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                                            Il marito era partito per andare a pescare. La moglie – da un’amica. Ma una “sorpresa” nel suo appartamento cambiò tutto… per sempre.
Anna chiuse lentamente la porta dietro di sé, lasciando che lo sguardo scivolasse sull’ingresso vuoto, immerso in un silenzio quasi innaturale. Nell’aria immobile aleggiava ancora il debole profumo di caffè mattutino, quello che con premura tutta familiare aveva preparato per suo marito, Viktor, prima della sua consueta partenza verso la natura selvaggia. Era uscito all’alba, armato di canne da pesca, un thermos gigantesco e quel solito entusiasmo instancabile che, a volte, a lei sembrava solo crescere col tempo. Sulle labbra di Anna si disegnò un sorriso leggero, sfumato, mentre nella mente riaffiorava l’immagine di lui: mentre fischiettava uno dei suoi motivi senza nome, sistemava con cura tutta l’attrezzatura nel bagagliaio. “Torno fra un paio di giorni, Anja, non annoiarti troppo senza di me!”, aveva gridato dal posto di guida, poco prima che l’auto scomparisse dietro l’angolo, lasciando dietro di sé solo silenzio.
Anna non aveva alcuna intenzione di annoiarsi. Anzi. Durante gli anni passati insieme a Viktor, aveva imparato a occupare quel tempo solitario con piccoli piaceri e distrazioni preziose. Stavolta aveva in programma di incontrare la sua cara amica Svetlana, che abitava in una cittadina vicina. Proprio la sera prima, lei l’aveva chiamata con una voce vibrante, quasi contagiosa, piena di eccitazione. “Devi assolutamente ve**re, ho qualcosa da mostrarti… non crederai ai tuoi occhi!”, aveva detto senza nemmeno prendere fiato. Anna conosceva bene l’indole imprevedibile di Svetlana, eppure qualcosa in quelle parole aveva acceso in lei una scintilla: una curiosità insistente, quasi febbrile. Le piacevano le svolte improvvise, soprattutto quando promettevano di rompere la monotonia così ordinata e rassicurante della sua quotidianità.
Con una borsa compatta e ben sistemata, Anna si mise in viaggio a bordo della sua vecchia auto. La strada le era ben nota: un percorso lungo e dritto attraverso campi dorati baciati dal sole autunnale, con piccoli gruppi di alberi a punteggiare l’orizzonte. La sua radio preferita trasmetteva melodie d’altri tempi, e lei si trovò a canticchiare piano, mentre dentro cresceva un senso frizzante di attesa. Cosa aveva escogitato stavolta Svetlana? Una festa a sorpresa? Aveva finalmente comprato quella casa che sognava da tempo? Immaginava ipotesi su ipotesi, senza riuscire a trovarne una che sembrasse davvero verosimile. La sua amica aveva l’abilità di stupire, e raramente i suoi “scherzetti” si rivelavano banali.
Quando l’auto si fermò finalmente davanti alla casa a due piani, in un quartiere tranquillo ai margini della città, il sole stava già scivolando dietro l’orizzonte, tingendo tutto intorno di una luce dorata e calda. Svetlana era già lì, in piedi accanto al cancello, il volto illuminato da un sorriso a dir poco radiante, come se custodisse un segreto celestiale. Indossava un vestito colorato e vivace, perfettamente in linea con il suo spirito allegro e un po’ f***e. Appena Anna mise piede fuori dall’auto, Svetlana la abbracciò stretta e senza perdere un minuto la trascinò dentro la casa avvolta di luce.
— Allora, qual è questo famoso “sorpresa” che hai tenuto così nascosto? — chiese Anna, togliendosi le scarpe nell’ingresso.
Svetlana strizzò l’occhio, con un sorrisetto malizioso sulle labbra, e senza dire una parola la prese per mano, conducendola in salotto. Lì, seduto sul divano avvolto dalle prime ombre della sera, c’era un uomo. Sconosciuto.
Anna si bloccò. Per un istante, qualcosa dentro di lei si fermò. L’uomo, alto, con capelli neri leggermente ondulati e barba appena accennata sulle guance, era magnetico. Sembrava appena tornato da un viaggio lontano, e quegli occhi scuri e intensi la cercarono subito. Quando le rivolse un sorriso – lento, sicuro, quasi consapevole – Anna percepì un brivido lungo la schiena. Come se sapesse qualcosa che lei non sapeva ancora.
— Ti presento Dmitrij, — annunciò Svetlana con una nota trionfale. — Dmitrij, questa è Anna, la mia amica più cara.
Una vampata di calore salì sulle guance di Anna. Non si sarebbe mai aspettata che il “sorpresa” fosse una persona… viva. Reale. Dmitrij si alzò con naturalezza, le porse la mano con una calma disarmante e, quando le dita si incontrarono, la sua stretta rimase per qualche istante in più del normale.
— Piacere di conoscerti, Anna, — disse con un tono caldo, leggermente graffiato, che fece perdere un battito al suo cuore.
— Il piacere è mio, — rispose lei, cercando con impegno di mascherare il leggero turbamento che la stava attraversando. — Svetla, e cosa festeggiamo? — chiese lanciando un’occhiata carica di domande alla sua amica, il cui sguardo scintillava di misteriosa attesa.
Svetlana rise, evidentemente sempre più divertita dall’effetto della sua messinscena.
— Niente in particolare! Dmitrij è un mio vecchio amico… è in città solo per qualche giorno. Mi è subito venuto in mente che dovevate conoscervi. Lui è… speciale. Dai, racconta, Dmitrij, che fai di bello nella vita?
Gli occhi di Dmitrij non lasciarono mai quelli di Anna mentre rispondeva, il sorriso che si allargava e piccole rughe sottili si formavano ai lati degli occhi.
— Sono un fotografo. Mi muovo molto, cerco storie, scatto momenti. A volte faccio mostre, a volte semplicemente… vivo.
Anna annuì, provando a mostrarsi coinvolta, ma dentro di lei cominciava già a muoversi qualcosa. Svetlana aveva escogitato un piano. E Dmitrij, con quello sguardo capace di sfiorarle l’anima e quell’aria enigmaticamente sicura, ne faceva chiaramente parte.
La serata trascorse in un’atmosfera tanto leggera quanto carica di una tensione appena percettibile. Svetlana era al centro della scena come sempre: distribuiva risate, aneddoti, riempiva bicchieri. Dmitrij si dimostrò un conversatore eccezionale. Parlò delle sue avventure – di un tramonto nella Sahara, di un incontro sfiorato con scimmie selvatiche nella giungla. Anna ascoltava, rideva nei momenti giusti, ma dentro sentiva costantemente quegli occhi puntati su di lei. Studiandola. Non in modo invadente, ma come se cercasse i dettagli di una fotografia non ancora scattata.
Quando Svetlana si allontanò per un attimo verso la cucina, Dmitrij si chinò verso Anna. Con voce bassa, carica di qualcosa di indecifrabile, sussurrò... Un intrigante seguito poco più giù.                                        
 
                                                                                                     
                                                                                                     
                                                                                                     
                                                                                                     
                                                                                                     
                                                                                                     
                                                                                                     
                                                                                                     
                                                                                                     
                                                                                                     
                                                                                                     
                                         
   
   
   
   
     
   
   
  