27/07/2025
Nel 1885, una giovane di 18 anni di nome Elizabeth Cochrane lesse un articolo che le si conficcò nell’anima.
Diceva:
"A cosa servono le donne? A fare figli e cucinare."
Quella frase fu come una scintilla sul fuoco.
Prese carta e penna, scrisse una risposta carica di rabbia e argomenti, e la firmò con uno pseudonimo.
L’editore ne rimase folgorato.
Così nacque Nellie Bly.
E con lei, un nuovo modo di fare giornalismo.
Ma Nellie non voleva scrivere di cappellini, salotti e ricevimenti.
Voleva raccontare l’inferno.
Quello delle donne operaie sfruttate, della corruzione, degli ultimi che nessuno ascoltava.
A 21 anni, partì da sola per il Messico.
Tornò con un’inchiesta cruda, che denunciava povertà estrema, repressione e abusi.
A 23 anni, fece qualcosa che nessuno — né uomo, né donna — aveva mai osato prima.
Si finse pazza per infiltrarsi nel manicomio femminile sull'isola di Blackwell.
Trascorse dieci giorni tra urla, botte, freddo atroce, pasti immangiabili e sofferenza silenziosa.
Sopravvisse.
E scrisse un’inchiesta che fece tremare l’America.
Le leggi cambiarono.
Quelle donne, fino ad allora invisibili, diventarono reali.
Ma Nellie non si fermò.
Prese alla lettera Jules Verne e il suo Giro del mondo in 80 giorni.
Lei lo fece in 72 giorni, 6 ore e 11 minuti. Da sola.
E per una volta, il mondo si alzò in piedi ad applaudire una donna.
Nellie brevettò macchinari, diresse un’azienda, scrisse dal fronte durante la Prima Guerra Mondiale,
e soprattutto: non smise mai di scrivere.
Anche quando le dicevano che non doveva, che non poteva, che non era il suo posto.
Ma Nellie Bly non ha mai chiesto il permesso.
Ha semplicemente fatto spazio dove spazio non c’era.
Oggi, il suo spirito vive in ogni donna che scrive, che viaggia, che denuncia, che dice NO.
In ogni bambina che scopre che la sua voce è un’arma potente.
In ogni madre che insegna a sua figlia a pensare, a scegliere, a non abbassare lo sguardo.
Perché le parole, quando nascono dal cuore,
possono cambiare il mondo più di qualunque arma.
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