
27/07/2025
Alta Valtellina Bike Marathon 2025: impresa epica sotto la pioggia, quasi il 34% dei biker costretto al ritiro. L'avversario più duro da ba***re questa volta per tutti è stato il meteo.
(So), sabato 26 luglio 2025.
Un’edizione decisamente eroica quella dell’ Valtellina Bike Marathon, che si è corsa ieri tra i panorami spettacolari della Valtellina e del Parco nazionale dello , sotto un cielo che non ha concesso tregua, né agli organizzatori, né alle atlete e agli atleti.
Le condizioni meteo avverse hanno messo a dura prova la resistenza fisica e mentale dei biker impegnati nei tre percorsi previsti: Marathon (100 km), Endurance (76 km) e Classic (44 km).
Non abbiamo certezza del numero degli iscritti di quest'anno, ma nei corridoi si vociferava che fossero oltre 1000 (ricordiamo che nel 2019 l ' aveva raggiunto anche 2600 iscritti). Ma nonostante l'entusiasmo e l'ottima organizzazione, alle griglie di partenza in località Valdidentro Tourism si sono presentati 588 partenti totali.
Di questi, ben 200 atleti, pari a circa il 33,9% del totale é stato costretto al ritiro, principalmente a causa della pioggia battente, del fango e del calo termico in quota.
Basandoci sui dati pubblicati sulla piattaforma , abbiamo estratto il numero di quanti sono transitati dal primo rilievo cronometrico (passo , dopo 22km) e lo abbiamo comparato con il numero di quanti sono arrivati al traguardo a .
Ecco i dettagli declinati per i tre percorsi.
📍 (100 km): il tracciato più impegnativo si è rivelato anche il più selettivo. Dei 282 partenti, 107 (38%) hanno dovuto arrendersi prima del traguardo, mentre solo 175 hanno completato l'impresa.
📍 (76 km): su 229 partenti, sono arrivati 142 atleti/e, mentre 87 (38%) si sono ritirati.
📍 (44 km): il percorso più breve ha visto 77 biker al via e 71 al traguardo, con solo 6 ritiri (7,8%), a dimostrazione che la difficoltà aumentava drasticamente con la distanza, le condizioni meteo e la fatica.
Una prova di tenacia, resistenza e determinazione per quei 388 corridori che hanno raggiunto il traguardo. Perché a nessuno di loro è stato "prescritto dal medico" (così si suol dire), ma quando hai la competizione nel sangue, e stai bene se hai un numero sulla schiena, come si fa a rinunciare alle emozioni di una gara che aspetti da mesi?
Quella del 2025 sarà ricordata come una delle più dure delle 15 edizioni, ma anche una delle più autentiche.
Gli hanno garantito la sicurezza in ogni momento, con un eccellente lavoro di assistenza lungo il percorso. L'elicottero del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico - CNSAS e i pickup hanno fatto avanti e indietro dai rifugi e dai punti assistenza per recuperare i biker che erano arrivati fino a lì, rischiando l'ipotermia o danni peggiori.
Eppure, alla partenza, eravamo stati avvisati che lassù al GPM c'era freddo (2 gradi centigradi, abbiamo sentito dire..). Vero. Uomo/Donna avvisato/a..
Ma, di nuovo, quel che ti spinge a partire lo stesso é qualcosa che va oltre la semplice voglia di pedalare.
In tutti aleggiava la speranza, per esempio, "che la pioggia da un momento all'altro potesse smettere di venir giù" (cit. De Gregori). Ma anche il dispiacere, in caso di mancata partecipazione, di buttar via i soldi dell'iscrizione, della trasferta, delle ferie, dei permessi di lavoro, magari di aver dovuto discutere con i colleghi per aver libero proprio quel sabato.
Insomma, ciò che ha mosso i biker e li ha convinti a mettersi in griglia (dalle 7.30, alle 9.30 e alle 11.30 per chi ha fatto il percorso più breve) non può limitarsi al solo amore per questo sport.
C'è molto di più dietro alla decisione.
Chi è partito ed è riuscito a tagliare il traguardo, fradicio, inzuppato, irriconoscibile per via della faccia e della maglietta piena fango, ma sorridente, rappresenta il simbolo della passione per la nella sua forma più pura.
Ma lo sono anche coloro che, poco alla volta, hanno cominciato a sentire, chilometro dopo chilometro, l'acqua penetrare sotto le scarpe, sotto la ventina, insinuarsi fino alla pelle e raffreddare tutto. Mani, braccia, piedi, gambe. Lassù ai passi faceva così freddo (poco sopra gli 0 gradi la temperatura percepita) che alcuni hanno perso lucidità e si è offuscata la vista. C'è chi si era ben organizzato e con sé aveva il cambio caldo, ben chiuso dentro un sacchetto nello zainetto. C'è chi ha ricevuto assistenza da qualche amico o tecnico della squadra che gli ha passato la mantellina ed i guanti asciutti ed ha potuto proseguire in sicurezza.
Ma ci sono quei 200 che hanno percepito i sintomi dell'ipotermia e che, nonostante la fatica della salita, via via peggioravano. Alcuni non hanno sentito più le dita delle mani e non riuscivano nemmeno più a cambiare, ad abbassare il telescopio. E poi sono cominciati i brividi, i denti sbattevano, e le mani e le gambe tremavano. Ma hanno continuato a pedalare, schivare pozze, cercato di resistere, finché, sfiniti, non si sono arresi.
Il ritiro per tutti loro lascia l'amaro in bocca, ma salva la salute.
Quindi, un plauso a tutti gli organizzatori e ai soccorritori che li hanno portati al sicuro, ma anche a tutti i partecipanti, finisher e non finisher (che ci hanno provato con altrettanta fiducia e coraggio), per aver affrontato una vera sfida in alta quota.
"RIT" c'è scritto accanto al loro nome sulla classifica. Quel "RIT" però non sta per ritirato.. ma per RITENTERAI!