01/09/2025
"A causa delle condizioni meteorologiche pericolose, abbiamo realizzato una prova in mare e siamo rientrati in porto per lasciare passare la tempesta. Questo ha comportato un ritardo nella nostra partenza per evitare complicazioni alle imbarcazioni più piccole", hanno segnalato fonti dell'organizzazione della Global Sumud Flotilla. "A fronte del vento di oltre 30 nodi e alla imprevedibilità del mediterraneo, abbiamo preso questa decisione per dare priorità alla sicurezza e al benessere di tutti i partecipanti e garantire il successo della nostra missione", si aggiunge. Il cambio di programma ha comportato una modifica dei piani iniziali anche per le altre imbarcazioni che si uniranno alla spedizione dai porti italiano di Genova e in Sicilia e da Tunisi e dalla Grecia. L'intenzione degli organizzatori della spedizione è ripartire da Barcellona nel primo pomeriggio di oggi.
Il 4 settembre tutte le navi della flotta, circa 50 imbarcazioni provenienti da tutta Europa e 500 tra attivisti, politici e volontari di 44 Paesi avrebbero dovuto incontrarsi in acque internazionali, per proseguire il viaggio fino alle coste della Striscia, dove avevano previsto di arrivare a metà settembre.
Il ministro della Sicurezza Nazionale israeliano Itamar Ben-Gvir ha presentato al governo un piano volto a fermare la Global Sumud Flotilla in base al quale tutti gli attivisti arrestati saranno trattenuti in detenzione prolungata - a differenza della precedente prassi - nelle prigioni israeliane di Ketziot e Damon, utilizzate per detenere i terroristi in condizioni rigorose tipicamente riservate ai prigionieri di sicurezza. Agli attivisti saranno negati privilegi speciali come tv, radio e cibo specifico: "Non permetteremo a chi sostiene il terrorismo di vivere nell'agiatezza", ha dichiarato Ben-Gvir citato dal Jerusalem Post.
Ben-Gvir ha suggerito che tutte le navi che partecipano alla flottiglia saranno confiscate e riutilizzate per le forze dell'ordine israeliane. Il sequestro, secondo il ministro dell'estrema destra, sarebbe del tutto legale poiché il governo ritiene che la flottiglia non sia solo un atto politico, ma anche un tentativo illegale di aggirare il blocco. Nelle sue dichiarazioni pubbliche successive all'incontro, Ben-Gvir ha sottolineato che Israele non tollererà "arresti soft" o rientri silenziosi dei partecipanti alla flottiglia.
"Dobbiamo creare un deterrente chiaro. Chiunque scelga di collaborare con Hamas e sostenere il terrorismo incontrerà una risposta ferma e inflessibile da parte di Israele", ha affermato. Secondo Ben-Gvir, dopo aver trascorso settimane in detenzione in condizioni difficili gli attivisti ci penseranno due volte prima di tentare un'altra flottiglia. Il ministro ha inoltre sottolineato che queste misure fanno parte del più ampio sforzo di Israele per mantenere la sicurezza nazionale. "La Marina e le forze dell'ordine israeliane sono pienamente pronte ad affrontare qualsiasi minaccia alla sicurezza che si presenti", ha concluso Ben-Gvir.
Il ministro degli Esteri portoghese, Paulo Rangel, ha tenuto a chiarire che il suo governo non ha l'obbligo, secondo il diritto internazionale, di garantire alcuna protezione alla Global Sumud Flotilla, che si dirige a Gaza per portare aiuti umanitari. In merito al fatto che, tra gli attivisti salpati verso Gaza, ci sono tre portoghesi, fra cui la deputata del Blocco di sinistra Mariana Mortágua, il ministro ha precisato che l'iniziativa proviene dalla società civile e che "lo Stato portoghese non ha organizzato questa missione e con essa non ha vincoli".