12/09/2025
In merito alla domanda “Chi sarà il prossimo lapidato?” la risposta appare piuttosto semplice e quasi scontata: da oltre dieci anni, la vittima designata è sempre la stessa, il Sindaco Francesco Di Feo.
L’ennesimo maldestro tentativo della Sinistra Italiana di Trinitapoli di colpire il primo cittadino si aggiunge a una lunga serie di attacchi che, pur lanciati con insistenza, finiscono spesso per mancare il bersaglio e colpire, purtroppo, la cittadinanza stessa. Ancora una volta, si tenta di celare la propria faziosità dietro una presunta imparzialità, ma i fatti dimostrano un accanimento sistematico e ormai ossessivo nei confronti del Sindaco, evidenziando i limiti di un giudizio politico tutt’altro che equo. Quando la consigliera Giannella attacca il Sindaco, viene esaltata; quando esprime critiche nei confronti della sinistra, improvvisamente “sbaglia”.
È doveroso chiarire che il Sindaco Di Feo non ha mai pronunciato parola sul comizio della consigliera Giannella. Viene spontaneo domandarsi se abbia effettivamente assistito o ascoltato l’intervento, considerando che si è trattato di un appuntamento privo di particolare rilevanza. Al contrario, da sempre Francesco Di Feo ha promosso e sollecitato un dialogo sereno, pacifico e costruttivo tra tutte le forze politiche, chiedendo con forza di sotterrare l’ascia di guerra che l’opposizione brandisce ormai da anni. Purtroppo, tali appelli non sono mai stati accolti.
Stupisce, inoltre, l'accusa mossa dalla segreteria di Sinistra Italiana di Trinitapoli, secondo cui il Sindaco avrebbe attaccato la consigliera Giannella (cosa mai accaduta) in quanto donna. Questo tipo di interpretazione dimostra, ancora una volta, quanto distorta possa essere la loro concezione del ruolo della donna nella società.
È fondamentale fare una precisazione sul tema, divenuto ormai il “leitmotiv” delle ultime settimane: una tutela del genere femminile, se eccessiva o mal calibrata, rischia di produrre l’effetto opposto, facendo apparire le donne come deboli o incapaci di affrontare le stesse sfide degli uomini. Questo approccio finisce per generare una forma di discriminazione inversa, che sembra trovare terreno fertile proprio nella narrazione proposta dalla Sinistra Italiana locale.
Le misure di tutela dovrebbero infatti servire a rimuovere ostacoli reali, garantendo pari opportunità e non trattando le donne come soggetti fragili. Una protezione di tipo paternalistico mina l’autonomia, la competenza e la responsabilizzazione delle donne. La vera sfida è trovare un equilibrio intelligente tra inclusione, rispetto e pari dignità. Tutti devono poter esprimere il proprio valore, senza sentirsi inferiori o privilegiati in base al proprio genere.
Se dovessimo seguire la logica proposta da Sinistra Italiana, un uomo potrebbe essere pubblicamente denigrato in ogni modo, mentre a una donna, in quanto tale, non si dovrebbe nemmeno rispondere. Eppure, quando ad essere attaccata è la Presidente del Consiglio Comunale – che è donna – questa sensibilità svanisce. In quel caso, l’essere donna non sembra più rappresentare un elemento da tutelare. Evidente, quindi, l’incoerenza nei criteri adottati. Così come è sorprendente il silenzio della stessa Sinistra Italiana di Trinitapoli di fronte a un episodio che meriterebbe una ferma condanna. Quando alcuni esponenti vicini all’opposizione hanno definito, con toni volgari e offensivi, alcune foto che ritraevano donne e uomini della maggioranza come “l’orgia del selfie”, ci si sarebbe aspettati una presa di distanza netta e responsabile. Invece, si è preferito tacere.
Ci chiediamo: qual è il criterio? Le donne della maggioranza meritano meno rispetto di quelle dell’opposizione? La dignità femminile è forse subordinata all’appartenenza politica? Questo atteggiamento non solo è discriminatorio, ma rivela una profonda incoerenza tra i principi proclamati e i comportamenti adottati.
La Segreteria di Sinistra Italiana di Trinitapoli, anziché perdersi dietro sterili e inutili polemiche, ha il dovere morale di chiarire questa posizione, perché il rispetto non può essere selettivo né strumentale.
Infine, si desidera chiarire un ulteriore punto: la cosiddetta “visibilità” del Sindaco. È normale e fisiologico che il primo cittadino, in quanto figura di riferimento dell’amministrazione comunale, goda di maggiore visibilità. Non si tratta di ricerca di palcoscenici privati, bensì della volontà di comunicare in modo trasparente ai cittadini tutte le attività, rendendo, al massimo, “palcoscenico pubblico” la vita amministrativa, comunicando le decisioni e i progetti in corso. Quella che alcuni, con evidente pregiudizio e malafede, etichettano come “ricerca di visibilità” è in realtà la manifestazione concreta di senso civico e responsabilità. Anche oggi, il primo cittadino ha voluto essere presente in tutti i plessi scolastici di Trinitapoli per portare personalmente gli auguri di inizio anno, non per apparire, ma per testimoniare la sua vicinanza agli studenti e la piena disponibilità verso l’intera comunità educativa. Un gesto che sancisce un vero patto istituzionale con alunni, docenti e personale scolastico e che incarna una visione autentica e virtuosa del ruolo pubblico. Un esempio che ogni amministratore dovrebbe seguire.
In conclusione, l’appello che rivolgiamo a questa nicchia sempre più ristretta di oppositori è di ripensare il proprio approccio politico. Continuare a creare inutili tensioni e conflitti sociali non giova né al dialogo democratico né, tantomeno, alla cittadinanza di Trinitapoli, che merita rispetto, equilibrio e senso di responsabilità da parte di tutti.