Giuseppe Pacenza

Giuseppe Pacenza Digital Strategist EU | Communication Manager. Siamo sempre più "Social Virtuali" e sempre meno "Social Reali". Seguimi

Vi parlerò di comunicazione digitale e tante riflessioni sul mondo dei social media e anche un pò di ironia che non guasta mai.

Da che parte sto: parole, silenzi e pensieri che non mentonoCapita spesso che mi trovi coinvolto in conversazioni su tem...
19/05/2025

Da che parte sto: parole, silenzi e pensieri che non mentono

Capita spesso che mi trovi coinvolto in conversazioni su temi di geopolitica, sia in contesti informali – quei dibattiti “da bar” – sia in ambienti più strutturati. Si parla di guerre in corso, di economia, di politica italiana o europea. E ogni volta che esprimo la mia opinione, percepisco – negli sguardi o nei commenti – un sottile fastidio, una resistenza.
Forse è per via della chiarezza con cui cerco di esprimere le mie idee: una semplicità coerente, frutto di una visione del mondo che coltivo sin da bambino.
E no, non significa che io non abbia dubbi. Anzi, ogni volta mi domando se dovrei accompagnare le mie risposte con un “se” o un “ma”, consapevole della complessità degli argomenti in gioco. Spesso, però, mi accorgo di non avere ancora gli strumenti per articolare risposte tecnicamente esaustive. Ma questo non mi impedisce di prendere posizione.

So da che parte sto.
Sto dalla parte dei popoli, dell’etica, della libertà individuale – purché non leda quella degli altri. Difendo le democrazie, ma condanno con fermezza quelle che osano colonizzare popoli più deboli, snaturandone l’identità e alterandone il percorso naturale e culturale, nel senso più profondo e antropologico del termine.
Condanno tutte le guerre, senza eccezioni. Ma credo anche che chi si trova dalla parte del giusto abbia il dovere di difendersi, con ogni mezzo necessario, anche con i denti.
Condanno ogni forma di violenza, fisica e psicologica, e ogni tentativo di sopraffazione mascherato da progresso o civiltà.
Credo nella libertà degli ucraini come in quella dei palestinesi, e da sempre sostengo il diritto alla libertà di ogni popolo, compresi gli ebrei.
Quando si parla di economia o di politica, vedo nell’Europa federale una possibile risposta: un’Europa unita, capace di affrontare le grandi sfide globali, al riparo dal dominio di chi vuole governare attraverso la logica del profitto.

Il silenzio non è resa.
Spesso il mio silenzio viene scambiato per resa. O peggio, per un tacito consenso.
Ma a chi, di preciso? Parlo di chi fa dell’ignoranza la propria bandiera, di chi si avvicina con doppi fini.
Li riconosco subito – dal modo in cui si muovono, dallo sguardo. Ho una specie di antenna: percepisco ciò che non viene detto. Il corpo non mente, non ne è capace. E l’inconscio ancor meno.
Ma non è un attacco personale, né un messaggio cifrato a qualcuno.
È un invito alla riflessione: le cose non sono sempre come appaiono, né come vogliamo farle apparire. C’è qualcosa che sfugge a ogni tentativo di manipolazione: l’intimità del pensiero.
Le parole possono ferire o difendere, ma prima ancora nascono dal pensiero. E il pensiero è figlio dell’ambiente: dell’ambiente naturale, dell’architettura che ci circonda, del contesto culturale, del senso civico.
Tutto questo ci modella. E a sua volta, modella il nostro linguaggio.

Io sto dalla parte della bellezza.
Quella autentica, che nasce dal rispetto anche verso ciò che non condivido.
Sto con i valori umani, con gli ultimi, ma anche con chi ha avuto la possibilità di emergere, e con chi ce l’ha fatta con onestà.
Non invidio chi ha successo: piuttosto, mi domando da dove posso iniziare io per costruire qualcosa di altrettanto valido.
In fondo, basterebbe un po’ più di onestà intellettuale per rendere questo mondo un posto migliore. Per tutti.

🔹 Digitalizzazione: il tempo stringe, ma l’Italia può farcelaIn un’Europa che corre verso un futuro sempre più digitale,...
13/05/2025

🔹 Digitalizzazione: il tempo stringe, ma l’Italia può farcela

In un’Europa che corre verso un futuro sempre più digitale, l’Italia è ancora troppo indietro. Solo il 45,9% dei cittadini italiani tra i 16 e i 74 anni possiede competenze digitali di base, contro una media europea del 55,6%. E i numeri peggiorano se guardiamo ai più anziani: tra i 65 e i 74 anni, appena 1 persona su 5 ha gli strumenti per vivere davvero nel presente.

Eppure, il futuro non aspetta. La Commissione Europea ha fissato un obiettivo chiaro: entro il 2030, l’80% della popolazione adulta dovrà essere digitalmente competente. Per l’Italia, si tratta di alfabetizzare oltre 15 milioni di persone.

Non partiamo da zero. L’Unione Europea ha messo in campo fondi, programmi e iniziative concrete:
– 26,3 miliardi di euro sono già destinati alla formazione digitale nel periodo 2021–2027
– Iniziative come la Digital Skills and Jobs Coalition e il programma Digital Europe stanno aprendo nuove opportunità per scuole, imprese e cittadini

Ora, però, serve un cambio di passo a livello nazionale.
👉 Politici e amministratori locali devono intercettare e usare questi fondi. Non è solo un dovere istituzionale, è un’occasione unica per colmare le disuguaglianze, ridare centralità ai territori e costruire un futuro dove nessuno resta indietro.

E noi cittadini? Non possiamo solo delegare. La digitalizzazione è parte della nostra libertà. Riguarda la sanità, il lavoro, la burocrazia, la cultura, il nostro tempo libero. È qualcosa che ci tocca ogni giorno.
Dobbiamo informarci da fonti verificate, aderire ai percorsi formativi, pretendere accesso e qualità.

📌 La tecnologia non è un nemico. È uno strumento. Usata bene, ci libera tempo, semplifica la vita, ci rende più autonomi.

Il cambiamento è già in atto. L’Italia può farcela. Ma solo se decidiamo di farlo insieme.

17/04/2025

📢 Una bellissima notizia: la figura del 𝗦𝗼𝗰𝗶𝗮𝗹 𝗺𝗲𝗱𝗶𝗮 𝗲 𝗗𝗶𝗴𝗶𝘁𝗮𝗹 𝗠𝗮𝗻𝗮𝗴𝗲𝗿 è realtà nella PA.

Consiglieri locali dell'UELavorare insieme per avvicinare l'Europa alle comunità locali
10/04/2025

Consiglieri locali dell'UE
Lavorare insieme per avvicinare l'Europa alle comunità locali

The EU Local Councillors is a European network that brings together local and regional elected politicians with the goal of communicating about the European Union through an innovative alliance with the EU institutions.

10/04/2025

RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI sull'attuazione della strategia dell'UE per la gioventù (2022-2024)

Oltre le parole. La 16ª edizione di   si svolgerà a Bruxelles il 3 e 4 luglio 2025.Con il tema Oltre le parole - una sto...
09/04/2025

Oltre le parole.
La 16ª edizione di si svolgerà a Bruxelles il 3 e 4 luglio 2025.

Con il tema Oltre le parole - una storia di fiducia, i comunicatori, i leader e i promotori del cambiamento esploreranno il tema della fiducia nella comunicazione pubblica. Quest'anno l'attenzione si concentrerà sui volti umani che si celano dietro la comunicazione pubblica: i cittadini alla ricerca di informazioni affidabili, i leader locali che cercano di tenere insieme le loro comunità, i giornalisti che navigano in un panorama mediatico in evoluzione e i comunicatori che si sforzano di colmare il divario tra le politiche e la realtà delle persone.

EuroPCom, the European Public Communication Conference, is Europe's largest annual gathering of public communication experts, jointly organised by the EU institutions. The 16th edition of EuroPCom will take place on-site on 3 and 4 July 2025.   Under the theme Beyond words – a story of trust, c...

  prenditi due minuti e leggi! 🔴La Politica come Responsabilità, non come Dominio.🟠Viviamo in un'epoca in cui la politic...
28/02/2025

prenditi due minuti e leggi!

🔴La Politica come Responsabilità, non come Dominio.

🟠Viviamo in un'epoca in cui la politica si intreccia sempre più con la comunicazione di massa, trasformandosi in un’arena in cui la visibilità spesso prevale sulla responsabilità. A voi che sostenete modelli di governo improntati su principi di forza, unilateralità e supremazia, rivolgo una riflessione che non ha il fine di convincere, ma di riportare l’attenzione su ciò che distingue la politica dalla propaganda, la statura di uno statista dal semplice esercizio del potere.

🟠La democrazia non è un contratto di esclusività con chi ha sostenuto un leader. Governare significa abbracciare le complessità di un’intera società, anche e soprattutto di chi non ha votato per chi sta al comando. Significa comprendere che ogni decisione amministrativa non può essere unilaterale, che la forza di un Paese non si misura nella sua capacità di imporre il proprio volere, ma nella sua abilità di creare equilibrio e dialogo.

🟠Nel tempo, molte civiltà hanno cercato di dominare i popoli considerati "inferiori" in nome di una presunta superiorità culturale, politica o economica. Eppure, la storia insegna che nessun impero è eterno, nessun potere è indiscutibile. Gli Egizi, i Greci, i Romani, fino ai regimi del secolo scorso: tutti hanno cercato di modellare il mondo a loro immagine, e tutti hanno incontrato la resistenza delle masse. L’uomo "con i baffetti" di cui la storia ricorda le devastazioni e l’altro "appeso a testa in giù" sono solo alcuni esempi di come il destino dei leader che si credono invincibili sia segnato dalla loro stessa arroganza.

🟠Ecco allora una domanda fondamentale: chi decide il destino di un popolo? La risposta non può risiedere in chi siede su una montagna di denaro o in chi impugna il diritto di stabilire l’evoluzione di una società. Ogni comunità ha il diritto di percorrere il proprio cammino, maturando con le proprie forze, nel rispetto della propria storia e delle proprie scelte. Immaginate un bambino nato in una terra martoriata dalla guerra: chi può arrogarsi il diritto di decidere quale futuro meriti? E soprattutto, chi può impedire a quella società di trovare la propria strada?

🟠La comunicazione istituzionale, in democrazia, deve essere seria, rispettosa, consapevole del peso delle parole. Governare attraverso slogan, e-mail o messaggi diretti ai dipendenti di istituzioni complesse non è amministrare: è svilire il senso stesso delle istituzioni. E chi difende un tale modello di gestione dovrebbe chiedersi se, in altri tempi, in regimi simili, avrebbe avuto la stessa libertà di esprimere opinioni.

🟠Grandi figure della storia, da Gramsci a Pertini, hanno conosciuto la prigione proprio perché avevano il coraggio di opporsi a sistemi autoritari. Aldo Moro ha pagato con la vita il suo impegno per una politica di equilibrio e di inclusione. Sarebbe opportuno riflettere su questi esempi prima di sostenere visioni del mondo che, nella loro apparente forza, nascondono il rischio di una deriva pericolosa per la libertà stessa.

🟠La storia dimostra che nessuno è mai riuscito a plasmare le masse in modo definitivo. Le ideologie imposte, per quanto possano trovare momentaneo consenso, sono destinate a essere sovvertite dal corso della realtà. Il cambiamento non si impone, si costruisce. E la salvezza di un popolo non verrà mai dall’alto, ma solo dall’evoluzione delle menti di quella società.

🟠Chiunque scelga di sostenere politiche che si arroghino il diritto di decidere per gli altri dovrebbe prima avere la lucidità di immaginare ogni scenario possibile. Ogni azione amministrativa ha conseguenze, e il destino di una nazione non può essere lasciato nelle mani di chi confonde il governo con il dominio, la politica con il marketing, il consenso con la manipolazione.

🔴La democrazia è un equilibrio fragile, da custodire con responsabilità e con il coraggio di opporsi a chi la usa come strumento per dividere anziché unire.

Giuseppe Pacenza


in evidenza

☯️Dal Nucleo all’Algoritmo: Quando il Potere della Scienza Incontra l’UmanitàLa manipolazione dell’atomo e degli algorit...
02/01/2025

☯️Dal Nucleo all’Algoritmo: Quando il Potere della Scienza Incontra l’Umanità

La manipolazione dell’atomo e degli algoritmi non è solo un tema tecnologico: è una questione profondamente umana. Entrambi incarnano il potenziale del genio umano di cambiare il mondo, ma anche il rischio di perdere di vista l’etica e l’empatia. Dalla distruzione immediata di una bomba atomica alla lenta ma profonda erosione della fiducia sociale attraverso i social media, queste due forme di potere tecnologico ci invitano a riflettere su come vogliamo costruire il nostro futuro.

☯️Il Potere di Creare e Distruggere

La scoperta della fissione nucleare ha aperto le porte a un’energia più pulita e sostenibile, ma ha anche reso possibile la devastazione di Hiroshima e Nagasaki. Allo stesso modo, gli algoritmi, che ci semplificano la vita con suggerimenti personalizzati o migliorano la sanità con diagnosi più accurate, possono trasformarsi in strumenti per dividere, manipolare e persino radicalizzare intere popolazioni.
Questi algoritmi si annidano ovunque: tra i post dei social media, nei motori di ricerca e nelle piattaforme di streaming, orientando ciò che vediamo, leggiamo e, infine, crediamo. Se da un lato ci fanno sentire ascoltati e compresi, dall’altro possono isolarci in bolle informative che distorcono la realtà.

☯️La Concentrazione del Potere: Una Minaccia Silenziosa

L’energia nucleare e gli algoritmi condividono una caratteristica inquietante: il potere si concentra nelle mani di pochi. Le nazioni che controllano l’energia nucleare esercitano un’influenza geopolitica enorme. Parallelamente, colossi tecnologici come Meta, Google e TikTok, attraverso algoritmi complessi, influenzano miliardi di persone ogni giorno. La loro capacità di orientare opinioni politiche, comportamenti di consumo e relazioni personali avviene spesso senza che ce ne accorgiamo.

☯️Distruzione Visibile e Invisibile

La bomba atomica lascia dietro di sé macerie e vite spezzate, un impatto immediato che non si può ignorare. Gli algoritmi, invece, agiscono lentamente e in silenzio. Alimentano l’odio nei commenti, dividono le comunità e rafforzano pregiudizi, creando crepe nel tessuto sociale che a lungo andare possono essere altrettanto devastanti. La differenza è che la loro distruzione è invisibile, e questo li rende ancora più pericolosi.

☯️Social Media: Il Cuore degli Algoritmi Manipolatori

I social media sono il terreno fertile dove gli algoritmi manipolatori prosperano. Piattaforme come Instagram o Twitter mostrano ciò che credono sia "più rilevante" per noi, ma questa rilevanza non è neutrale. È progettata per mantenerci incollati allo schermo, a costo di alimentare polarizzazione e disinformazione. Le “bolle di filtraggio” ci isolano, mentre il continuo bombardamento di contenuti polarizzanti può spingerci verso posizioni sempre più estreme.

☯️Etica e Responsabilità: Il Futuro Dipende da Noi

Dopo le tragedie nucleari, il mondo ha iniziato a discutere di regolamentazioni per evitare un altro Hiroshima. Anche oggi, davanti al potere degli algoritmi, dobbiamo chiederci: come possiamo garantire che queste tecnologie vengano usate per costruire e non per distruggere?
Educazione digitale: Aiutare le persone a capire come funzionano gli algoritmi è il primo passo per limitare la loro influenza negativa.
Trasparenza: Le aziende tecnologiche devono rendere chiaro come funzionano i loro sistemi di raccomandazione e quali dati utilizzano.
Regolamentazione: Servono leggi per proteggere i cittadini da abusi e manipolazioni, così come avviene per le armi nucleari.

🟪Conclusione: La Scelta È Nelle Nostre Mani

Come l’atomo, gli algoritmi sono un riflesso dell’intelligenza e dell’ambizione umana. Ma il loro potere porta con sé una responsabilità immensa. Possiamo usarli per unire le persone, promuovere il bene comune e costruire una società più equa. Oppure possiamo lasciarli nelle mani di pochi, rischiando di alimentare divisioni, odio e sfiducia.
Il futuro dipende dalle scelte che facciamo oggi. In un mondo governato dalla tecnologia, è essenziale che al centro resti sempre l’essere umano. Solo così potremo trasformare questi strumenti in alleati per un progresso sostenibile e inclusivo.

Un estratto da una mia Relazione Annuale per DSA(digital service act EU), anno 2022.
Osservazione e incidenza degli algoritmi su popolazione digitale.

La Comunicazione Istituzionale: Un Modello per il Futuro dei Comuni ItalianiLa comunicazione, soprattutto quella istituz...
25/09/2024

La Comunicazione Istituzionale: Un Modello per il Futuro dei Comuni Italiani

La comunicazione, soprattutto quella istituzionale, ha ormai assunto un ruolo centrale nelle dinamiche di governo e nel rapporto tra ente pubblico e cittadino. In questo contesto, Roma Capitale sembra aver imboccato la strada giusta, investendo in modo significativo nella comunicazione come strumento per favorire il coinvolgimento e avvicinare le istituzioni alla cittadinanza. Un percorso virtuoso che potrebbe presto diventare un modello per tutti gli 8.000 comuni italiani.

Mai come oggi, la comunicazione è una delle componenti fondamentali di una buona governance. La digitalizzazione è ormai una realtà consolidata e non può più essere affrontata, per usare un’espressione informale, "a tarallucci e vino". Gli enti pubblici non possono più fare affidamento solo sulla passione e la dedizione di chi si occupa di comunicazione senza riconoscere formalmente il suo valore. È arrivato il momento di regolamentare il settore con una legge moderna, in grado di tenere il passo con i tempi, e di considerare la comunicazione un investimento strategico per le amministrazioni pubbliche.

In questo senso, la creazione di uffici stampa dedicati e l’inserimento di figure professionali specializzate nei propri organici rappresentano passi fondamentali per il futuro delle istituzioni. Alcuni comuni italiani hanno già intrapreso questa strada, con risultati tangibili e sotto gli occhi di tutti. Pensiamo, ad esempio, alle esperienze del Comune di Trieste, di Venezia, agli Uffizi di Firenze o all’Azienda Sanitaria di Cagliari: realtà in cui la comunicazione qualificata ha dimostrato di fare la differenza.

L’adozione di queste buone pratiche potrebbe rappresentare una svolta decisiva per molti altri enti locali, che non possono più permettersi di trascurare l’importanza di una comunicazione istituzionale professionale e competente. In un’epoca in cui il rapporto tra cittadini e istituzioni si gioca sempre più sul terreno della trasparenza e della vicinanza, la comunicazione diventa non solo uno strumento operativo, ma un pilastro fondamentale di una buona amministrazione.

In conclusione, la comunicazione non è più un’opzione, ma una necessità. E deve essere qualificata, regolamentata e sostenuta come un vero e proprio investimento per il futuro delle nostre istituzioni.

Oggi l'incontro con i referenti comunicazione dei 15 municipi per implementare il racconto dei territori Favorire la partecipazione della cittadinanza alle attività municipali, rafforzare la fiducia nelle istituzioni locali, fornire informazioni in merito ai servizi e alle iniziative ed aumentare l...

The   Per familiarizzare con i valori e i colori dell'Unione Europea.Clicca qui nel link in basso e puoi scaricare mater...
09/08/2024

The
Per familiarizzare con i valori e i colori dell'Unione Europea.
Clicca qui nel link in basso e puoi scaricare materiale didattico per bambini. 🚸🎏🧒📚📖🎒

EU publications: Kids’ corner publications - A collection dedicated to Europe's younger citizens, using a lighter approach to familiarise them with the values and colours of Europe.

A briefing was held to discuss the upcoming European elections campaign. The primary objective is to curb disinformation...
22/04/2024

A briefing was held to discuss the upcoming European elections campaign. The primary objective is to curb disinformation, to facilitate and simplify the tools that enable citizens to obtain information from authoritative and verified sources, to facilitate citizens through targeted tools to access institutional sites in a simple manner using and adopting different forms of language and tone of voice. The overarching goal is to simplify.

CLICCA SUL LINK EScopri la differenza tra:🔵Cosiglio Europeo e🟣Consiglio dell'Unione EuropeaCouncil of the European Union...
16/04/2024

CLICCA SUL LINK E
Scopri la differenza tra:
🔵Cosiglio Europeo e
🟣Consiglio dell'Unione Europea

Council of the European Union Council of Europe

https://www.consilium.europa.eu/it/european-council-and-council-of-the-eu/?utm_source=facebook.com&utm_medium=cpc&utm_campaign=20240415_EUCO_Council_Feature_Story&utm_content=visual-card&fbclid=IwAR3O7ZwLVnw1Qj9QsouVs6Ci2pSz20V34Qv74Fd3VqeLTjOVodNZm8Rh_aI_aem_AVE3qRhurR-ryeGfKBTdz_7OTi9gRs_B_A-eRJvNoHNDEh68xkQEBS6-YGfKUsdblCynkbDE03EEUMV_7AO-bmXX&utm_id=120210007681010479&utm_term=120210153973620479

Con il termine Consiglio si fa riferimento a due distinte istituzioni dell'Unione europea: il Consiglio europeo e il Consiglio dell'UE. Anche se hanno nomi simili, il loro ruolo e la loro composizione sono molto diversi.

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