
08/08/2025
Sono trascorsi 69 anni dalla più grave tragedia mineraria della storia italiana all’estero. Ma il ricordo del disastro di Marcinelle, in Belgio, non smette di far male. L’8 agosto 1956, nella miniera di carbone del Bois du Cazier, persero la vita 262 lavoratori, di cui ben 136 italiani, emigrati per sfuggire alla miseria dell’Italia del dopoguerra. Solo 13 uomini furono estratti vivi, mentre 17 corpi, sepolti nel sacrario che oggi sorge nel sito della miniera, non sono mai stati identificati.
Quell’8 agosto è oggi celebrato come Giornata del sacrificio del lavoro italiano nel mondo, una data simbolica non solo per onorare i connazionali caduti in terra straniera, ma anche per non dimenticare il prezzo pagato da chi, con il proprio lavoro, cercava dignità e sopravvivenza fuori dai confini nazionali. Oltre agli italiani, morirono 95 belgi, 8 polacchi, 6 greci, 5 tedeschi, 5 francesi, 3 ungheresi, e un lavoratore per ciascuna di queste nazionalità: inglese, olandese, russo e ucraino. Ricordare Marcinelle, oggi, non è solo un atto di memoria storica. È un monito ancora attuale.