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Leggiamo con attenzione l’intervento della segreteria di Sinistra Italiana e, come sempre, ci troviamo di fronte a un es...
14/09/2025

Leggiamo con attenzione l’intervento della segreteria di Sinistra Italiana e, come sempre, ci troviamo di fronte a un esercizio retorico che, pur nella sua legittimità, merita alcune precisazioni.

È sotto gli occhi di tutti che le critiche mosse al Sindaco, spesso e volentieri, hanno finito per travolgere – volontariamente o meno – l’intera cittadinanza. Quando si confonde il ruolo istituzionale con l’identità collettiva, si rischia di generare tensioni che vanno ben oltre il dibattito politico. Se questo è avvenuto in modo involontario, ci permettiamo di invitare gli autori di tali critiche a riflettere sulle conseguenze che certi atteggiamenti possono generare nel tessuto sociale.

Contrariamente a quanto si vuol far credere, il Sindaco non ha mai cercato di sottrarsi al confronto. Anzi, ogni qualvolta ha intravisto un briciolo di senso nelle critiche ricevute, ha cercato di aprirsi al dialogo costruttivo. Purtroppo, come spesso accade, dietro quelle critiche si celavano fini strumentali, volti non a migliorare la macchina amministrativa, ma a rallentarla deliberatamente. E questo, a lungo andare, danneggia tutti.

Allo scrivente va rammentato che, nella nostra comunità, i partiti da tempo hanno smesso di svolgere un ruolo attivo. Le discussioni politiche, un tempo patrimonio dei circoli e delle sedi di partito, oggi si consumano sui social, spesso in modo frammentario e impulsivo. Apprezziamo il passaggio nostalgico, ma forse la giovane età dell’autore non gli consente di ricordare che, in passato, anche tra partiti di visione opposta esisteva un’etica morale condivisa. Un’etica che ha permesso, negli anni, di trasformare l’opposizione in minoranza costruttiva, fino a sfiorare governi di grande intesa.

Essere su fronti opposti non significa opporsi a prescindere. Esiste – o dovrebbe esistere – un’opposizione responsabile, capace di contribuire al bene comune. A Trinitapoli, purtroppo, questa rimane un’utopia.

Notiamo che non è stato compreso il senso del nostro comunicato, visto che l’appello all’imparzialità non era riferito alle scelte politiche – che richiederebbero una maturità e uno spessore che oggi sembrano lontani – ma alla capacità di riconoscere pari dignità a tutti i rappresentanti istituzionali, indipendentemente dal banco occupato in consiglio comunale o dall’ideologia di appartenenza.

Infine, il segretario chiude attribuendo al Sindaco la responsabilità di “oscurare” i consiglieri di opposizione, come se la loro scarsa visibilità fosse frutto di un disegno deliberato. Un’interpretazione che, francamente, lascia perplessi. Per rendere l’idea, è come dire: “Poiché non so guidare, bisogna togliere tutte le auto dalla strada perché mi mettono in difficoltà.” Oppure: “La mia macchina è vecchia e malandata, quindi è giusto rottamare tutte quelle nuove e funzionanti.” Una visione distorta, che ribalta la logica e sposta le responsabilità da sé agli altri, ignorando il peso delle proprie scelte e capacità.
Ci auguriamo che il segretario non voglia attribuire al Sindaco Di Feo – e alla sua presunta abilità nel mettere in ombra gli altri – anche il risultato elettorale poco brillante ottenuto quando ha scelto di confrontarsi direttamente con il giudizio dei cittadini. Sarebbe davvero curioso pensare che persino l’esito delle urne possa essere responsabilità altrui.

Una precisazione doverosa,
Ribadiamo, per l’ennesima volta, che a scrivere è La Fabbrica del Futuro e non il Sindaco in persona. Una distinzione semplice, ma che qualcuno continua ostinatamente a non voler comprendere.

In merito alla domanda “Chi sarà il prossimo lapidato?” la risposta appare piuttosto semplice e quasi scontata: da oltre...
12/09/2025

In merito alla domanda “Chi sarà il prossimo lapidato?” la risposta appare piuttosto semplice e quasi scontata: da oltre dieci anni, la vittima designata è sempre la stessa, il Sindaco Francesco Di Feo.

L’ennesimo maldestro tentativo della Sinistra Italiana di Trinitapoli di colpire il primo cittadino si aggiunge a una lunga serie di attacchi che, pur lanciati con insistenza, finiscono spesso per mancare il bersaglio e colpire, purtroppo, la cittadinanza stessa. Ancora una volta, si tenta di celare la propria faziosità dietro una presunta imparzialità, ma i fatti dimostrano un accanimento sistematico e ormai ossessivo nei confronti del Sindaco, evidenziando i limiti di un giudizio politico tutt’altro che equo. Quando la consigliera Giannella attacca il Sindaco, viene esaltata; quando esprime critiche nei confronti della sinistra, improvvisamente “sbaglia”.

È doveroso chiarire che il Sindaco Di Feo non ha mai pronunciato parola sul comizio della consigliera Giannella. Viene spontaneo domandarsi se abbia effettivamente assistito o ascoltato l’intervento, considerando che si è trattato di un appuntamento privo di particolare rilevanza. Al contrario, da sempre Francesco Di Feo ha promosso e sollecitato un dialogo sereno, pacifico e costruttivo tra tutte le forze politiche, chiedendo con forza di sotterrare l’ascia di guerra che l’opposizione brandisce ormai da anni. Purtroppo, tali appelli non sono mai stati accolti.

Stupisce, inoltre, l'accusa mossa dalla segreteria di Sinistra Italiana di Trinitapoli, secondo cui il Sindaco avrebbe attaccato la consigliera Giannella (cosa mai accaduta) in quanto donna. Questo tipo di interpretazione dimostra, ancora una volta, quanto distorta possa essere la loro concezione del ruolo della donna nella società.

È fondamentale fare una precisazione sul tema, divenuto ormai il “leitmotiv” delle ultime settimane: una tutela del genere femminile, se eccessiva o mal calibrata, rischia di produrre l’effetto opposto, facendo apparire le donne come deboli o incapaci di affrontare le stesse sfide degli uomini. Questo approccio finisce per generare una forma di discriminazione inversa, che sembra trovare terreno fertile proprio nella narrazione proposta dalla Sinistra Italiana locale.

Le misure di tutela dovrebbero infatti servire a rimuovere ostacoli reali, garantendo pari opportunità e non trattando le donne come soggetti fragili. Una protezione di tipo paternalistico mina l’autonomia, la competenza e la responsabilizzazione delle donne. La vera sfida è trovare un equilibrio intelligente tra inclusione, rispetto e pari dignità. Tutti devono poter esprimere il proprio valore, senza sentirsi inferiori o privilegiati in base al proprio genere.

Se dovessimo seguire la logica proposta da Sinistra Italiana, un uomo potrebbe essere pubblicamente denigrato in ogni modo, mentre a una donna, in quanto tale, non si dovrebbe nemmeno rispondere. Eppure, quando ad essere attaccata è la Presidente del Consiglio Comunale – che è donna – questa sensibilità svanisce. In quel caso, l’essere donna non sembra più rappresentare un elemento da tutelare. Evidente, quindi, l’incoerenza nei criteri adottati. Così come è sorprendente il silenzio della stessa Sinistra Italiana di Trinitapoli di fronte a un episodio che meriterebbe una ferma condanna. Quando alcuni esponenti vicini all’opposizione hanno definito, con toni volgari e offensivi, alcune foto che ritraevano donne e uomini della maggioranza come “l’orgia del selfie”, ci si sarebbe aspettati una presa di distanza netta e responsabile. Invece, si è preferito tacere.

Ci chiediamo: qual è il criterio? Le donne della maggioranza meritano meno rispetto di quelle dell’opposizione? La dignità femminile è forse subordinata all’appartenenza politica? Questo atteggiamento non solo è discriminatorio, ma rivela una profonda incoerenza tra i principi proclamati e i comportamenti adottati.

La Segreteria di Sinistra Italiana di Trinitapoli, anziché perdersi dietro sterili e inutili polemiche, ha il dovere morale di chiarire questa posizione, perché il rispetto non può essere selettivo né strumentale.

Infine, si desidera chiarire un ulteriore punto: la cosiddetta “visibilità” del Sindaco. È normale e fisiologico che il primo cittadino, in quanto figura di riferimento dell’amministrazione comunale, goda di maggiore visibilità. Non si tratta di ricerca di palcoscenici privati, bensì della volontà di comunicare in modo trasparente ai cittadini tutte le attività, rendendo, al massimo, “palcoscenico pubblico” la vita amministrativa, comunicando le decisioni e i progetti in corso. Quella che alcuni, con evidente pregiudizio e malafede, etichettano come “ricerca di visibilità” è in realtà la manifestazione concreta di senso civico e responsabilità. Anche oggi, il primo cittadino ha voluto essere presente in tutti i plessi scolastici di Trinitapoli per portare personalmente gli auguri di inizio anno, non per apparire, ma per testimoniare la sua vicinanza agli studenti e la piena disponibilità verso l’intera comunità educativa. Un gesto che sancisce un vero patto istituzionale con alunni, docenti e personale scolastico e che incarna una visione autentica e virtuosa del ruolo pubblico. Un esempio che ogni amministratore dovrebbe seguire.

In conclusione, l’appello che rivolgiamo a questa nicchia sempre più ristretta di oppositori è di ripensare il proprio approccio politico. Continuare a creare inutili tensioni e conflitti sociali non giova né al dialogo democratico né, tantomeno, alla cittadinanza di Trinitapoli, che merita rispetto, equilibrio e senso di responsabilità da parte di tutti.

Le recenti dichiarazioni della Consigliera Giannella sull’emergenza idrica che sta interessando la provincia si rivelano...
10/09/2025

Le recenti dichiarazioni della Consigliera Giannella sull’emergenza idrica che sta interessando la provincia si rivelano infelici, inesatte e del tutto fuori luogo. In un momento in cui sarebbe necessario costruire soluzioni condivise tra Comuni, Provincia, Regione ed enti competenti, si preferisce optare per iniziative isolate e prive di senso, finalizzate esclusivamente alla visibilità personale e a guadagnare un effimero momento di notorietà.

La Consigliera richiama alla “umiltà nel riconoscere i propri limiti”. Ci uniamo volentieri all’appello, auspicando che sia la prima a farlo. In questi mesi ha dimostrato, più volte, una scarsa conoscenza delle procedure amministrative e delle dinamiche istituzionali. Il suo ultimo intervento ne è l’ennesima conferma. Quando l’inesperienza si accompagna all’arroganza, i risultati sono inevitabilmente dannosi.

Il Sindaco Francesco di Feo, consapevole della gravità della situazione, ha attivato tavoli tecnici sin da subito, con l’obiettivo di ottenere risposte concrete. Solo dopo aver acquisito un quadro completo e aggiornato, ha convocato il Consiglio Comunale. Nessuna marcia indietro, quindi, ma un preciso rispetto delle regole, dei tempi, delle istituzioni e dei cittadini, che meritano soluzioni concrete e non slogan propagandistici.

La Consigliera parla di “nuova stagione politica”. Al momento, non se ne è vista traccia. Nessuna proposta innovativa, nessun metodo differente, nessuna apertura al dialogo. Si definisce “leader”, ma appare sola. Lo dimostra un comizio vuoto, autoreferenziale, privo di contenuti. Non bastano articoli autocelebrativi per costruire credibilità.

È evidente una costante mancanza di coerenza e correttezza politica. Nessuna spiegazione è mai stata fornita sulla rottura con Trinitapoli Futura e Depasquale, né sulla candidatura con Losapio e il cognato, poi ritiratosi. Ha sostenuto Tupputi nel centrosinistra, ora in Forza Italia. E domani? Nessuno lo sa. Tutto sembra orientato esclusivamente alla convenienza del momento.

Difende Losapio senza fornire spiegazioni né mostrare trasparenza verso la città. Il suo comizio è stato caratterizzato da slogan riciclati, attacchi personali e cadute di stile, come l’infelice riferimento allo studio legale del Sindaco. Un atteggiamento arrogante, presuntuoso, privo di sostanza.

Pensare di poter sostituire la Consigliera Tarantino è pura illusione. Salire su un palco non è sufficiente per conquistare credibilità politica. I cittadini hanno già espresso chiaramente la loro scelta su chi debba governare e chi debba fare opposizione.

Oggi, la Consigliera Giannella appare isolata: senza squadra, senza visione, imprigionata nelle sue stesse contraddizioni. Il suo comizio è stato una sequenza di slogan già sentiti, condito da attacchi personali e gesti fuori luogo. Se questa rappresenta la “nuova stagione”, allora sì: è già arrivato l’autunno. E, come sappiamo, dopo l’autunno viene sempre l’inverno.

05/09/2025

È davvero stucchevole dover assistere ai comunicati infantili dei Carulli boys e delle Carulli girls, eterni sconfitti elettorali, che come i picchi battono ossessivamente contro la corteccia della propria inconsistenza politica.
Si dichiarano estranei a manovre elettorali – pagliacci e bugiardi – e si ergono a improvvisati paladini degli agricoltori, benché mai visti né ascoltati sul tema. Nel frattempo, attaccano vigliaccamente il sindaco di Trinitapoli (e non Bernardo Lodispoto, seppur sulle stesse posizioni), nel vano tentativo di nascondere:

la loro assenza e impreparazione sulla questione agricola;

le difficoltà di una giunta regionale che, da oltre un anno, si limita a litigare senza più governare;

la responsabilità di un centrosinistra che, dopo più di vent’anni di potere, ha trascurato l’agricoltura e oggi non sa offrire soluzioni;

la totale irrilevanza di Sinistra Italiana nello scenario pugliese, ridotta a nostalgici delle poesie di Vendola, il “romantico” che ha consegnato ai pugliesi più povertà, meno lavoro e meno garanzie per la salute.

Lo stesso Decaro prende ormai le distanze, rifiutandosi di pagare le cambiali firmate da Emiliano e Vendola: dalla gestione di Sanità Service alle partecipate di Bari, fino ad assunzioni, concorsi e liste d’attesa infinite.
La lite interna al PD porta Caracciolo a farsi più realista del re, prendendo le distanze da chi non è in grado di dare risposte agli agricoltori. Allo stesso modo, Michele Lamacchia – sindaco di San Ferdinando ma assente agli ultimi incontri – affida alla sua assessora Rondinone l’attacco contro Di Feo e Lodispoto, con il solo scopo di smarcarsi da Decaro, prendere le distanze da Caracciolo e, al tempo stesso, appiattirsi sui compagni Emiliano e Vendola.

Peccato che la stessa Rondinone non abbia raccontato al sindaco Lamacchia che, dopo l’intervento del nostro sindaco Di Feo, si sia alzata e gli abbia stretto la mano, ringraziandolo per aver difeso i tre Comuni ofantini dalle chiacchiere di chi pretendeva di garantire gli agricoltori con la danza della pioggia.
La verità è che Sinistra Italiana locale non esiste né in termini elettorali né di rappresentanza in consiglio comunale. Non ha una classe dirigente, ma solo qualche lunatico e vecchio bacchettone in cerca di un posto al sole, nella vana speranza che Vendola torni candidato. Perché solo grazie a lui – e a un “ripescaggio” immeritato – Sannicandro ha potuto occupare ruoli di responsabilità che nulla hanno portato a Trinitapoli, se non vantaggi personali e gratificazioni al proprio ego.

29/08/2025

Resilienza Trinitapolese ⛈️ BOMBA D'ACQUA A TRINITAPOLI

👉 Facciamo insieme un esperimento per comprendere meglio cosa è successo nella nostra città!



29/08/2025

5 STELLE PER UN SÌ

Quando un successo viene dipinto come un fallimento e un atto virtuoso mascherato da scandalo, la comunità ci perde. A Trinitapoli è ormai all’ordine del giorno imbattersi in post nati da menti affamate di visibilità e ossessionate dallo scontro.

L’obiettivo? Paralizzare, o almeno rallentare, la macchina amministrativa, anche a costo di stravolgere la realtà.

Esempi di narrazione distorta: un cartellone estivo applaudito da tutti diventa “un fiasco” senza appello; un deprecabile commento su Facebook di un cittadino viene spacciato come comunicato ufficiale della maggioranza; il miglioramento di un’opera pubblica viene usato come pretesto per un’inutile “insurrezione popolare”.

Da un lato c’è chi lavora ogni giorno per rendere la città più attrattiva, regalare momenti di gioia e offrire servizi all’altezza delle aspettative. Dall’altro chi, con illazioni stupidamente provocatorie, cerca di seminare rabbia e sfiducia, puntando al regresso dell’intera comunità per fini esclusivamente personali.

Ormai è diventato lo sport preferito di S.I. e dei 5 Stelle quello di alternarsi tra insulti, solidarietà vicendevoli (“Carulli ringrazia Lamacchia che ringrazia Carulli… che schifo”), attacchi, inquinamento dei pozzi e avvelenamento del clima, al solo fine di alzare il polverone mediatico e abbruttire la vita politica locale, pensando così di sfiancare il sindaco e portare dalla propria parte il popolo.

Idioti! Più fanno così, più la gente prenderà le distanze non dal sindaco, ma da tutti i politici, facendo vincere l’astensione al voto.

I 5 Stelle, che a livello locale e nazionale hanno dimostrato di non essere affatto un modello di buona amministrazione, si ergono oggi a moralizzatori, dimenticando i loro clamorosi fallimenti. Il funzionario attaccato ha operato con trasparenza e professionalità.

L’annullamento delle gare non è uno scandalo, ma la prova che l’Amministrazione non ha paura di intervenire quando serve, correggendo eventuali errori e garantendo legalità e chiarezza. Questo è senso di responsabilità, non certo una colpa politica. Fa sorridere che proprio i 5 Stelle parlino di “trasparenza” e “coerenza”:
- a Roma hanno lasciato la Capitale in un degrado mai visto, incapaci di gestire persino i rifiuti;

- a Torino hanno accumulato debiti e fallito nella gestione economica;

- a livello nazionale, sono passati dal “mai con nessuno” all’allearsi con chiunque pur di restare attaccati alle poltrone.

Altro che coerenza: ovunque hanno governato hanno dimostrato improvvisazione, contraddizioni e incapacità.

Gli stessi che accusano il Sindaco di “ingerenze politiche” sono quelli che cercano di strumentalizzare la nomina di un funzionario soltanto perché, in passato, avrebbe manifestato simpatie politiche? Vogliamo fare l’analisi del sangue ai funzionari e verificare le loro appartenenze politiche? I 5 Stelle ci sono o ci fanno? I funzionari – compreso Soldano – hanno vinto un concorso.

Le polemiche sollevate in queste ore non possono rimanere senza risposta, soprattutto perché mirano a screditare il Sindaco, l’Amministrazione comunale e persino un funzionario tecnico, con il solo obiettivo di creare confusione e avvelenare il dibattito pubblico.

Chi oggi parla di “trasparenza” e “vigilanza” è lo stesso che in passato ha tollerato, se non favorito, pratiche amministrative discutibili che hanno portato il nostro Comune al dissesto e poi allo scioglimento per mafia e commissariamento. Dove erano allora i paladini della legalità? Tramavano contro. Con quale credibilità oggi vengono a impartire lezioni?

Non si può invocare la separazione tra politica e gestione quando fa comodo, e allo stesso tempo accusare il Sindaco di ingerenze laddove queste non esistono. Questa è pura incoerenza.

Chi oggi si erge a “controllore” dimostra di essere più interessato allo scontro che al bene dei cittadini.

La verità è che i cosiddetti “stellati” (o pseudo-oppositori di turno) non hanno mai digerito l’esito elettorale e provano in tutti i modi a screditare l’Amministrazione, passando da una contraddizione all’altra. Da un lato parlano di “politica adulta”, dall’altro alimentano un clima di insulti, illazioni e sospetti, persino su persone che svolgono funzioni tecniche.

Da un lato chiedono collaborazione, dall’altro dipingono chi governa come nemico da abbattere.

È questa la loro coerenza: zero.

C’è chi ancora, in questo tempo smarrito, pretende di ridurre le persone a meri riflessi di altri: il padre, il fratello, la cognata, il consigliere, l’assessore, il dipendente… come se l’identità individuale non esistesse, come se ognuno fosse proprietà di qualcun altro.

Eppure la Costituzione e il diritto penale parlano chiaro: la responsabilità è personale. Ogni individuo è titolare della propria capacità di intendere, di volere e di agire.

Non si può annullare la soggettività dei cittadini incasellandoli in parentele, amicizie o rapporti di lavoro nel tentativo meschino di colpire un bersaglio politico. Il sindaco risponde delle proprie azioni, non di quelle di congiunti, parenti, affini o appartenenti a movimenti o partiti che si ispirano a lui.

Attribuirgli in modo strumentale la condotta altrui significa calpestare i principi basilari dello Stato di diritto e mortificare la dignità delle persone coinvolte. È un modo degradante di fare politica, perché sottrae dignità alle persone e riduce la democrazia a teatro di guitti e ominicchi, pronti a travestire la loro mediocrità con parole altisonanti. Si studiano trappole, si confezionano insinuazioni, e il fine resta sempre lo stesso: il sindaco come unico bersaglio.

Il risultato è squallido: non persone, ma pedine di un gioco sporco; non cittadini, ma comparse ridotte a ombre. Ma le ombre non oscurano la luce. E la politica non può ridursi a catena di insinuazioni familiari: chi lo fa dimostra di non avere idee, visione né dignità.

Tarantino – Triglione – Depasquale – Carulli – D’Introno – Sannicandro – Fiorentino – Capurso – Bruno T. – Lamacchia P.

Sono i “dieci piccoli indiani “de casa nostra”: come nel romanzo ruotano intorno a due temi principali, Giustizia e Vendetta. Chi non ha pagato per i propri crimini viene punito da un “giustiziere”.

Tutto quello che sta accadendo ha un aspetto psicologico, politico e giuridico ed è molto allarmante, inquietante, antidemocratico: paragonabile a un golpe!

Questi dieci piccoli indiani hanno uno scopo: lo scioglimento del consiglio comunale. Il loro auspicio – e stanno lavorando in tal senso – è che lo scioglimento si ripeta ai sensi dell’articolo 143 del TUEL; in mancanza, si accontenterebbero dello scioglimento per morte del sindaco o, in alternativa, per ammutinamento (anche qui sono all’opera). La loro strategia allora è l’“ammuina”: tanto caos per dare la sensazione a inquirenti, forze dell’ordine e Prefettura che la città sia in subbuglio, che l’ente locale sia in confusione e la gestione compromessa. Ecco spiegata l’azione dei dieci piccoli indiani (supportata in modo collaterale e indiretto da vecchi e nuovi fiancheggiatori, più o meno visibili), che sta portando la nostra città alla deriva politica, ha sfiancato i cittadini e fa sorridere amaramente chi ci guarda da fuori.

Anche l’imminente campagna elettorale per le regionali si assesterà a Trinitapoli a queste traiettorie, declinandosi in un caleidoscopio di violenze più o meno verbali o scritte per richiamare l’attenzione sulla città!

Chi ama Trinitapoli dovrebbe ribellarsi a questo schema mortale: la lotta ossessiva all’uomo di Feo – di Feo – di Feo – di Feo – di Feo ….per arrivare al potere ad ogni costo e con ogni mezzo.

Basta! Lasciate lavorare. Ma non vi vergognate?!

27/08/2025

✊ Solidarietà, solidarietà, solidarietà!
Solidarietà 🦜 al pappagallo che ripete “solidarietà” al gabbiano 🕊️ che vola, al piccione che dorme 😴, al batuffolo che si forma nell’ombelico 🌀, alle alghe marine 🌿, alle nuvole bianche e grigie ☁️, alla pioggia che scende 🌧️, al vento che spettina i capelli 💨.

Solidarietà 👟 alle scarpe vecchie da buttare, ai pantaloni da portare in lavanderia 👖, alla ruota sgonfia della bicicletta 🚲, al clacson che stona 🚗📢, al semaforo che non funziona 🚦 e perfino a chi non dà mai solidarietà 🙄.

Da quando SI è finita nelle mani di Franco Carulli 🎭, la politica locale è diventata un pettegolezzo da bar: frustrazioni, vittimismo, pianti luttuosi 🥀. Una compagnia che vive solo per attaccare il Comune, l’Amministrazione e il Sindaco in una provocazione continua, uno stillicidio inutile e dannoso 😤.

Ma non hanno capito che con pugni ✊ non si ricevono carezze 🤲, con sputi 🤮 non arrivano baci 😘, con calci 🦵 non arrivano abbracci 🤗.

❌ Non è questo il modo di fare critica politica.
👉 Usare simboli altrui per schernire e inventare di sana pianta è la vera volgarità: non sta nelle parolacce, ma nei contenuti. E i vostri contenuti sono solo figli di illazioni 🌀, esasperazioni 😫, calunnie 🐍, diffamazioni ⚔️, attacchi indiscriminati.

🔄 Cambiate registro, cambiate registro, cambiate registro!
💡 Solidarietà a chi ha il coraggio di cambiare davvero registro.

27/08/2025

Per parassitismo politico si intende la pratica con cui un soggetto (partito, movimento, lista civica o singolo) imita, storpia o si appropria di simboli, nomi e linguaggi di altri soggetti politici più noti, con lo scopo di generare confusione nel tentativo di sfruttare la popolarità e riconoscibilità di un simbolo altrui. Un soggetto che vive “di riflesso” e che mostra debolezza culturale e politica. Chi esercita questo ladrocinio esercita eticamente un comportamento scorretto, perché riduce la sua vita politica ad un inganno: è un truffatore [d’altronde dimmi con chi vai e ti dirò chi sei, anche se la sentenza è di prescrizione; e poi tutore delle donne fatti parlare della zia sorellastra] perché è proprio dei soggetti più infimi quello di sopravvivere nutrendosi dell’identità altrui.

Usare il simbolo della resilienza sotto il post (di cui solo potete esserne orgogliosi per storia e risultati), vi qualifica: voi pensate che la gente ipocrita che vi frequenta o vi sta accanto non conosca chi siete veramente e non comprenda che siete la contraddizione impersonificata (il nulla. Mai useremmo il vostro simbolo perché ce ne vergogneremmo per tutto ciò che rappresenta dalla famiglia al lavoro, dalla religione alla scienza, dalla sanità alla economia passando per i diritti civili) tra ciò che dite e giudicate?

Certo chi scrive è nessuno e da buon parassita cresce sotto l’albero del banano, in cerca di autostima, visibilità e credibilità.
“Vi sono solidarietà e scuse che non nascono dal cuore, ma dall’opportunità del momento. Sono atti di facciata, più utili a salvare l’immagine che a lenire il dolore (se dolore c’è oppure ci si dice grati a certe uscite maldestre e volgari- NON POLITICHE- con tanto di rivendicazione personali -NON POLITICHE- così si può uscire dalle umiliazioni subite nei confronti elettorali, amministrativi, politici o semplicemente da un comizio che mette alle corde).

Seneca ammoniva: ‘Non qui parum dicit, sed qui parum sentit, inofficiosus est’, ricordandoci che non è la parola a mancare, ma il sentimento. In questi casi non si tratta di sincera vicinanza, ma di mala fidei simulatio: la cattiva finzione della lealtà.” Ora il parassita politico è colui cerca di nutrirsi dalla linfa degli altri per ottenere quel cibo necessario per sopravvivere diversamente resterebbe lì come un fungo velenoso che va evitato.

L’ipocrita politico poi è quello che vive, parla e forse agisce puntando il dito contro gli altri giudicando i comportamenti altrui, ma lasciando salvi i propri. Tutto il clamore sollevato in questa occasione è simile (ma diverso: ieri era un politico oggi un soggetto qualificato e noto) a quello accaduto qualche anno fa quando le stesse persone che oggi esprimono solidarietà la davano ieri; anzi alcuni/e ieri non erano affatto solidali. Vi ricordate la pr******te intellettuali? Chi reagì all’epoca -più meno da Bari a Trinitapoli - sono le stesse persone che poi hanno deprecato contro l’apostrofata [qualificandosi come un simulacro farisaico di solidarietà nei modi peggiori possibili] non ritenendola idonea a candidarsi a sindaca tanto che hanno dovuto subire la imposizione dall’alto.

Qui lo sconciume sta nel fatto che si è voluto buttare in politica, o peggio, trascinare gli amministratori in una storia squallida di natura privata tra Tarantino e Detoma (siamo, lo ripetiamo, contrari e prendiamo le distanze da chi usa comportamenti e/o parole sconce violente o sessiste) per avere una solidarietà politica che spostasse lo squallore dal piano personale a quello pubblico. Qui di politico non c’è nulla c’è solo lo squallore di un uomo che ha offeso sui social una donna! Il fatto che quest’uomo sia amico del padre del sindaco o abbia scritto sotto la bacheca del padre del sindaco non autorizza a strumentalizzare la cosa in danno del sindaco sul piano pubblico/politico come vuol far credere chi vive di mistificazioni personali, politiche e professionali che dimentica delle impresentabilita’ famigliari, delle incandidabilità di squadra e di difesa (qui si aprirà un capitolo oltre politico anche deontologico) e delle discese politiche tra le più false -da destra a sinistra -e contraddittorie della storia politica locale alla ricerca di un posto in prima linea proprio contro la Tarantino.

Voler traslare i piani serve a confondere le persone a ottenere una ipocrita solidarietà per gettare fango contro il sindaco: l’unica vera e sola vostra ragione di vita. Qui di pubblico c’è solo che l’apostrofata e’ consigliera comunale non da dove lo squallido attacco e’ stato protratto o e’ stato postato oppure le amicizie possedute. Anche nel difendersi dalle offese ricevute c’è uno stile di reazione sia politica che personale proprio a tutela degli interessi più cari e fragili qui invece si sguazza senza contegno non curanti che il volere quel tipo di solidarietà politica danneggia ulteriormente chi ti sta accanto. Quindi vicinanza ai più fragili che non hanno parola e debbono subire questo lordume; presa di stanze dalla strumentalizzazione ideologica e politica di convenienza propria di qualche sorella povera d’Italia senza degna memoria e assolutamente contrari a tutti coloro che hanno la mente come le luci di Natale che si accendono e si spengono (solo durante le feste) e che riconoscono le offese solo quando conviene. Tutti questi cuori solidali e panzute intellettuali da sottoscala armate di coltello contro i coniugi, dove sono quando si aggredisce dando del: mafioso; ladro; delinquente; fascista; colluso; malato mentale; Nerone, pazzo. maestrina, cognata del sindaco, ignorante, inetto; quando la sconfitta è attribuita al voto di scambio, alla malavita, quando si parla di fango di FEO, di fabbrica del fango, fabbrica di falliti, figlio di pu***na e minacce di morte di buonasorte memoria per fare solo alcuni esempi e senza stare a citare i soliti calunniatori/e fratelli, sorelle e compagni uniti nel dolore contro Francesco.

A voi la polemica e la falsa solidarietà a noi i fatti e le opere.
Il simbolo? Che vi illumini!

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Trinitapoli
76015

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