18/11/2024
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Le politiche monetarie restrittive della Banca d'Italia puntarono a ridurre la quantità di denaro in circolazione attraverso l'emissione di titoli di Stato o altri asset finanziari. L'inflazione, grazie a questo intervento scese dal 21% nel 1980 al 5% nel 1987.
Un articolo di , economista.
Lo studioso abruzzese fu barbaramente assassinato dalle cosiddette Brigate Rosse.
I DIECI COMANDAMENTI PER SALVARE L’ EUROPA - la Repubblica,
-di EZIO TARANTELLI-
Il tempo passa. I disoccupati aumentano. Ce ne sono ormai 15 milioni in Europa. Suggerisco che la sigla Cee sia letta, in segno di lutto: una Comunità Europea in Estinzione. In un articolo recente su queste colonne ho proposto, per così dire, di pagare i disoccupati europei in scudi. Da allora, questa proposta è stata ripresa ed appoggiata da più parti. Vale, quindi, la pena di riprenderla precisandone i limiti ed i contenuti. Cominciamo dai contenuti. Primo: si doti il Fondo sociale europeo di un finanziamento in scudi, stampati dalla Comunità, a fronte dei finanziamenti in valuta nazionale che oggi sostengono il bilancio comunitario. Ciò è possibile senza alcuna ratifica da parte dei parlamenti nazionali, secondo autorevoli interpretazioni, in base all’ articolo 235 del Trattato di Roma. Secondo: i nuovi scudi europei sarebbero strumento di riserva delle banche centrali. Essi consentirebbero il finanziamento di sussidi di disoccupazione, programmi di addestramento e riqualificazione professionale e di investimenti produttivi. L’ aumento delle riserve delle banche centrali è la condizione necessaria perché questo avvenga, senza che la locomotiva europea continui ad incepparsi per la diversa velocità con cui ciascuno Stato membro lascia procedere ogni singolo vagone. Terzo: nel nuovo sistema, ogni stato membro avrebbe inizialmente un diritto di prelievo in scudi presso il Fondo sociale europeo pari al 10 per cento dei suoi disoccupati. Chi ha più disoccupati ha più diritti di prelievo, in base al ben noto principio di stabilizzazione automatica della domanda aggregata. Se si imputa un reddito medio per disoccupato pari a quello medio pro capite della Comunità, è facile mostrare che gli scudi così creati sarebbero inizialmente pari al bilancio Cee. Quarto: questa operazione dovrebbe essere estesa, a partire dal prossimo anno, quando il bilancio comunitario passerà dall’uno al più del due per cento del prodotto interno europeo. Si tratta di quantità modeste. Ma si può calcolare che l’ aumento dell’ occupazione europea sarebbe di almeno 300 mila occupati nel primo anno di applicazione della proposta. Al procedere dell’ allargamento del bilancio comunitario, con contropartita in scudi europei, lo zoccolo duro della disoccupazione europea potrebbe essere spazzato via entro la fine di questo decennio. Proprio come ha fatto Reagan stanziando dollari (non, come qualche ingenuo ancora crede, con i MacDonalds ed i bassi salari!). Quinto: l’ aumento delle riserve in scudi, della domanda europea e dell’occupazione che questo progetto consente non darebbe luogo a cariche inflazionistiche ragguardevoli. La stagflazione europea è, ormai, stagnazione pura e semplice. L’ inflazione non c’ è più. Tranne che in Italia, dove si rischia un referendum contro misure, come la predeterminazione dell’inflazione, che hanno mostrato in concreto di poterla ridurre, perfino in un anno di ripresa dell’economia, difendendo il salario reale. Anche su questo punto vi è unanime consenso tra i centri studi più autorevoli, a partire dalla Banca d’ Italia. Sesto: i paesi europei somigliano ad altrettanti nuotatori che esitano a tuffarsi dal trampolino. Ognuno dice all’altro: prima reflazioni tu, poi mi butto io. Nel nuovo sistema, chi rinuncia a prelevare da Bruxelles gli scudi a cui ha diritto resta sul trampolino, mentre gli altri rilanciano l’ occupazione nazionale. In altre parole, chi non coordina la propria ripresa con quella degli altri, resta indietro. Settimo: c’ è chi pensa che, perché tutto ciò avvenga, c’ è “prima” bisogno di una Banca Centrale Europea. E’ un errore pericoloso. La storia ha mostrato che le banche centrali sono sempre venute dopo i governi e le monete coniate dai re per finanziare le spese di guerra ed i vizi di corte. La fatiscenza del Fecom, come embrione di una banca centrale europea di là da ve**re, è il segno che sarà così anche in Europa. L’ unica speranza è che lo scudo sia coniato per il rilancio dell’occupazione europea piuttosto che per il Day after, come avviene con il dollaro negli Stati Uniti. Ottavo: il governo conservatore tedesco, che per unanime consenso è il primo responsabile del mancato aggancio della ripresa europea a quella americana e giapponese, è ostile a questa proposta perché essa esautora il marco come moneta europea egemone. Ma i tedeschi avevano meno di un milione di disoccupati circa tre anni fa. Oggi, proprio grazie a quel governo ne hanno più di tre milioni. E è forse utopia pensare ad una alleanza tra la sinistra ed i sindacati italiani, francesi, tedeschi ed i laburisti inglesi, che escono sconfitti dalla battaglia dei minatori? Ci sono più di tre milioni di disoccupati anche in Inghilterra. L’ utopia dei deboli non è, forse, la paura dei forti? Nono: c’ è, poi, il pericolo della vecchia cultura di sinistra. Prendiamo il caso italiano. Finché il nostro tasso d’ inflazione è cinque volte maggiore di quello tedesco, è più difficile per noi esportare in Germania. Per lo stesso motivo, le importazioni dalla Germania aumentano. La sinistra tedesca non può essere anti-nazionalista al punto di accettare che il disavanzo dei nostri conti con l’ estero, che deriva dai nostri vizi nazionali, sia finanziato in scudi, ossia con la moneta altrui. Sarebbe come regalare agli italiani birra e macchinari tedeschi senza che la Germania possa godere del nostro vino e del nostro sole a prezzi convenienti. Certo, si può svalutare ogni anno o due. Ma non è meno credibile chi dice di voler rafforzare la Cee, da sinistra, mentre ferma il Parlamento e indice referendum contro la politica dei redditi, lo strumento necessario per restare nello Sme. La via maestra della sinistra europea è un’ altra: creare le condizioni perchè l’ Inghilterra entri nello Sme, perché la banda di oscillazione del nostro tasso di cambio si riduca gradualmente fino ad essere quella degli altri paesi membri, perché i movimenti di capitale possano essere gradualmente liberalizzati in Italia e in Francia. Decimo: il progetto che ho appena delineato mette in prima linea, assieme alle forze europeiste ed alla sinistra europea, la pulizia morale e la grande forza del partito comunista italiano per il rilancio dell’ occupazione europea. Questa era, dopo tutto, l’ intuizione geniale dell’ eurocomunismo. Ma per questo grande progetto c’ è bisogno, oggi come non mai, di un partito comunista nuovo, capace di cambiar pelle anche sul tema centrale della politica dei redditi. Un partito comunista italiano capace di predeterminare, o programmare, responsabilmente le aspettative e l’ inflazione, come hanno ormai fatto tutti i paesi europei.
La Repubblica 31 marzo 1985