
14/09/2025
TRAP = 💩
Ed è per questo che le discoteche sono diventate m***a.
Prima di distruggere tutto, partiamo dall’unico punto a favore che va riconosciuto: rispetto all’hip-hop italiano “vecchio stampo”, la trap ha saputo lavorare meglio sul songwriting. Alcuni pezzi hanno linee melodiche prese dal pop, ritornelli orecchiabili e meno “sconclusionati” rispetto a tanto rap italiano che sembrava scritto giusto per riempire le barre. Questo è l’unico vero passo avanti. Fine.
Per il resto… la trap in discoteca è un disastro sotto ogni punto di vista.
🎶 1) Lato musicale
La trap non è musica da ballare.
Non ha ritmo, non ha groove, non ha quel 4/4 che ti fa muovere fino al mattino.
Per quanto recuperi un minimo sul lato melodico, resta senza struttura ritmica: e se manca il ritmo, non è nemmeno musica da club.
In più, la qualità di produzione è pessima: master scadenti, basi pensate per smartphone e TikTok, non per un impianto da discoteca già di suo, per non parlare dei DJ che a livello tecnico sono peggio dei principianti.
Risultato? Audio che satura, stanca e suona male quando va bene, se non del tutto assoluta distorsione.
📝 2) Lato testi
Qui il problema è enorme:
I testi esaltano violenza, malavita, arroganza, droga e perfino sesso ottenuto con prepotenza.
La discoteca, che per natura dovrebbe trasmettere gioia, libertà, festa e aggregazione, si ritrova a mandare messaggi opposti: aggressività, divisione, conflitto.
E in Italia la cosa fa ancora più ridere: la maggior parte di questi testi sono finti. Non c’è vissuto reale dietro, solo copia-incolla di modelli americani.
🕺 3) Lato discoteca
La trap snatura proprio l’essenza della discoteca.
Il club nasce come spazio per stare insieme, abbattere barriere sociali, ballare, condividere e includere.
Con la trap, invece, diventa un’arena di esclusione, competizione e ostentazione: chi spende di più, chi compra più bottiglie, chi fa vedere di essere “più grosso” degli altri e chi tende ad accettare solo alcuni standard di persone.
Se poi aggiungiamo i privé in eccesso, la situazione peggiora: la pista si svuota, la gente si divide in caste, e al posto della festa si crea un clima tossico.
Persone che invece di ballare si guardano in cagnesco per dimostrare di essere “più forti”, fino allo sfociare in una guerra punica quando non si riesce nell’intento di dimostrare la propria supremazia.
🛡️ 4) Sicurezza
E per continuare col punto precedente, qui tocchiamo il fondo:
I testi violenti danno un ulteriore contributo per aumentare risse e tensione.
Già di per sé la discoteca ha dinamiche delicate perché negli anni si sono fatti errori madornali con l’illusione di aumentare i guadagni, ma con la trap l’aggressività viene moltiplicata.
E se inviti un ospite trap, i problemi raddoppiano: servono ancor più bodyguard, più controlli, più staff dedicato, più logistica da gestire rispetto ad una serata trap normale che già di suo per i motivi elencati fin ora ha bisogno di più controllo rispetto ad una serata da discoteca tradizionale.
In pratica trasformi la sicurezza, che dovrebbe essere discreta e funzionale, in una specie di esercito pronto alla guerra.
Ergo:
Costi alti, esperienza pessima e reputazione del locale compromessa.
💸 5) Cachet e professionalità
Altro punto assurdo: i cachet degli ospiti.
Paghi migliaia di euro per artisti che non fanno musica da discoteca, che spesso arrivano e cantano in playback, oppure DJ che non sanno nemmeno mixare, con file mal masterizzati che distruggono l’impianto è non hanno come obiettivo quello di fidelizzare la clientela. Quindi aumentano le spese del marketing perché bisogna continuare a pubblicizzare di serata in serata prodotti scadenti invece di investire sulla qualità che porterebbe invece un ritorno di pubblico per soddisfazione.
La verità? Con una frazione del prezzo, un DJ resident bravo può portare più guadagno, più atmosfera e fidelizzare il pubblico molto più di un ospite trap.
Per non parlare del fatto che chi balla beve di più e si ubriaca di meno perché suda, e quindi scarica liquidi e alcol.
📊 6) Analisi economica concreta
Facciamo due conti semplici su una discoteca da 1.000 persone, biglietto medio 20 € e consumo medio al bar 15 €:
• Serata normale (senza ospiti):
Ingresso 20.000 € + Bar 15.000 € = 35.000 € di ricavi.
Tolti i costi (12.500 €), restano 22.500 € di profitto.
• Serata con ospite trap (cachet 8.000 € + extra costi):
Stessi ricavi (35.000 €), ma costi 26.400 €.
Risultato: solo 8.600 € di profitto. Quasi 14.000 € in meno di una serata normale.
• Anche se l’ospite porta 200 persone in più (1.200 totali):
Ricavi 42.000 €, costi 26.400 €. Profitto 15.600 €.
Ancora molto meno dei 22.500 € della serata normale.
• Privé: riduce la pista, aumenta i costi, divide il pubblico. Può sembrare che porti più soldi (bottiglie, tavoli), ma spesso il guadagno è minore rispetto a una pista piena. Senza contare il clima tossico di competizione che crea e del fatto che se hai una capienza da rispettare metti ancor di più a repentaglio la sicurezza di un locale. Quindi in questo esempio ho aggiunto un numero di persone presenti ad un evento che non bisognerebbe nemmeno considerare di avere in serata.
Insomma: la trap non conviene nemmeno economicamente.
🔚 Conclusione
La trap in discoteca è un errore sotto ogni punto di vista:
• Non è musica da ballo.
• Porta messaggi tossici.
• Snatura lo spirito della club culture.
• Aumenta costi e rischi.
• Non conviene economicamente.
Unico merito? Ha copiato dal pop il concetto di ritornello orecchiabile. Fine della storia.
Se la discoteca deve tornare a essere ciò che è sempre stata — festa, libertà, ballo, aggregazione — allora la trap va lasciata fuori dalla porta.