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Report European News Report European News è il 1° Quotidiano Nazionale Multilingue, edito da Sharing CUBE (Aut. Trib. Foggia 16/2018)

ECCO A VOI L'EDIZIONE ODIERNA DI Report European News.Ancora pochi giorni visibile gratuitamente.Dal 15 Settembre sarà v...
11/08/2025

ECCO A VOI L'EDIZIONE ODIERNA DI Report European News.
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MORTE DEL PICCOLO VINCENZO LANTIERI, OMICIDIO COLPOSO CON AGGRAVANTE: INDAGATE 10 PERSONE PER APPARTENENTI A UNA COOPERA...
11/08/2025

MORTE DEL PICCOLO VINCENZO LANTIERI, OMICIDIO COLPOSO CON AGGRAVANTE: INDAGATE 10 PERSONE PER APPARTENENTI A UNA COOPERATIVA SOCIALE , ALL’ANFFAS E VOLONTARI DEL SERVIZIO CIVILE
La Procura di Siracusa ha emesso sei mesi fa un avviso di conclusione indagine in seguito alla morte di Vincenzo Lantieri, 9 anni, deceduto all'interno di un pozzo in contrada Falabia, Palazzolo Acreide, nel Siracusano, il 27 giugno 2024. Dieci le persone indagate con l'accusa di omicidio colposo, con l'aggravante di aver agito nonostante la previsione dell'evento.
Vincenzo stava partecipando alle attività di un grest estivo quando cadde all'interno del pozzo.
Secondo la ricostruzione della Procura, Vincenzo era salito sulla copertura del pozzo ed aveva cominciato a saltarci sopra fino a quando il coperchio non aveva ceduto sotto il suo peso. Indagati il presidente del consiglio di amministrazione e legale rappresentante della società cooperativa sociale La Contea Falabia per aver omesso di "adottare misure volte a segnalare e mettere in sicurezza il pozzo privo dei requisiti di sicurezza e non conforme alle normative vigenti". Stessa accusa per il proprietario del fondo.
Indagate anche cinque educatrici, dipendenti della fondazione Anffas (Associazione di famiglie di persone con disabilità intellettive e del neurosviluppo) di Palazzolo e tre operatrici del servizio civile alle quali era stata affidata la custodia dei minori iscritti al grest che "consapevoli e a conoscenza dell'esistenza di fonti di pericolo per i minori nel fondo in cui il grest si svolgeva, fra cui la presenza del pozzo, non vigilavano sugli stessi e nello specifico su Vincenzo Lantieri".
Le indagini, coordinate dal procuratore capo Sabrina Gambino, sono state dirette dal sostituto procuratore Davide Viscardi.

10/08/2025
«Fabrizio era una persona molto aperta. Quando lo conobbi, sentivo in lui la necessità di raccontarsi agli altri. Era un...
10/08/2025

«Fabrizio era una persona molto aperta. Quando lo conobbi, sentivo in lui la necessità di raccontarsi agli altri.
Era un periodo difficile. Stava, probabilmente, cercando un approdo. Era insoddisfatto di
come procedeva la sua attività di artista e, anche nell’ambito familiare, qualcosa già non
funzionava più.
Ebbi la sensazione netta che cercasse il conforto di qualcuno con cui poter condividere il suo futuro, che potesse comprendere le sue esigenze, anche la necessità di scelte difficili a una certa
età, come la decisione di lasciare una città come Genova per andare a vivere in un posto sperduto tra le montagne della Sardegna. Tutto questo affiorò qualche tempo dopo, ma non rappresentò una difficoltà per me, che ero già molto presa e innamorata di lui.
Non fu difficile innamorarsi di Fabrizio. Era una persona veramente affascinante, magnetica, che sapeva mettere a proprio agio. Era convintissimo di avere molto da imparare dagli altri: ascoltava e assimilava cose per lui interessanti e, addirittura, riusciva a far capire a ogni persona cosa avesse di buono dentro senza saperlo. Riusciva a ti**re fuori sempre il meglio di tutti.
E questa, forse, è stata la molla più importante, quella che, in fondo, mi ha fatto crescere e pensare che, tutto sommato, era possibile convivere con una persona come lui, con questo cosiddetto mostro sacro, che mostro sacro non voleva essere».

Dori Ghezzi

STILI DI VITA Fabbriche di Careggine, il paese sommerso che riemerge ogni dieci anniNel 2016 assisteremo ad un evento ra...
10/08/2025

STILI DI VITA
Fabbriche di Careggine, il paese sommerso che riemerge ogni dieci anni
Nel 2016 assisteremo ad un evento raro in Toscana: il villaggio fantasma nel Lago di Vagli rivedrà la luce dopo più di dieci anni. Ecco la sua storia.

In Italia si contano più di 5000 paesi fantasma, un numero elevatissimo di piccoli borghi, cittadine, località, un tempo abitati, sparsi più o meno omogeneamente su tutta il territorio nazionale, che, nel corso degli ultimi decenni, ha subito il fenomeno dell'abbandono, in seguito a calamità naturali o migrazioni; pezzi d'Italia la cui sparizione comporta non solo la perdita di storie ma anche di potenziali ricchezze. Tanti e piccoli villaggi fantasmi caratterizzano il nostro territorio, uno di questi si chiama Fabbriche di Careggine, un paesino di origine medievale della Provincia di Lucca che contava poco più di 146 abitanti e 31 case.

Nel 1947, sotto il regime fascista, la società Selt-Valdarno, oggi l'Enel, decise di costruire una diga che sbarrasse il Torrente Edron per costruire qui un bacino idroelettrico. Alta 92 metri e in grado di contenere 32.000.000 m3 di acqua, la diga andò a creare artificialmente il Lago di Vagli che, gradualmente, sommerse alcuni borghi tra i quali Fabbriche di Careggine, all'epoca un villaggio di fabbri ferrai bresciani, costretti a trasferirsi nelle nuove abitazioni di Vagli Sotto.

Ogni quasi dieci anni il paese sommerso di Fabbriche di Careggine riemerge, attirando turisti ed amanti dei luoghi sperduti e ricchi di mistero. L'atmosfera che aleggia attorno al villaggio fantasma di Fabbriche di Careggine è ancestrale e al contempo affascinante. Quando le acque del Lago di Vagli si abbassano ritornano alla luce le vecchie case di pietra del paese con il campanile della Chiesa di S. Teodoro ancora ben visibile, in un silenzio quasi assordante.

L'ultima volta che è stato possibile assistere a questo spettacolo commovente è stato il 1994, in occasione appunto dei lavori di svuotamento del lago artificiale, come era accaduto anche nel 1958, nel 1974 e nel 1983. Il successivo svuotamento era previsto per il 2004 ma a causa di problemi di siccità nelle estati del 2002 e 2003 e dell miglioramento della tecnologia per la manutenzione del bacino, l'Enel annullò la data. Nel 2016, dopo più di venti anni, Fabbriche di Careggine vedrà di nuovo la luce. Ad annunciarlo è stato Mario Puglia, Sindaco di Vagli Sotto sulla sua pagina Facebook: "Il prossimo anno finalmente verrà svuotato il Lago di Vagli Sotto… Finalmente, il paesino sommerso sarà riportato alla luce di milioni di visitatori", anche se si attende ancora la conferma dell'Enel.

Come disattivare il microfono dello smartphone e perché farlo è importantePer poterci consentire il richiamo degli assis...
10/08/2025

Come disattivare il microfono dello smartphone e perché farlo è importante

Per poterci consentire il richiamo degli assistenti virtuali tramite comandi vocali, lo smartphone mantiene sempre attivo il microfono e questo potrebbe costituire un potenziale pericolo per la privacy. Ecco come disattivarlo.

Se avete uno smartphone, è probabile che in questo preciso istante vi stia ascoltando. A sostenerlo sono molte società impegnate nello sviluppo di sistemi di sicurezza di vario genere – come Norton e Surfshark – secondo cui disattivare il microfono è essenziale per evitare problemi di privacy (reali o potenziali). Effettivamente, i microfoni dei nostri cellulari devono stare costantemente sull'attenti per attivare gli assistenti digitali nel momento in cui si pronunciano comandi come “Ehi Google” o “Ehi Siri” (a seconda del dispositivo in uso) e questo potrebbe rappresentare un rischio non indifferente per la propria sicurezza. Per dormire sonni ragionevolmente tranquilli le società di sicurezza summenzionate suggeriscono di attivare il microfono solo in caso di effettiva necessità.

Perché il nostro smartphone ci ascolta
Come spiega Surfshark, «al giorno d'oggi, il tuo telefono filtra costantemente i suoni intorno a te» e, purtroppo, questo ha portato in passato a spiacevoli episodi di pratiche di registrazione audio imprecise e persino a vere e proprie violazioni dei dati degli utenti.

Tutto è emerso nel momento in cui il funzionamento degli assistenti vocali è stato preso in esame dopo che alcuni utenti hanno scoperto che società di terze parti stavano trascrivendo registrazioni audio per conto di Google ed Apple, alcune delle quali contenevano anche conversazioni intime e molto personali.

Ma se l'accesso al microfono può portare a simili problemi, come mai viene concesso così facilmente da parte di noi utenti? Per una questione di “comodità”. Dal momento che dire “Ehi Google” o “Ehi Siri” e iniziare a impartire delle richieste può essere più comodo che dare i medesimi comandi dalla tastiera, la stragrande maggioranza di noi lascia attivo il microfono dello smartphone per usufruire delle funzioni in questione.

Visto che tutto ciò avviene dietro il consenso degli utenti, l'accesso costante al microfono da parte di Google ed Apple (e da parte di sviluppatori di terze parti, nel caso in cui si concedano permessi analoghi ad altre app) è perfettamente legale; chiaramente l'accesso al microfono da parte di malware vari è possibile, ma in questo caso si tratta di una pratica chiaramente illegale.

Per ridurre al minimo le probabilità di essere ascoltati tramite i nostri smartphone è importante dunque fare molta attenzione a quali app vengono concessi i permessi per accedere ai microfoni, negando il consenso ad app sospette e, se possibile, disattivando le funzioni che permettono di attivare vocalmente l'assistente virtuale del dispositivo (ad esempio l'Assistente Google su Android e Siri su iPhone). Questo, almeno è il consiglio che danno gli esperti di sicurezza.

Come disattivare il microfono dello smartphone
Se avete un Android
Per disattivare la funzione che consente di richiamare l'Assistente Google su Android con i comandi vocali, recatevi in Impostazioni > Google > Impostazioni relative alle app di Google > Ricerca, assistente e funzioni vocali > Assistente Google > Hey Google e Voice Match e spostate su OFF l'interruttore posto vicino alla dicitura Hey Google.

Per disattivare l'accesso al microfono da parte delle app di terze parti, inoltre, recatevi in Impostazioni > Applicazioni > Gestione applicazioni > [nome app specifica] > Autorizzazioni e selezionate la voce Disattiva il microfono oppure spostate su OFF l'apposito interruttore.

Tenete presente che alcune diciture e passaggi possono differire in base al dispositivo in uso e in base alla versione di Android installata su quest'ultimo.

Se avete un iPhone
Per disattivare la funzione che consente di richiamare Siri su iPhone con i comandi vocali, recatevi in Impostazioni > Siri e ricerca e spostate su OFF gli interruttori corrispondenti alla voce Rileva “Ehi Siri” (e, se si vuole disattivare completamente l'assistente, anche quelli inerenti le diciture Premi il tasto laterale per Siri e Consenti Siri quando bloccato). Se necessario, toccate la voce Disattiva Siri nel menu che si apre.

Per quanto riguarda la revoca dell'accesso al microfono da parte di app di terze parti, bisogna recarsi in Impostazioni > [nome app specifica] e spostare su OFF l'interruttore vicino alla voce Microfono.

LA VIOLENZA BANCARIA CHE CONOSCE SOLO IL BUROCRATESE!QUANDO UN CLIENTE VIENE TRUFFATO INVECE DI SUPPORTARLO LO INVOGLIA ...
10/08/2025

LA VIOLENZA BANCARIA CHE CONOSCE SOLO IL BUROCRATESE!
QUANDO UN CLIENTE VIENE TRUFFATO INVECE DI SUPPORTARLO LO INVOGLIA A ESTENUATI BATTAGLIE LEGALI

Vi riproponiamo, a tal proposito, la lettera di una donna di 96 anni alla sua banca! Inestimabile!
(Questa è una vera lettera inviata a una banca da una signora di 96 anni. Il direttore l’ha trovata così divertente da farla pubblicare sul New York Times.)

A chi di competenza,

Scrivo per ringraziarvi di aver rifiutato l’assegno con cui tentavo di pagare l’idraulico il mese scorso.
Secondo i miei calcoli, devono essere trascorsi tre nanosecondi tra il momento in cui lui ha depositato l’assegno e quello in cui i fondi, necessari per coprirlo, sono arrivati sul mio conto.
Mi riferisco, ovviamente, al trasferimento automatico mensile dal mio modesto conto di risparmio, un meccanismo che, lo ammetto, è in funzione da soli trentuno anni.

Dovete essere lodati per aver saputo cogliere quel brevissimo spiraglio temporale, e per avermi addebitato 30 dollari come penale per il disagio causato alla vostra banca.

La mia gratitudine nasce dal fatto che questo episodio mi ha spinta a riflettere sui miei errori finanziari.
Ho notato che, mentre io rispondo personalmente alle vostre telefonate e lettere, quando sono io a cercare di contattarvi, mi trovo di fronte a una voce preregistrata impersonale, costosa e priva di volto, nella quale ormai si è trasformata la vostra banca.

Da oggi in poi… anch’io, come voi, sceglierò di relazionarmi solo con esseri umani in carne e ossa.

I pagamenti del mio mutuo e del mio prestito non saranno più automatici: arriveranno alla vostra banca tramite assegno, indirizzato personalmente e in via confidenziale a un impiegato da voi designato.

Vi ricordo che è reato, secondo la normativa postale, l’apertura di tale busta da parte di persone diverse dal destinatario.

Troverete allegato un Modulo di Stato Contatto Richiesto che l’impiegato designato dovrà compilare.
Mi dispiace che sia lungo otto pagine, ma per sapere tanto su di lui o lei quanto voi sapete su di me… non ho alternative.

Si noti che tutte le copie della sua cartella clinica dovranno essere controfirmate da un notaio, e che i dettagli obbligatori della sua situazione finanziaria (reddito, debiti, beni e passività) dovranno essere accompagnati da prove documentali.

In seguito, fornirò al vostro impiegato un codice PIN, che dovrà citare in ogni interazione con me.
Mi dispiace che non possa essere più corto di 28 cifre, ma mi sono ispirata al numero di tasti che devo premere per conoscere il saldo del mio conto attraverso il vostro servizio telefonico.
Dicono che l’imitazione è la forma più sincera di adulazione.

Permettetemi ora di pareggiare ulteriormente il campo da gioco.
Quando mi chiamerete, troverete un menu di opzioni nella mia segreteria telefonica tra cui scegliere.

Premete i tasti come segue:

Premi 1: Per fissare un appuntamento con me.

Premi 2: Per richiedere informazioni su un pagamento mancante.

Premi 3: Per trasferire la chiamata al mio salotto, se mi trovo lì.

Premi 4: Per trasferire la chiamata alla mia camera da letto, se sto dormendo.

Premi 5: Per trasferire la chiamata al bagno, se sono "occupata".

Premi 6: Per trasferire la chiamata al mio cellulare, se non sono in casa.

Premi 7: Per lasciare un messaggio sul mio computer (richiede password, che sarà fornita in seguito al Contatto Autorizzato).

Premi 8: Per tornare al menu principale e ascoltare di nuovo le opzioni da 1 a 7.

Per reclami o richieste generiche, la chiamata verrà messa in attesa, in attesa della mia segreteria automatica.
L’attesa potrà essere lunga, ma sarà accompagnata da musica rilassante per tutta la durata.

Purtroppo, ma ancora una volta seguendo il vostro esempio, devo anche applicare una tassa di attivazione di 50 dollari per la messa in opera di questo nuovo sistema.
Vi prego quindi di accreditare l’importo sul mio conto ad ogni occasione.

La vostra umile cliente…

(Ricordate: questa lettera è stata scritta da una donna di 96 anni!)

Friselle a 17 euro, cocktail a 14, ombrellone e lettini fino a 100 euro al giorno, parcheggi a 5 euro l’ora: i rincari e...
10/08/2025

Friselle a 17 euro, cocktail a 14, ombrellone e lettini fino a 100 euro al giorno, parcheggi a 5 euro l’ora: i rincari estivi hanno svuotato il Salento dopo anni di boom turistico. Anche lo street food rincara: una cena informale può costare 30 euro a testa, mentre per una famiglia una settimana tra stabilimenti e ristoranti può superare gli 800 euro. L’onda lunga del turismo di massa ha uniformato i prezzi tra Adriatico e Ionio, mentre cresce il malcontento tra turisti e residenti. Molti ora scelgono mete alternative, o spiagge libere da raggiungere all’alba.

Postale: arrestati a Milano per pedopornografia online  Arrestati a Milano dai poliziotti della Polizia postale del Cent...
08/08/2025

Postale: arrestati a Milano per pedopornografia online

Arrestati a Milano dai poliziotti della Polizia postale del Centro operativo per la sicurezza cibernetica due uomini per pedopornografia online. L'operazione è scattata nell'ambito di un’indagine coordinata dalla Procura milanese finalizzata al contrasto della pedopornografia online.

Gli indagati, 56 e 68 anni, sono finiti in manette per il reato di detenzione di materiale pornografico realizzato mediante lo sfruttamento di minorenni.
L’operazione si è sviluppata partendo dall’analisi di alcune segnalazioni arrivate da organi di Polizia esteri attraverso il Centro nazionale per il contrasto della pedopornografia online (C.n.c.p.o.) del Servizio polizia postale.

Superato il muro dell’anonimato dietro il quale agivano gli indagati e alla luce degli elementi raccolti dagli cyberinvestigatori i magistrati del gruppo specializzato del Dipartimento “Tutela dei soggetti vulnerabili” della procura di Milano hanno disposto due perquisizioni nei confronti dei due uomini rintracciati nell’area metropolitana milanese.

Oltre alle abitazioni degli indagati, sono stati perquisiti sul posto i numerosi dispositivi elettronici rinvenuti in loro possesso. All’esito delle attività, sono stati sottoposti a sequestro 5 smartphone, vari supporti di memoria (come SD card e chiavette USB) e 3 spazi cloud, per un totale di oltre 2 terabyte di dati.

Mario Paciolla, non fu suicidio: Gravi sospetti  su un caso ancora apertoLe falle e le contraddizioni della tesi del sui...
08/08/2025

Mario Paciolla, non fu suicidio:
Gravi sospetti su un caso ancora aperto
Le falle e le contraddizioni della tesi del suicidio.
Le testimonianze e le prove che mostrano come Mario sarebbe stato in grave pericolo negli ultimi giorni della sua vita.
Sono passati quasi 5 anni dalla morte di Mario Paciolla, il cooperante italiano che lavorava per l’ONU in Colombia, trovato senza vita nella sua casa di San Vicente del Caguan il 15 luglio del 2020.
Mario lavorava nella missione delle Nazioni Unite che si occupava di monitorare gli accordi di pace tra le forze guerrigliere delle FARC e il governo colombiano. Accordi che prevedevano un percorso di reinserimento nella società per chi consegnava le armi.
Le autorità colombiane da subito sentenziarono che si trattò di un suicidio.
Ma Mario non aveva alcuna ragione per togliersi la vita. Anzi.
Mario negli ultimi giorni di vita era molto spaventato e stava cercando in tutti i modi di rientrare velocemente in Italia.
Proprio il 15 luglio avrebbe dovuto iniziare il viaggio di ritorno, andando prima a Florencia, poi a Bogotà e finalmente in Italia. In questi 5 anni la famiglia e gli amici non si sono mai arresi alla tesi del suicidio, continuando a chiedere con una incessante campagna pubblica, verità e giustizia. La giustizia italiana sta ancora decidendo sul caso: dopo il rigetto da parte del Tribunale di Roma della prima richiesta di archiviazione per suicidio avanzata dai pm della Procura capitolina, ora si sta decidendo sulla seconda richiesta di archiviazione, avanzata sempre dagli stessi magistrati.
In questa inchiesta, abbiamo messo in fila tutte le falle, le incongruenze e le contraddizioni della tesi per cui Mario si sarebbe tolto la vita.
Nei suoi ultimi giorni di vita Mario sapeva di essere in grave pericolo.
Mario viveva un villaggio al centro di una rotta importantissima per il narcotraffico. Proprio in quella regione, il Caquetà, i guerriglieri che non entravano nel percorso degli accordi di pace, finivano per diventare le milizie dei narcos, minacciando e attaccando gli ex guerriglieri che avevano deposto le armi.
Un posto molto pericoloso, tra i più caldi della Colombia.
La ricostruzione della morte:
Le falle nella versione dei colombiani
Per comprendere come la tesi del suicidio non regga, basta leggere la ricostruzione messa agli atti del procedimento giudiziario di come Mario si sarebbe tolto la vita.
Secondo la ricostruzione della Procura la notte tra il 14 e il 15 luglio, Mario prende due lenzuola ed un cuscino e va nel patio di casa sua.
Il cuscino lo mette su un materassino gonfiabile, non sappiamo bene il perché. Poi prende il lenzuolo e inizia a tentare di impiccarsi. Per potersi impiccare Mario deve legare il lenzuolo ad una grata che si trova nel patio della sua abitazione. Per arrivare alla grata, prende una sedia, ci sale sopra, si mette in punta di piedi, allunga le braccia tesissime, ma a questo punto dalla punta delle dita di Mario alla grata mancherebbero “solo”, secondo loro, 9 centimetri e mezzo. Nonostante il corpo di Mario sia in iperestensione mancano più di 9 centimetri per permettergli di far passare il lenzuolo nella grata posta sul soffitto del patio. L
a versione di come sarebbero andate le cose da qui in poi appare assolutamente singolare.
“Mario avrebbe dovuto lanciare il lenzuolo, centrare il buco della grata, far scendere il lenzuolo, fare 7-8 nodi che sono dei nodi da professionista, Mario è andato sul computer fino a poco prima di morire, non c’è nessuna ricerca su come fare dei nodi o su come suicidarsi. Dopo aver fatto tutto questo Mario avrebbe provato ad impiccarsi, si sarebbe però sfilacciato il lenzuolo, rendendo vano il tentativo. A questo punto Mario avrebbe desistito ed avrebbe deciso di tagliarsi le vene. A dir poco surreale.
Quindi, secondo quello che c’è scritto negli atti giudiziari, dopo il primo tentativo, Mario avrebbe poi provato a suicidarsi in un altro modo, con il taglio delle vene.
Soprattutto Mario, che in quel momento è seduto su un materassino gonfiabile, se si taglia prima un polso e poi un altro, avrà un gocciolamento di sangue, sui vestiti, sul suo corpo, ed invece non ci sono assolutamente tracce di sangue sui suoi abiti. Ma nemmeno il taglio delle vene sarebbe andato a buon fine.
Ma come è possibile che nonostante i tagli ai polsi ed il sangue sgorgante, Mario non abbia lasciato nessuna impronta?
In quel momento Mario ha un tendine lesionato e anche la muscolatura del polso lesionata, ha riempito due catini con il suo sangue. Ma anche il secondo tentativo di suicidio sarebbe andato male. Quindi Mario avrebbe tentato per la terza volta il suicidio, questa volta provando ad impiccarsi nuovamente.
A questo punto secondo la ricostruzione della Procura rifarebbe tutte le cose fatte nel primo tentativo, quindi lancerebbe il lenzuolo verso la grata da cui lo separano 9 centimetri e mezzo, farebbe scendere il lenzuolo, farebbe 7-8 nodi da professionista, e proverebbe ad impiccarsi. Questa volta, secondo questa versione, sarebbe andata in porto. Solo che la sedia su cui sarebbe salito per impiccarsi, non è a terra, ma è in piedi messa accanto al corpo, e il ca****re di Mario toccava con i piedi a terra.
La famiglia non può dopo 5 anni essere violentata istituzionalmente con una versione così assurda di un'ipotesi di suicidio.
Siamo sempre più convinti si sia trattato di omicidio. Speriamo che la verità venga a galla.

Che facile è dire “sono un buon papà” quando è la mamma a fare tutto quello che dovresti fare tu.È molto facile parlare ...
08/08/2025

Che facile è dire “sono un buon papà” quando è la mamma a fare tutto quello che dovresti fare tu.
È molto facile parlare bene da fuori.
Dire che ami i tuoi figli mentre lei si occupa di tutto.
È lei che li porta dal medico, li iscrive a scuola, li ascolta quando hanno paura.
Tu non ci sei.
Eppure dici di essere un papà.
Non conosci i nomi dei loro amici.
Non sai se hanno mangiato bene, se hanno dormito male o se sono tristi da giorni.
E nonostante questo, ti metti la medaglia di padre responsabile solo perché ogni tanto paghi qualcosa o mandi un messaggio quando ti ricordi.
È lei che ci mette il corpo e l’anima.
Quella che non dorme quando il bambino ha la febbre.
Quella che si inventa soluzioni per non fargli mancare nulla, anche quando è allo stremo.
E nel frattempo, tu vai in giro dicendo che “lei ti allontana da loro”,
quando in realtà… non ti sei mai avvicinato davvero.
Perché essere padre non è un titolo.
Non si conquista con le parole.
Si conquista con la presenza.
E se non ci sei, non dire di essere un buon padre.
Perché esserlo non è una questione di parole… ma di dimostrarlo, ogni giorno.

ROSIGNANO, crollano pezzi di cemento dal cavalcaferrovia: chiusa l’AureliaPaura nella tarda serata di mercoledì 6 agosto...
08/08/2025

ROSIGNANO, crollano pezzi di cemento dal cavalcaferrovia: chiusa l’Aurelia

Paura nella tarda serata di mercoledì 6 agosto a seguito di un distacco di pezzi di cemento dal cavalcaferrovia che congiunge via Berti Mantellassi con via della Cava a Rosignano Solvay.

Le polemiche
Da anni i cittadini puntavano il dito su quel cemento che , piano piano, si sta sgretolando finendo sulle auto posteggiate sotto le campate di quel lungo ponte costruito negli anni Settanta in cemento armato, parte del quale era già chiuso da mesi.

Il crollo
Stavolta, attorno alle 22 di mercoledì 6 agosto, i frammenti hanno colpito una vettura che stava transitando al di sotto dell’arcata principale in direzione nord provocando, oltre a tanta paura, anche danni all’auto stessa. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco di Cecina e gli agenti di polizia municipale che hanno chiuso il cavalcaferrovia e la via Aurelia che collega la zona a mare con quella a monte di Rosignano Solvay.

Via Aurelia che rimarrà chiusa fino a sabato 9 agosto, ossia fino a quando la ditta specializzata interpellata dall’amministrazione comunale, non avrà messo tutto in sicurezza.

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Via Asiago, 1

00195

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