente. Fatto non trascurabile è che l'acqua è ANCORA presente su Marte, in altre forme e luoghi, ma rimane come testimonianza dell'antico passato del pianeta.

L'acqua era sufficiente a coprire l'intero pianeta con una profondità media di circa 130 metri. Tuttavia le ricerche più recenti sembrano localizzare questo oceano nell'emisfero nord del pianeta, con una profondità media di circa 1,6 km. Dove è finita allora? Una parte è ancora presente su Marte, congelata nel ghiaccio delle calotte polari. Una parte è rimasta intrappolata nelle rocce vulcaniche, residuo delle antiche eruzioni marziane. Ma la grandissima parte è scomparsa, dispersa nello spazio. Marte non ha un campo magnetico e il vento solare può colpire l'atmosfera indisturbato, trasmettendo energia agli atomi e alle molecole atmosferiche, e dando loro una velocità sufficiente per sfuggire alla gravità marziana, un terzo rispetto a quella terrestre.

Perdendo atmosfera (attualmente è così rarefatta da avere una densità pari all'1% di quella terrestre) anche l'acqua cominciò gradualmente a evaporare e scomparire, rendendo Marte il deserto che oggi conosciamo. Acqua, comunque, è sinonimo di vita: una condizione necessaria (anche se non sufficiente) per permettere alle prime reazioni chimiche di progredire e poter sviluppare forme di vita. Non sappiamo se questo sia accaduto davvero su Marte: ecco perché Perseverance, avrà come obiettivo primario proprio quello di trovare tracce di eventuale antica vita marziana.

Matteo

Credits: NASA

17/10/2021
18/09/2021

AMMASSO GLOBULARE: M15 (NGC 7078)

(Filtro UHC-S, esposizione 13min 30sec, somma di 9 immagini da 90sec a 1000 ISO)
Jessica Campanini

18/07/2021

M101 Galassia Girandola

La Galassia Girandola (nota anche come M 101, o NGC 5457) è una galassia a spirale nella costellazione dell'Orsa Maggiore. La galassia fu scoperta nel 1781 da Charles Messier e da Pierre Méchain. William Herschel fu il primo a osservare delle piccole macchie (che in realtà erano dei frammenti dei bracci a spirale) circondare la galassia.
In condizioni eccellenti, M101 può essere osservata anche con un semplice binocolo; infatti, grazie alla sua estensione e alla sua relativa vicinanza a noi, M101 è una delle galassie più brillanti del cielo. La sua individuazione è facile, grazie alla presenza di un'appariscente concatenazione di stelle di sesta e settima magnitudine ad est della brillante stella Mizar. Le sue dimensioni impongono l'uso di ingrandimenti abbastanza bassi per la sua osservazione; occorre comunque un telescopio di almeno 250 mm per iniziare a distinguere il nucleo, più brillante, e i frammenti dei bracci a spirale. Gli stessi bracci offrono, in buone condizioni, un bello spettacolo con un telescopio da 400 mm a largo campo.
La sua declinazione è molto settentrionale: infatti questa galassia si presenta circumpolare da buona parte dell'emisfero boreale, come tutta l'Europa e quasi tutto il Nordamerica; dall'emisfero australe invece è possibile osservarla fino a latitudini temperate medio-basse. Il periodo migliore per la sua osservazione nel cielo serale è quello compreso fra febbraio e settembre.
M101 dista circa 21.000.000 anni luce dalla Terra, ed è una galassia di tipo Sc (spirale non compatta); da un osservatore a terra è vista esattamente "di faccia", ma i suoi bracci sono visibili solo con un grande telescopio. Il diametro della galassia è circa 170.000 anni luce, ovvero quasi doppio rispetto al diametro della nostra Galassia.
M101 è una galassia di notevole estensione se comparata con la Via Lattea; secondo diversi studi la sua massa sarebbe di circa 16 miliardi di masse solari, ma sembrerebbe essere un valore troppo basso, forse dovuto alla bassa luminosità superficiale della galassia; secondo le nuove scoperte, che comprendono l'individuazione di regioni H II e una forte velocità di rotazione, la massa di M101 sarebbe compresa fra 100 e 1000 miliardi di masse solari.
Un'altra proprietà particolare di questa galassia è la presenza di vaste e luminosissime regioni H II, che nelle fotografie raggiunge il numero di 3000 unità; queste regioni, in cui ha luogo la formazione stellare, contengono un gran numero di stelle giovani e calde, di colore blu.
Da un lato la galassia presenta un'asimmetria; si crede che si sia formata in tempi astronomicamente recenti a causa dell'interazione con un'altra galassia, che ne ha deformato i bracci a causa delle potenti forze mareali. Inoltre, questo incontro ha amplificato le onde di densità del bracci della galassia, che ha causato a sua volta la compressione del mezzo interstellare con conseguente aumento dell'attività di formazione stellare. (Fonte Wikipedia)

Dati tecnici di ripresa: C9.25HD ridotto a F/7 (1667mm di focale), guida fuori asse con camera lodestar X2. Camera di ripresa ZWO ASI 2600MC Cmos. Montatura Ioptron CEM70. 12 light da 600 secondi, dark, bias e flat. Filtro IDAS L2. Luogo Marola (RE)

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