
14/06/2025
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L. Thorius Balbus ita vivebat, ut nulla tam exquisita posset inveniri voluptas, qua non abundaret. (Marcus Tullius Cicero)
Lucio Torio Balbo viveva in modo tale che non si poteva trovare nessun piacere così ricercato, di cui non abbondasse (Marco Tullio Cicerone)
Così l'arpinate descriveva Lucius Thorius Balbus, probabile figlio di Mn. Acilius Balbus (magistrato monetario nel 125 a.C. e console nel 114 a.C.) ed orginario di Lanuvium (l'odierna Lanuvio), che emise questo DENARIO nel 105 a.C.
Perché sul dritto di questo DENARIO troviamo la legenda I•S•M•R (Iuno Sospita Mater Regina) e il ritratto di Giunone Lanuvina o Sospita (propizia) che dir si voglia?
La risposta è semplice: Lucius Thorius Balbus era orginario di Lanuvium, l'odierna Lanuvio, dove fin dall'antichità era molto diffuso e praticato il culto di Juno Sospita, tanto da esserle dedicati un tempio e una statua.
La presenza della pelle di capra a coprire la testa della dea si deve al fatto che questo animale, oltre a essere per i romani simbolo di sacrificio, era nella mitologia greca simbolo di fecondità, probabilmente a ricordo della capra Amaltea che nutrì Zeus. E Giunone era la protettrice di quanto è collegato ai cicli lunari nella vita della donna: le mestruazioni, la fecondità e il parto.
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