Sezione ANPI Lussemburgo

Sezione ANPI Lussemburgo Pagina della Sezione del Granducato di Lussemburgo dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (ANPI). Affrontarlo toccherà a voi”.

« Abbiamo combattuto per la libertà di tutti; per chi era con noi, per chi non c'era ed anche per chi era contro. Tutti i morti meritano rispetto ma non si possono confondere i combattenti della libertà e quanti scelsero la dittatura ». Comandante Partigiano Arrigo Boldrini "Bulow"

"Dimenticare significa perdere l’eredità di una lotta che è ancora inconclusa. Non dimenticare obbliga a comprendere

, a smascherare, a continuare quella lotta. Per combattere questo nuovo fascismo non ci saranno i vostri nonni, o i padri dei vostri nonni. Partigiano "Fuoco" (Ennio Sardelli)

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17/08/2025

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“Non bastano le dichiarazioni di Netanyahu sulla realizzazione della Grande Israele con l’occupazione della Cisgiordania e la colonizzazione di Gaza, avviata proprio ieri dall’esercito. Non bastano gli incessanti massacri quotidiani nella Striscia, da tempo diventata una gigantesca fossa comune. Non bastano gli assassinii mirati, ultimo quello del calciatore palestinese Suleirnan al-Obeid. Non basta l’orribile gesto dell’atleta israeliano Ido Peretz che prima della gara ha mimato uno sgozzamento. Non basta, ancora, il recentissimo eccidio di sei giornalisti palestinesi.

Ieri il ministro Ben Gvir, noto delinquente razzista e fascista, si è recato nella cella dove sta marcendo da anni il leader palestinese Marwan Barghouti, oramai in precarie condizioni di salute, per irriderlo e sbeffeggiarlo. Ben Gvir è un vero vigliacco.

Si è superato ogni limite di umanità e di morale. Non è più tempo di vuote parole di condanna. Se l’UE e il governo italiano hanno ancora un briciolo di dignità e di rispetto dei diritti umani, sospendano subito ogni accordo commerciale con Israele, cessino l’import-export di armi, comminino sanzioni al governo israeliano che si sta comportando in modo criminale. E si riconosca finalmente lo Stato di Palestina. Chi non agisce è complice”.

✍🏻 Gianfranco Pagliarulo
Presidente nazionale ANPI


10/08/2025

“Altro che salvare gli ostaggi! L’annuncio dell’occupazione totale di Gaza suona come la loro condanna a morte. Ma è specialmente la conferma del progetto della Grande Israele, cioè dell’annessione della Striscia e, di fatto, dell’intera Cisgiordania. Il che vuol dire proseguire nell’eccidio dei palestinesi e cacciare i superstiti. Si tratta di un progetto criminale di dimensioni bibliche che completa il massacro in corso da tempo, nonostante le proteste di tanta parte dello stesso mondo ebraico. L’appoggio di Trump a tale progetto è una sentenza di condanna definitiva sul suo operato. L’inerzia e il silenzio dell’occidente è il punto più di un abisso morale in cui da tempo sta scivolando. Mai come oggi occorre la cessazione di qualsiasi traffico d’armi e la sospensione immediata del trattato commerciale UE-Israele. È desolante il comportamento del governo italiano che brilla per collusione. Giorgia Meloni dia una prova di dignità richiamando l’ambasciatore e, ove il progetto di Netanyahu venisse messo in pratica, mettendo in discussione le relazioni diplomatiche con Israele.”

✍️ Gianfranco Pagliarulo
Presidente nazionale ANPI

10/08/2025

Oggi a Milano è in programma la cerimonia pubblica per l’81° anniversario dell’eccidio nazifascista di Piazzale Loreto.

Qui, all’alba del 10 agosto 1944, 15 partigiani prelevati dal carcere di San Vittore furono fucilati da un plotone della Legione Muti, per ordine del comando nazista.

Dopo la deposizione delle corone avranno luogo gli interventi delle autorità presenti, coordinati dal presidente del Comitato Permanente Antifascista contro il terrorismo e per la difesa dell’ordine repubblicano, il Presidente di ANPI Provinciale Milano Primo Minelli. Prenderanno la parola anche Sergio Fogagnolo e Roberta Soncini, rispettivamente figlio e nipote di due dei 15 martiri, Umberto Fogagnolo ed Eraldo Soncini.

La memoria dell’eccidio proseguirà alle ore 21 con l’incontro dal titolo ‘Quindici vite per la libertà’, che ospiterà racconti e testimonianze coordinati da Ivano Tajetti dell’Anpi di Milano. In programma l’intervento di Massimo Castoldi, nipote del partigiano Salvatore Principato, e gli intermezzi musicali di Bataquaerch.

Vi aspettiamo numerosi. Per non dimenticare.

ANPI Provinciale di Milano



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08/08/2025

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🇮🇹8 agosto 1956 – Marcinelle. Non dimenticare.

69 anni fa, nella miniera di Bois du Cazier, a Marcinelle, persero la vita 262 lavoratori. Di questi, 136 erano italiani, emigrati in Belgio con la promessa di una vita migliore. Solo 13 persone riuscirono a salvarsi.

La tragedia avvenne a 975 metri di profondità, in seguito a un incendio e al propagarsi di fumi tossici. Ma fu il frutto di condizioni di lavoro disumane, di sicurezza assente, di promesse tradite.

A monte c’era un accordo tra governi: carbone in cambio di manodopera. Il Protocollo firmato nel 1946 tra Italia e Belgio prevedeva l’invio di 50 mila minatori italiani in cambio di 200 kg di carbone al giorno per ogni lavoratore. In cambio si promettevano formazione, alloggi dignitosi, salari equi.
In realtà, gli italiani furono accolti in baracche dismesse, impiegati in condizioni estreme, sfruttati e discriminati violentemente. Morivano in silenzio, nell’indifferenza.

Marcinelle ci ricorda quando gli emigranti eravamo noi.
Quando i nostri padri e i nostri nonni erano trattati come forza lavoro sacrificabile, quando venivano mandati a morire sotto terra per tenere accese le stufe dell’Europa.

Ricordare Marcinelle non è solo un dovere della memoria. È un atto politico.
Perché ogni volta che voltiamo le spalle a chi migra oggi, ci dimentichiamo da dove veniamo.
Perché le vite non sono merci di scambio.
Perché nessun lavoratore dovrebbe mai più morire per lavorare.

🇫🇷 8 août 1956 – Marcinelle. N’oublions pas.

Il y a 69 ans, dans la mine du Bois du Cazier, à Marcinelle, 262 travailleurs ont perdu la vie. Parmi eux, 136 étaient italiens, immigrés en Belgique avec l’espoir d’une vie meilleure. Seules 13 personnes ont survécu.

La tragédie s’est produite à 975 mètres de profondeur, à la suite d’un incendie et de l’inhalation de fumées toxiques. Mais elle fut avant tout la conséquence de conditions de travail inhumaines, de l’absence de sécurité, de promesses trahies.

À l’origine, un accord entre États : du charbon contre de la main-d’œuvre. Le protocole signé en 1946 entre l’Italie et la Belgique prévoyait l’envoi de 50 000 mineurs italiens, en échange de 200 kg de charbon par jour et par travailleur. On promettait en retour une formation, des logements décents, des salaires équitables.

En réalité, les Italiens furent logés dans des baraquements abandonnés, employés dans des conditions extrêmes, exploités et discriminés violemment. Ils mouraient en silence, dans l’indifférence générale.

Marcinelle nous rappelle que nous aussi, nous avons été des migrants.
Quand nos pères et nos grands-pères étaient traités comme de la main-d’œuvre sacrifiable, envoyés mourir sous terre pour chauffer les poêles de l’Europe.

Se souvenir de Marcinelle n’est pas seulement un devoir de mémoire. C’est un acte politique.
Parce qu’à chaque fois que nous tournons le dos à ceux qui migrent aujourd’hui, nous oublions d’où nous venons.
Parce que les vies humaines ne sont pas une monnaie d’échange.
Parce que plus aucun travailleur ne devrait mourir pour travailler.

🇳🇱 8 augustus 1956 – Marcinelle. Niet vergeten.

69 jaar geleden verloren 262 arbeiders het leven in de steenkoolmijn Bois du Cazier in Marcinelle. Onder hen waren 136 Italianen, die naar België waren gemigreerd met de belofte van een beter leven. Slechts 13 mensen overleefden.

De ramp voltrok zich op 975 meter diepte, na een brand en het verspreiden van giftige rookgassen. Maar de ware oorzaak lag in onmenselijke arbeidsomstandigheden, een gebrek aan veiligheid en gebroken beloften.

Aan de basis lag een akkoord tussen regeringen: steenkool in ruil voor arbeidskrachten. Het protocol dat in 1946 werd ondertekend door Italië en België voorzag in de overkomst van 50.000 Italiaanse mijnwerkers, in ruil voor 200 kg steenkool per dag per arbeider. In ruil werd opleiding, fatsoenlijke huisvesting en een eerlijk loon beloofd.

In werkelijkheid werden de Italianen ondergebracht in verlaten barakken, onder extreme omstandigheden tewerkgesteld, uitgebuit en zwaar gediscrimineerd. Ze stierven in stilte, in de onverschilligheid.

Marcinelle herinnert ons eraan dat ook wij ooit migranten waren.
Toen onze vaders en grootvaders als wegwerparbeiders werden beschouwd, onder de grond gestuurd om Europa warm te houden.

Herdenken in Marcinelle is niet enkel een plicht van herinnering. Het is een politieke daad.
Omdat we, telkens wanneer we onze rug toekeren naar wie vandaag migreert, vergeten waar we vandaan komen.
Omdat levens geen ruilmiddel zijn.
Omdat geen enkele arbeider ooit nog zou mogen sterven om te kunnen werken.

Associazione Nazionale Partigiani d'Italia - ANPI Patria Indipendente FGTB INCA Belgio Consolato Generale D'Italia a Bruxelles Ambasciata d'Italia a Bruxelles Comites Bruxelles, Brabante e Fiandre

08/08/2025
04/08/2025
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03/08/2025

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"CIVITAVECCHIA PROLETARIA RESPINGE L'INVASORE"
103 anni fa, la Città marinara, sotto la guida degli Arditi del popolo, ricacciava le orde fasciste.

Il 4 agosto 1922, alle ore 13.00, circa 300 fascisti toscani, "gli schiavisti della Maremma", arrivavano alla Stazione di Civitavecchia, col fine di espugnare la "roccaforte rossa", con la Cooperativa del porto ed il Municipio per obiettivo. Tra loro anche gli autori della Strage di Roccastrada. Appena scesi dal treno, armati di moschetti, pistole, pugnali e bastoni, i Fasci iniziano a terrorizzare la popolazione, sparando in aria.
La risposta dei lavoratori non si fa attendere: sotto la guida degli Arditi del popolo e con l'aiuto di 300 operai jugoslavi, in città per costruire la tratta ferroviaria Civitavecchia - Orte, le forze proletarie si organizzano. Lasciato il lavoro, gli operai formano un corteo e, in piazza Vittorio Emanuele, incontrano gli invasori. Seguono duri scontri, alla fine dei quali i fascisti si vedono costretti a ritirarsi nel caffè Traiano. Il bilancio è di otto feriti, di cui sei fascisti, non gravi. Il tentativo d'espugnazione è fallito, i Fasci se la prendono col Sottoprefetto D'Aniello, che non li ha spalleggiati a dovere. Costretti al dietrofront, la mattina dopo, alle 10.00, i fascisti, ovviamente scortati dalle forze dell'ordine, riprendono il treno per tornare a casa a mani vuote. Al km 87, in barba alle promesse fatte alla forza pubblica di non creare problemi durante il tragitto, sparano al ferroviere Sigismondo Rebecchi, ferendolo.
"Umanità nova" del 6 agosto successivo riporta: "Assicuratisi della partenza del treno fascista, gli arditi del popolo con in testa il loro gagliardetto e fra gli applausi della popolazione, improvvisarono una dimostrazione alla quale partecipò tutta Civitavecchia proletaria, attraversando tutte le vie principali al canto di inni ribelli ed al grido di abbasso i fascisti, sciogliendosi poi alla Camera del lavoro" (Cfr. Enrico Ciancarini, Il Fascio spezzato, Gli Arditi del popolo nella "ribelle, irriducibile Civitavecchia", Roma, Red star press, 2016, pp. 94-108).
I fatti agostani di Civitavecchia si vanno ad unire ad altri, avvenuti sulla scorta del, fallimentare negli intenti, Sciopero legalitario, con il coordinamento dell'Alleanza del lavoro e dei comitati di difesa proletaria.
Una vittoria, come quella pressoché contemporanea di Parma, ultima testimonianza della combattività e dello slancio della classe lavoratrice, poco prima che la classe dirigente liberale ultimasse il passaggio delle consegne ai fascisti.

02/08/2025

“Domani saranno esattamente 45 anni dalla strage alla stazione di Bologna. Dopo decenni di rimozioni, omissioni e depistaggi, la sentenza della Cassazione ha definitivamente confermato la matrice fascista. Furono coinvolti nella strage, oltre a personaggi del MSI, i servizi segreti, che in base alla recente legge-sicurezza godrebbero di una sconcertante impunità, e la P2, nel cui programma “a medio e lungo termine” era prevista, per controllare la magistratura, la separazione delle carriere, oggetto oggi della riforma della giustizia. Non abbiamo dimenticato, non dimentichiamo e non dimenticheremo. In memoria di quei poveri morti innocenti ci stringiamo commossi all’associazione dei parenti delle vittime, al Comune di Bologna e a tutti i bolognesi”

✍🏻 Gianfranco Pagliarulo
Presidente nazionale ANPI

✍🏻 Anna Cocchi
Presidente ANPI Provinciale di Bologna

ANPI provinciale Bologna
Comune di Bologna


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Luxembourg
L-1471

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