25/04/2025
Ieri sera, in una Ortigia sempre splendida ed affascinante, colma di turisti internazionali come sempre, salotto “buono” della nostra provincia, abbiamo assistito ad una rappresentazione teatrale veramente toccante. La ZTL tanto discussa certamente non incoraggia chi, come noi, ricorda che in passato si poteva quanto meno circumnavigare la pen*sola con le automobili, il che rendeva la “gita” in questo gioiello siciliano piu godibile. Ovviamente preservare l’ambiente e l’inquinamento ha priorità sulle nostre stupide comodità, però una organizzazione più attenta anche agli ospiti visitatori, che comunque lasciano “ricchezza” nel territorio, non sarebbe un’idea così cattiva. Abbiamo imparato che il compromesso, per quanto possa sembrare squallido talvolta, è quasi sempre l’unica via migliore.
Anna Passanisi e Davide Sbrogiò hanno emozionato una sala attenta. Sono riuscito a vedere alberi ed uccelli in un bosco che non c’era. Paesaggi e locali di una struttura appena accennati. Una narrazione appassionata che è riuscita a moltiplicare attori, scene, paesaggi, che non c’erano, ma sono stati raccontati e resi “visibili”, paradossalmente, ad un pubblico reso meno cieco di fronte alla drammaticità di una storia vera e così assurda, a “vedersi” oggi, da assomigliare così tanto alle atrocità contemporanee che l’umanità sta vivendo da fare ve**re i brividi al pubblico più e più volte.
La scena è stata condita con spezzoni cine retrò che riescono ad incrementare l’emozione dello spettatore, come la bella voce della brava attrice Anna Passanisi, che ha intonato su piacevoli note alcune parti della rappresentazione mai banale.
Davide Sbrogiò, attore di notevole presenza scenica, oltre che coinvolgente interprete drammatico ha confermato la sua poliedricità nel recitare ruoli diversi.
Credo che l’autore Carmelo Miduri, presente in sala e che ha ricevuto i complimenti dei presenti, possa ritenersi ampiamente soddisfatto di come il suo impegnato testo è stato rappresentato sulla scena.
Bambini che hanno paura di essere o diventate ciechi, in una costrizione dovuta alla necessità dei genitori di emigrare che li relega in una struttura di comodo, qualunque essa sia pur di superare una fase disperata della propria vita.
Una immagine proiettata sullo sfondo, quasi alla fine del recital, terribilmente famosa, ci riporta come
fosse il teletrasporto, ai giorni d’oggi: un bambino morto spiaggiato, ti arriva come un pugno in faccia e ti stordisce e ti fa pregare - lo vorresti urlare - di togliere subito quella immagine, insopportabile.
Bravi. Tutti.