24/07/2025
“Mio padre mi diceva che i musicisti sono tutti morti di fame, ma fu il primo a regalarmi una chitarra. Mi spiazzò quella volta"
“Eh sì, il mio babbo e la mia mamma insieme rappresentavano la gioia di vivere. E quando il papà tornava a casa lo si sentiva arrivare perché quasi sempre fischiettava lungo le scale”.
“Lui faticava a capire che esistessero persone timide e il dialogo tra noi era difficile”. Proprio a lui ha anche dedicato un brano, dal titolo Bambolina e barracuda. “Ma l’ho scoperto solo dopo aver pubblicato quel brano che, se paragonato a tutti gli altri del mio repertorio, risulta abbastanza anomalo con quel refrain che fa: Ba-ba-ba, bambolina / Ba-ba, fammi giocare. Praticamente è identico al ritornello di un pezzo che canticchiava spesso mio padre: Ba, ba, baciami piccina / Con la bo, bo, bocca piccolina”
Il cantautore ha un figlio, Lenny, nato dalla relazione con l’ex moglie Donatella, e una figlia, Linda, avuta dall’attuale moglie Barbara. Il divorzio ha pesato non poco nel rapporto con il primogenito.
“È fuori di dubbio che rispetto a lui ho avuto un senso di colpa enorme che per diversi aspetti rimane ancora piantato dentro di me. Ed essendo io cresciuto in una famiglia in cui la gente stava bene insieme fin che morte non li separava, mio figlio è anche la testimonianza di un fallimento personale”
Le parole di Luciano Ligabue sono un ritratto sincero, spiazzante, di un uomo che sa guardarsi dentro senza sconti.
Tra note, ricordi e rimpianti, emerge un padre, un figlio e un artista.
🎸 “I musicisti sono tutti morti di fame”
Una frase dura, realista.
Eppure quel padre che lo dice, è lo stesso che gli regala una chitarra.
Una contraddizione? Forse.
Oppure il segno che l’amore di un genitore a volte si esprime così: a metà fra timore e incoraggiamento.
Ecco il primo paradosso:
Chi non lo capiva, gli ha messo in mano il suo destino.
🧒👨👦 “Il dialogo tra noi era difficile”
Un padre che non comprende la timidezza.
Un figlio che cerca di farsi capire con la musica.
“Bambolina e barracuda”, un brano nato (quasi inconsciamente) da un ricordo d’infanzia,
da un motivetto che quel padre fischiettava lungo le scale, tornando a casa.
La musica, a volte, è una lettera che si scrive senza sapere a chi la si sta indirizzando.
👨👦👦 “Mio figlio è la testimonianza di un fallimento personale”
Luciano lo dice senza difese.
Il senso di colpa per una famiglia non tenuta insieme — lui che è cresciuto nel mito del “finché morte non ci separi”.
Quel dolore non si dissolve con il tempo.
Rimane piantato.
Come un accordo sospeso che non trova mai la sua risoluzione.
❤️🩹 Ma in tutto questo…
C’è la lucidità di un uomo che non si nasconde dietro al mito del rocker.
Che riconosce il dolore lasciato dietro una scelta,
che non lo giustifica, ma lo abita con onestà.
Ligabue, come sempre, racconta le sue crepe senza vergogna.
E forse, è proprio lì, in quelle crepe,
che entra la luce.